No, basta: mi arrendo.
Non intendo entrare in polemica con Pantaleo Corvino e non mi interessa se fossi o meno tra quelli che lui avrebbe desiderato vedere oggi, durante l’attacco alla categoria dei giornalisti.
In verità mi parrebbe di aver già dato, ma non si sa mai.
Ieri, dalle 17 in poi ho ripetuto almeno cinque volte tra radio e televisione che trovavo assurdo parlare dopo la partita di tetti ingaggi e non celebrare invece ed analizzare la bella vittoria di Parma, ma può darsi che abbia detto una mezza parola fuori posto, che abbia usato un aggettivo non funzionale al progetto della Fiorentina, che abbia sbagliato un congiuntivo (difficile, ma non si sa mai), insomma che abbia tradito la fiducia che il popolo viola ripone in me.
Non so più che dire sull’argomento, tranne che sarebbe giusto precisare chi, come e quando ha riportato scorrettamente le frasi della società (sempre seguendo la linea del Corvino-pensiero).
Basta sfogliare l’archivio di questo blog per leggere di più e di peggio contro la così poco stimata categoria, ma questo giochino di mettere i tifosi contro i giornalisti (o i giornalai, come veniamo chiamati da alcuni tifosi) è stucchevole e forse ci vorrebbe pure qualche idea migliore per passare il tempo.
E comunque ribadisco per l’ennesima volta: Corvino è quanto di meglio potessimo pretendere come direttore sportivo.
Ultimamente soffre di una certa incontinenza verbale, ma non si può avere tutto dalla vita.

RISPONDO A TUTTI IN SERATA!

Gli incontentabili sottolinereanno le occasioni del Parma, io dico invece che questa vittoria al Tardini è la più importante tra quelle ottenute fino ad oggi in campionato.
Bella partita e Fiorentina sorretta a centrocampo da Liverani e Donadel, più che da Montolivo, ma soprattutto trascinata da Mutu.
In sala stampa ho chiaramente percepito il feeling tra lui e Prandelli, che si sono dati il cambio nelle interviste.
Ho come la sensazione che nella “sua cameretta” (per dirla alla Ciuffi) questa presenza dell’unico allenatore che gli sa tirare fuori il meglio e anche bacchettarlo, quando è il caso, sia fondamentale per orientare le future scelte del campione romeno.
Un’altra buona prova di Kroldrup ed una partita di Vieri fatta apposta per capire come il calcio sia spesso indecifrabile.
L’avrei cambiato a metà del secondo tempo, e non credo che sarei stato il solo, ma poi quel satanasso ti inventa il rigore decisivo e finisce alla grande la gara.
Chiaro che manca la controprova e che magari Pazzini entrava e segnava, però in tanto questo è il quarto rigore che portiamo a casa.
Se sommiamo i sei gol segnati nella stagione, arriviamo a dieci, un numero che mi dice qualcosa…

A me Mutu piace soprattutto quando gioca male, quando non è ispirato, per dirla alla Brera, dalla dea Eupalla.
Lì mi ricorda Rui Costa, che non speculava sul suo grande talento, che non si tirava mai indietro ed infatti una volta Perugia andò in campo dopo un’ora di riscaldamento per un infortunio muscolare e ovviamente si strappò.
Mutu rincorre l’avversario, se occorre fa pure il mediano e se non passa il pallone lo possiamo pure perdonare, anche perché la Fiorentina è piena zeppa di onesti ragionieri calcistici.
Mi piacerebbe, questo sì, che tornasse sulle sue dichiarazioni contro la tribuna e le smorzasse, perché non è mai bello prendersela con i propri tifosi, che oltretutto pagano cento euro a partita per vederlo giocare.
E comunque l’ultimo mese di Mutu è stato piuttosto effervescente ed immagino che in casa qualcosa sulle famose foto in discoteca avrà pure dovuto dire, fosse soltanto riderci sopra (ma una signora al sesto mese di gravidanza ha veramente poca voglia di scherzare su certe cose).
Per questo vorrei che domani Adrian giocasse una gara da…Mutu, cioè una gara decisiva: farebbe benissimo a lui, ma pure a noi.

Siamo alle solite: incontro mediatico tra me e Corvino e molti che pensano che tra me e lui ci sia dell’astio, della prevenzione.
Da parte mia assolutamente no, da parte sua non credo, ma se così fosse sarebbe un suo problema.
Ero tranquillissimo all’inizio dei quaranta minuti di intervista e lo ero ancora di più alla fine.
Ho fatto delle domande e (all’inizio) non ho avuto delle risposte, per questo sottolineavo, ribadivo, tornavo sull’argomento.
L’ho spiegato a Pantaleo e poi in diretta: spesso a Corvino vengono riferite cose dette durante il Pentasport (che lui considera la trasmissione di maggiore impatto tra i tifosi e ha ragione, visti i dati di ascolto) e quindi accumula, salvo poi scaricare rabbiosamente il suo punto di vista alla prima ondata.
Non mi ha assolutamente “cazziato”, come ha scritto qualcuno e le nostre vite professionali vanno avanti con il reciproco rispetto.
Ribadisco che è il migliore direttore sportivo che abbiamo avuto negli ultimi vent’anni, che è un po’ troppo permaloso e che, come tutti, può sbagliare.
Meglio però lui, di uno bravo con i congiuntivi, che magari mi liscia in diretta, ma che poi non prende i giocatori giusti.

A luglio sembrava fosse andato via Donadoni, Bruno Conti, oppure Claudio Sala, fate voi (scusate, ma Causio proprio non ce l’ho fatta a scriverlo…).
Era scoppiata una sorta di Reginaldo-mania, paragonabile in misura molto superiore a ciò che accadde l’anno della C2, quando sembrava che Bismark fosse diventato un futuro Maldini e guai a chi lo toccava.
Ecco, non mi pare che Reginaldo abbia combinato per ora chissà cosa ed è vero che noi abbiamo Semioli, ma a Parma qualcuno sottovoce comincia a chiedersi se davvero valesse la pena spendere 4,6 milioni di euro, tra l’altro pagati tutti in contanti.
A me Reginaldo è sempre sembrato un normale giocatore che ha enormemente beneficiato degli insegnamenti di Prandelli, ma che non giocherebbe mai titolare in una squadra che punti alla Champions.
E vendere una riserva a 4,6 milioni di euro mi sembra obiettivamente un gran colpo.
Ovviamente a questo punto tocco ferro per la partita di domenica, perché non si sa mai…però anche un infausto exploit contro di noi non mi farebbe cambiare idea sul valore assoluto del giocatore.

Mi tocca ribadire quanto già scritto dalle vacanze austriache: diamoci tutti una calmata.
Troppa permalosità da una parte e troppa criticità dall’altra.
Cerchiamo invece di ragionare, elaborare un pensiero che non sia quello unico, ma ricordiamoci anche che un periodo come questo la Fiorentina l’ha vissuto raramente nella sua lunga storia.
Un periodo così positivo voglio dire, ed io capisco benissimo che fa male non sognare lo scudetto, ma questa è la realtà, altrimenti saremmo a raccontarci le frottole.
In questo momento c’è qualcosa che mi sfugge nella strategia comunicativa della Fiorentina, ma può darsi che non ci arrivi io, però bisognerebbe ricordarsi che la strategia del fortino assediato (quella per intenderci adottata dall’Italia nel 1982) funziona raramente e sempre nel breve periodo.
C’è bisogno di un gesto distensivo perché la situazione è molto migliore di quello che parrebbe a leggere di conferenze annunciate e poi annullate.
Insomma, godiamocela un po’ questa amata Fiorentina, senza troppi isterismi (e parlo anche della mia categoria).

P.S. Poiché qualcuno era “stranamente” interessato ai dati audiradio, mi fa piacere comunicare che nell’ultimo bimestre 2007, nell’ora media, Radio Blu si è assestata a quota 108.000 ascoltatori, per una media annuale che dovrebbe essere vicina ai 100.000 ascoltatori.
E come tutti saprete il 2007 è stato l’anno dei grandi cambiamenti, che evidentemente non sono stati così tragici… e la distanza con le altre emittenti che si occupano di Fiorentina dovrebbe essere almeno intorno ai 55/60 mila ascoltatori.
So che qualcuno ci resterà male, ma non si deve preoccupare: sono dati ballerini, magari nel 2008 crolliamo e noi comunque ce siamo già buttati tutto dietro le spalle pensando solo a lavorare.

CI SONO LE RISPOSTE ALLE VOSTRE DOMANDE, A DOMANI

La prima parte della stagione di Pazzini non è stata così fallimentare come alcuni si ostinano a cercare di far credere, ma non ha certamente ripagato le attese che c’erano su di lui.
Mi dicono da Marbella che il ragazzo si è come “irrobustito psicologicamente”, nel senso che sta diventando più cattivo, di sicuro avrà fatto una bella selezione tra la gente che di solito si aggira nell’entourage dei giocatori di successo.
I prossimi due mesi saranno decisivi per Pazzini: dovesse rimanere in questa situazione interlocutoria di grande promessa da sbocciare, non sarà affatto facile per Prandelli pensare ancora a lui come centravanti titolare della prossima stagione.
E non si può fare la riserva a 24 anni, a meno di avere davanti uno come Toni.
Io comunque resto fiducioso e a metà marzo tireremo le somme, senza preconcetti di alcun genere.

“E dai, non mi dire che sei rimasto sorpreso, lo sapevano tutti che Mutu e Martina Stella…”.
Eccolo qui uno dei grandi difetti di noi fiorentini: il pettegolezzo.
Non sapevo, non so e non mi frega niente se il campione e l’attrice di successo (?) si siano davvero accoppiati, qui il discorso è diverso e ha origini lontane, tanto da farmi ricordare che da bambino trovai molto strano il rapporto conflittuale tra uno dei miei idoli, Albertosi, ed il pubblico, dovuto (dicono) a certe intemperanze della di lui consorte.
Qui siamo fatti così e siamo fatti male.
L’Irina te amo di Batistuta è una pubblica richiesta di perdono dopo la scappatella con la Ferilli, Santana “si sa il vero motivo perché non gioca”, Reginaldo è stato mandato via perché…, Mutu invece di stare in famiglia…
A Firenze c’è sempre qualcuno che sa, che ha visto, che ha sentito dire, che ha un amico “dentro la Fiorentina” che gli ha detto che…
Non avete idea delle domande che ricevo, dalla gente più insospettabile: ma perché piacerà così tanto frugare nella vita degli altri o mettere l’occhio nella chiave di serratura della camera da letto?
Ricordo che quando mi separai, ormai quindici anni fa, ne sentii di tutti i colori sulle mie presunte performances e sarebbe stato quasi divertente se non fossi stato io protagonista di tutte quelle balle (mentre le poche cose vere sono sempre rimaste sepolte).
E quando venne fuori il casino tra Sconcerti ed Antognoni, con annesso linciaggio mediatico a mezzo internet, nei commenti su fiorentina.it scrissero che: non ero affatto laureato, non ero neanche diplomato, volevo diventare addetto stampa della Fiorentina, avevo lasciato dei debiti dal pizzicagnolo di Grassina (giuro che c’era anche questa), mi ritrovavo la sera con Sconcerti e Sandrelli per ordire trame contro Antognoni, Terim e la Fiorentina, ero stato straraccomandato per stare a Canale Dieci, avevo picchiato la mia prima moglie e avevo una denuncia penale in corso.
Ecco perché capisco l’incavolatura di Mutu, ma temo che dovrà abituarsi a Firenze perché in questo davvero temo che non cambieremo mai.

Ero tra quelli che pensava: “ma che se ne fa l’Inter di uno come Jimenez, che faceva fatica a trovare posto nella Lazio, figuriamoci mai quando giocherà”.
Ed invece sono stato smentito, perché non solo ha giocato e segnato, ma adesso pare che Moratti versi ben 11 milioni di Euro alla Ternana per comprarselo definitivamente.
Poi faccio un’analisi di quanto tempo ci metta Prandelli a lanciare un giovane, a quanto ne valuti la crescita prima di buttarlo nella mischia e mi torna in mente quel pomeriggio di Perugia quando, pronti via, l’appena arrivato Jimenez andò in campo da titolare contro il Chievo, facendo saltare i nervi al fragile Bojinov, che poi si sfogò contro Andrea Della Valle.
C’è quindi qualcosa di strano nella gestione dell’affare Jimenez.
La versione viola è che il cileno abbia chiesto una clausola sulla permanenza in A nell’estate di Calciopoli e se così fosse benissimo ha fatto Corvino a non cedere ad alcun ricatto e a mandarlo via.
Se erano pronti a scendere in B Mutu e Frey (non Toni, che stava facendo il diavolo a quattro per andarsene), non si vede perché non lo dovesse e potesse fare un giovane con appena una decina di partite in serie A alle spalle.
Solo che Jimenez ha sempre smentito di aver chiesto quella clausola, l’ultima volta me lo ha detto personalmente dopo Inter-Fiorentina, facendo capire che non c’era accordo tra le società per la cessione del suo cartellino.
Conclusione: non sapremo mai la verità perché ognuno continuerà a dare la propria versione dei fatti e ad ogni prossimo gol di Jimenez saremo lì a chiederci: ma come mai non è rimasto da noi?

Mi ha detto Fabio Russo che Pasqualin, il procuratore di Arturo Lupoli, era molto nervoso stasera tanto, lui sempre molto gentile, da declinare l’invito di intervenire nel Penta.
Da uomo di calcio esperto Pasqualin ha capito subito che super frittata avesse combinato il suo assistito e non tanto e non solo per le cose dette nell’intervista radiofonica concessa oggi pomeriggio a Napoli.
Premesso che trovo noiosissimo l’attuale modo di gestire la comunicazione nel calcio moderno, debbo anche ammettere che non rimane altro che adeguarci ai filtri, controfiltri e asettiche conferenze stampa pluricontrollate (il prossimo passo saranno forse le domande preventivamente fatte leggere all’intervistato e/o le interviste a pagamento).
A me non sarebbe neanche venuto in mente di chiedere a Lupoli di parlare, fregandomene della Fiorentina, ma hanno fatto bene i colleghi di Napoli che ci hanno provato, anche se mi rimane un brutto dubbio.
Mi sembra infatti un po’ strano che uno decida all’improvviso di chiamare un giocatore della Fiorentina sia pure scontento in ritiro, sapendo benissimo le regole imperanti e non vorrei quindi che l’intervista stessa fosse stata in qualche modo “consigliata” da qualcuno dell’entourage del giocatore.
Comunque sia andata, la sciocchezza è stata colossale perché si sono infrante le regole del gruppo e si è tradita la fiducia della società.
Non credo proprio che Lupoli non sapesse a cosa andava incontro e a questo punto le strade sono due: o domani lui si presenta a Marbella chiedendo scusa alla Fiorentina, oppure lui con la Fiorentina ha chiuso almeno per un bel po’ di tempo.
Strano che ad un ragazzo che tutti reputano intelligente la vicenda Bojinov non abbia insegnato niente.

CONSIGLIO PER GLI ACQUISTI: Comprate “STORIE non solo cliniche” dell’Associazione Scientifica PALLIUM-onlus Montedomini.
E’ un libro bellissimo, di tante storie non tutte (anzi quasi mai) con il finale rosa, ma sono scritte in punta di penna e spiegano benissimo cosa sia il dolore e cosa si possa fare per conviverci.
Come scrivono i volontari di Pallium, “ognuno è persona prima di essere malato e la sua storia non è mai solo clinica”.
I vostri soldi andranno ovviamente all’associazione ed io sto ancora aspettando da questi pelandroni che mettano il loro banner nella home-page del nostro blog

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