Agosto 2019


E’ una vecchia storia: racconto qualcosa a X, che poi lo riferisce ad Y, che ancora trasferisce il tutto a Z: state tranquilli che quando sarà raccontato all’ultimo destinatario, il concetto alla fine sarà stravolto rispetto alla partenza.

La stessa cosa accade per il sentito dire a livello radiofonico o scritto e qui parlo in prima persona, anche se mi rendo conto di tornare a sollevare qualcosa che appartiene al recente passato e che ha portato diversi idioti ad offendermi a più riprese.

Io non ho mai detto o scritto che il calcio a Firenze sarebbe finito senza i Della Valle, che al contrario ho spesso criticato per la loro anaffettività, mancanza di empatia e comunicazione, tanto da promuovere inutilmente nove mesi fa un movimento che portasse ad un confronto per spiegare cosa volessero davvero fare della Fiorentina, cosa che ha fatto molto arrabbiare la società.

Ho invece sempre affermato qualcosa che non rinnego assolutamente e cioè che nel mondo e nel calcio di oggi sarebbe stato molto difficile trovare chi comprasse la Fiorentina (e infatti ci abbiamo messo anni a scoprire Commisso) e che comunque avrei preferito il brutto grigiore dei Della Valle a qualsiasi avventura che ci rispedisse nell’inferno di eventuali futuri fallimenti. Ma il livello a cui ci avevano portato, compresa la sceneggiata con Pioli, lo trovavo deprimente; l’ho scritto e detto a più riprese.

L’unica cosa su cui posso dare ragione ai miei contestatori è che avrei potuto fare di più per spingere Della Valle ad abbassare il prezzo e quindi a rendere più agevole la cessione, ma qui entrano in campo le mie personali convinzioni sul fatto che ognuno con le cose proprie fa ciò che vuole.

Ottimo principio se applicato alla vita di tutti i giorni, un po’ meno comprensibile dal punto di vista del tifoso e me ne rendo perfettamente conto, sopportando con tranquillità le critiche, quando non tracimano nelle offese.

E comunque il telefono senza fili mediatico fa comodo a tanti: leoni da tastiera, frustrati, giornalisti e opinionisti senza seguito, procuratori carbonari in cerca di consenso e via andare.

Contenti loro…

Dal Conte Pontello a Diego Della Valle ho conosciuto professionalmente uomini di grande successo e di enormi disponibilità economiche, almeno rispetto alla media.

Ecco, uno come Rocco Commisso non l’ho mai visto in oltre quarant’anni di vicinanza alla Fiorentina, ma anche di esperienze in altri campi lavorativi.

L’unico che lo ricorda per alcuni aspetti è Mario Cecchi Gori, ma solo per la capacità di porsi alla pari con l’interlocutore, dimenticando ogni differenza.

Era così in parte anche Vittorio, ma poi si perdeva tra amici e amici degli amici che lo portavano fuori strada.

Nei novanta minuti in cui è stato a Radio Bruno Rocco ha conquistato tutti per la sincerità e l’umiltà con cui si è messo a disposizione di chiunque volesse sapere qualcosa in più sulla sua vita e sulla Fiorentina.

Uno chiede e lui risponde, come se fossimo al bar sotto casa a parlare di calcio con gli amici.

Si è buttato dentro Firenze con lo stesso entusiasmo con cui a 24 anni nel 1973 è venuto in città per la prima vacanza della vita: allora si divertì molto, ma anche adesso mi pare si stia godendo i frutti di uno sfizio che ha riportato entusiasmo e passione.

Serata speciale al Pentasport: avremo ospite in studio Rocco Commisso ed è l’ennesima dimostrazione di come sia cambiato, e meno male, il modo di comunicare della Fiorentina.

Sarà tutto molto particolare e l’ultima volta che ho avuto un presidente viola seduto accanto a me davanti ad un microfono è stato nel 1988 con Renzo Righetti, pensate un po’.

Potete mandare i vostri messaggi audio al 3475551285, a stasera

L’errore più grande sarebbe adesso crogiolarsi nella sconfitta, nella rabbia verso Massa e nel ricordo della piacevolezza del gioco viola.

Perché alla fine abbiamo perso, come da pronostico, e da domani dobbiamo essere molto determinati verso Genova.

La serata è stata da calcio vero, con una passione straordinaria, seppellita dalla mancanza di comunicazione e di empatia della vecchia dirigenza, un difetto urlato non so più nemmeno quante volte da questa pagina.

La squadra era a caricata a mille dal pubblico e sta cominciando a giocare come vuole Montella, poi diventa un problema di qualità: i tre (più Ruiz) davanti del Napoli sono straordinari, i nostri bravi.

E’ stata mandata in campo una formazione coraggiosa, i giovani sono andati bene, ma Sottil e soprattutto Castrovilli in modo particolare: nessuna incertezza emotiva e non era facile.

Firenze e il popolo viola si stanno nuovamente innamorando della Fiorentina, “una squadra che sia all’altezza della città”.

Eccolo qui il popolo viola, lo sapevo che non poteva essere svaporato l’amore per la Fiorentina, semmai era arrugginito da anni di polemiche spesso inutili a cui tutti, e mi ci metto anch’io, abbiamo colpevolmente contribuito.

Al di là dell’arrivo di Ribery, mi ha colpito la presentazione serale del campione francese, perché davvero l’idea oggi nella nuova società è che sia il tifoso al centro di tutto: un mix tra la passione italiana per il calcio e la fantasmagorica gestione americana per gli eventi di spettacolo.

Poi, certo, domani c’è il Napoli e sarà dura già pensare ad iniziare imbattuti il campionato, però a me sembra davvero di vivere in un altro mondo ed è una svolta molto intrigante.

P.S. Ho notato che la definizione “inutili” a proposito delle polemiche ha creato…polemica e allora mi spiego meglio.

Inutili sono state le polemiche tra i tifosi, la contrapposizione tra due fazioni, una specie di guerra civile viola.

Sul resto niente da dire, si critica (senza offendere) e si contesta tutti, Guetta compreso.

Spero di essere stato più chiaro

Scusate, ma ci pensate? Ribery…

No, dico: chi l’avrebbe nemmeno pensato?

Viene per guadagnare meno di quanto gli hanno offerto da altre parti, senza Coppe e con un orgoglio smisurato, e a me sembra incredibile.

Entriamo davvero in un’altra dimensione, perché i soldi veri nel calcio sono quelli degli ingaggi dei calciatori, lì non ci sono plusvalenze o ammortamenti.

Chiesa da una parte e Ribery dall’altra, come si fa a non pensare a Robben?

Guardiamo cosa succederà con l’attaccante, ma con loro due tutti hanno segnato valanghe di reti, Gomez compreso.

Quanto ai 36 anni, che sono obiettivamente tanti, mi fido di chi lo ha valutato e poi preso e comunque se ne aveva cinque di meno non lo vedevamo neanche col binocolo.

Non l’ho proprio capita la decisione di Montella di giocare senza centravanti, col falso nove, per 74 minuti, specialmente dopo il vantaggio del Monza.

Ho notato che questo aspetto è stato quasi ignorato nei commenti del dopo partita e va bene così, perché alla fine abbiamo vinto con Vlahovic e anche con Chiesa, che ha dato tutto quello che poteva dare.

Oltre al giovane bomber e ovviamente a Montiel. mi sono piaciuti tra i giovani Sottil e Ranieri, soprattutto per la personalità dimostrata, la stessa del fiorentino Venuti che non pare affatto inferiore a tanti presunti laterali di livello visti (e scartati) a Firenze negli ultimi anni.

A proposito di Federico, non ho capito perché non sia più il vice di Pezzella dopo che per buona parte dell’estate era stato ipotizzato addirittura di promuoverlo a capitano.

Non ho ascoltato lo speaker ricordare Davide Astori alla lettura delle formazioni, così come per la prima volta non è partito l’applauso al tredicesimo minuto, spero davvero di ritornare all’antico contro il Napoli.

Sembrano passati anni e invece non sono nemmeno tre mesi.

È cambiato tutto, anche se i giocatori sono più o meno gli stessi, ma è il clima ad essere diverso, direi bonificato.

Merito della contagiosa empatia di Commisso e Barone, ora andiamo alla verifica dei fatti, un po’ come esattamente sette anni fa col Novara, sempre con Montella in panchina.

E allora, come spesso mi accade, vado col pensiero a cosa facevo, come vivevo e a cosa pensavo il 18 agosto 2012.

È cambiato tutto, molte in meglio, ma è rimasta la stessa sensazione di essere molto fortunato a poter raccontare via radio la Fiorentina.

Un bel po’ di giocatori, mi pare, ma soprattutto uno: l’attaccante.

È abbastanza divertente il calcio estivo, ma non è quasi mai veritiero e a parte il fatto che Vlahovic, direi a questo punto per fortuna, non ha segnato valanghe di gol, a me pare molto pericoloso partire con lui e Simeone come riferimenti offensivi.

A dirla tutta, al momento mi sembra si stia peggio dell’ultima disgraziata stagione perché Muriel ha sempre segnato molto più di Boateng.

Ci vuole l’attaccante da 15/20 gol di media, sperando che non sbagli la stagione.

In questa ottica sono stati acquistati gli ultimi grandi bomber viola, da Toni a Gilardino.

Poi mancano difensori e centrocampisti, esterno compreso, ma quelli in ordine di importanza arrivano dopo la punta, che non può assolutamente essere sbagliata.

Li voto da quattro decenni, dopo un inizio pannelliano, convinto che sia giusto stare un po’ peggio io se sta un po’ meglio chi se la passa veramente male.

Non succederà, ma se dovesse succedere, ecco che dopo diversi voti dati tappandomi il naso stavolta avrei veramente chiuso con il PD, ex PDS, ex DS, ex PCI.

Mi hanno illuso e deluso, reso orgoglioso (vedi alla voce Berlinguer) e fatto incazzare, ma li ho sempre votati, persino con D’Alema.

Ma se stavolta fanno l’inciucio con i 5 Stelle pur di impedire il voto, dando così la ciambella di salvataggio ad un Movimento in caduta libera e per occupare poltrone e seggi, beh allora per me avrebbero chiuso.

Molto meglio votare e che alla fine l’Italia si confermi il Paese di destra che nelle sue radici in fondo è sempre stato.

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