Agosto 2020


Mi piacerebbe sapere in quanti sanno che il referendum del 20 settembre è confermativo e non abrogativo.

E cioè chi vota sì vuol dire che è contrario a questo numero di parlamentari e viceversa.

Ancora: quanti sono a conoscenza che non occorre alcun quorum, nel senso che chi, perché magari contrario, pensa di boicottare non andando al seggio?

Credo che la confusione sia tanta sotto il cielo italiano, compreso il fatto che chi diceva una cosa prima ora afferma il contrario, altri sono indecisi a tutto e in tanti non sanno proprio che pesci prendere

Ripetere in continuazione che la proprietà deve spendere, a prescindere.

Sposare l’idea che siamo “noi” a fare un piacere a chi ha comprato la Fiorentina e che il solo modo per ripagare il debito morale è spendere il più possibile.

Non considerare mai le variabili esterne tipo ricavi da marketing, bacino di utenza, scadenza di contratto dei pezzo più pregiati: hai comprato la Fiorentina? E allora spendi.

Non mettere limiti alla spesa, visto che sei ricco, anzi ricchissimo, dimostracelo.

Fare un collage delle varie dichiarazioni presidenziali, ignorando i tempi diversi in cui sono avvenute e soprattutto dimenticando altre parole che potrebbero indurre alla prudenza.

Tu hai promesso, non importa quando e come n quali circostanze e adesso spendi.

Se non lo fai, ci hai tradito

Ok, sarà un mercato lungo, ma lungo quanto?

Perché tutto negli ultimi quattro anni è stato abbastanza lungo: l’autofinanzimento, l’assenza dall’Europa, la Mercafir, i problemi di Bagno a Ripoli, la mancanza di un attaccante decente da Kalinic ad oggi, escluso qualche sprazzo del primo Simeone.

E Iachini che dice? E, soprattutto, che pensa?

Con questa rosa non siamo competitivi, ci manca la punta importante e un vero regista, se vogliamo sperare di giocarci l’Europa.

Sinceramente, accorcerei i tempi di attesa.

Premesso che non sono mai stato un frequentatore di eventi (quasi sempre cerco una via di fuga quando mi invitano) e anche da ragazzo non ho organizzato niente e neanche ho frequentato discoteche e/o posti alla moda, una domanda me la sto facendo: cosa diavolo c’è da festeggiare in questa estate post tragedia Covid?

Perché la gente, non solo i giovani, si dà appuntamenti pericolosi e numerosi per lanciarsi in danze e altro come se vivessimo in un mondo privo di pensieri?

Sinceramente non capisco lo spirito del tempo.

Non dico che dopo la terrorizzante ipotesi della quarantena si debba vivere in una quaresima continua, ma esisterà pure una via di mezzo tra la triste seriosità di chi pensa che tutto debba andare sempre e comunque peggio e la spensierata imbecillità con cui in tanti si buttano in queste feste oceaniche senza mascherina e distanziamento sociale

Quando ad aprile pensavo all’estate me la immaginavo stravolta, quasi violentata dalla malattia.

Non che la cosa mi tornasse particolarmente, non sono mai stato un fanatico delle vacanze, figuriamoci che fino a non troppi anni fa mi dava noia la sabbia, ma ho lo stesso frequentato a lungo la Versilia per questioni affettive.

Pensavo però al mondo circostante, il mio e quello più vasto che sarebbe poi la società ed ero seriamente preoccupato, anche perché avevo ben chiaro che la quarantena avrebbe creato voragini psicologiche soprattutto in chi non aveva avuto come me la fortuna di lavoratore.

Non è accaduto niente di tutto questo e a parte le mascherine e le code per entrare in qualche negozio a Tonfano sembra un’estate normale, così come ovunque, e allora sono doppiamente preoccupato.

Perché sta andando in scena una rimozione collettiva e personale di quanto è accaduto, stiamo scivolando verso la fine dell’estate con la stessa mentalità di chi prova i brividi della roulette russa.

Può darsi che ci sia un clic, ma potrebbe anche essere che possa esplodere il colpo in canna.

Ma non dovevano essere al massimo due mandati?

Ne vedremo delle belle nel 2023…

Il passare dei giorni dalla fine del campionato, le sovrapposizioni delle proposte parlamentari sullo stadio e anche una certa giustificata stanchezza mentale per l’abbuffata di calcio strano degli ultimi 45 giorni, ci stanno facendo perdere di vista il problema fondamentale della Fiorentina prossima ventura: noi dobbiamo, e sottolineo dobbiamo, comprare un attaccante che assicuri sulla carta almeno 15 reti vere, al massimo con 2/3 rigori.

Niente scommesse sui giovani e neanche niente vecchi leoni che di reti ne hanno sempre fatte poche, alla voce classe abbiamo già Ribery, che però non segna con frequenza (se lo avesse fatto, Messi e Ronaldo avrebbero vinto meno Palloni d’oro), quindi ci vuole il bomber.

Se per acquistarlo è necessario sacrificare Chiesa a prezzi di mercato, che per me non superano i 50 milioni, che si proceda pure e comunque non è pensabile affrontare un’altra stagione con i tormenti offensivi delle ultime due.

Non ce lo possiamo permette, perché sbagliare è umano, perseverare è diabolico e continuare su questa strada è da incoscienti. 

Alcuni sono rimasti delusi dalle parole di Commisso ieri a Sky. Vedremo cosa dirà oggi nella conferenza stampa polifonica in onda dalle 16 su Radio Bruno, in attesa delle sue parola vanno fatte alcune considerazioni.

La prima è che Rocco ha comprato la Fiorentina solo per “divertirsi”, togliersi uno sfizio: non ha alcun interesse commerciale e/o politico in Italia, non deve ingraziarsi il potente di turno, non deve aprire nuove attività.

Il divertimento, come sappiamo tutti, costa, ma fino ad un certo punto e qui veniamo alla prima delle illusioni: chi pensava di aver trovato lo zio d’America, pronto a spendere vagonate di soldi per regalarci sogni tricolori o almeno di Champions, si sbaglia e non poco.

Rocco spende, ma oculatamente, come ha sempre fatto nella sua vita: non è Moratti, che ha tirato fuori un miliardo di miliardi in 25 anni solo per passione e anche perché ce li aveva da buttare via.

Se esiste un progetto su cui investire, vedi alla voci stadio e Centro Sportivo, Rocco butterà dentro decine di milioni, altrimenti lascerà perdere, preferendo il passo lento al fast, fast, fast.

E qui veniamo alla seconda illusione:  Rocco gradisce che il popolo viola lo abbia eletto a suo condottiero, gli fanno piacere gli applausi, ma sarebbe un grande errore pensare che questa dimensione “populista” lo possa condizionare nelle scelte, come è accaduto con Iachini. Decide lui, sempre e comunque, perché la Fiorentina è sua.

Essere delusi per la piega che stanno prendendo le cose vuol dire non avere consapevolezza di cosa siamo: una tifoseria importante, con un cuore grande così, e una squadra che ha quasi un secolo di gloriosa storia alle spalle, ma anche una società che nelle ultime tre stagioni si è barcamenata più o meno bene nell’autofinanziamento e che è l’espressione di una piazza “mediana” nel contesto italiano.

Commisso spenderà, investirà, ma non quello che vorrebbe il nostro animo di innamorati della maglia viola, almeno fino a quando il progetto stadio non decollerà.