Gennaio 2016


Alla fine il pareggio è meritato, ma i punti di differenza in classifica autorizzavano ad un maggiore ottimismo ed invece abbiamo giocato sullo stesso livello di una squadra che era quart’ultima in classifica.
Quello che mi preoccupa maggiormente è che abbiamo avuto una settimana per preparare questa gara mentre invece a febbraio giocheremo 7 partite in un mese.
Senza Kalinic è dura,molto dura ed era una grande occasione per Babacar che invece ha fallito la prova.
Pareggiare a Genova non è così drammatico, ma per puntare davvero in alto dovevamo giocare in un altro modo e temo che non sia possibile per via della stanchezza, più psicologica che fisica.

Oggi, 29 gennaio…
Mi son svegliato e…pensavo a te, calcisticamente parlando
Pensavo a te, nemmeno tanto oscuro oggetto del desideri: oh mio difensore tanto sperato e ancora purtroppo non arrivato.
Se è vero che esiste un giudice a Berlino (ma mi piacerebbe per tante cose che ce ne fossero anche dalle parti di Roma), sarà altrettanto certo che nel globo terracqueo vive, gioca e lotta insieme a noi qualche ragazzone attrezzato per stare in mezzo all’area viola.
Mammane, lisandri, chi volete, fate voi, ma portateci qualcuno, che tra poco si chiude.

Ci sono cose che non mi piacciono nella gestione dei Della Valle e l’ho detto a più riprese.
Capisco il non volersi mischiare troppo col carrozzone del calcio (ma nel 2005, per il bene di tutti, ebbero paura e si fecero fregare dai gatti e dalle volpi dell’epoca), ma il loro aulico distacco produce mediaticamente risultati molto inferiori all’impegno profuso e alle risorse economiche investite.
C’è un vizio di fondo, che è quello di non considerare la storia viola ante-Della Valle (vedi le foto in sede) e uno stare sulla torre d’avorio che rende molto difficile la comunicazione.
Ma oltre questo vedo poco altro da rimproverare ad una famiglia che se non ci fosse creerebbe un vuoto colmabile, temo, solo con qualche avventuriero.
Come sempre accade nella vita, si danno per scontate le cose che si hanno, e così a noi sembra normale il quarto posto, una gestione senza affanni finanziari, la certezza di continuare a fare calcio a determinati livelli.
Qualcuno però mi dovrebbe spiegare che cos’ha di così diverso Firenze da Bologna, oppure da Venezia, che per esempio potrebbe essere un’ottima attrattiva per il famoso sceicco, che tra l’altro ora se la passa meno bene per via del calo del petrolio.
Invece noi fiorentini siamo convinti di essere più degli altri: più belli, più seducenti, addirittura più simpatici per via delle nostre battute fulminanti.
E se ci dessimo una calmata?

Non era importante il come: dovevamo vincere per allontanare ombre e paure.
Sulla legittimità del successo mi pare ci sia poco da dire, abbiamo meritato concedendo pochissimo in una gara poco spettacolare, ma per giocare bene bisogna essere in due e comunque a questo punto bisogna fare più prosa che poesia.
Non siamo perfetti, anzi, però siamo tornati fare qualcosa di buono e senza i due centrocampisti centrali.
Stavolta è andata benissimo la difesa, ma uno da comprare ci vuole in tutti i modi e dovrebbe per forza arrivare, visto che comincia l’ultima settimana di gennaio
E poi…che goduria il Carpi: il dolce ce lo hanno servito loro!

Col passare degli anni e con la crescita dei figli mi sono accorto sulla mia pelle che è un vero e proprio lavoro, molto meno faticoso fisicamente di quello di mamma (e infatti secondo me le madri che lavorano a tempo pieno, quelle che stanno nove ore fuori di casa e poi mandano avanti la famiglia, sono le vere eroine del nostro tempo), ma altrettanto impegnativo su quello mentale.
Fino a non troppo tempo fa pensavo che bastasse metterci l’amore e dare materialmente tutto quello che potevi per essere a posto con la coscienza e considerarsi mediamente sufficiente.
Mi sbagliavo completamente.
Essere babbo è molto diverso e molto di più.
E’ uno stato mentale, dove non importa il quanto, ma il come: in un’epoca dove per fortuna è scomparso l’autoritarismo come forma educativa noi uomini siamo rimasti spiazzati.
Dobbiamo dialogare con i nostri figli imponendo dei no motivandoli, esercizio estremamente complicato.
Dobbiamo saper ascoltare senza giudicare, accompagnare e suggerire.
Dobbiamo dare l’esempio con la nostra vita, la nostra onestà, la nostra limpidezza morale.
E, soprattutto, dobbiamo regalare ai nostri figli la sicurezza che noi babbi ci siamo e ci saremo in ogni momento, qualsiasi avvenimento accada e di qualsiasi cosa abbiano bisogno.
Tutto questo sempre, o almeno fino a quando non si formeranno a loro volta una famiglia: facile vero?

Io spero con tutto il cuore che conserviate questo post e che poi a fine stagione mi insultiate via web.
Scusate, ma questa mossa di prendere Zarate al posto di Rossi proprio non la capisco.
Si vede che nella vita uno tra Cassano, Balotelli e qualche altro un po’ tanto sopra le righe ci doveva toccare, anche se con Mutu pensavo che avessimo già dato.
Dunque, non crediamo più in Pepito, dopo averlo atteso due anni e ci portiamo a casa uno certamente bravo, ma che mi pare come il latte, cioè a scadenza: tranquilli che nel giro di pochi mesi qualche problema rischia di crearlo sul piano caratteriale.
Ma non ci mancava ormai da cinque mesi un difensore?

Faccio molta fatica a comprendere come mai al 20 gennaio noi abbiamo gli stessi difensori di agosto, quando era per tutti che ce ne mancava almeno uno.
Arrivano esterni offensivi e centrocampisti che per carità ci serviranno pure, ma meno di chi deve prendere il posto di uno tra Tomovic e Roncaglia, o di tutti e due se si fa male o viene squalificato qualcuno.
Non è possibile quantificare se e quanto questo ritardo ci faccia perdere dei punti in classifica perché manca sempre la controprova, ma pur il calcio tutto meno che una scienza esatta, certe logiche elementari andrebbero rispettate.
E invece noi no e allora, ancora una volta, devo citare il grande Nanni Moretti: “continuiamo così, facciamoci del male”.

Previsioni purtroppo azzeccate: uno tra Tomivic e Roncaglia è già un lusso che non ci possiamo permettere se vogliamo puntare alla Champions.
Con due insieme, il gol preso è sicuro.
E se poi ci aggiungiamo un portiere ormai chiaramente (se va bene) al massimo da sei, come si fa a pensare di battere il Milan?
Questa bruttissima sconfitta ce l’hanno in conto parecchi, ma prima di tutto chi ha scelto di non presentarsi con un difensore titolare all’inizio di gennaio.
Poi si discute del resto, perché trovo normale che Kalinic abbia un calo di forma e Bernardeschi una crisi di crescita, che ci siano gli infortunati e le squalifiche.
Ora arriva il momento più duro della stagione, siamo al solito quarto posto che all’inizio della stagione sarebbe stato un mezzo miracolo per la rosa allestita e che adesso non piace più a nessuno perché a stare bene ci si abitua molto in fretta.
Vediamo chi arriva e quanto è bravo Sousa a gestire la situazione, il nostro futuro passa da qui.

NANI E BALLERINE
Dunque: finisce la partita, sono in sala stampa dopo aver preso come tutti un freddo bestiale e scrivo alla radio di chiamarmi.
Sono passati almeno venti minuti dalla fine della partita, non sto ascoltando niente e penso che Brovarone abbia concluso il suo intervento.
Non è così, non so assolutamente cosa abbia detto e comincio ad interagire con lui con grande calma, pensandola allo stesso modo in alcune cose e in un altro per alcune sue idee che non condivido.
Dialogo tranquillo.
Stamani mi raccontano che su facebook, che ho la fortuna di non frequentatore, qualche sfaccendato del nostro ambiente parla di mia censura verso Bernardo, di prevaricazione.
Segue dibattito, con interventi comici e tutti ovviamente offensivi nei miei confronti.
Peccato che si stia parlando del niente, come ha ricordato Bernardo in radio alle 13.20.
Come diceva Craxi a proposito della politica, qui siamo pieni di nani e ballerine: per le seconde ci attrezzeremo, per i primi (senza alcun riferimento offensivo, stiamo parlando di cifra professionale) siamo invece già al tutto esaurito.

Il solito gennaio pieno di mercato e dunque di parole con il calcio giocato che sembra quasi un riempitivo.
Però domani c’è il Milan, non proprio una partita qualsiasi, contro diversi ex e parecchia gente che è messa peggio di noi.
Cerchiamo (cerchino) di recuperare concentrazione, perché si giocherà in condizioni climatiche ed ambientali particolari per via del freddo e della loro determinazione a sfuggire dalla sindrome da ultima spiggia che ha contagiato Milanello.
Sono molto curioso di vedere quale formazione manderà in campo Sousa, come sistemerà il centrocampo senza Badelj e se darà più spazio, quasi certamente a partita in corso a Pepito.
Un po’ di paura, dico la verità, ce l’ho: abbiamo troppo discusso in settimana e c’è un nervosismo eccessivo, per questo oggi ascolterò con molta attenzione le parole della vigilia perché sabato scorso il tecnico aveva lanciato un segnale cercando di spostare l’attenzione su altri temi (gare ravvicinate e doping) per evitare di raccontare quanto la squadra fosse stanca e forse anche un po’ stressata.

Questa storia dell’attesa dell’acquisto comincia ad essere pesante
Stiamo per entrare nel clima pre Milan ed è la terza partita di gennaio senza nessun rinforzo, la prima è andata benissimo, le seconda malissimo, la terza chissà..
Io capisco tutte le difficoltà su Lisandro, comprendo la prudenza che impone il mercato di gennaio, ma che eravamo maledettamente corti in difesa lo sapevamo da almeno quattro mesi e una soluzione di riserva avremmo pur dovuto averla.
Quella di San Siro diventa una partita ancora più importante, abbiamo tuttora, pur senza Gonzalo, tutte le possibilità per vincerla, ma in caso contrario entreremmo in un ginepraio di nervosismo e polemiche da cui faticheremmo molto ad uscire.
Non si poteva evitare?

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