Questa va raccontata, senza vergogna.
Ho un carattere un po’ difficile, perché penso sempre al dopo, a ciò che dovrò fare, a come organizzarmi e a cosa dovrò organizzare.
Per questo mi godo poco il momento, diciamo che in questo aspetto del mio carattere, di buono c’è il fatto che è difficile che dorma sugli allori.
E così è acacduto anche mezz’ora dopo la partita di ieri, mentre giostravo impegnatissimo tra radio, televisione e giornale pensavo “sì, va bene, è acacduto, e adesso?”.
La stessa sensazione che ho provato a Bergamo nel 1996, dopo la vittoria in Coppa Italia.
Poi per fortuna deve essermi venuto in soccorso il “fanciullino” del Pascoli, che tutti noi ci portiamo dentro e che ci sforziamo, chi più e chi meno, di tenere nascosto.
Beh, sono stato folgorato da un ricordo che avevo completamente rimosso nella baraonda degli impegni di ieri: ma questa, mi sono detto, è la MIA partita, quella che sognavo di vincere da bambino, proprio per 3 a 2 e proprio all’ultimo minuto.
Escludendo il fatto che potesse segnare il gol decisivo uno dei miei idoli Brugnera o Chiatugi, ormai ultra sessantenni, mi sono dovuto “accontentare” di Osvaldo…
E allora, credo tra il divertito stupore di chi ha visto la scena, ho lasciato il collegamento a Pestuggia e Loreto e me ne sono andato in campo, visto che la postazione era per fortuna fuori dallo spogliatoio.
Quaranta secondi sull’erba, a tornare bambino, fino a quando non sono stato portato via cortesemente, ma quasi di peso da un inserviente della Juve.
Ma quei quaranta secondi, credetemi, valgono una vita calcistica.

GRAZIE A TUTTI, SONO IMBARAZZATO, ANCHE PERCHE’ SONO QUESTI I MOMENTI IN CUI CAPISCO QUANTO SIA FORTUNATO A FARE UN LAVORO COME QUESTO.
FORTUNATO ED IMPEGNATISSIMO, TANTO DA NON RIUSCIRE A RISPONDERE.
LA “PARTITA” DI IERI, CIOE’ I 4 MINUTI PIU’ INTENSI DA MOLTI ANNI AD OGGI, LI POTETE SCARICARE DA VIOLANEWS. COM (GRAZIE SAVERIO, TRA L’ALTRO PROFETICO…)