Agosto 2014


La cosa più stupida e offensiva è pensare che “Montella avesse voluto lanciare un messaggio alla società”.
Se fosse davvero così, andrebbe cacciato subito perché lui è profumatamente pagato per allenare la Fiorentina, non per lanciare messaggi.
Per quello ci sono i tifosi, che bastano e avanzano e che dopo ieri sono giustamente preoccupati.
Montella ha semplicemente sbagliato tutto o quasi, può succedere.
E se accade contro la Roma, noi non la vediamo mai, anche se poi a fine partita si straparla sulle uniche due occasioni avute.
Brillante in campo e a destra dall’inizio non l’ha capito proprio nessuno, il cambio con Ilicic più o meno idem, Vargas ancora a centrocampo è una sua fissazione, Babacar sostituito mentre viviamo il momento migliore rappresenta un controsenso.
Ovviamente avrà ragione Vincenzo su tutto, perché lui fa (benissimo) l’allenatore, mentre io cerco di cavarmela come giornalista, però qualche domanda è giusto porsela.
La più grande riguarda Pizarro e non è la prima volta che la faccio: ma dobbiamo proprio continuare in eterno a far dipendere le nostre fortune tecniche e tattiche da un atleta piuttosto usurato di 35 anni che non fa mai la preparazione, che ormai perde un paio di palloni importanti a partita e che non segna?
Forse conviene pensarci seriamente in queste ultime ore di mercato.

Tenere Cuadrado è stata veramente una grande notizia e mi piacerebbe che stavolta a fare mea culpa siano i pessimisti e chi aveva sbagliato sul prezzo di vendita “sotto il quale non si poteva scendere”.
Un regalo per Firenze dei Della Valle e non capisco chi non lo capisce, perché nel calcio i soldi non li butta via nessuno e la Fiorentina avrebbe comunque fatto una bella plusvalenza anche a venderlo a 35 milioni, ne avrebbe cioè presi 13 in più rispetto a quanto era stato pagato.
A 35 forse si vendeva, a 40 no, e per questo, con coerenza rara nel mondo del calcio, Cuadrado è rimasto.
Il colombiano non vale tutti quei soldi, lo certifica il mercato.
Io lo avevo sospettato, ma in estate è andata in scena una sorta di isteria collettiva che portava a quotazioni stellari: 45, 50, 60 milioni di euro.
Chi come me diceva e scriveva che a 40 si doveva e poteva vendere è stato attaccato e invece guardate come è andata a finire, ma io sono strafelice di vederlo ancora con la maglia numero 11 della Fiorentina.

Lo immaginavo che perdevamo la gara per Antognoni team manager della Nazionale: troppo poco politico, troppo poco sponsorizzato dai nomi giusti, troppo “buono”, come sempre.
Sono rimasto semmai sorpreso dalla scelta di Lele Oriali, un altro che si muove non proprio a suo agio nei meandri del palazzo del potere.
Pensavo semmai a qualche ex juventino, di più o meno successo, forse a Maldini, da anni candidato a tutto e sempre in panchina.
Ma Giancarlo no, proprio non ci credevo, nonostante lo meritasse per gli anni passati in Federazione e perché se vai in giro nel mondo con Antognoni e Mario Gomez riconoscono prima lui del bomber tedesco.
Comprensibile e condivisibile dunque il suo sfogo, ma con due passaggi un po’ critici.
Il primo è quando ricorda di essere stato campione del mondo nel calcio: non lo doveva fare, perché uno come lui, col suo passato, non ha bisogno di sottolinearlo.
Il secondo è su Oriali, che avrebbe dovuto chiamarlo per dirgli della nomina: con questa logica l’ex mediano viola avrebbe dovuto avvertire tutti i suoi compagni del Mundial spagnolo in teoria candidati come lui a quel posto tanto ambito.

Che assurdità questa polemica sulla Littizzetto, che ha donato “solo” cento euro nella lotta alla SLA: sono poche?
E chi lo stabilisce?
Meglio lei che ha dato o chi ha ignorato l’invito alla doccia con relativa e ben più importante donazione?
Con lo stesso metro di giudizio dovevate attaccare pure il sottoscritto, perché per fortuna potrei permettermi di più dei trenta euro del bonifico di ieri, ma chi decide il quanto?
A me pare che il mondo dei media, ed il web in particolare, sia diventato una gigantesca bolgia, in cui uno degli esercizi quotidiani più difficili sia cogliere il meglio, scansando lo sterco che viene distribuito a palate.
Sulla beneficenza bisognerebbe avere tutti una grande elasticità di pensiero, evitare facili moralismi da quattro soldi.
Ricordo ancora quando cominciò a stare male Mario Ciuffi le piccole miserie di alcuni per sottrarsi a qualsiasi forma di aiuto, la generosità nascosta (ma a distanza di venti mesi si può dire) di uomini come Pantaleo Corvino e Andrea Della Valle, ma soprattutto ricordo la partecipazione di tanta gente con piccole somme: ognuno dà quello che ritiene giusto dare e non sta a noi impartire lezioni.

Vai, tocca anche a me.
Forse, visti i guai più o meno piccoli che mi sono capitati in questo 2104, era decisamente meglio se la moda del secchio ghiacciato arrivava l’anno scorso, diciamo che sarei stato più pronto.
Mi ha nominato Francesco Selvi, giornalista di razza, “imprestato” dalle testate nazionali a Rtv38, che ha rivoltato come un calzino facendone una signora televisione, la più completa a livello toscano per l’informazione.
Tra un po’ mi preparo, con l’aiuto fondamentale di Valentina e Camilla che rovesceranno il secchio (ho pure un dito steccato per via di un’improvvida manata su un tavolo da ping pong in marmo) e riprenderanno la scena.
Vi anticipo, in esclusiva solo per voi utenti del blog, i miei nominati: Francesco Toldo, Giovanni Sardelli e Tommaso Loreto.
Avevo pensato anche a Pestuggia e Rialti, ma poi ho avuto un moto di umana solidarietà per le conseguenze che avrebbero dovuto sopportare sul piano fisico…
E domattina, come spero facciano in tanti, bonifico alla Fondazione Borgonovo, di cui non è male riportare gli estremi: IBAN: IT 53 M 08329 51610 000000202000
BCC ALTA BRIANZA – FILIALE DI OGGIONO

Alla fine ho nominato Pestuggia al posto di Loreto, che aveva già dato, e ho avvertito Toldo.
Tra poco il video, se riesce l’operazione invio a violanews.com, domani bonifico di 30 euro: seguitemi!

Non sarebbe certo stato Piccini a risolvere i problemi della fascia destra viola in caso di dolorosa partenza di Cuadrado, però ci avrebbe certamente dato una bella mano con o senza il colombiano.
Fiorentino, 22 anni, una gran voglia di crescere, umile, Piccini mi pareva una bella scommessa per la stagione che sta per cominciare ufficialmente.
Invece, dopo un anno di serie A in Italia, lo mandiamo nella B spagnola, dove speriamo gli venga data la possibilità di giocare con continuità, che sarebbe poi l’unico aspetto positivo della vicenda.
Ma alla sua età o si è o almeno si dovrebbe provare ad essere e da quel poco che si era visto mi sembrava che la scommessa Piccini ci potesse stare.
No, in tutta onestà questa mossa io non l’ho proprio capita.

Voglio proprio vedere se qualche altra squadra italiana ricomprerà Balotelli tra un paio di stagioni, cioè quando a Liverpool si saranno stufati del suo atteggiamento e delle sue bravate e avranno fatto un rapido calcolo di come sono stati impiegati i 12 milioni di euro di ingaggio lordi annui, per tacere dei 20 del prezioso cartellino.
Un caso che ha dell’incredibile quello del presunto Supermario, un eccellente attaccante (e qui il mio amico Piero non sarà d’accordo, ma secondo me stava nella media alta del campionato italiano) che vede ad ogni suo incontrovertibile fallimento moltiplicare i soldi che guadagna.
Dice: merito di Raiola, e va bene, ma fino ad un certo punto.
Deve infatti esistere nel mondo del calcio una sorta di incantesimo per cui le grandi squadre vengono a turno folgorate dall’idea di “fare esplodere il formidabile talento” che vive nascosto fin troppo bene in Balotelli.
Era già successo con Cassano, tra Roma, Real, Milan, Inter e con i risultati che tutti conosciamo.
Intanto al Milan sono affranti dal dolore: Galliani piange di nascosto, Inzaghi ha le convulsioni e i tifosi sono disperati pensando di non vedere più con la maglia rossonera quel raro esempio di abnegazione che per un anno e mezzo è stato Balotelli.
Più o meno quello che successe all’Inter nel 2010…

Conte che viene a Firenze da CT per sincerarsi delle condizioni di Rossi è una notizia ch fa riflettere, al di là dei doveri istituzionali di quello che secondo me è davvero un grande allenatore.
Per questo vi chiedo di stilare una classifica di antipatia tra tutti i recenti ex tecnici azzurri, partendo proprio dal presupposto che molti li abbiamo sbertucciati dagli spalti per il loro passato bianconero: Trapattoni, Zoff, Lippi e ora Conte, tanto per non fare nomi.
Ne salvereste qualcuno o li fischiereste a prescindere?
Il dibattito è aperto.

Lo siamo tutti per Pepito, però per favore non si venga a dire che la Fiorentina ha sbagliato a prenderlo un anno e mezzo fa.
Cerchiamo di essere logici e coerenti: secondo voi, se Rossi non avesse mai avuto un infortunio grave, chi vale di più tra lui e Cuadrado?
Io dico Pepito senza esitazioni, ma il dibattito è aperto e comunque le differenze sarebbero minime.
E allora, se pensiamo che per il colombiano ci vogliano quaranta milioni (c’era chi ne sognava cinquanta, ma mi pare sia stato smentito dai fatti), come si può immaginare che prelevando Rossi dal Villareal per 15 non ci fossero dei rischi?
A chi dice che era meglio lasciarlo lì, e ce ne sono, vorrei ricordare i 16 gol in 21 gare, il godimento contro la Juve, la rete di Reggio Emilia col Sassuolo e altre perle assortite.
Cerchiamo di non essere autolesionisti: preoccupati sì, ma senza eccedere nel pessimismo, che non aiuta mai.
E aspettiamo notizie confortanti: se il 14 va in campo contro il Genoa, io sarei già molto contento.

Questa è l’Italia: per avere il nullaosta dalla Lega Calcio ed entrare negli stadi bisogna sottoporsi ad una specie di caccia al tesoro che dal 1980 ad oggi ha come premio finale l’agognato lasciapassare.
Tra i documenti da presentare c’è pure il certificato relativo alla testata giornalistica, un’attestazione che vienne prodotto dal Tribunale della città dove ha sede la radio, nel nostro caso Prato.
Nessuna traccia di autocertificazione, ovviamente, ma marche da bollo da 16 euro, sì marche, perché le Leghe ora sono due e quindi ce ne vuole uno per la A e uno per la B (Livorno).
Avevo già messo nel conto la perdita di tempo e l’impiego di qualcuno che facesse la lunga fila e trafila, ma non avevo considerato la fantastica realtà del Tribunale di Prato: per proddurre questa straordinaria documentazione (un foglio sempre uguale tutti gli anni) gli uffici sono chiusi dal 4 luglio al 6 settembre.
Fantascientifico: 65 giorni di stop e di ferie e intanto gli imbecilli che hanno bisogno di qualcosa possono tranquillamente aspettare senza fretta…

Il titolo è una provocazione perché so benissimo che i dipendenti del tribunale di Prato non hanno 65 giorni di ferie, il contenuto invece lo confermo in pieno, anzi mi sono sbagliato perché l’ufficio riapre l’8 settembre e quindi il vuoto per chi ne ha bisogno è di 67 giorni e non di 65.
Poi dite e fate quello che volete, ma io cittadino mantengo la PA con le mie tasse e pretendo che mi venga un servizio a cui ho diritto.
Oltretutto ci pago pure la marca da bollo da 16 euro e sono certo che come gli anni scorsi ci vorranno due settimane per stampare UN foglio.

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