Aprile 2016


Se Savic può andare da titolare, forse, a giocarsi la finale di Champions e noi pensiamo a Udine di confermare una straordinaria difesa che comprende Tomoic e Roncaglia, non vi pare che ci sia qualcosa che proprio non torna?
E Basanta due anni fa non era in panchina in una partituccia da nulla come la finale del Mondiale tra Argentina e Germania?
Ma no, cacciamolo ed è meglio non avere nessuno, oppure Mexes.
O al limite, ma proprio al limite, Benalouane, e che cavolo!
Vuoi mettere: uno che sta per ricevere il premio scudetto in Inghilterra…

Per fare il punto sul mio grado di cinismo penso a ciò che ancora mi colpisce della vita quotidiana raccontata sui giornali e per fortuna non siamo ancora al livello di guardia.
Stamani la locandina de La Nazione mi ha dato amaramente una sferzata di energia, una coppia fiorentina si è uccisa per i debiti.
Non mi interessano i tristi particolari della vicenda: come per le famiglie infelici, ogni storia disperata è diversa a modo suo.
Qui quello che conta è il nostro rapporto con i soldi, con il senso dell’onore, con la dignità.
Sono stato molto fortunato perché ho vissuto un’adolescenza tranquilla e con pochissime lire nel portafoglio, questa precarietà economica mi ha regalato spinte motivazionali che forse non avrei avuto se mi avessero comprato tutto.
Col lavoro le cose sono cambiate decisamente in meglio, però comprendo benissimo il senso del disonore di chi non riesce a mantenere una famiglia, qualcosa di devastante che ti mangia dentro.
Penso al dolore di tanti padri che grazie a leggi inique che li dissanguano si vergognano a far vedere il proprio monolocale ai figli sottratti per sentenza, oppure vivono senza dirlo a nessuno dai genitori anziani.
O alle madri sole e abbandonate economicamente, che si ammazzano di fatica, sorridendo sempre a chi li aspetta a casa.
Quello che non riesco a concepire è perdersi per il gioco d’azzardo, per la voglia della bella vita, per far vedere agli altri ciò che non si è.
Ma sul resto quelle “due colonne sul giornale”, come cantava il Maestro, meritano qualcosa in più dei tre minuti dedicati alla lettura.

Partita giocata come chiedevamo un po’ tutti, ma l’abbiamo persa e pure in un modo da giramento di scatole stratosferico.
Scusate, io non ce la faccio ad essere soddisfatto, a pensare a quanto siamo stati bravi fino all’ultimo minuto.
Non ce la faccio a pensare alle occasioni sprecate, magari mi inquieto per il gol annullato a Bernardeschi e mi fermo lì perché io con la Juve non voglio perdere.
Mai.
E pretendo di non vedere più scene come quella di Roncaglia che scherza amabilmente con Cuadrado prima di entrare in campo, a quattro minuti dalla fine, con lo stadio che ha la bava alla bocca per la rabbia.
Quando c’era Facundo… pensavamo di avere un difensore molto forte, da anni ci tocca Roncaglia e ci dobbiamo accontentare,

Mai vista una vigilia della “partita” così.
La Juventus sembra un dettaglio, tanto in cuor nostro siamo già sicuri di perdere, ormai è tutto un fluire di polemiche, puntualizzazioni, situazioni che sono sfuggite al controllo di chi dovrebbe controllare.
E invece no, io non ci sto a questo catastrofismo e contro la più forte squadra italiana me la voglio giocare con tutto quello che posso mettere in campo, a cominciare dall’ambiente.
Se Tendi e Sacchetti riuscirono a battere Causio e Bettega, non vedo perché non ci possano provare Borja Valero, Gonzalo e Ilicic contro quelli di adesso.
Se tra oggi e domani continuiamo con questa sinfonia, domenica sera abbiamo già perso prima di entrare in campo.
Al diavolo Sousa, Della Valle, Kalinic, Bernardeschi e chi volete voi: siamo la Fiorentina e contro la Juventus dobbiamo giocare la gara dell’anno.
E se poi ci chiamano provinciali, diciamo che è vero e ringraziamo pure perché il calcio è passione e sofferenza, non solo plusvalenze e bilanci in ordine.
Se proprio voglio divertirmi con quelle cose prendo un bilancio, me lo leggo per ore e godo più o meno come quando dovevo preparare l’esame di tedesco all’università.

La situazione paradossale è questa: stiamo pregando l’allenatore di una squadra che contro Verona, Frosinone, Sampdoria, Empoli e Udinese ha fatto tre punti a dirci di rimanere con noi.
I Della Valle saranno pure il peggio del peggio, Cognigni e Andrea di notte le studiano tutte pur di non finire in Champions, ed il loro successo è sotto gli occhi di tutti, ma a voi pare normale tecnicamente e atleticamente il girone di ritorno della Fiorentina?
Se il problema fosse solo il disastroso mercato di gennaio, perché continuare ad andare allo stadio, perché non ritirare la squadra dal campionato?
No, qui c’è da prenderne uno ad uno, a cominciare dall’allenatore, e pesarli bene, per capire chi è degno della Fiorentina e chi no.
Ci hanno illuso e li abbiamo messi sul piedistallo, è normale nel calcio, più che nella vita.
Ora che ci hanno scaraventato a terra siamo a scovare alibi ovunque, così è davvero troppo facile.
Per loro.

Chissà cosa pensano gli idioti di Londra, quelli della metropolitana, della multa comminata alla Juventus per i cori antisemiti di domenica pomeriggio.
Questi giganti del pensiero, credendo di offendere, hanno dato di ebrei ai tifosi viola: 15mila euro di sanzione e diffida per un anno, con rischio di chiusura della curva.
In effetti, a pensarci bene, qualche tifoso viola è ebreo, qualcuno anche islamico o valdese, e addirittura pare che qualche ebreo tifi per la Fiorentina, non solo in città, ma in qualche angolo del mondo.
Così come immagino che qualche juventino sia di religione ebraica: lui/lei che fa?
Si offende per essere stato etichettato/a come viola o lascia correre?
E soprattutto: in questo momento quante mamme inconsapevoli stanno partorendo l’imbecille che tra sedici o diciotto anni andrà allo stadio ad urlare queste cretinate?

Vittoria meritata, senza troppe discussioni, a tratti si è vista un’ottima Fiorentina.
All’andata il resto lo faceva Kalinic, che è pure sfortunato e che è certamente lontano dalla migliore condizione.
Ma se stanno bene Borja Valero, Vecino e Badelj, tutto cambia nella Fiorentia e il gioco fluisce con maggiore continuità.
Rimane il rammarico dei tre punti in quattro partite contro avversari assolutamente inferiori e oggi quei risultati ci impediscono di sognare inchiodandoci ad un pericolosissimo quinto posto.
Atleticamente sono sembrati in ripresa, ci aspettiamo un finale di stagione importante e soprattutto non vogliamo vedere la Juve festeggiare lo scudetto al Franchi.

Andrea Della Valle ha certamente delle responsabilità sull’andamento della squadra, nel bene e nel male.
Sono assolutamente d’accordo con quanto detto da Sconcerti ieri nel Pentasport, ormai c’è presa una fissazione: se vinciamo sono bravi Sousa e i giocatori, se perdiamo tutti addosso a Della Valle e a Cognigni, che tra l’altro non ha mai detto al Corriere Fiorentino in gennaio di non voler andare in Champions.
Andrea Della Valle deciderà a fine stagione se ha sbagliato a scegliere uomini che certamente a gennaio hanno molto sbagliato, perché la storia del difensore è assolutamente intollerabile.
E anche il mancato arrivo di un paio di centrocampisti presentabili.
Detto questo, qualcuno mi deve spiegare cosa dovrebbero fare oggi Andrea Della Valle e l’odiato Cognigni.
Andare tutti i giorni al campo a motivare la squadra?
Portarli in ritiro dopo esibizioni come quelle dell’ultimo mese, anche se queste cose le decide Sousa?
Mettersi in pantaloncini e provare a giocare in difesa, magari domenica al posto di Astori?
Ragazzi, forse è il caso che ci si dia una calmata.

Smettere di essere fissato sul passato, considerato sempre più bello del presente e del futuro e invece…
Smettere finalmente di considerare i figli come qualcosa di possessivamente tuo: sono in prestito, hanno la loro vita e prima o poi prendono il volo.
Smettere di avere paura dei cani, passare con grande piacere del tempo in santa pace in un’area a loro riservata.
Ritrovare nel lavoro l’amico di una vita e ricominciare insieme un percorso molto divertente e stimolante.
Lasciare Radio Blu.
Imparare a tenere in ordine la casa.
Tifare dichiaratamente Juventus in una partita di calcio (la finale di Coppa Italia, se arriviamo quinti).

Quattro punti in sei partite, la sensazione che in tanti abbiano staccato la spina a due mesi dalla fine del campionato, con le coppe andate da tempo.
Questa squadra corre poco e corre male e sarà pure colpa del pessimo mercato di gennaio, tesi per me destituita di ogni fondamento e che se fosse vera meriterebbe l’allontanamento di tutti, ma bisogna darci una scossa perché per ora ci salvano solo i guai degli altri, prima l’Inter, ora Milan e Sassuolo.
Da tempo ho la convinzione che sia stata fatta una preparazione ad hoc per partire sparati e adesso stiamo pagando il prezzo, tre uomini su tutti sono la fotografia di questa situazione: Kalinic, Alonso e Vecino.
E Sousa mi pare in difficoltà sotto vari punti di vista, è molto più morbido del puntuto Montella post Siviglia, ma basterebbe che dicesse chiaramente di voler restare anche nella prossima stagione e tanti problemi sarebbero risolti.
Ma se continua così, saremmo noi a chiederci se lo vogliamo tenere oppure no.
E la società sarà bene che capisca fino in fondo l’enorme errore di gennaio e soprattutto semplifichi i processi decisionali, magari riducendo il numero dei dirigenti che, caso più unico che raro nel mondo del calcio, sono più dei difensori in rosa…

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