Luglio 2009


Vogliamo dire che fino ad oggi il 2009 non è stato il suo anno?
Va bene, usiamo una forma dolce anche perché il ragazzo è davvero bravo e, mi pare, discretamente attaccato alla maglia e alla città.
Ma l’ultimo fotogramma scintillante di Kuzmanovic risale ormai all’azione sulla destra a Genova e al gol bellissimo di Montolivo, ed era la gara di addio al 2008.
Poi io non ho capito cosa gli sia successo, e anche mercoledì l’ho rivisto al solito livello.
Non che conti ora, però non è che fosse giù atleticamente come molti dei suoi compagni, il problema è cha sbagliava tanto, troppo.
Prendiamo la storia del tiro: un centrocampista centrale è destinato ad arrivare fuori area con lo spiraglio libero per calciare in porta almeno tre/quattro volta a partita.
Ebbene, è doveroso che a quei livelli la porta (almeno la porta, non dico segnare) sia centrata nell’ottanta per cento dei casi.
Invece niente, i tiri o finiscono alle stelle o distanti metri dai pali.
A questo punto scatta la campanella degli ultimi giri perché nei prossimi due mesi Kuz deve dimostrare di valere tutto quello che si sperava che valesse.
Io, nonostante tutto, ci spero ancora.

Dai che è stata troppo brutta per essere vera.
Mi ha preoccupato soprattutto la lentezza della manovra, tranne Vargas e Jovetic e un po’ Pasqual non ne ho visto uno che corresse senza palla.
Può darsi che fossero appesantiti, che la differenza climatica col Veneto si facesse sentire, ma insomma sembrava la riedizione dell’anno scorso solo che tra il Barcellona e il Paris SG ci sono almeno due categorie di differnza.
“Abbiamo dei limiti”, ha detto Prandelli a fine gara e ce ne siamo accorti.
Dichiarazione strana, dopo solo dodici giorni di preparazione, non prandelliana, ma può darsi che fosse un messaggio preciso a Corvino e i Della Valle.

Dice: ma figurati se uno come te, uno con la tua esperienza si può emozionare.
E invece no, l’emozione c’è, eccome se c’è.
Emozione e orgoglio, perché presentare la Fiorentina domani sera sarà un onore da dividere con Paolo Beldì, uno dei pochi ambasciatori viola nel mondo.
Lo hanno già fatto artisti molto più bravi di me (Carlo Conti e Piero Pelù), io ci sono già stato una volta nel 1996, quando avevamo appena vinto la Coppa Italia e l’entusiasmo era alle stelle.
Ricordo che quando annunciai Robbiati ci furono dei fischi perché Anselmo voleva andare via e la curva non lo perdonò.
Domani sera invece mi aspetto applausi per tutti, il mercato va bene (cioè occuparsi di mercato va bene, non che stia andando bene…), ma intanto puntiamo su quelli che abbiamo.

Giusto un mese fa scrissi dello sputtanamento (e mai termine mi sembra più appropriato…) del nostro Presdente del Consiglio a livello planetario per la vicenda D’Addario più altre splendide fanciulle, più o meno “arrotondatrici”, come si dice oggi.
Ora però, dopo un mese di bombardamento mediatico di buona parte della carta stampata, direi che ne abbiamo abbastanza.
Ragazzi, abbiamo capito: Silvio Berlusconi si è sollazzato per mesi, forse anni, organizzando feste e festini e mentendo poi spudoratamente sull’argomento.
Il fatto che abbia mentito è per me più grave del sollazzo (per Veronica e i figli certamente sarà il contrario), ma non si può su questa storia invocare addirittura l’intervento dell’Unione Europea.
E per cosa?
Ha l’Italia infranto qualche regolamento internazionale o è venuta meno a qualche principio di libertà?
Già, perchè, anche se Repubblica e il gruppo Espresso non lo sanno, Berlusconi sarebbe il Presidente del Consiglio italiano e a me proprio non piace questa esaltazione dei giornali stranieri che parlano male del nostro Paese.
Ogni giorno la rassegna stampa su come gli altri ci spingono verso la serie B dell’Europa.
Ci siamo indignati quando nel 1977 Der Spiegel fece una copertina sull’Italia, fotografando un piatto di spaghetti con sopra una pistola per dire che eravamo tutti mafiosi e ora dovremmo godere per lo sputtanamento del nostro Premier?
E c’è un’altra cosa che non sopporto più su Repubblica: il continuo rimando al mondo cattolico, che dovrebbe certificare con le varie interviste il proprio distacco da Berlusconi.
Ho sempre ammirato quel giornale anche per le posizioni laiche e ora me lo ritrovo con paginate di dichiarazioni del direttore di Avvenire o di qualche vescovo importante.
Ma a me interessa che Berlusconi col suo Governo ci tiri fuori da questa situazione di degrado economico e di sfiducia totale che ci accompagna da più di un anno e che ora, ve lo assicuro, sta toccando il suo punto più alto per le piccole aziende.
Lo voglio giudicare per quello, e per le riforme che riuscirà a fare, e non per le prestazioni con Patrizia o per le trenta tombe fenicie in Sardegna, di cui credo che alla stragrande maggioranza degli italiani importi meno che zero.
CHE PECCATO CHE NON SI POSSA FARE UN DISCORSO SENZA CADERE NELLE DIVISIONI RADICALI E NEI PREGIUDIZI.
IO NON HO MAI VOTATO E MAI VOTERO’ BERLUSCONI, CONSIDERO LA SUA DISCESA IN CAMPO SOPRATTUTTO UN GRAN BENE PER LA VECCHIA FININVEST, OGGI MEDIASET.
PERO’ E’ STATO ELETTO DEMOCRATICAMENTE DALLA MAGGIORANZA RELATIVA DEGLI ITALIANI E DEVO RISPETTARE QUESTO VOTO. SULLA VICENDA ESCORT HO DETTO E LO RIBADISCO CHE MI SEMBRA ASSURDA QUESTA INSISTENZA: DOPO MESI SIAMO ANCORA A PARLARNE QUANDO E’ CHIARO COME SONO ANDATE LE COSE.
HA MENTITO SPUDORATAMENTE, E NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE SUCCEDE, MA ESISTONO STRUMENTI PER AGIRE GIURIDICAMENTE?
MI PARE DI NO, SARANNO GLI ITALIANI A DARE IL PROPRIO GIUDIZIO ALLE PROSSIME VOTAZIONI, SE MAI SI RICORDERANNO DI QUELLO CHE E’ SUCCESSO.
REPUBBLICA HA FATTO IN GRAN LAVORO, MA SECONDO ME STA ANDANDO TROPPO LUNGA E NON MI PIACE QUELL’INSISTENZA SUL CERCARE DI COINVOLGERE IL MONDO CATTOLICO PERCHE’ CONDANNI IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.
SPERO DI ESSERMI SPIEGATO.

Questo è un post referenziale, lo dico subito, così chi vuol saltare salta e amici come prima.
Non è però auto-referenziale, perché parlo soprattutto della squadra di Radio Blu e solo in parte del sottoscritto.
Mai come in questa stagione ho imposto ritmi serrati alla redazione, e soprattutto ai tre che mandano avanti quotidianamente la macchina: Loreto, Russo e Sardelli.
Penso che ve ne siate accorti: collegamenti ad ogni ora dal ritiro, tutte le amichevoli trasmesse, le conferenze stampa sempre in diretta.
Succede così che si lavori di più di quanto previsto dagli accordi e che siano programmate pillole e Pentasport anche nella settimana di Ferragosto, che è poi quella che precede la prima partita del turno preliminare di Champions.
Unici giorni liberi, dal 14 al 16, ma stasera alle 20 arriva il programma della Fiorentina e scopro che proprio il 14 ci sarà alle 18 l’amichevole con il Figline.
Si può saltare?
Certo che no, ed ecco allora che Russo sarà in studio e Loreto sul campo, mentre già Sardelli aveva dimezzato le proprie ferie per essere presente il 2 a Catania e l’8 a Birmingham.
E poi ci sono quelli come Meucci che sono sempre disponibili, e ancora i tre ragazzi, Bonci, Sestini e Zoccolini, che il 31 agosto festeggeranno i tre mesi davanti alla sede.
Ora, non è che nessuno salvi vite umane o faccia qualcosa che resterà nella storia, ma lasciatemi essere soddisfatto per questa passione, elemento fondamentale nel “nostro mestiere”.
Un po’ romanticamente spero e forse un po’ mi illudo che l’esempio venga dall’alto, e cioè dagli sms che arrivano a questi ragazzi (qualcuno in verità un po’ cresciuto…) alle sei di mattina dal loro direttore, che sarebbe teoricamente in ferie.
E qui aggiungo che questo è un “mestiere” che porta fatalmente all’accoppiamento tra colleghi, perché un po’ di esperienza in fatto di convivenza ce l’ho e vi assicuro che sarebbero poche le donne (o gli uomini) disposte a tollerare che uno in ferie alle 18.30/19 se ne torni in camera perché c’è da sentire il Pentasport in streaming.
Perché la verità è che se ami quello che stai facendo non stacchi proprio mai, e allora anche in ferie almeno un paio d’ore della giornata le spendi a pensare a quello che succede e quello che succederà.
E tutto questo non certo per soldi, perché se tu impiegassi le stesse energie e lo stesso tempo in altre attività commerciali, il ritorno economico sarebbe nettamente superiore.
Se la persona che hai accanto queste cose le capisce bene, altrimenti sei una persona destinata a dividerti in due, soffrendo, fino a quando la coppia non scoppierà.
Sarà un caso se Loreto, Russo e Sardelli sono tuttora degli scapoli più o meno incalliti?

Calcisticamente Frey ha almeno l’età di Melo, ma vale il doppio in termini di punti conquistati nell’ultimo campionato.
I suoi quattro anni a Firenze valgono Toldo e Giovanni Galli, poi venduti a peso d’oro a Inter e Milan più o meno all’età attuale di Sebastien (Giovanni un anno e mezzo prima).
Per questi motivi, mi pare sinceramente un po’ bassa la clausola recissoria a 18 milioni e benedico il fatto che il Milan, che non ha un portiere, si sia infilato in una chiara fase di recessione.
Non so cosa pensino in giro per il mondo di Frey, forse lo penalizza l’assurdo ostracismo della Nazionale francese, forse la Fiorentina la vedono in pochi, fatto sta che mi pare uno dei giocatori più sottovalutati al mondo.
Come lui, qualche volta meglio di lui, in Italia ci sono solo Buffon e Julio Cesar, per il resto si brancola nel buio.
Speriamo che Frey continui ad essere innamorato di Firenze e prosegua a non considerare il denaro la stella polare della propria vita perché, ripeto, 18 milioni di euro per un portiere così, che deve ancora compiere trent’anni, sono una cifra abbordabile.

L’età regala la possibilità di comparare diverse fasi storiche vissute in prima persona.
Ebbene, la mia impressione è che qui siamo di fronte ad un inedito.
Non siamo cioè alle follie di Cecchi Gori e alla sua fase di auto (e nostra)-distruzione cominciata con la sua separazione.
Non siamo ovviamente neanche alla Fiorentina tutta cuore e niente soldi dell’epoca Ugolini-Melloni-Martellini.
Ma, soprattutto, non ci avviciniamo a quella fase dei Pontello a cui verrebbe voglia di accostare le settimane che stiamo vivendo.
Sto parlando di ciò che successe dal 1986 al 1990, dalla cessione di Galli e Massaro (e addio di Passarella) a quella dolorosissima di Baggio.
Allora si voleva rientrare, oggi si amministra, che è una cosa ben diversa.
E infatti nel luglio del 1986 si sfaldò la coppia Agroppi-Nassi che così bene aveva fatto nella precedente stagione, mentre qui si continua felicemente con Prandelli e Corvino.
Dobbiamo riporre i sogni di raggiungere le grandi, ma possiamo continuare ragionevolmente a sperare in un presente più che dignitoso.

Gli oltre 15mila abbonamenti, che potrebbero diventare 20mila prima che cominci il campionato, mi hanno confermato due quasi certezze che avevo da tempo.
La prima è che il tifoso viola è “fidelizzato” a prescindere da chi si compra o si vende, e questo è un patrimonio insetimabile che nessun dirigente e nessuna proprietà deve mai scordare.
La seconda è che il microcosmo internettiano ha una valenza davvero relativa rispetto alla massa delle persone che amano la Fiorentina.
Posso permettermi di dire una cosa del genere senza che venga tirata fuori la storia della volpe e l’uva perché dalle ultime statistiche questo blog batte come visitatori tutti i siti che parlano di Fiorentina a parte tre (e qui immagino già una bella lettera al direttore che chiede spiegazioni…).
Ebbene, a leggere i commenti lasciati qui o altrove sembrava e sembra che sulla Fiorentina si sia abbattuto di tutto, che si sia nelle condizioni pre fallimento.
Ma il fatto è che i siti (e quindi anche questo blog) sono molto autoreferenziali e rappresentano una minima parte degli umori popolari.
Tanto per essere chiari, un articolo di Giorgetti sulla Nazione, di Calamai sulla Gazzetta, di Rialti su Stadio o di Ferrara su Repubblica (e lascio perdere per eleganza Picchi o Di Caro sul mio giornale) incidono molto, ma molto di più di un mio post o di un fondo di Pestuggia o altri sui propri siti (il problema è che Saverio lo sa, altri invece no…).
Non parliamo poi delle trasmissioni radio, che tra l’altro, al contrario dei giornali, sono pure gratuite.
Basta pensare all’eco dello scontro Meucci-Calamai nel Pentasport di ieri, che non ho ascoltato e che quindi non posso giudicare se non sottolinenando che Marco ha dimenticato di premettere che le sue erano impressioni personali e non riguardavano la linea editoriale di Radio Blu.
Tornando quindi a internet e dintorni, invito tutti ad essere meno assolutisti e più sereni nelle proprie posizioni, anche perché la prima partita ufficiale seppellirà montagne di chiacchiere e congetture.

Mi risveglio dall’agognata pennichella pomeridiana e leggo due messaggi dell’ottimo Loreto: abbiamo preso Castillo, lo intervistiamo tra poco in esclusiva.
Rimango perplesso, come con Vieri, e penso ai grandi rischi che si sta prendendo Corvino.
Di Castillo ricordo come quasi tutti il gol segnato a Firenze e le due enormi occasioni fallite a Lecce.
Poi vado a leggermi il curriculum e la perplessità sale: ha 34 anni, quindi margini di miglioramento vicini allo zero, e una bassissima esperienza nel calcio che conta.
Mi sfugge come si possa passare da Crespo a Castillo, quali cioè siano gli schemi seguiti per una scelta del genere.
Comunque la si giri è un ripiego, che non è detto non possa essere una corvinata vincente, ma intanto nella preghiera del tifoso viola aggiungerei un versetto che punti a preservare per almeno dieci mesi la salute di Alberto Gilardino.

Sarei in ferie da un paio di giorni, ma non mi faccio mancare niente, compreso ascoltare in diretta la conferenza stampa di Prandelli e Corvino.
A pelle mi sono sembrati molto decisi, a parte le solite rivendicazioni sui meriti acquisiti.
Il loro decidere di rimanere, nonostante le inevitabili richieste, mi pare la migliore garanzia per il futuro.
In particolare Cesare l’ho sentito consapevole del ruolo che avrà in una stagione che si annuncia complicata.
E’ però giusto sottolineare come la stagione cominci con una rosa ancora incompleta, circostanza che era stata esclusa alla fine del campionato scorso.
Si tratta di una complicazione in più per l’allenatore, ma Corvino ha ammesso che il mercato si sta rilevando più complicato del previsto.

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