Maggio 2021


La mia migliore performance da giornalista risale all’ottobre 1992. Scrivevo su Panorama, che allora vendeva un milione di copie e non era ancora entrato nella galassia berlusconiana, ero in borsa di studio a Milano e feci un’inchiesta piuttosto dura su certe discriminazioni operate dalle banche ai danni dei non italiani.

Ebbi il richiamo nelle storie di copertina e zero riscontri tra parenti e conoscenti: nessuno mi disse niente.

In compenso qualche giorno dopo le due doppiette di Batistuta e Baiano alla Samp vennero ascoltate da centinaia di migliaia di persone. Ero, da tempo, popolare per le mie urla dei gol viola.

Non ho mai pensato di compiere una missione facendo il giornalista sportivo e capisco i puristi che definiscono questa professione come qualcosa a metà tra l’inchiesta e i reportage dalle zone più calde del mondo. Sono completamente d’accordo con loro.

Raccontare una partita e/o parlare ogni giorno di calcio, dirigendo una redazione è un lavoro come un altro e quando tutto questo finirà certamente non soffrirò di “pippobaudismo”, cioè il timore di essere dimenticato.

Mi fanno sorridere i mentecatti che (mi dicono) mi insultano sui social, magari prendendo a pretesto la mia religione di appartenenza. Questi poveracci non sanno che non solo non me ne frega niente delle loro idiozie, ma che da tempo ci rido sopra pensando alla miseria mentale in cui vivono

Non mi sento migliore di altri, semmai più fortunato perché faccio da decenni qualcosa che mi piace e sempre con il massimo rispetto verso chi mi ascolta o mi legge.

Esiste un approccio profondamente diverso tra noi italiani e Rocco Commisso nel vivere il calcio.

Provo ad entrare nella testa di un uomo che si è fatto completamente da solo, che a 12 anni non poteva permettersi neanche un piatto di spaghetti alle vongole e che ora possiede un patrimonio di svariati miliardi di dollari.

Rocco Commisso prende terribilmente sul serio qualunque cosa lo riguardi, anche indirettamente, perché questo è sempre stato il suo modo di intendere la vita.

 Lo capisco benissimo perché nel mio piccolo (oh, infinitamente più piccolo, chiariamoci bene) anch’io ho molto poco senso dell’ironia se vengo solleticato su certi argomenti tipo serietà o buonafede e quindi capisco benissimo Commisso quando si arrabbia su certe frasi. E il mio grado di permalosità, pur essendo un po’ sceso negli ultimi tempi,  rimane a livello almeno di Europa Leagues.

Mi vorrei però soffermare sull’indirettamente di cui sopra, perché in quella parola è compresa la Fiorentina e in senso lato il calcio italiano per come l’ho sempre visto e vissuto da quando ho l’età della ragione.

Il pallone è un grande gioco, in campo e anche fuori, dove la chiacchiera scritta o parlata ha fortemente aiutato l’affermazione di questo sport a livello nazionale. Ed è così ovunque: parole, parole, parole, non solo da noi e non solo a Firenze o in Italia, ma anche in Inghilterra, Spagna, Francia e perfino nell’algida Germania.

Temo che su questo argomento dovrà essere il presidente ad adeguarsi a noi e non viceversa e quindi vorrei dirgli in assoluta serenità che non c’è niente di male ad aver fatto il nome di quindici allenatori e non azzeccarne quattordici. Non deve prenderla come un affronto personale o un attacco di lesa maestà.

E così sarà anche per la campagna acquisti: verranno fatti decine e decine di nomi e quasi tutti saranno sbagliati, ma intanto la gente ne parlerà al bar o sotto l’ombrellone, poi ognuno trarrà le proprie conseguenze sulla credibilità di questo o quel giornalista.

Aspettare solo le comunicazioni ufficiali è certamente molto corretto, ma anche terribilmente noioso, mi creda presidente.

Dopo 39 anni di radiocronaca viola, dalla prossima stagione cambieremo il nostro modo di raccontare la Fiorentina.

La società viola ha deciso di non cedere i diritti radiofonici per le gare in casa, stimolandoci quindi a trovare un modo diverso per stare accanto ai tifosi durante le partite.

Rimarrà immutato il nostro impegno giornalistico, a Firenze e in trasferta.

La novità è intrigante e  ci regalerà un’estate diversa, con una preparazione  che ci troverà in gran forma con l’inizio del campionato.

E’ stato bello aver azzeccato l’arrivo di Gattuso e aver tenuto la posizione per una decina di giorni, ma sinceramente non me la sento di farne una questione personale con chi aveva detto o scritto altre cose.

Come tutti ho sparato anch’io negli anni qualche sciocchezza o fatto analisi sbagliate: succede e succederà, fa parte delle incertezze di questo mestiere. Si ammettono e si riparte.

Detto che la Fiorentina è stata perfetta e sottolineato che l’eventuale offerta di 3 milioni l’anno netti a Vlahovic con clausola a 100 milioni mi trova assolutamente d’accordo, penso che sia arrivato il momento della distensione.

Non ci sono secondo me conti da regolare o vendette da consumare, però ovviamente parlo del mondo che conosco e della redazione che dirigo.

Si può e si deve continuare ad osservare tutto con spirito critico, ma sarebbe auspicabile ci fosse un minimo di tranquillità. 

Poi mi sbaglierò, ma al momento è Gattuso il favorito sulla panchina viola.

Lo sto dicendo e scrivendo da una settimana e se avrò sbagliato, pazienza, ma le mie informazioni sono credibili.

Sarebbe la soluzione migliore per tutti, inferiore solo a quella di Sarri, su cui un giorno ci spiegheranno il perché del rifiuto di qualsiasi seria trattativa.

Una partita vergognosa, senza il minimo rispetto verso chi ama la Fiorentina.

La degna conclusione di una stagione con troppo buonismo dirigenziale e senza un minimo di autocritica da parte di chi a tutti i livelli rappresenta Firenze.

Altro che statua a Iachini, la cui media punti in questo campionato è solo leggermente superiore a quella dell’odiato Prandelli, altro che giocatori “arrabbiati per le troppe critiche dei giornalisti””: volevano la medaglia o il tappeto rosso?

Il Crotone avrebbe ampiamente meritato di vincere, ci hanno preso a pallate per due terzi della partita e nel primo tempo Terracciano è stato spettacolare: basta per definirli indecorosi? O si devono applaudire?

Se in questa stagione, e a Crotone, ci fossero stati i tifosi quanti striscioni avremmo visto e quanti cori ascoltato?

Ci sono vari modi per chiudere male un pessimo campionato: la Fiorentina ha scelto il peggiore.

No, perché poi, alla fine di una stagione del genere, uno è contento di vedere Chiesa alzare la Coppa e dopo aver segnato in grandissimo gol, per giunta decisivo,

Comunque sia, per il monte ingaggi non c’è stato nessun appesantimento con il cambio Chiesa-Callejon.

E quelli che lo consideravano scarso e sopravvalutato?

Quindi Gattuso non verrebbe a Firenze per via della sparata di Commisso contro i giornalisti venerdì scorso e per un atteggiamento troppo acceso nel dopo gara di domenica?

Non ci credo, per due motivi. Il primo è che, semmai, dal punto di vista di chi lavora in società, e a maggior ragione per l’allenatore, le parole del Presidente dovrebbero essere una garanzia di difesa dal mondo esterno.

Gattuso ha una scorza durissima, ha vissuto senza problemi nel Milan dello straripante Berlusconi e nella Nazionale delle polemiche pre Mondiali 2006 di Lippi, figuriamoci se si lascia impressionare dalle querelle tra Rocco e la stampa locale.

L’atteggiamento ostile della Fiorentina dopo la partita? Ma se è proprio quello che piace al tecnico del Napoli, cioè la voglia di non perdere mai, neanche quando la gara non conta niente a livello di classifica. Non si vorrà mica far passare il concetto che sia Biraghi il nuovo profeta viola?

Prima se la prende con Gattuso, allontanandolo da Firenze e poi esterna in modo del tutto improprio e sguaiato indirettamente su Prandelli. Se così fosse, troviamogli un posto accanto a Ferrari nelle relazioni esterne, così almeno lo togliamo dalla fascia sinistra…

Se Gattuso non verrà, i motivi saranno altri, certamente più profondi rispetto alla contingenza dell’ultima settimana. O forse, più semplicemente, ha cambiato idea.

Aspettiamo però di vedere come va a finire, perché una mia fonte mi racconta che i giochi sono ancora aperti.

A chi giova il clima piuttosto pesante che si respira intorno alla Fiorentina?

Un paio di mesi fa la società convocò i rappresentanti della stampa per un incontro informale che avrebbe dovuto avere il meritorio scopo di rasserenare gli animi e far capire il perché erano state fatte alcune mosse.

Non vado mai a questi incontri, tranne rarissime eccezioni, e quella fu una delle eccezioni: sembrava l’inizio di un nuovo modo di confrontarsi, con reciproco rispetto e con la promessa di fare un percorso unitario, sia pure chiarendo bene i ruoli. Nel senso che la Fiorentina agisce e la stampa giudica, analizza e prevede, cercando di sbagliare il meno possibile.

C’era ancora Prandelli, che si sarebbe dimesso dopo pochi giorni (quanto fango su di lui…), ma soprattutto erano già avvenuti i misfatti che tanto hanno fatto arrabbiare Commisso venerdì mattina.

Era già stata pubblicata la notizia dell’incontro in casa Sarri, di cui molto si è parlato quella mattina con dovizia di particolari che dimostravano il contrario, il secondo nome del presidente era stato usato certamente in modo maldestro, ed erano già uscite certe definizioni sugli italo-americani a metà tra il pittoresco e l’offensivo.

Quello che non riesco a capire, fatto salvo il diritto di Commisso di criticare sempre, comunque e su tutto l’operato dei media, è perché a metà marzo si cercava un minimo comune denominatore tra Fiorentina e chi parla più o meno bene ai tifosi e perché due mesi dopo i giornalisti diventano il nemico da abbattere e su cui si scatena molta rabbia dei tifosi.

Comunque sia, e rispettando la strategia comunicativa di tutti, penso che oltre che pericoloso questo clima faccia male alla Fiorentina e questo dovrebbe bastare per una tregua costruttiva.

Sulla partita di ieri, poco da dire: erano più forti e non avevamo la rabbia vista con la Lazio. A volte il calcio è perfino logico. 

Per me il giornalismo è un lavoro di responsabilità personale e dovrebbe essere non inquadrato come lavoro dipendente: dovrebbe essere pagato di più, ma senza la tutela del posto fisso a tempo indeterminato.

Chi è più bravo, guadagna di più, chi è scarso di meno o cambia mestiere, credo di essere quanto di meno corporativo ci sia nell’albo a cui sono iscritto.

Troppo facile pensare di essere indipendente ed essere protetto, ma questa è pura teoria, che però nella mia vita è stata anche la mia regola.

Io mi sento responsabile solo di quello che dico e scrivo, sono l’editore di me stesso, non devo rendere conto a nessuno e non me ne frega niente di ciò che dicono o fanno gli altri giornalisti.

Non sono il loro censore e nemmeno il loro sostenitore, semmai sono responsabile della mia redazione come è giusto che sia, ma non certo di ciò che dicono i nostri opinionisti.

Non mi ritengo affatto omertoso, come mi ha scritto qualcuno, perché ritengo di aver preso diverse posizioni isolate, vedi quella sui cori dell’Heysel che tante offese mi ha regalato.

Se Commisso avrà qualcosa di personale da dire sul mio lavoro, valuterò e risponderò.

Sbaglio e dico sciocchezze come tutti, mi sono scusato diverse volte senza problemi e lo farò in seguito se ce ne sarà bisogno.

Per tutti questi motivi mi sento seraficamente al di sopra di queste polemiche sempre più pesanti che hanno fatto partire una “Guerra Santa” in salsa viola in cui, temo, la Fiorentina perderà parecchio.

Ed è questa la cosa che più mi dispiace, per la squadra che amo da 55 anni e anche, tanto per evitare ipocrisie, per il nostro lavoro, perché se la Fiorentina va bene è molto meglio anche per noi.

Pagina successiva »