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Sei ore di diretta e oltre 450 messaggi mi hanno regalato una posizione privilegiata per “ascoltare” il sentimento comune legato al dramma che sta vivendo Joe Barone e la sua famiglia.

Non esiste ipocrisia nelle mozioni di affetto di tutto o quasi il popolo viola e di Firenze in particolare

Firenze è questa: rude, abrasiva, ma sincera, soprattutto nei momenti difficili

Non c’è l’insopportabile buonismo che avvolge tutto in circostanze come queste, ma la vera preoccupazione per le sorti di un uomo di 58 anni, con quattro figli e dopo viene la Fiorentina

Poi verrà il resto, cosa succederà in società, se e come Commisso reagirà a questa botta e tutto quello che impone l’incedere quotidiano

In tutti i sensi, per la qualificazione, che era prevista, ma non scontata, e anche per gli strascichi extra calcio, assolutamente prevedibili, anche se dispiace che la Fiesole non sia fuori da ogni contesa politica

E comunque ognuno pensa con la propria testa e quindi, così come quando si parla genericamente di “popolo viola” è sbagliato generalizzare, chi voleva contestare lo ha fatto senza andare oltre le parole e le bandiere

In campo è stata una partita fiacca, ma non spettava certo alla Fiorentina attizzare il fuoco e in mezzo a Roma e Atalanta era da immaginare che non ci fosse un gioco spumeggiante

Siamo ai quarti, con una certa fortuna nel sorteggio, in semifinale in Coppa Italia e non lontani da dall’Europa migliore in campionato, e siamo come l’anno scorso in pieno marzo ancora in pieno furore agonistico: non male

…sì, ma mettilo dentro, soprattutto se giochi in serie A

Con buona pace del maestro De Gregori, ci sono rigori e rigori: quelli sbagliati dalla Fiorentina sono costati nel 2024 quattro punti in classifica e la possibilità di giocare la finale di Supercoppa, un po’ troppo per non essere preoccupati

Poi c’è pure la mancata espulsione di Paredes, inspiegabile sotto ogni punto di vista, anche se non esiste la controprova che la Roma non avrebbe pareggiato in dieci

Una partita monumentale nel primo tempo e buono nella ripresa, meritavamo di vincere e siamo giustamente arrabbiati

Il calcio però è fatto di tiri in porta, compresi quelli dagli undici metri

Battuta che mi è rimasta in testa, regalatami da Alessandro Lucarelli nell’anno della B, quando gli elencavo i vari errori difensivi della squadra

Ecco, appunto, non siamo il Real Madrid, e neanche il Bayern o il Manchester City, siamo semplicemente la Fiorentina, una buona squadra, che se va bene tutto arriva quinta, e se le cose non funzionano non centra l’Europa

Con queste prospettive, che molti non hanno ben chiare, è abbastanza normale fluttuare tra prestazioni ottime contro la Lazio e scialbe come contro il Torino, o anche a Budapest, dove comunque si è visto un gran carattere

Poi si guardano i risultati e allora, pur non essendo il Real Madrid, si potrebbe anche evitare di giocare al tanto peggio tanto meglio, sempre che si metta la Fiorentina davanti alle varie antipatie verso Commisso, Barone, Pradè, Italiano, Biraghi e via andare

Appaiono e spariscono, lo strano caso dei soldi per il Franchi

Colpa mia, ma giuro di essermi applicato, come quando avevo l’interrogazione di tedesco il giorno dopo: non sono riuscito a capire se alla fine i 55 milioni aggiuntivi per il Franchi ci saranno oppure no

L’aggravante è che ho pure rapporti privilegiati con tutti gli attori in commedia e quindi chiedo, mi informo, ma non c’è niente da fare: non lo so

Voto 4 e rischio di essere rimandato a settembre

Nel frattempo, memore di diverse sanguinose ristrutturazioni di case, ho però ben chiaro che ci vorranno molti più soldi rispetto agli ormai famosi 55 milioni, ma intanto se ci fossero quelli si potrebbe cominciare a chiamare il muratore e l’elettricista

Torno a studiare e chissà che alla fine riesca a farmi un’idea un po’ più precisa

Ci avessero detto quattro punti tra Lazio e Torino avremmo firmato immediatamente, così invece rimane un sapore amarognolo, motivato da una prestazione piuttosto deludente sul piano del gioco

Si è rivista la vecchia Fiorentina, cioè quella di gennaio e quasi tutto febbraio, lenta e ripetitiva e comunque non si scappa: se non giocano da 7 almeno due tra Arthur, Nico e Bonaventura siamo una squadra banale e spesso noiosa

E ieri, per svariati motivi, tutti e tre hanno fatto il minimo sindacale, non andando oltre il 6

Se poi si aggiunge la giornata negativa di Belotti (sembrava Nzola, con un pizzico in più di cattiveria) e la dispersione tecnica di Beltran, che rimane un attaccante, ecco che non si trovano validi motivi per cui avremmo dovuto vincere, anche con un uomo in più per un tempo

Siamo lì, a metà del guado, ancora in corsa su tre fronti, ma senza sapere se abbiamo abbastanza fiato per arrivare vincenti, o almeno piazzati, al traguardo

Invito tutti a leggere l’intervista a Veronica Lario, ex signora Berlusconi, di Maria Latella, dopo di che uno dovrebbe fare il seguente esercizio mentale: dimenticarsi chi è la protagonista e porsi una domanda: come ha fatto questa povera donna a tirare avanti fino ad oggi e ad arrivare sempre alla fine del mese?

Un’eroina dei giorni nostri

L’ex first lady si è molto lamentata per essere stata privata di tutto, di aver molto sofferto, ma è riuscita lo stesso a trovare la forza per ripartire, nonostante l’età non più giovane, e adesso è addirittura un’imprenditrice

Bravissima

Nulla fa sapere però sulle vagonate di milioni di euro percepiti al momento del divorzio, compresi i 46 milioni che avrebbe dovuto restituire a Silvio e che invece le sono stati abbonati

Credo che ci sia un limite alla decenza e se è vero che ci sono fin troppi casi in cui gli ex mariti non fanno il proprio dovere di mantenimento dei figli, è altrettanto certo che ci sono (e lo so benissimo…) donne che considerano il divorzio un vitalizio, una specie di rendita su cui lucrare personalmente anche a discapito dei soldi versati per la prole

La signora Lario batte comunque tutti e tutte, da Hilary all’ex moglie di Palacios, che dopo quattro anni matrimonio si separa, ma non riesce, non si sa perché, a lavorare

Per questo motivo ha venduto i trofei del marito: poveretta, dovrà in qualche modo pagare i conti del pizzicagnolo sotto casa!

Al netto dei mea culpa generali per aver scosso sconsolatamente la testa al momento delle formazioni, va sottolineato un aspetto spesso sottovalutato: noi non vediamo gli allenamenti

E anche se li vedessimo, dubito che saremmo in grado di capire se un giocatore è in condizione oppure no, perché facciamo un altro mestiere

E comunque non li vediamo, e quindi non potevamo sapere come stessero Bonaventura e Arthur, due dei tre più bravi, che sembravano ben oltre la riserva e quindi non in grado di reggere novanta minuti

Italiano invece, che gli allenamenti li vede e li dirige,  ha  creduto alla riconversione dinamica della coppia e l’ha piazzata in mezzo al campo, vincendo così la partita con una prestazione collettiva magistrale

Complimenti a lui e noi tutti, o quasi, sui ceci a meditare sui nostri giudizi

Avviso ai naviganti: la stagione è ancora lunga

C’è qualcos’altro che nuoce alla Fiorentina quasi come la mancanza di un esterno degno di tale nome o di un attaccante che la butti dentro regolarmente.

Stiamo parlando del clima da resa dei conti che si respira intorno alla squadra e ancora di più alla società

C’è in giro una gran voglia di farsi giustizia da soli, che sia da parte di Commisso per le critiche ricevute, o dei giornalisti-opinionisti non abituati a questo sistema comunicativo molto “muscolare”

Si attribuiscono colpe e si emettono sentenze nel nome del popolo viola (che nessuno rappresenta veramente, perché ogni tifoso ha il sacrosanto diritto di pensarla come vuole) dimenticandosi che l’unico giudice abilitato è il campo

E siccome mancano ancora tre mesi, i più importanti, alla fine della stagione, e la Fiorentina non ha ancora compromesso niente, inviterei tutti a darsi una bella regolata

Quello che è accaduto ieri a Firenze e Pisa non è accettabile, indipendentemente dalla propria appartenenza politica, perché la destra è un’altra cosa rispetto allo squadrismo fascista.

Le vergognose immagini di ieri devono, o dovrebbero, essere il punto di non ritorno di una deriva che vede bruciare i manichini raffiguranti Giorgia Meloni e la polizia assaltare gruppi di ragazzi, certamente senza autorizzazione per la manifestazione, ma che andavano contenuti e non certo presi a manganellate

Perché tanta violenza?

E perché tanta attenzione per l’ordine pubblico non viene applicata dentro e fuori gli stadi, da sempre considerati posti dove si può dire di tutto e fare spesso cose intollerabili nel vivere civile?

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