Dicembre 2022


Impossibile pensare cosa avrebbe fatto vent’anni dopo o anche quaranta, a confronto con Maradona e Messi, gli unici che si potessero accostare a qualcosa che non si può descrivere compiutamente, specialmente dopo averlo visto giocare

Il calcio più atletico, e va bene.

Una velocità doppia, e siamo d’accordo, ma chi lo sa che non avrebbe fatto le stesse cose aumentando giri e potenza

Pelè era il calcio, l’unico paragone che mi viene in mente è quello di Federer col tennis ed era sempre sorridente, anche quando lo picchiavano

Uno dei primi dolori della vita è stato il suo colpo di testa nella finale del 1970, avevo 9 anni, ero ancora pieno di gioia per lo scudetto di un anno prima e mi sembrava “doveroso” vincere Mondiale e Rimet. Hai voglia te ad apprezzare il superbo gesto atletico del suo stacco aereo…

Mi ricordo della finta pazzesca con l’Uruguay e di quando segnò il millesimo gol con successiva invasione di campo

Tra i pochi rimpianti che ho in 62 anni ci sono tre punti fermi: aver venduto il numero 1 originale di Diabolik per arrivare ai soldi della Vespa, dopo poco quello di Alan Ford per il 125 e soprattutto aver perso chissà dove la maglia originale di Pelè, quando il Santos venne a giocare in amichevole a Firenze negli anni sessanta

Ha vissuto un’esistenza splendida e ci ha regalato tutto quello che il calcio può offrire, più di così non era possibile

Credo che sia giusto provare ad aspettare Gonzalez e anche Sottil perché sulle fasce siamo abbastanza coperti, non sarebbe male invece mettere fine all’equivoco Ranieri, che non è certamente il quarto centrale viola e non sarà certo impossibile trovarne di più affidabili

Temo invece l’immobilismo per l’attacco, perché se è vero che le amichevoli hanno sempre un valore relativo, è altrettanto certo che anche con la massima buona volontà non si è mai visto da Cabral nulla di diverso rispetto ai primi undici mesi a Firenze

Potrebbe anche succedere che pronti via il brasiliano dal Monza in poi diventi un clone di Vlahovic o di Toni, ma mi pare una scommessa molto azzardata, anche in considerazione della frequenza degli impegni previsti da gennaio a fine stagione

Che ci stiano pensando in società mi parrebbe normale, che si arrivi a qualcosa di concreto mi sembra più difficile, ma molto necessario per non avere poi rimpianti a maggio

Ho visto ieri sera il bellissimo documentario di Vetroni dedicato a Paolo Rossi e nel finale mi sono messo a piangere

E’ stato quando, come una pugnalata, un cazzotto nello stomaco, è spuntato il video in cui Pablito faceva gli auguri di compleanno a Maradona: eravamo a fine ottobre 2020 e i due trascinatori dei Mondiali 82 e 86 avevano solo pochi mesi da vivere, uno lo sapeva benissimo, purtroppo, e l’altro no, perché intontito e raggirato dalla sua vergognosa corte dei miracoli

Rossi aveva quattro anni più di me, Maradona un mese in meno, ragazzi della mia generazione, la meglio gioventù calcistica, qualcosa che quando rivedi le azioni e i loro gol ti fa restare per sempre giovane, anche se il tempo va avanti

Paolo era un’altra persona, irriconoscibile, sfregiato dalle cure che lo avevano raddoppiato e invecchiato di vent’anni e bisognava sforzarsi molto per riscoprire quel sorriso di ragazzo perbene che aveva conservato per tutta la vita, anche coi capelli bianchi, conquistando tutti

E allora ho ripensato una volta di più alla precarietà di questa esistenza , “alle coraggiose battaglie che avevo vinto o perso” (citazione di un grande pezzo di Gaber, “Il dilemma”), a tutto il tempo sprecato per cazzate e/o con persone insignificanti. Ah, potessi tornare indietro…

Amate la vita, in tutti i suoi aspetti e se potete (e se ce la fate) relativizzate le cose senza una vera importanza, perché quelle che contano sono davvero poche: buon Natale a tutti voi

Ero chiuso da un’ora in una cabina telefonica e stavo decidendo del mio futuro, sentendomi in po’ come il protagonista di Scirocco di Guccini

A distanza di trent’anni posso dire tranquillamente di aver preso la decisone sbagliata, ma dovevo scegliere: o vai di qua o vai di la’

Ad un certo punto, per argomentare le mie ragioni le dissi una frase che mi e’ poi risuonata negli anni: “hai fatto una cosa che io non avrei mai fatto, neanche se me l’avesse detto Sconcerti”.

Non i miei genitori e neanche il mio migliore amico: Sconcerti

Questo per spiegare l’ammirazione totale e profonda che avevo per lui, mio idolo giornalistico, poi compagno per decenni in radio

Un uomo sopra le righe, in tutto e per tutto, un lucido visionario, molto fiorentino, a volte pure troppo. Un fuoriclasse.

Mi manchera’, non era un amico, ma un maestro e trovarne e’ sempre piu’ difficile

Racconta lo scopritore svizzero di Cabral che il ragazzo non si sta esprimendo al meglio perché sente troppo la pressione e qui occorre andare in profondità, non solo per quello che riguarda il volonteroso ragazzo brasiliano, ma più in generale

Cos’è esattamente la pressione che si avverte nell’esercizio del proprio lavoro?

E ancora: esiste qualcosa per cui siamo disposti ad impegnarci che non comporti pressione?

Voi credete che un minuto prima di entrare davanti ad un palco davanti a 500/1000 persone io non abbia avuto strizzoni di pancia? O che non abbia pensato: ma se mi impappino, se non ricordo la scaletta, che figuraccia faccio?

E quando arrivano i dati di ascolto, o quando quotidianamente devi cercare di rendere le trasmissioni all’altezza delle aspettative di chi ci ascolta?

Pressione quotidiana, stress continuo, che fa parte di chiunque nella vita faccia qualcosa che lo sottopone al giudizio degli altri

Quindi per favore cerchiamo di limitare l’uso improprio di certe parole e non surfeggiamo su frasi che hanno poco a che vedere con la realtà, e questo vale per Cabral, il suo scopritore e tutti i presunti stressati del mondo

Amrabat fino a otto mesi fa era un esubero, qualcuno da scambiare con un altro centrocampista che sapesse verticalizzare e che dimostrasse pure più voglia di stare a Firenze

Ora, dopo quattro ottime partite ai Mondiali e un più che discreto inizio di stagione in viola, pare che gli si debba offrire Palazzo Vecchio, e magari pure un’opzione sull’eventuale rivendita degli Uffizi, per convincerlo a rimanere con noi

E’ del tutto indifferente ai più il fatto che con la Fiorentina abbia un sostanzioso contratto fino al 2024, con rinnovo automatico fino al 2025 e che sia stato pagato puntualmente tutti i mesi, anche quando stava in panchina.

No, bisogna svenarsi per prendere quello che già era nostro oppure arrendersi alla logica del più forte o del fatto “che non si deve trattenere nessuno contro la propria volontà”, e questo vale per tutti gli Amrabat passati per Firenze e per il resto del mondo calcistico negli ultimi vent’anni

Quindi, o gli si raddoppia più o meno o lo stipendio o lo si vende in Inghilterra

E poi ci si stupisce dei miliardi di debiti accumulati dal pallone per cui vengono richieste vergognose contromisure che continueranno ad arricchire calciatori e procuratori

Che sollievo leggere che la Fiorentina non c’è tra i commensali della cena targata Juve in cui sembrava ci fossero soldi per tutti

Come no? I soldi del Monopoli

Pare che la molto virtuosa Atalanta fosse interlocutrice privilegiata ditta Agnelli/Paratici/Cherubini più altri soci minori.

C’era tanta gente a tavola quella sera, compreso il presidente della Lega dell’epoca Del Pino

Pensando a Chiesa e Vlahovic (auguri ragazzi…) temevo che che ci fossimo anche noi e invece niente

E questo vale più di diverse vittorie sul campo, vale la mia personale ammirazione per la ruvida coerenza di Commisso

Amo giocare a poker, mi distende molto e purtroppo non lo faccio da anni per svariate ragioni.

Una, è che dovrei trovare qualcuno che ha la mia stessa disponibilità economica e non è facile, in alto e in basso. Questo per dire che quando mi siedo intorno al tavolo verde vorrei farlo con le stesse potenzialità degli altri e con i vecchi amici ci siamo persi di vista.

Se poi qualcuno trucca le carte, tutto crolla e il divertimento diventa incubo.

Quello che sta succedendo alla Juve, tutti lo sospettavano, ma nessuno era mai andato in fondo per opportunismo e convenienze reciproche, ma se alteri i bilanci per comprare i più bravi trucchi il gioco, esattamente come il baro che si siede allo stesso mio tavolo.

E con te non voglio più giocare.