Gennaio 2018


Ho molta comprensione per il lavoro di Corvino perchè gli è stato chiesto di ridurre del 40% il monte ingaggi, portare una plusvalenza significativa e allestire una squadra buona per traguardi europei.
Dura per tutti, soprattutto per il terzo obiettivo, che è poi l’unico che interessa veramente chi ama la Fiorentina.
Ne ho molta meno di comprensione per Pantaleo quando invece riparte con il vecchio refrain dell’ostilità ambientale.
Ci sono modi e tempi per le uscite mediatiche e Corvino spesso sbaglia gli uni e gli altri.
Dopo una sconfitta umiliante come quella contro il Verona non ha senso parlare ancora una volta dei nemici interni, i vecchi rosiconi di Diego Della Valle, oppure, per dirla in salsa pugliese, “quelli che la mattina si alzano pensando a come fare del male alla Fiorentina”.
Ci sono e ci saranno, ma non giocano e non c’entrano proprio niente col disastro delle ultime due partite.
Quando sei in queste condizioni, devi umilmente tenere la testa bassa e cercare di capire, e magari spiegare, il perché ci stiamo liquefacendo, altro che dare la caccia a chi sta dietro a un microfono o a una tastiera.
Basta poi col pensare che il tifoso viola sia condizionabile da chi parla o scrive perché è un insulto alla sua intelligenza.
Se in migliaia urlano la propria rabbia e in fondo il proprio amore per la Fiorentina, converrebbe incanalare le energie in altro modo piuttosto che combattere contro i soliti fantasmi.

Sgombriamo subito il campo dai possibili equivoci: le responsabilità di questo disastro sono a cascata, cioè partono dalla proprietà che ha scelto Corvino e Pioli fisando paletti che paiono muri insormontabili.
Poi Corvino e Pioli (si spera anche Pioli) hanno scelto questi giocatori che ieri si sono dimostrati indegni di vestire la maglia viola, doppiando secondo me l’infamia del marzo 2012, quando ne prendemmo cinque, e potevano essere di più, dalla Juve.
Detto questo, e augurandomi da innamorato della Fiorentina che la crisi sia circoscritta a queste due giornate, c’è da capire cosa diavolo sia accaduto dal successo di Cagliari e dalle due ottime partite contro Milan e Inter ad oggi.
Perché Pezzella, Veretout e Chiesa sembrano la controfigura di ciò che hanno rappresentato per almeno tre mesi?
La questione tecnica parte da loro, che sono stati il valore aggiunto e che ieri hanno preso un bel 12, ma complessivo, da dividersi cioè equamente in tre.
Gli altri sono sempre più o meno gli stessi: Astori lo abbiamo forse sopravvalutato, Benassi è come se non fosse ancora arrivato, Badelj avrebbe fatto rispolverare a Ciuffi la famosa frase dell’impiegato del Catasto, Simeone è solo generoso e Laurini e Biraghi sono appunto Laurini e Biraghi, basta vedere il costo del loro cartellino.
Niente disfattismo, ma una sana analisi della situazione.
Speriamo la facciano anche a Casette d’Ete perché qui sta andando tutto a rotoli.

Che dirà da lassù Valter Tanturli?
Scuoterà sconsolato il testone, immagino.
La storia dello striscione del Veisseux bocciato dal Gos non è triste, ma ridicola.
Dov’è finita l’ironia fiorentina e cosa c’era di offensivo nello scrivere “Allora seguitate! Quando ci liberate?”?
Odio il moralismo e mi sembra si stia andando verso una deriva pericolosa e, ripeto, ridicola.
Se davvero è stata la società ad imporlo, dovrà essere la società stessa a sbrogliare una situazione che si sta incancrenendo e in cui perdiamo tutti.
E lo striscione fatelo entrare, ve lo scrive uno che ha una certa esperienza in materia e che non si è mai sognato di chiamare la Digos per offese a mezzo lenzuolate ben più gravi.

…a vivere senza ammazzare?
Vale per gli ebrei, cattolici, misulmani, tutti.
Oggi ho scoperto che mio zio Pierluigi, ammazzato dai nazisti nel 1944 insieme al fratello Alberto, frequentava come me il Duca D’Aosta e nel 1938 fu espulso insieme a tanti altri ragazzi tra cui il babbo di Massimo e Ruben Lopes Pegna perché “di razza ebraica”.
Ho pensato alla fortuna che ho avuto a nascere qualche decennio più tardi e a tutti gli idioti che mi hanno insultato e mi insultano perché sono nato da genitori ebrei.
Non riesco neanche più ad arrabbiarmi perché a oltre 57 anni ho capito da un po’ di tempo che non vale la pena sprecare energie con chi non è munito di cervello.
Il problema di fondo è uno solo: quanto ce ne sono in Italia e nel mondo?

Non trovo un’altra parola per esprimere il sentimento che provo verso le migliaia di persone che danno un senso al nostro impegno quotidiano.
Facciamo un lavoro che ci diverte e che ci appassiona e solo per questo dovremmo ritenerci fortunati, se poi ci accompagna anche la fedeltà di chi ci ascolta perfino il sottoscritto, incontentabile sul lavoro da sempre, può dirsi soddisfatto.
Sono usciti i dati annuali degli ascolti radiofonici nel giorno medio e Radio Bruno è a quota 109.000, con un ultimo trimestre a 116.000.
Quasi volesse chiudere una storia iniziata oltre due anni e mezzo fa, mi piace ricordare che quando lasciammo Radio Blu gli ascolti dell’emittente erano a 108.000…
Radio Bruno Toscana è la prima emittente regionale, mentre per quanto riguarda le radio che quotidianamente parlano di Fiorentina c’è Lady Radio a 54.000, Radio Blu a 51.000, Radio Toscana a 50.000 e Radio Fiesole a 6.000.
Che dire?
Solo grazie, appunto.

No, voglio dire: ci promettono tutto, ma veramente tutto e nessuno ci assicura in cambio del voto a marzo la certezza del terzo scudetto?
No, così non può andare, se ne devono essere dimenticati.
Dite che è un po’ difficile per via del trascurabile fatto che il campionato alla fine lo vince una sola squadra e che quindi fuori Firenze non sarebbero molto d’accordo?
Eh, ma una soluzione si trova, basta dare sfogo alla fantasia, che in questo periodo per i nostri leader politici pare inesauribile.
Magari avere in squadra uno di loro al posto di Saponara dietro Babacar e Simeone…

Botta bruttissima, ci hanno ridimensionato in tutti i sensi.
La mano di Pioli si è vista, ma alla rovescia, per l’atteggiamento mentale dei giocatori e per la formazione sbagliata.
Era come se fossero rimasti in vacanza, si salvano solo uno spettacolare Sportello e i dignitosi Badelj e Biraghi, che almeno sa crossare bene.
Per favore non parliamo più della media gol (con rigori) di Babacar e speriamo che dall’Argentina torni pure Pezzella.
Fa male, molto male, lo confesso: era tra gli illusi per la corsa europea.

Senza Veretout e Astori, più il primo del secondo, siamo certamente più deboli e qui si dovrà vedere la mano di Pioli.
Cosa inventerà a livello di formazione, di tattica, di approccio mentale alla partita.
Non mi pare che la Sampdoria sia più forte, semmai era più organizzata all’andata, dove nel primo tempo era come se non avessimo giocato, ma sul piano individuale, e pur considerando le due assenze, io non cambierei i giocatori.
Conterà molto anche come è stata gestita la pausa invernale, quanto si è staccato con la testa, com’era giusto fare, e sul fisico, e in questo caso invece non sono ammessi eccessi.
Una partita che potrebbe fare da spartiacque e mi piace ricordare una prestazione strepitosa a Marassi poco più di due anni fa, con un primato in classifica che sembrava quasi troppo bello per essere vero.

Ogni tanto provo a sondare il terreno per capire quanto i ragazzi siano dentro l’attualità, quanto interessi ciò che viene scritto su giornali e web a proposito di politica ed economia.
Il risultato è sconfortante: mi potrei consolare pensando che l’eccezione è chi oggi si informa su quello che avviene oltre lo smartphone, ma è il famoso “mal comune mezzo gaudio” che ho sempore rifiutato.
Come spesso avviene quando qualcosa non mi torna, mi chiedo quali errori possa aver commesso, in questo caso nel cercare di spingere ad un maggior interesse chi mi sta accanto.
Più in generale mi domando come mai il comune sentire sociale e politico della nostra gioventù ormai lontana sia così diverso dal loro: in cosa abbiamo sbagliato?
Come mai non siamo riusciti a trasmettere nessuna emozione o passione verso la “polis”?
Loro non sono certo meno intelligenti di noi e neanche meno sensibili, ma ci deve essere qualcosa che si è inceppato nel meccanismo di collegamento tra generazioni.
Una possibile spiegazione potrebbe essere il nostro più che riuscito tentativo di appianare ogni loro difficoltà, di costruirgli un mondo perennemente in discesa dove, ad esempio, nella scuola il professore non giudica, ma viene processato e condannato da studente e genitori se non risponde ai canoni richiesti, ovvero se svolge con coscienza il proprio lavoro.
Senza contare nei casi più fortunati, che sono poi la maggioranza, il possedere tutto a fatica zero, perché ci sembra che non basti mai abbastanza quello che facciamo per loro, quello che doniamo.
Credo però che non basti, magari c’è anche la nostra fatica ad insistere per spiegare da dove arrivano certe conquiste sociali di cui loro oggi beneficiano: un segno di insofferenza e ci smontiamo subito, invece di continuare.
Comunque sia, una comunità fondata sull’autoreferenzialità dei like o sul quarto d’ora di celebrità sul web mi sembra uno dei più grandi rischi per il mondo che verrà.

Ormai l’ho capita perfino io che col mercato ho una familiarità pari a quella con l’inglese (chiedere a per informazioni chi ha viaggiato con me…): si prende la controparte per dfinimento, sia a comprare, che a vendere.
Tattica che fa bene al bilancio e un po’ meno alla fantasia dei tifosi che vorrebbero (giustamente) tutto e subito.
Comunque sia, mi aspetto un po’ di viavai tra partenze e arrivi, niente di trascendentale o che ci faccia cambiare il corso della stagione, semmai un “rinforzino”, per dirla alla Mascetti.
E i settori sono sempre quelli: le fasce laterali difensive e il centrocampo, mentre in attacco mi sa tanto che Babacar ce lo portiamo a dine contratto e replichiamo film già visti con Montolivo e Neto.
E’ lo svincolo, bellezza. E tu non puoi farci proprio niente.

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