Agosto 2016


A quelle cifre Alonso andava venduto, non ci sono discussioni.
E qui c’è una legge del contrappasso, perché se è vero che per anni il mercato è stato fatto grazie alle plusvalenze della gestione Corvino (Nastasic, Jovetic su tutti), è ora altrettanto certo che la gestione Pradè ha lasciato ottime eredità: Badelj, Alonso, Kalinic, per non parlare di Gonzalo e Borja Valero.
Di questo però oggi ci interessa il giusto perché siamo tutti in febbrile attesa di sapere se quella montagna di soldi abilmente “estorti” al Chelsea per Alonso saranno o meno investiti.
Tra poche ore ci toglieremo la curiosità, intanto però sono preoccupato, perché qui c’è bisogno di una scossa, tecnica e ambientale.
Spero veramente che Pantaleo abbia qualche asso nella manica e sinceramente non credo che basti l’eventuale ritorno di Jovetic, che peraltro mi pare sempre più in salita.
Qui ci sono tra le altre cose oltre ventimila abbonati a cui rendere conto, un dato secondo me stratosferico se rapportato alla tristezza generale che anche per colpa di Sousa e delle sue malinconiche conferenze stampa si respira da mesi.

VI ASPETTO STASERA DALLE 20 IN POI SU RADIO BRUNO, RISPONDO ANCHE ALLE TELEFONATE, SARA’ UNA SERATA INTENSA…

E’ andato tutto bene, a cominciare dal risultato.
Ottima organizzazione, anche se il ruolo di presentatore lo avrei affidato a Gianfranco Monti, pur essendo stato Alessandro Capasso molto professionale, ma sono dettagli.
Inevitabile e vincente la scelta di far entrare per ultimo il “capitano”, bello il messaggio di Bati, sarebbe stato ancora meglio se pure Rui e Baggio avessero avuto lo stesso pensiero, ma non è dipeso certo dalla Fiorentina.
Prima della partita ho rivisto e abbracciato Toldo e Pecci: passano gli anni, ma certi rapporti resistono, non si possono definire amici, perché quelli sono pochissimi e selezionati, ma uomini con cui stai volentieri insieme sì, e non conta il loro passato da calciatori.

La vittoria ci regala tre punti e forse la consapevolezza che in porta si può anche osare, pur sapendo di rischiare qualcosa.
Dispiace per l’infortunio di Tatarusanu, ma l’atmosfera allo stadio era quella del passaggio di consegne, poi vedremo cosa deciderà Sousa.
Kalinic è sempre disperso in attacco, Tello un frullino che funziona 10 minuti su 90, Borja ancora fuori forma, meno male che Ilicic aveva la luna giusta e comunque si è vinto, il resto in questo momento conta davvero poco.

A me pare che l’atteggiamento dopo la tragedia del 24 agosto sia giusto.
L’informazione sta dando notizie, non ci sono state punte deplorevoli, forse perché non sono ripartiti i talk-show, specie quelli del pomeriggio, e quindi ci siamo almeno risparmiati la tv del dolore.
Chi doveva fare sta facendo, il Governo ha un profilo piuttosto basso, le opposizioni hanno compreso la gravità della situazione ed il solo Alfano mi è sembrato sopra le righe, ma sono valutazioni personali.

Questa sera sarà una partita particolare, un incrocio tra l’esigenza di fare punti (e vedere finalmente giocare la squadra), arrivi e partenze di mercato (che tristezza l’addio a Rossi in quel modo), emozione per ritrovare i grandissimi del passato.
Non sarà quindi una serata qualunque, novant’anni sono un bel traguardo, anche se negli ultimi cinquanta io avevo sempre saputo come la “mia” Fiorentina fosse nata il 26 agosto del 1926 e non il 29, tanto che giusto un ventennio fa stavamo festeggiando la vittoria della Supercoppa contro il Milan proprio in coincidenza con il compleanno viola.
E vabbeh, l’importante è esserci e ancora più importante e gratificante per me è stato raccontare via radio più di un terzo di questa storia: questa sì che è stata una gran fortuna.

Hai due strade davanti: o non guardi niente in televisione, “accontentandoti” delle notizie che raccogli dal web o sui giornali, oppure ti piazzi davanti allo schermo e cominci ad entrare in una realtà che ti porta ad un fortissimo disagio interiore.
Che fare?
Viene fuori la parte migliore di te: dare il sangue, mandare soldi, perfino accogliere chi è rimasto senza un tetto sulla testa, perché senti che quelle persone sono uguali a te, sono la tua gente, e “sai” che farebbero lo stesso se il disastro fosse avvenuto da noi.
Perché siamo un popolo ingovernabile, furbetto e poco rispettoso di tante cose, ma sul sentimento non abbiamo macchie: io mi sento italiano e per fortuna lo sono.

Negli anni della mia formazione culturale, quando cercavo di capire come funzionassero le cose nel mondo, si contestava a prescindere.
C’erano per esempio gli indiani metropolitani che si autogestivano nei supermercati e nei negozi, nel senso che prendevano la merce e non la pagavano.
Ero uno di quelli che stavano quasi sempre zitti (mai esternato anche per timidezza ad un’assemblea) e leggevo molto: quando parlavo, se non ero d’accordo, cercavo di non uniformarmi mai al pensiero altrui, fosse quest’ultimo anche particolarmente veemente, volevo sempre far valere le mie motivazioni.
Insomma, nei limiti della facoltà mentali, cercavo di ragionare.
Ho la presunzione di credere che se fossi nato in casa di genitori “importanti” a cui volevo bene, ma di cui non condividevo le idee, avrei dissentito con loro come ho fatto con i miei anche in forma pubblica.
Per questo sono molto stupito, e anche un po’ preoccupato, davanti al polverone suscitato dalla presenza della figlia del ministro Padoan ad una manifestazione pugliese contro il Governo.
I figli la devono pensare sempre e comunque come i genitori?
Va bene che viviamo in un’epoca di riflusso assoluto, e per tanti versi di imbecillità totale, ma non mi risulta che si sia tornati indietro di cento anni e mi parrebbe giusto che ogni individuo fosse libero di manifestare qualsiasi idea, anche quando non coincide con quella delle persone che ama.

Tra tutti i modi possibili per perdere la Fiorentina ha scelto il peggiore
Senza un filo di grinta, quasi non avesse voglia di soffrire, come se giocasse contro una squadra qualsiasi
Solo Kalinic è un po’ Gonzalo, peraltro lontano dal suo standard, ci hanno messo quel qualcosa che tutti noi diamo per scontato contro la Juve
E salvo ovviamente Chiesa, una delle poche cose buone di Sousa, che non era affatto da sostituire
Ora vediamo se ci svegliamo, sul mercato e in campo

Ora basta con le polemiche
Io mi ricordo di tutte le partite con la Juve che ho raccontato e acuì ho partecipato e sofferto solo da tifoso
Perché le emozioni di quelle ore non si dimenticano, anche se a volte vorresti per il male che provocano certi ricordi
Sono molto, ma molto più forti, ma noi siamo la Fiorentina!
E che cazzo… (e scusate il francesismo)

Ci riprovo: riuscirà Bernardeschi a segnare otto reti ufficiali nella stagione che sta per cominciare?
Scommettete contro di me?
Nel senso che io dico (scaramanticamente) di no e se dovessi perdere pagherò una ricca merenda a tutti coloro che parteciperanno alla sfida, iscrivendosi qui o all’indirizzo pentasport@radiobruno.it
Se invece dovessi (purtroppo) vincere, chi ha scommesso dovrà fare una donazione alla Fondazione Borgonovo e a quel punto pagherà pegno anche Federico, come ha ricordato ieri sera nel Pentasport.
E ora via alle iscrizioni!

Scusate, ma a me questa storia di Jorgensen pare troppo invitante per non esercitare un po’ di sana ironia fiorentina.
Ad un certo punto dell’estate pareva che l’universo viola si dovesse fermare se non avevamo un ex a rappresentarci nei vari campi del mondo pallonaro.
Scartato dolorosamente Antognoni (già, sarebbe stato troppo semplice e a noi invece piacciono le strade tortuose) avevo sommessamente suggerito qualche nome che alla Fiorentina aveva dato tanto e magari pure ricevuto, ma che soprattutto a Firenze viveva, perché un certo lavoro si può fare solo se si conoscono profondamente gli umori della città.
E invece ecco spuntare Jorgensen, ottima persona per carità, ma che qui si è sempre comportato da professionista intelligente e nulla più.
Per lui Firenze vale Udine e questo basta per spiegare la stranezza della scelta
Vai quindi con la trattativa: vieni qui? No, sto in Danimarca.
Fai il ministro degli esteri ai sorteggi Uefa? Veramente non sarebbe la mia ambizione.
Sei orgoglioso che abbiano fatto il tuo nome? Quando si lavora bisogna essere retribuiti, si parte da questo.
A quel punto ci siamo fermati: non abbiamo l’ex a rappresentarci e non abbiamo neanche Jorgensen di cui, da più di un mese, si sono perse le tracce.
Forse però al momento ci farebbe più comodo un difensore, meglio ancora se centrale.

Confessione: mai fatte vacanze così in vita mia.
Devo dire che aiuta, solo che adesso si riparte davvero, ma nella fattispecie sono fortunato perché ho un metabolismo particolare che la mattina mi consente di non fare alcuna fatica nello svegliarmi e ripartire ad una velocità che chi mi è accanto giudica molto, ma molto sostenuta.
Per questo non sento l’uggia del ritorno a tempo più o meno pieno, ma so che per molti di voi non è così e allora, per tutti quelli che hanno già finito le ferie, come sta andando il ritorno alla quotidianità?

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