Non è un po’ tardivo il regolamento di Mihajlovic?
Non sarebbe stato meglio mettere in chiaro certe cose quattordici mesi fa, diciamo nell’agosto 2010, di ritorno dalla preparazione?
Comunque sia, meglio tardi che mai.
Io questa storia di girare per locali e far tardi la sera non l’ho mai capita, ma credo e temo che dipenda dalla mia formazione personale sull’argomento, dal mio essere un po’ all’antica.
Mi spiego: se ripenso ai miei vent’anni non ho alcun problema a capire certe vivacità ormonali dei nostri eroi, solo che al loro posto avrei evitato come la peste il farmi vedere troppo in giro.
Traduco per chi non avesse capito: avrei discretamente ricevuto in casa o mi sarei recato in incognito, magari entro le 23, a casa della fortunata per divertirmi, ma non sarei stato a girare nei locali più alla moda di Firenze, dove tutti mi vedevano.
E, soprattutto, ma questo dipende lo ripeto dai miei gusti e dal mio stile di vita, avrei lasciato perdere ogni drink alcolico, anche perché avrei considerato il mio corpo e la mia piena forma un’industria che mi dava da vivere per tutta l’esistenza.
Naturalmente non so chi va in giro e fino a che ora, non ho mai amato vedere il calcio dal buco della serratura, ma gli episodi della passata stagione con Mutu e Vargas (oltre al continuo chiacchericcio fiorentino di tassisti/gestori di locali/amici degli amici) avrebbero dovuto portare ad una maggiore severità ben prima del comunque opportuno editto di Sinisa.

E’ molto difficile essere arrabbiati con Adrian Mutu.
Si tratta infatti di un formidabile paraculo, che ti incanta quando lo vedi giocare e che non riesci a capire quando leggi delle bischerate che combina fuori dal campo.
E’ istintivamente simpatico e dotato di una cultura e intelligenza superiore alla media del mondo pallonaro.
Credo davvero che abbia rispetto per la Fiorentina, in fondo è molto meno astioso lui di Frey, che, dico la verità, fatico a capire con tutte le sue ultime esternazioni al curaro.
L’ho massacrato per settimane dopo la storia del cameriere kossovaro e quando ci siamo sentiti al telefono in diretta, nel giorno delle scuse, me lo ha fatto notare con grande cortesia: vi assicuro che nel calcio frequentato negli ultimi trent’anni ho trovato molto più arroganza e prepotenza in gente che valeva un’unghia della classe di Mutu.
Ha molto dato per tre anni e molto sbagliato negli ultimi due, ma in campo a me è sempre sembrato un giocatore che non approfittava della sua bravura, che magari si arrabbiava platealmente con i compagni, non pretendendo però che altri corressero per lui.
Insomma, lo vedrò volentieri domenica pomeriggio a Cesena, soprattutto se non avrà fatto troppo in campo…

Non sono mai stato entusuasta di Sinisa Mihajlovic e non è un mistero.
Secondo me ha fatto per ora troppo poco rispetto a quanto aveva a disposizione e lo aspetto con impazienza nelle prossime partite per capire quanto vale davvero la sua Fiorentina.
Ciò nonostante, non sono affatto prevenuto sulla persona, sentimento che invece mi pare abbia preso pericolosamente una parte del popolo viola.
Mi sbaglierò, ma è come se la sconfitta con la Lazio abbia permesso ad alcuni di tirare un sospiro di sollievo, perché magari dopo Napoli sembrava che Mihajlovic fosse diventato un “allenatore da Fiorentina”.
Non si può essere passati in pochi giorni dalla soddisfazione piena a questo clima di tensione, Cesena è importante, ma non è l’esame per dare o non dare al tecnico serbo il patentino di allenatore.
Se ne sentono e se ne leggono di tutte, tra cui l’infamia che per razzismo Sinisa non farebbe giocare i calciatori di colore, in primis Babacar.
Ma ve le ricordate le sfuriate di Prandelli su questo ragazzo che evidentemente ancora non ha capito di buttarsi via giorno dopo giorno, un allenamento svogliato dopo l’altro?
Oppure Salifou: ma lo mettereste in campo al posto di Behrami o di “ho detto no alla Roma per voi” Montolivo?
Cerchiamo di essere seri, di non farci prendere dalle uggie personali, non rinvanghiamo Vieira (buono quello, tra l’altro…) o la tigre Arkan: errori colossali del passato da calciatore di Mihajlovic che non devono però contare nella sua valutazione di guida della Fiorentina.
O se contano, si deve avere l’onestà di ammetterlo e dire che se anche vincesse lo scudetto non piacerebbe lo stesso.
A me infastidisce per esempio il suo linguaggio, il suo infilare parolacce quasi ad ogni conferenza stampa, ho ribrezzo per il famoso striscione dei laziali e per le esperessioni a volte usate da calciatore, ma non mi pare davvero che in questi mesi fiorentini Mihajlovic sia mai andato sopra le righe e credo che sia sempre stato in prima linea per ogni evento benefico.
Se c’è bisogno e lo chiami, lui c’è.
Poi esiste il tecnico, c’è la Fiorentina che gioca o non gioca bene, che fa o non fai punti, ed è solo per quello che secondo me che Sinisa Mihajlovic deve essere giudicato.

Tutto a posto, appuntamento confermato: ci vediamo alle 20.30 ai Centocanti, in via Gioberti a Firenze per stare un po’ insieme.
Ci saranno certamente Saverio Pestuggia e Pietro Vuturo, spero ce la faccia anche il Pontefice Massimo, incerto fino all’ultimo per via della moglie che non ama fare vita mondana.
Spero che sia anche l’occasione per appianare malintesi e permali nati e prosperati al di là della mia volontà.
Ho recuperato un bel po’ di t-shirt del Pentasport, spero che bastino per tutti e vi chiedo la cortesia di confermare se venite e quanti siete, giusto per organizzare un minimo, anche se la serata è, come si dice, libera.
Come direbbe Bucchioni: vi aspetto numerosi…

A me piace sempre dare un seguito alle cose che dico e che faccio e ancora adesso, nonostante le centinaia di delusioni sull’argomento, non riesco a non indignarmi/arrabbiarmi quando qualcuno viene meno alla parola data, all’impegno preso.
Abbiamo fissato di fare quella tal cosa in quel dato giorno?
Stai tranquillo che io ci sarò, puntuale, che manterrò fede a quanto promesso, anche a costo di fare sacrifici.
La premessa personale è il prologo all’idea che Cesena potrebbe essere la trasferta giusta per provare ad attuare quello che aveva detto Sandro Mencucci a Radio Blu: “stiamo cercando una strada per portare anche i non tesserati in trasferta. Non sarà facile, ci vogliono le giuste garanzie, però voglio tentare”.
Ecco, in un momento particolarmente felice della nostra tifoseria, dopo aver accantonato i personalismi di qualcuno che si sentiva più uguale degli altri, penso che si potrebbe iniziare un percorso che aiuti in tutti i sensi la Fiorentina.
Perché avere più tifosi in trasferta è uno stimolo importante, ma lo è ancora di più il dialogo tra una parte minoritaria ma fondamentale del popolo viola e la società.
E allora perché non provarci?

Io sono di una generazione che per mia fortuna non ha mai conosciuto lo schifoso e intollerabile predominio maschile.
Uno dei miei primi ricordi civici è legato alla legge sull’aborto del 1975, quindi ad una vittoria femminile, e non è mai esistito che mi sentissi superiore ad una ragazza/donna per diritto divino o perché ho più muscoli.
Anzi, semmai mi interrogavo e mi interrogo sul loro affascinante mondo, forse un po’ meno misterioso da quando vedo crescere le mie ragazze.
Il rispetto per me viene prima di qualsiasi altra cosa ed è per questo che mi chiedo cosa pensino e dicano le donne che hanno votato Berlusconi davanti alle penose esibizioni di un machismo che non credo di aver avuto neanche a quindici anni.
Ad una certa età (diciamo verso i 40?) si dovrebbero lasciare da parte la goliardia tipica e stupida da chiacchierata sotto la doccia dopo il tennis o il calcetto.
Non si sentono offese le donne di destra di fronte alle rappresentazioni di un universo femminile che è solo uno schiavismo sessuale o ad affermazioni tipo il “partito della gnocca”, che fra l’altro non strappano neanche un mezzo sorriso, se non di pietà?
Questo mi chiedo senza alcuna retorica, perché davvero mi piacerebbe sapere se le femmine di questo Paese si sentono rappresentate da uno così.

Non si sta poi così male a Firenze, come invece farebbe intendere la ritrosia del sor Montolivo a continuare a stare con noi.
In questa settimana è infatti scattata la corsa al rinnovo: dopo le manifestazioni (reciproche) di affetto con Natali, giungono a pioggia le dichiarazioni di chi ha il contratto in scadenza o dei loro procuratori.
Parlo di Pasqual e di Kroldrup, gente molto seria, con valori diversi sul mercato, ma di cui ci si può fidare.
Mi sembrano pure sufficientemente motivati, anche se per quanto riguarda Kroldrup, uno che incontri in giro per Firenze a visitare musei, io non ho ancora ben capito che cosa abbia avuto e perché in pratica non abbia mai cominciato la stagione.
In questi giorni senza impegni pressanti mi sono anche chiesto che fine abbia fatto Felipe/Del Bello, come passi le sue giornate da estromesso milionario, se non si senta, al pari del compare Marchionni, almeno un po’ in imbarazzo quando il 10 del mese vede sul proprio corrente il grasso bonifico che parte dall’ACF Fiorentina.

Ieri sera ci hanno assestato un triplo cazzotto che fa male, anche se il declassamento dell’Italia era fortemente annunciato, ma non in questi termini.
La risposta da Palazzo Chigi è stata quasi di ostentata indifferenza, mentre Tremonti, su cui avevo riposto pare inutilmente speranze per il futuro di questa maggioranza, sembrava mio figlio Cosimo quando dice qualcosa che non deve dire e trenta secondi dopo un po’ contrito afferma: ma scherzavo!
“Non siamo preoccupati e stiamo lavorando per uscire da questa situazione”, ha fatto sapere il nostro Presidente del Consiglio, dopo un’estate di smentite di crisi e almeno cinque manovre fatte, stracciate e rifatte.
Ecco, io sono angosciato proprio da questo: stanno lavorando per noi…

Calmiamoci ragazzi con le critiche al Tanque.
Non è così scarso come si vorrebbe far credere e in un impeto di ironico ottimismo si può pensare che rispetto al passato abbaimo fatto un bel passo in avanti.
Perché mica vorremmo paragonare El Tanque agli improponibili vice Gilardino che ci hanno propinato negli ultimi due anni e mezzo: Bonazzoli, l’inarrivabile Castillo, Keirrison, direi pure Babacar, soprattutto se continua a buttarsi via così.
Ci vorrebbe una scintilla, un gol a sbloccarlo di testa: l’impressione infatti è che senta addosso una pressione perfino eccessiva, perché nessuno qui gli chiede la luna e anche la storia che avrebbe già fallito altre volte in Europa regge fino ad un certo punto.
Sa come si segna, è abbastanza cattivo per non farsi impressionare dai difensori italiani e comunque è l’unica alternativa che abbiamo in attacco e a Cesena e contro il Catania deve giocare lui.

Il pareggio sarebbe stato senz’altro il risultato più giusto, ciò non toglie che alcune considerazioni siano amare.
Eravamo più stanchi della Lazio che aveva giocato giovedì sera, così come era accaduto ad Udine nella stessa situazione di vantaggio atletico.
Sbagliato, a posteriori, rinunciare a Cassani per puntare sull’orgoglio del disastroso De Silvestri.
Inconcepibile, e questo lo avevo detto e scritto più volte, rinunciare al centravanti, pensando che Jovetic possa funzionare da punta centrale.
Io, al contrario di quasi tutti, la grande prestazione di Stevan a Napoli proprio non l’avevo vista e comunque abbiamo giocato in pratica senza attaccanti puri fino a quando non è entrato El Tanque, che ancora fatica ad adattarsi.
Poi c’è il problema Vargas: è atleticamente impresentabile e qui la Fiorentina dovrebbe farsi sentire, specialmente ora che se ne riparte per il perù.
Resta una prestazione non così brutta come potrebbe far pensare la sconfitta, perché il cuore è stato messo e Cerci è davvero un valore aggiunto.
Non eravamo (ahimé) dei fenomeni dopo Napoli, non siamo da buttare adesso.

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