Un’ora insieme a Stevan Jovetic, con la stessa impressione di un paio di anni fa, quando venne a Montemurlo a ritirare un premio: è, quello che si dice, un bravo ragazzo.
Non mi sembra affatto cambiato dal successo quasi planetario conquistato negli ultimi mesi e mi pare che nel suo carattere affiori di tanto in tanto una timidezza di fondo che lascia ben sperare per il futuro.
Non gli appartine la sfrontatezza spesso ingiustificata di alcuni suoi colleghi fuori dal campo, basterà a questo proposito ricordare come si scusò dopo la partita di Coppa Italia per essersi arrabbiato troppo a causa di un gol sbagliato.
Ribadisco il concetto espresso la scorsa settimana: godiamocelo!
Infine una chicca sul tormentone orario: il Napoli aveva tentato un ultimo blitz per giocare alle 20, la Lega e Sky ci sarebbero anche state, ma la Fiorentina ha detto di no.
E ha fatto benissimo.

E’ da ieri che convivo con una sensazione fastidiosa: sono d’accordo con Bossi.
Sto parlando delle Olimpiadi di Roma e la condivisione si limita ovviamente al plauso verso il presidente Monti che ha detto di no e non certamente alla solita trita sequela di insulti rovesciata dal decotto senatur sui romani.
Niente Olimpiadi dunque ed io aggiungerei anche niente stadi nuovi, se la costruzione dei nuovi impianti dovesse fare spendere anche un solo euro alla pubblica amministrazione, sia locale che nazionale.
Possiamo tranquillamente stare senza le Olimpiadi e con gli stadi vecchi: se vogliono investire, i presidenti se li costruiscano da soli.
Non possiamo invece continuare a convivere con molte sacche di povertà che o facciamo finta di non vedere o ci provocano un urticante senso di colpa che purtroppo poche volte sfocia nella volontà di essere solidali.

Ho appena sostenuto dieci minuti serrati a Radio Marte (la Radio Blu di Napoli) in cui ho spiegato perché non ha senso per il popolo viola anticipare la partita.
Erano perlessi, ma sono andato a diritto.
Lo dico anche per quelli che mi hanno chiesto di fare qualcosa, nei miei limiti cerco di muovere le acque.
Stasera dedicheremo al Pentasport buona parte della trasmissione, raccogliendo la rabbia dei tifosi.
Non ha alcun senso anticipare la partita, anche se capisco che possa risultare imbarazzante dire di no al Napoli e alla Lega.
Ma l’imbarazzo si può superare se si pensa ai disagi dei propri tifosi, già penalizzati dall’anticipo di due giorni.
Si faccia carico la Fiorentina del problema e dica di no, il signor Mazzarri, il vero regista dell’operazione, se ne farà una ragione.

AL 90% SI GIOCA ALLE 20.45! AL MASSIMO SI ANTICIPA DI UN QUARTO D’ORA

Bisognerebbe aver passato quello che ha passato Stevan Jovetic per comprendere l’angoscia che penso accompagni la sua visita medica domani in Germania.
Una volta mi raccontò Roberto Baggio del buio di quelle giornate infinite passate a fissare il soffitto temendo di non tornare più quello di prima, che sarebbe poi stato un ragazzo di diciassette anni ancora tutto da scoprire.
Jovetic quel buio dentro e quelle giornate inutili e stressanti le conosce bene, ecco perché un semplice gonfiore al ginocchio infortunato lo fa sobbalzare, e chi ama la Fiorentina sobbalza con lui.
Magari non è niente, anzi facciamo che non sia davvero niente e che questo falso allarme ci faccia capire una volta di più quanto lui sia importante per la Fiorentina.

P.S. IO QUESTA STORIA DI GIOCARE ALLE 18.30 PER FARE UN PIACERE AL NAPOLI (CHE NEL PASSATO CI HA PRESO PURE IN GIRO CON DIVERSE BATTUTE FUORI LUOGO DEL SUO PRESIDENTE, UNO CHE HA PESANTEMENTE IRONIZZATO SUL COLORE VIOLA, TANTO PER DIRE) NON L’HO PROPRIO CAPITA.
IL DISCORSO DEL FREDDO REGGE FINO AD UN CERTO PUNTO, PERCHE’ IN QUESTI GIORNI SI RAGGELA ALLE 18.30 COME ALLE 20.45, ALLORA AL LIMITE A QUEL PUNTO ERANO MEGLIO LE 15.
GIOCARE NEL TARDO POMERIGGIO VUOL DIRE PENALIZZARE I TIFOSI, SOPRATTUTTO QUELLI CHE VENGONO DA LONTANO, E RISCHIARE DI AVERE ANCORA MENO SPETTATORI.
SE E’ UNA FACCENDA DI FAIR-PLAY, LA TROVO ESAGERATA.
SE C’E’ QUALCOSA CHE INVECE MI SFUGGE, MI PIACEREBBE ESSERE AIUTATO A CAPIRE.

Siccome non intendo assolutamente farmi mettere il bavaglio dal clima di intimidazione che pare percorrere un po’ questo blog e molto altre stanze calcistiche, vorrei fare “pacatamente e serenamente” una riflessione.
Premessa: l’operazione Amauri è ottima, anche nella tempistica per quello che riguarda la durata del rapporto, anche se lo avrei fatto venire subito.
Giusto un contratto a sei mesi, eccellente la scelta di un giocatore che ha più motivazioni di quanto avessi pensato in estate.
Ma ieri sera mi sono messo a vedere e commentare per Radio Sportiva Cagliari-Palermo, cioè due formazioni che in tutto e per tutto dovrebbero starci sotto, e speriamo vivamente che lo siano a fine campionato.
La riflessione è la seguente: contate un po’ gli attaccanti che queste due squadre di medio livello hanno in rosa e metteteli a confronto con Amauri e… basta.
Al di là dell’ottimo Pinilla, che non si capisce perché sia stato quasi regalato al Cagliari mentre noi ci saremmo dovuti svenare per averlo, è mai possibile che tutte le formazioni di serie A si siano attrezzate con almeno tre/quattro punte importanti e noi no?
E non tirate fuori la storia di Jovetic, o peggio ancora Cerci, perché loro non sono attaccanti e l’ultimo arrivo va bene per ora per la Primavera.
O siamo nettamente più furbi degli altri, o qualcosa non torna.

Piccolo consiglio non richiesto, ma sincero, a Delio Rossi: abbandoni ogni tanto l’eremo dell’Antella e conosca un po’ più la città.
Non lo dico per invidia da abitante di Grassina, ma per lui.
Non sa cosa si perde a lasciare inesplorate le strade fiorentine così brulicanti di gente che farebbe a gara non ad omaggiarlo o incensarlo (non è proprio nel nostro stile), ma a scambiare con lui battute fulminanti.
E siccome l’uomo oltre che serio mi pare molto arguto e veloce di lingua, credo che verrebbero fuori dei siparietti molto interessanti.
Magari, se conoscesse un po’ Firenze, se ne innamorerebbe, come è accaduto con Prandelli, e sicuramente un po’ di vita sociale non andrebbe certo ad incidere sul suo lavoro, che tutti noi consideriamo eccellente.
Approfitti Delio di questa strana domenica di non calcio alle porte, con Firenze non troppo funestata dal brutto tempo, per farsi una bella girata partendo da quella che io, profondo provinciale, considero il posto più bello al mondo: Piazza Signoria.
Dai Delio, esci un po’ con noi, vedrai che ti diverti.

In tutta onestà, e al netto delle valutazioni personali che tengo per me, perché oltre un certo livello non si può davvero scendere, non avevo mai sentito in oltre trent’anni un direttore sportivo di una squadra di serie A che all’improvviso tirasse fuori la storia di una proposta triennale fatta dalla società su cui lui deve meditare.
Normamente avviene il contrario: “la società comunica di avere proposto…”, oppure “la società annuncia si avere prolungato l’accordo…”, oppure “nel salutare ecc, la società ringrazia per il lavoro svolto…”.
Si vede che sono cambiati i tempi e che a Firenze l’identificazione tra direttore sportivo e società è assoluta e comunque questa è solo una questione di forma, anche se a parer mio non proprio irrilevante.
Il fatto sostanziale è che a dieci giorni dall’auto-incoronazione non c’è stata alcuna parola da parte della Fiorentina, magari anche solo per confermare e ribadire la proposta sbandierata ai quattro venti.
Che facciamo a tre mesi dalla conclusione del campionato?
Continuiamo così o cambiamo rotta?
Anche perché tutti i sondaggi imparziali (e non quindi valutazioni personali basate su non si sa quali criteri) danno l’apprezzamento dei tifosi e la voglia da parte loro di conferma al 50%, una percentuale che si presta a dire tutto e il contrario di tutto.
Personalmente a me va bene tutto e lo dico con la massima sincerità, perché per me partono tutti da zero a zero, non ho preconcetti con nessuno nell’analizzare giornalisticamente il lavoro svolto.
Solo che per il bene della Fiorentina sarebbe molto importante avere in tempi ristretti le parole risolutrici di Andrea Della Valle, che continuo a considerare la persona su cui puntare le nostre carte per un futuro importante.

Le pessime condizioni climatiche degli ultimi otto giorni, che forse diventeranno al massimo dodici, hanno portato nella mia vita un paio di conseguenze: una virata verso il basso dell’umore e la raccomandazione di Letizia di controllare sempre che ci sia l’acqua calda prima di intraprendere alle cinque del mattino il mio percorso di mantenimento per restare nella decenza fisica.
Direi che ci si può abbondantemente stare e al massimo vorrà dire che farò una doccia fredda, come ai tempi del militare.
Non mi pare insomma di avere avuto la vita sconvolta dal freddo, dalla neve e dal ghiaccio.
Poi leggo di quelli che il problema dell’acqua calda non ce l’hanno per il semplice fatto di non avere neanche l’acqua, di quelli che muoiono assiderati, di gente rovinata economicamente dagli ultimi eventi atmosferici e il finale del ragionamento è lo stesso di quando vengo a conoscenza di malattie che colpiscono gli altri (e quelle per me insopportabili sono le malattie dei bambini).
Ci renderemo mai conto davvero del culo che abbiamo a vivere la nostra vita che magari ci sembra piena di affanni e che invece è (spero per tutti voi che leggete) straordinariamente comoda se solo pensiamo a ciò che è veramente importante?

Il 20 settembre 1987 Roberto Baggio stendeva il Milan di Sacchi con uno dei gol più entusiasmanti che abbia mai commentato in diretta.
Nella settimana successiva Robertino venne dato per sicuro del settembre 1988 al Milan, all’Inter e alla Juve, dove purtroppo è davvero finito, ma solo due anni dopo.
Oggi il calcio è impazzito e così sono bastati due rigori tirati perfettamente per far partire la giostra Jovetic.
Era logico che iniziassero a farsi vedere i pretendenti, dopo un inizio di stagione così scoppiettante e con la penuria esistente nel campionato italiano.
E allora?
Cosa c’è di male a chiedere il prezzo?
Dovremmo al contrario essere orgogliosi di avere finalmente e dopo un bel po’ di tempo qualcuno che gli altri ci invidiano.
Con Cerci, per esempio, mi sembra che non succeda…
Jovetic ha da poco firmato liberamente un contratto di cinque anni e non pare assolutamente intenzionato ad andarsene, così come sembra che i Della Valle non lo vogliano vendere.
Io direi di godercelo e di stare tutti un po’ più tranquilli, evitando di prendersela con Calamai se scrive la verità (cioè gli emissari di club inglesi che vengono ad osservarlo) o con Radio Sportiva se intervista Savicevic che lo vuole lontano da Firenze.
Riusciremo mai a crescere un po’ su queste cose?

Contro l’Udinese, squadra che prometteva molto sul piano dello spettacolo, un abbonato su tre ha buttato via i soldi della tessera e non è venuto allo stadio.
Perché?
Io francamente non lo so, perché nella mia ormai lontana storia di frequentatore silenzioso della curva ferrovia dal 1972 al 1978 credo di aver saltato al massimo cinque partite e tutte per malattie (per nel maggio 1975 andai già mezzo e mezzo sotto il diluvio e mi beai del 4 a 1 alla Juve salvo poi beccarmi la broncopolmonite).
Chiaramente non c’era la televisione e può anche darsi che di partite ne avrei saltate di più, ma non ne sono poi cosi certo.
Una delle missioni di Delio Rossi, e anche della dirigenza viola, sarà quella di riportare la gente allo stadio, perché di quello abbiamo bisogno.
Magari noi giornalisti dovremmo sentenziare un po’ meno, di sicuro dal viale Fanti sarà bene che comincino un’operazione simpatia a lunghissima gittata.
Il mistero comunque per me resta, perché poco più di ottomila spettatori contro la terza in classifica non si possono vedere a Firenze.
Vorrei sapere le motivazioni di chi non è venuto, grazie.

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