In questo gioco puoi fare tutti gli arrosti che vuoi in sala stampa o via fax, ma alla fine conta solo il campo: ecco perché in settimana me ne ero uscito con quel post apparentemente senza logica sul sorpasso al Napoli di Mazzarri.
Il motivo di tanto ottimismo era l’ultima partita della Fiorentina contro il Siena, avevo visto una squadra che teneva bene le distanze, che aveva un’anima, che stava ritrovando il gusto di giocare.
Le stesse cose che ho notato questo pomeriggio nella ripresa, contro un avversario molto più forte, che però in pratica non abbiamo fatto giocare, sia pure dopo un primo tempo stentato.
Il fatto che nella ripresa si stia cominciando a scalare le marce e a salire di condizione è indicativo del lavoro di Rossi, che ha in pratica rifatto la preparazione dopo il niente di Mihajlovic.
Ci aspetta una bella settimana, speriamo che sia tranquilla perché a Parma possiamo pure decollare verso l’alto.

Ma è così difficile avere un’elasticità di pensiero?
Non ragionare cioè per stereotipi e non pensare che una cosa sia giusta o meno solo perché è stata detta da una determinata persona?
In questi ultimi giorni mi sono disintossicato dai veleni dell’ambiente viola: certe cose mi hanno fatto sorridere di commiserazione e mi sono guardato bene dal replicare, come avrete visto e sentito, per il bene della Fiorentina, che amo a livello sportivo da oltre 45 anni e senza percepire da lei alcun stipendio a sei zeri o anche a quattro.
A me poi fa impazzire la retorica del “stiamo lavorando per voi” e del “sto dando tutto quello che ho”.
E vorrei vedere che non fosse così.
Io ho sempre concepito in questo modo l’impegno quotidiano che ti fa alzare la mattina presto e correre per tante ore della giornata che potrebbero essere impiegate in modo certamente più divertente.
Invece qualcuno fa passare il tutto come una sorta di volontariato, tipo quello della Croce Rossa, e non invece una prestazione d’opera strapagata rispetto ai normali canoni lavorativi.
Ma torniamo alla mobilità di pensiero con cui ho titolato il post.
Proprio questa ricerca interiore di un po’ di pace mi induce ad invitarvi ad uscire dal blocco mentale che alcuni di voi, e non solo sul blog, sembrano avere.
Per esempio sulla versione dell’Ajax a proposito dell’affaraccio di fine mercato.
E’ mai possibile che si prenda per oro colato quello che arriva dall’Olanda solo per dire quanto siano stati stolti i dirigenti della Fiorentina?
Voglio dire: nessuno di noi sa esattamente come siano andate le cose e allora, nel dubbio, almeno stiamo per la nostra squadra, che mi pare sia la Fiorentina e non l’Ajax.
In generale cercate tutti per favore di non difendere posizioni precostituite, ricordandosi sempre che stiamo parlando solo di calcio.

Uno potrebbe discutere sull’opportunità, ma non certo sulla sostanza: dopo Morfeo, c’è mai stato negli ultimi dieci anni a Firenze un giocatore che ci abbia preso in giro più di Vargas?
Io trovo vergognoso il suo comportamento, il suo essere sovrappeso per mesi, il rimanere fuori squadra per scelta tecnica, che poi non è una scelta tecnica, perché tecnicamente non esiste paragone tra lui e Pasqual, solo che di Manuel ci fidiamo e di quell’altro proprio no.
Se va in panchina è perché a sei mesi dall’inizio della stagione, e senza avere mai avuto un infortunio, “è alla ricerca della condizione di forma”.
E’ normale tutto questo?
E come lo vorreste definire uno così, se non un lavativo, come ha fatto Sandro Mencucci a cui probabilmente sono saltati i freni inibitori?
E’ stato un grosso errore, conoscendo il giocatore come si spera e si presume accada in Fiorentina, non accontentarsi di quello che offriva il mercato e cercare di spuntare un di più che non è mai arrivato.
Chi ce lo compra oggi uno come Vargas, se non si dà una regolata e non si allena per almeno quattro mesi come un vero atleta?

Walter “non parlo mai degli arbitri” Mazzarri ha da almeno trent’anni un conflitto irrisolto con Firenze e la Fiorentina.
Sedotto e abbandonato in età giovanile, quando molto si atteggiava ad emulo di Antognoni, ha coltivato nel corso della carriera una rabbia che esplode ad ogni partita giocata dalla sua squadra contro i viola.
Come allenatore è bravissimo e lo è ancora di più quando si arrampica sugli specchi per giustificare una sconfitta o una mancata vittoria.
Poiché nella vita bisogna accontentarsi di piccole cose, a me non dispiacerebbe affatto che la Fiorentina arrivasse prima del tanto strombazzato Napoli (che peraltro mi resta pure simpatico), che la Champions l’ha raggiunta una volta sola.
Non è un traguardo impossibile, se solo riuscissimo a trovare un po’ di continuità e magari anche un po’ di serenità.

Mica male non giocare stasera, con l’Udinese che si ritrova contro un Lecce assatanato.
Speriamo che non la rimandino, io faccio il tifo perché vadano in campo.
Ottimo il rinvio soprattutto per Amauri, che difficilmente avrebbe digerito tre partite in una settimana, e anche per l’inserimento di Olivera, su cui sono pronto a ricredermi in tempi stretti e comunque, obiettivamente, non sarà certo peggio di Munari.
E poi a me pare che ogni settimana con Rossi sia una settimana guadagnata per la crescita tattica della squadra e sono curioso di vedere cosa succederà adesso con Cerci, il più allergico agli schemi che secondo me ha fatto venire l’orticaria al tecnica nel giro di un mese.

P.S. Chiedere una fidejussione ad una società come la Fiorentina, il massimo della serietà a livello mondiale con un rating da tripla A non so se sia più assurdo o più offensivo.
Posso avere qualche perplessità sul fatto che sia andata proprio così?
P.P.S Bravi a Loreto, Sardelli, Pestuggia e Bigiotti che nhanno dubitato dalle 18.30 e on hanno ceduto ai tantissimi sms che arrivavano in redazione arrabbiati perché non credevamo che fosse tutto fatto come continuavano a dire Sky, Mediaset e a ruota qualche sito.
Radio Blu era tra l’altro ancora una volta l’unica emittente ad avere un inviato a Milano e a qualcosa è servito.

La trattativa Dainelli esiste davvero, anche se al momento è difficile pensare che Dario possa tornare a Firenze.
A quanto ne so la Fiorentina sta cercando di proporre uno scambio con Felipe, che sarebbe poi come dire che due anni fa è stato commesso un grande e costosissimo errore, peraltro certificato da Prandelli che si è liberato di Dainelli senza troppi problemi (anzi) e ha fortemente voluto Felipe.
Confesso di non avere sull’argomento le idee chiarissime.
Da un lato le ragioni del cuore mi farebbero dire di sì subito, pensando anche a ciò che Dainelli è stato per lo spogliatoio viola.
Dall’altro i cavalli di ritorno non hanno mai funzionato benissimo e in quel ruolo la Fiorentina già sacrifica Camporese, mentre di Kroldrup si sono perse le tracce.
Comunque vada a finire l’avventura di Dainelli a Genova è chiusa da quando se ne è andato Malesani, con l’aggiunta di uno scontro piuttosto duro con la tifoseria, e lui certamente tornerebbe più che volentieri in quella che è sempre stata la sua squadra del cuore.

Oggi si è visto giocare bene al calcio, non proprio un fatto consueto negli ultimi anni e chi ha sfidato il freddo credo che sia andato via soddisfatto.
Stefano aveva quasi azzeccato il pronostico con il suo due a zero, il ragazzo si intende di calcio…
Detto di Amauri che mi trasmette tranquillità (incredibile: abbiamo un attaccante e lo dico anche pensando all’ultimo Gilardino) vorrei riflettere sul fuori campo, su chi è rimasto fuori dallo stadio e dalla prima fila della tribuna autorità.
Se non vogliamo fare il gioco del nemico, cioè andare male, bisogna compiere tutti un bel passo indietro, dai dirigenti all’ala dura del tifo.
Basta con le posizioni precostituite che impediscono il dialogo e fomentano le incomprensioni e i contrasti sterili.
Io ho sempre fatto così in questi 33 anni di attività per il bene della Fiorentina e mi piacerebbe essere seguito da altri.
Per me, ad esempio, Batistuta era incommentabile fuori dal campo, ma lo considero il migliore giocatore che abbia mai visto a Firenze e quando giocava l’ho esaltato com’era giusto che fosse.
Prendiamo poi il mio giudizio su Corvino: sono dell’idea che il suo ciclo sia ormai finito e che da due anni sbagli tanto, troppo (vedi soprattutto la scelta di Mihajlovic e la mancanza di attaccanti).
Tutto questo però non mi impedisce di dirgli bravo se fa delle cose giuste, tipo l’ingaggio semestrale di Amauri o mette a segno dei buoni colpi.
Quello che voglio dire è che la nostra voglia di dire “ho ragione” non dovrebbe mai travalicare l’interesse generale che è la Fiorentina.
Un po’ di permalosità in meno, un po’ di autocritica in più da parte di tutti e si potrebbe provare a ripartire.

Siamo ancora una volta nelle mani di Corvino, che ha portato a casa due attaccanti: Amauri e El Hamdaoui, come ogni logica suggeriva da almeno un mese.
Rimanendo il fatto che sono arrivati quattro partite dopo il necessario, il concetto è semplice, perfino banale: se ci ha preso, siamo a posto e facciamo un campionato dignitoso.
Se l’ha tirata di fuori, siamo messi parecchio male.
Le statistiche dicono che dal 2005 al 2009 è stato il migliore, mentre dall’estate 2009 ad oggi è da insufficienza piena.
Poi, certo, conta anche la gestione del gruppo e si spera che finalmente Rossi riannodi quel filo che si era sfilacciato con la sciagurata gestione Mihajlovic, mentre è auspicabile un miglioramento dei rapporti tra direttore sportivo e spogliatoi.
Il calcio comunque non è così complicato, per vincere bisogna metterla dentro e per metterla dentro ci vogliono gli attaccanti.
In settimana ne abbiamo presi due, cioè il minimo indispensabile, che sono un po’ la risposta a chi pensava alla Fiorentina come un fortino da saccheggiare in piena smobilitazione.
E, detto tra noi, ha fatto benissimo Corvino a fare un contratto di pochi mesi ad Amauri, non ci impegna e serve da incentivo al giocatore.

La frase mi è venuta di getto, spontanea, un po’ come quella del gol al novantesimo alla Juve che è il sogno di tutti i tifosi viola.
Eppure, anche a freddo, è la fotografia più vera di un pomeriggio speciale, indimenticabile.
Perché quando si esce da casa Borgonovo, dopo aver passato quattro ore con lui, si è molto più ricchi di quando si è entrati.
E’ stato incredibile, mi sembrava di essere da subito completamente a mio agio: battute con Stefano e Aurelio (ancora grazie!), sistemazione del computer così, facciamo le foto, sistemiamo l’altparlante in quel modo, sintonizza Radio Sportiva, cominciamo con le riprese televisive (lo speciale va in onda dopo le 20 su Rtv38), collegameni continui con Blu per l’organizzazione degli ospiti.
In pratica ero diventato con Chantal il gestore dei 16 metri quadrati dove vive Stefano, attaccato alle macchine eppure molto più vivo di tanta gente che cammina, parla, si incazza per niente, diventa meschina per interesse.
E poi i suoi occhi, gli unici arti che muove.
Sono occhi che parlano, esprimono i sentimenti che prova ancora prima che il sintetizzatore realizzi il pensiero.
Ha tutte le vostre mail e non si arrende, davvero un esempio e la retotica, credetemi, non c’entra niente.

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