Spiace tornare su certi argomenti così in controtendenza con il clima di Moena, ma per fortuna ho “ancora la forza” per incazzarmi davanti a certe notizie.
La prima è il lancio di banane verso il ministro delle Repubblica Cécille Kienge, un gesto demente che avrebbe avuto la stessa gravità anche se al suo posto ci fosse stato a parlare il poveraccio che vi vende i fazzoletti agli incroci.
E’ stato detto che gli idioti siano esponenti di Forza Nuova e io sto ancora aspettando la presa di distanza da parte della direzione di un movimento che rivendica il diritto di far parte del nostro ordinamento democratico.

Bene, l’amico Galleno mi manda ora un’agenzia in cui Forza Nuova prende le distanze dal gesto: ne prendo atto, fermo restando le mie considerazione su questo movimento che una
una volta mi chiese un confronto, io accettai e dopo non li ho più visti.
Comunque sia, ormai da qualche tempo ho smesso di chiedermi cosa ci sia nella testa di chi compie certi gesti, inutile cercare di capire gli imbecilli.
Pericoloso invece sottovalutarli, soprattutto se fanno proseliti e flirtano con i più violenti.

La seconda notizia riguarda il nostro parlamento, la gente che abbiamo mandato a rappresentarci.
Tra gli eletti, e facenti parte della maggioranza che guida questo Paese che meriterebbe certamente di più, ci sono pure quelli che ridacchiavano divertiti ascoltando le difficoltà espressive di Matteo Dell’Osso del Movimento 5 Stelle, difficoltà causate dalla sclerosi multipla che lo tormenta da oltre un decennio.
Penso che chi ironizzava sapesse la causa di quegli inciampi e anche in questo caso sto ancora aspettando di leggere di scuse fatte al deputato offeso dalle prese di giro: come facciamo a debellare il bullismo, lo stalking, il femminicidio, il razzismo, l’insopportabile legge del più forte, se questi sono gli esempi di chi decide per noi?

Ribadisco quanto detto ieri nel filo diretto del Pentasport: è inconcepibile che un giocatore firmi nel 2012 un contratto a 800.000 euro netti di ingaggio fino al 2017 e ne chieda quasi il quadruplo esattamente un anno dopo.
Perché?
Dove sta la serieà delle persone e del sistema calcio nel suo insieme?
E poco importa che il giocatore in questione si chiami Verratti e che quindi a noi faccia molto comodo che litighi con il Paris Saint Germain per una questione di quattrini, il fatto è che Verratti ed il suo procuratore hanno completamente torto.
E come loro i tanti caimani che sguazzano nel mondo del pallone, pronti a battere cassa non appena le cose si mettono bene, sfuggenti ad ogni logica di ribassamento dello stipendio davanti ad un fallimento tecnico.
Così non andiamo da nessuna parte ed il fallimento prossimo venturo è assicurato.

…o a San Frediano, fate voi.
Sto parlando di Mario Gomez, che forse mi aiuterà nel salto definitivo di Cosimo verso la passione viola, visto che rimane a vederlo in tv ogni volta che trasmettono qualcosa che lo riguarda.
Mi pare un uomo con la testa sulle spalle, che molto deve aver meditato prima di lasciare il Bayern, ma che una volta presa la decisione non si è fatto condizionare da niente e da nessuno.
E adesso, per quello che mi raccontano da Moena, pare essersi ambientato benissimo, come se fosse nato dalle nostre parti.
Sempre sorridente e disponibile, scherza con tutti, sembra si diverta molto e questo è fondamentale per chi gioca a calcio, è una professione da svolgere con molta voglia dentro.
Un altro indicatore interessante sarà vedere in quanto parlerà un po’ di italiano: Effenberg dopo due anni a Firenze era peggio di me col tedesco…
Certo, tra un mese, anzi meno, conteranno solo i gol, le volte che la metterà dentro, ma intanto godiamoci queste promesse estive che profumano di grande squadra.

Questo è l’articolo che ho scritto oggi per il Corriere Fiorentino sulla versione web, un giornale che per fortuna ha un direttore, Paolo Ermini, super tifoso…

Milan, Fiorentina
e quel gioco di colori

Primavera 2013, interno degli spogliatoi di Pescara: un giovane uomo non alto e non italiano si aggira arrabbiatissimo, maledicendo tutto e tutti. Sarebbe abbastanza esperto per il calcio, ma si muove con furore giovanile: l’uscita domenicale di David Pizarro che ha provocato diversi mal di pancia dalle parti di Milanello nasce da lì e non c’era niente di nuovo nelle sue parole. Solo che nel frattempo la Fiorentina è molto cresciuta, mentre qualcuno fatica a cavalcare l’Honda. E allora può succedere che, caso piuttosto raro nel calcio, ad un giocatore risponda un allenatore, fra l’altro miracolato da un recente mancato esonero e forse per questo particolarmente su di giri.

Ne nasce ovviamente un caso mediatico e, come sempre quando la Fiorentina alza un po’ la voce, c’è chi ricorda il fair play e la classe dei Della Valle, perché se si predicano i valori dello sport secondo qualcuno bisognerebbe stare sempre zitti. C’ è pure chi invoca aperture di inchieste federali sulle parole del novello Masaniello viola. In punizione e in silenzio dunque, ma non se vieni dalle parti dell’Ardenza, dove, se si è unti dall’olio santo di Arcore, è concesso andare avanti per sei mesi, e anche oltre, urlando a ripetizione per un gol non dato contro la Juve. Il rigore netto non fischiato per la mano di De Rossi, le tre mancate espulsioni consecutive per seconda ammonizione contro Inter, Chievo e Bologna (record mondiale della categoria), il vaffa di Aquilani a Catania che vale il doppio dei vari strattonamenti rossoneri senza cartellini, i gol non validi dell’Udinese, quelli no, non contano niente. Oppure sì, dipende solo dalla maglia che indossi. È un gioco cromatico: con alcuni colori puoi parlare, con altri é meglio se stai zitto, speriamo che lo abbiano spiegato bene ad Ambrosini.

Vai, che siamo già in clima campionato, un mese prima che tutto cominci.
La risposta stizzita di Allegri a Pizarro ci fa capire in quale considerazione sia tenuta la Fiorentina: molto alta.
Pizarro non ha fatto altro che ripetere quello che aveva già detto negli spogliatoi di Pescara, anche se in tutta verità io fatico molto a pensare che il mancato terzo posto sia stata la causa dei suoi tristi tentennamenti estivi.
Stavolta il malumore lo ha espresso in forma ufficiale, in conferenza stampa, ma la sostanza è la stessa: ci hanno fregato la Champions.
Credo che in Italia due tifosi neutrali su tre la pensino così, e anche parecchi milanisti, almeno da quello che sento durante i miei fili diretti a Sportiva.
Ma ecco arrivare a stretto giro di posta la replica inopportuna di Allegri, inopportuna per i termini usati e, soprattutto, per il suo ruolo, che non lo dovrebbe portare ad uno scontro con un giocatore avversario, visto che il suo intelocutore naturale sarebbe Montella, deliziosamente inarrivabile in questa e altre polemiche.
Come se non bastasse, partono a stretto giro le truppe cammellate guidate da Alberto Costa,giornalista del Corriere della Sera da me sempre apprezzato, che però stavolta è andato parecchio oltre il seminato, bacchettando Pizarro e la Fiorentina (senza senso il suo riferimento al fair play) e straparlando tra un attacco e l’altro ai viola in un suo pezzo su corriere.it di un rigore di Pizarro su Montolivo non concesso nella partita dello scorso aprile: io non ricordo niente, e voi?
Considero il Milan veramente una grande società, ma stavolta la reazione è stata veramente scomposta e comunque interessante: è ufficiale, ci temono.

Non vorrei rompervi le scatole, ma ci sarebbe da ottemperare a quanto promesso più di un mese fa, quando tra l’altro Stefano era ancora qui con noi e nessuno pensava ad una fine così rapida.
Il discorso era legato a Jovetic: un euro da donare alla Fondazione Borgonovo per ogni milione che incassa la Fiorentina per la sua cessione, vissuta negli ultimi due mesi come una specie di liberazione dopo i mal di pancia e le facce tristi.
Adesso che i milioni sono arrivati, direi che è venuto il momento di fare il bonifico per tutti coloro che si erano prenotati, scegliete voi la cifra 26 euro o, con i bonus, 30.
Credo che Stefano apprezzerebbe moltissimo anche perché in questa vicenda c’è molto dello spirito dissacrante dei fiorentini.
Da parte mia provvederò come promesso alla donazione di 90 euro, cioè il triplo perché per me i milioni sono 30.

L’IBAN DELLA FONDAZIONE BORGONOVO E’
IT 53 M 08329 51610 000000202000
BCC ALTA BRIANZA – FILIALE DI OGGIONO

Auguri di cuore ad Ale il cappottaio, alla moglie e alla piccola Viola!

Sinceramente non ho ben capito perche’ si debbe per forza prendere Ilicic se riusciamo riusciamo a far prolungare il contratto a Ljajic.
A me non ha mai fatto impazzire, lo trovo troppo discontinuo, in piu’ spesso preda di cali psicologici senza spiegazioni.
Mi pare in tutta sincerita’ che non sia indispensabile alla futura Fiorentina, fatico anche a trovare la giusta collocazione in campo.
Il discorso ovviamente patte dalla montagna di soldi chiesti dal Palermo, che forse sarebbe piu’ opportuno destinare al rafforzamento di altri reparti, non dimenticando mai che ci manca sempre il portiere.
Poi, se con Ljajic non va, e’ un altro discorso, ma proverei a vedere se riusciamo a trattenere chi gia’ oggi e’ piu’ forte di Ilicic.

Ripetersi è ancora più difficile che affermarsi.
Sto parlando di Vincenzo Montella, il Guardiola italiano, se davvero dimostrerà anche in questo secondo anno in viola le stesse qualità della prima stagione.
Non sto esagerando, credetemi, perché non credo che il tecnico del Bayern avrebbe fatto molto meglio di Vincenzo dal luglio 2012 in poi, perché un conto è avere come riserva Sanchez e un altro Larrondo.
Ora però viene veramente il difficile, perché la Fiorentina non può più nascondersi, perché l’impegno europeo è destabilizzante in tutti i sensi, perché vanno trovati nuovi stimoli.
Se Montella ce la farà, entrerà nel ristretto giro dei grandi tecnici italiani (Conte, Mazzarri, Ancelotti, Capello, Prandelli, Spalletti), a quel punto non sarebbe male se avesse in tasca un prolungamento fino al 2015.

E’ impossibile entrare nella testa delle persone, già fatichiamo a capire i nostri figli e chi ci sta vicino, figuriamoci un ventitreenne ricchissimo che guadagna milioni di euro tirando calci ad un pallone.
Per questo ho rinunciato da tempo a capire i perché del comportamento assurdo di Jovetic, che oggi se ne dovrebbe andare e che lascia dietro alla sua partenza solo indifferenza.
Ho pensato che forse tutto si era spezzato col suo infortunio e la conseguente mancanza di fiducia nella Fiorentina, che pare avesse sottovalutato certi sintomi, ma poi lui ha firmato un contratto fino al 2016, però forse l’ha fatto perché in quei giorni aveva paura di non tornare più quello che avevamo ammirato contro il Liverpool e Bayern.
Effettivamente quello lì non è mai tornato in modo continuativo, ma non è questo il punto.
Il punto è che è stato lui a divorziare misteriosamente da noi, a farci capire che eravamo troppo poo per i suoi sogni.
Lo ha fatto in modo subdolo, con le faccine e i mal di pancia, fino ad arrivare a quel capolavoro di ingratitudine che è stata la famosa intervista alla Gazzetta.
Insomma, ci ha usurato e rotto le scatole e poiché da qui sono partiti Baggio (che vale 3 Jovetic) e Batistuta e abbiamo perfino visto smettere di giocare Antognoni, figuriamoci se oggi ci deprimiamo.

Comunque vada a finire con Mario Gomez, e ci sono tutti i preupposti per un gran rapporto, il 15 luglio 2013 è entrato nella storia della Fiorentina.
Ci vorranno davvero i fuochi di artificio per battere in futuro il record di partecipazione alla presentazione di un giocatore e mentre percepivo il grande entusiasmo del popolo viola, a tratti veramente incontenibile, pensavo con terrore a quello squallido pomeriggio del maggio 2012, quando portai per la prima volta Cosimo allo stadio per Fiorentina-Cagliari, ultima di campionato.
Io lo sentivo che non era morto tutto, ma un conto è avere una sensazione, un altro è vedere lo stadio quasi vuoto e con quelli presenti furibondi ed esausti dopo due anni di niente condito da veleni.
Il recupero è stato incredibilmente veloce, bastava che Andrea Della Valle si convincesse a mettersi in gioco, che si trovassero dei buoni dirigenti che non pensano di essere fenomeni, bastava (per modo di dire, perché questa è stata la scelta più difficile e azzeccata) un giovane allenatore bravissimo.
Adesso godiamocela questa Fiorentina che fa paura e miete consensi, ce la siamo meritata.

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