Se fossimo a settembre, sarei seriamente preoccupato.
Così no, così è stata davvero troppo brutta per essere vera.
In pratica non si è salvato nessuno, salve quelli che sono entrati a metà secondo tempo, ma ci sono varie giustificazioni: l’escursione termica da Moena alla Spagna, il viaggiare e giocare nella stessa giornata, una decina di giorni di ritardo nella preparazione.
Certo, l’impressione è stata da brividi perchè alla fine non abbiamo neanche fatto un tiro nello specchio della porta ed eravamo proprio balbettanti ogni volta che avevamo il pallone.
Su Neto il discorso è sempre quello: non dà sicurezza, ma se non arriva Julio Cesar tanto vale rischiare con lui piuttosto che prendere uno qualsiasi che ha più o meno lo stesso peso tecnico.
Ma per il niente o quasi che si è visto ieri, il portiere era uno degli ultimi problemi.

Comincia davvero oggi la nuova stagione, ed è la prima senza Mario.
Un anno fa di questi tempi stava pensando ovviamente allo scudetto, il fatto è che ci credeva davvero, come ad ogni agosto, anche quando c’erano Ricciarelli e Bruzzone.
Confesso che a volte il martedì, il suo giorno, penso di sentirlo al Pentasport, oppure di sentir partire l’inconfondibile musica del Sullivan Show.
Un riflesso condizionato che è durato a lungo anche con Manuela, con lei accadeva il lunedì.
E allora sono un po’ pentito di aver fatto troppo il direttore e di aver limitato il Sullivan una volta al mese, com’era giusto che fosse per la mia idea di radio (devi avere voglia di risentirle le persone, non puoi farle parlare per ore tutti i giorni, altrimenti vengono a noia, soprattutto se si parla di un argomento leggero come la Fiorentina), ma poi mi dico che non sarebbe cambiato niente perché tanto il vuoto enorme ci sarebbe stato lo stesso.
In tutti questi mesi ho sentito parecchia gente che non c’entrava niente con la vita di Mario sciacquarsi la bocca parlandone in termini entusiastici o “usarlo” per esprimere un dolore falso e magari molti si saranno chiesti perché eviti spesso l’argomento o perchè ne parli così poco.
Semplice: è una forma di pudore, un mio modo di vivere la situazione, tanto quello che sento e che provo lo so solo io, ma oggi che comincia l’avventura viola in Spagna ho pensato a quanto mi manca e avevo voglia di raccontarlo anche a voi.

L’ho appena sentita dal signor direttore Mauro Suma a Milan Channel: “con la Fiorentina in fondo siamo uno a uno. Noi abbiamo preso Montolivo a parametro zero e loro sono andati su Ambrosini appena hanno saputo che non avrebbe rinnovato con noi. Non capisco perché si agitino in questo modo”.
Fantastico.
Ho ripensato agli anni in cui ero responsabile a Canale Dieci e alle mie colpe (quando non bloccai Vittorio Cecchi gori che sproloquiava di mezzi illimitati, quando non intervenni decisamente nel contenzioso Sconcerti-Antognoni, soprattutto a quando ho creduto per un anno di troppo dal 2000 al 2001 alle promesse cecchigoriane).
Ma mi sono anche ricordato delle mille volte in cui ho fatto arrabbiare i dirigenti della Fiorentina per aver espresso le mie idee ed essermi battuto perché le esprimessero gli altri, da Mario Ciuffi a chi contestava la proprietà.
Ero inviso a Cardini e a momenti alterni a Luna e Poggi, non so nemmeno quante volte hanno chieso la mia testa e mi sono salvato solo con gli ascolti e gli sponsor che portavano le mie trasmissioni.
Ecco, detto tutto questo, a me una ….. come quella declamata dal signor direttore Mauro Suma non sarebbe neanche passata per l’anticamera del cervello e lo dico col massimo rispetto per il Milan, che ritengo la più prestigiosa società italiana.
A tutto c’è un limite, anche alla decenza.

Meglio non illudersi troppo per le brutte figure di Inter, Milan e Juve a livello internazionale.
In questa fase della stagione le squadre italiane sono tradizionalmente imballate, non vanno neanche a spingerle e gioverà ricordare certe ripassate spagnole o inglesi rimediate dalla Fiorentina negli anni passati, anche alla vigilia di stagioni di grandi soddisfazioni.
Tra poco arriverà il difficile anche per noi, tra Villareal e Sporting (e Radio Blu ci sarà, nonostante la diretta spagnola ed una congiuntura economica che vi assicuro è la peggiore da quando faccio radio, cioè dal 1977), perché per ora abbiamo affrontato squadra sinceramente molto al di sotto dello standard medio del calcio italiano.
Tutti parlano bene di noi e sappiamo che potrebbe essere un pericolo, ci potremmo cioè credere di essere davvero l’alternativa alla Juve: in quel momento avremmo già perso molto.
E comunque Inter, Milan e Juve non sono quelle squadrette strapazzate da tutti nel solito bugiardo calcio d’agosto.

Premessa: se Neto sarà il portiere titolare della stagione che sta per iniziare, io nei suoi confronti sarò condizionato alla rovescia.
Nel senso che farò un tifo indiavolato per lui, cercando di essere il meno cattivo possibile, di incoraggiarlo sempre, pur nell’indispensabile diritto alla critica, privilegio che mi sono sempre concesso in tutti questi anni.
Il fatto è che non mi pare che si stia andando in quella direzione, perché se è vero che un portiere non è debba che debba proprio studiare gli schemi (ma con Montella è un assioma valido fino ad un certo punto), e quindi l’eventuale titolare può arrivare anche più tardi, è altrettanto certo che da parte del tecnico viola non c’è mai stata una presa di posizione senza se e senza ma.
Nulla insomma che chiuda definitivamente la faccenda e da quello che si percepisce a Moena pare che i dubbi di Montella aumentino invece di diminuire.
Personalmente ribadisco il concetto: affidare la porta a chi nella passata stagione è stato la riserva di un portiere che non ha convinto l’allenatore mi pare un azzardo da non correre, specialmente in relazione al livello tecnico raggiunto dalla Fiorentina.

Il senatore Silvio Berlusconi vuole prima di tutto la riforma della giustizia, almeno prima che venga dichiarato decaduto dalla carica che occupa.
Che abbia qualche interesse personale da difendere?

Una domanda veramente col sorriso sulle labbra a tutti gli amici (e sottolineo amici!) che hanno votato per il PDL: come potete tollerare che un Paese come l’Italia, che è il mio ed il vostro Paese, possa essere appeso alle condanne o alle assoluzioni di un uomo che è ormai palesemente fuori corsa?
Liberate le grandi risorse che un movimento di estrazione liberale, e che in fondo è sempre stato maggioritario in una Nazione conservatrice come l’Italia, ha al proprio interno.
Si può tranquillamente andare oltre Berlusconi, il suo potere mediatico, i suoi soldi, il suo carisma.
Si può andare avanti, finalmente.

Fissiamo un termine e poi basta, decidiamo cosa fare.
Questo tormentone di Ljajic e’ durato fin troppo e rischia di avvelenare giorni molto sereni.
Possiamo fare a meno di lui?
Certamente sì, anche se con dispiacere perché avevamo visto grandi potenzialità, ma a due mesi e mezzo dalla fine del campionato secondo me abbiamo tirato fin troppo la corda dell’incertezza.
Se il Milan pensa di rifare lo sgarbo di Montolivo, sarà bene consegnare ai rossoneri un giocatore arrugginito da un anno di inattività.
Non ho capito bene quale sia l’offerta viola, se è davvero di poco superiore al milione mi pare che onestamente non ci sia tutta questa voglia di trattenerlo.
E comunque bisogna decidere nei prossimi tre, quattro giorni, oltre è veramente troppo.

Paolo Fallai è una gran penna, si occupa di cultura per il Corriere della Sera e di rubriche che parlano di libri per la Rai.
Lo conobbi nel 1979 a Firenze Libera, una delle tante televisioni che spuntavano come funghi in quegli anni per me formidabili (temo le stagioni della gioventù lo siano un po’ per tutti), lui faceva cronaca, io guidavo una banda di entusiasti scalcagnati che parlavano di Fiorentina.
Poi lo rividi molti anni dopo quando ero borsista all’ANSA e insieme condividiamo un grande amore per la Fiorentina, cementata dalla passione che suo babbo aveva per le mie radiocronache.
Pensando all’attuale momento viola, Paolo ha scritto su corriere.it un ricordo di Manuela che non posso non riportare integralmente, pensando a lei e a tutti quelli che non ci sono più.

L’entusiasmo di un tifoso non ha lo stesso colore a tutte le latitudini. Per chi ha i colori viola nel cuore – ma sono convinto che la stessa sensazione la provino anche tanti sostenitori di altre squadre non “abbonate” ai successi – questa sensazione ha il profumo della sorpresa, di un amore che all’improvviso ti corrisponde, di momenti aspettati forse troppo a lungo.Per questi motivi l’estate che stiamo vivendo non è davvero paragonabile a tante stagioni che l’hanno preceduta. Per Mario Gomez, Giuseppe Rossi e tutti gli altri, per Montella, per la sensazione di avere una società forte e determinata. Ma se vi dicessi che tutto questo si porta dietro un filo di malinconia? Se facessi un’eccezione alla sacra regola che impone di non usare un luogo pubblico per proporre un sentimento personale, potreste perdonarmelo?
Non riesco a non provare un filo di tristezza per quei tifosi viola che questa stagione felice non possono godersela. Penso a mio padre, che ha passato alcuni decenni a soffrire al suo posto di abbonato, prima in Ferrovia e poi in Maratona. Penso a Manuela Righini, la nostra collega, l’amica più cara della mia vita, che ci ha lasciato – così presto –tre anni fa.
Manuela è stata una delle prime giornaliste sportive italiane. Sapeva coniugare la passione per la Fiorentina ad un rigore e a una correttezza quasi maniacale. Chissà cos’avrebbe detto, Manuela, in questi giorni di esaltazione per il popolo viola? Conoscendola, so che avrebbe nascosto la gioia e le speranze (anche quelle inconfessabili, se non altro per scaramanzia) in un angolo molto remoto del suo cuore. E avrebbe moltiplicato ogni energia per capire i punti deboli, le insidie, i trabocchetti, i rischi della prossima stagione.
So che avrebbe discusso e poi discusso ancora magari sulla necessità di un portiere con maggiore esperienza o sull’opportunità di un rinforzo ulteriore in difesa. Ma sono sicuro, dopo aver assistito ai fallimenti, alle sconfitte, alla “C2″, alla faticosa risalita, che avrebbe finalmente sorriso. Come stanno facendo tanti appassionati viola. Come sto facendo io in questi giorni. Con la malinconia di non poterlo fare insieme a mio padre, la rabbia di non poterlo condividere insieme a Manuela.

Grazie a tutti, è stato un successo al di sopra delle mie aspettative.
Vediamo come andrà a finire, ma se le cose dovessero indirrizzarsi in un certo modo credo che dovrò andare alla Fancor a chiedere una produzione extra…
Ci provo anch’io, con l’ottimismo della ragione, ma anche (ahimé) con una certa oggettività che proviene da da oltre 35 anni di frequentazioni viola professionali e 47 da tifoso.
Campionato: terzo posto
Europa Leagues: quarti di finale
Coppa Italia: finale (lo so, dovrei dire di più, ma qui mi fermo per scaramanzia).
Gol complessivi Gomez: 23
Gol complessivi Rossi: 18
La maglietta, se la vinco, la rimetto in gioco!

Piccola novità nel nostro spazio virtuale che mi dicono in continua ascesa di contatti, cosa che mi fa un gran paicere.
Vi invito a scrivere il vostro pronostico su piazzamento in campionato, in Europa Leagues, in Coppa Italia e sui gol di Gomez e Rossi.
Metto da parte 5 t-shirt di Radio Blu (le ultime!) con inno viola sulle spalle, il prezioso trofeo verrà consegnatoa chi si avvicinerà maggiormente alla verità dei risultati.
5 punti per il campionato, 4 per l’Europa Leauges, 3 per la Coppa Italia, 2 per i gol complessivi di Gomez, 1 per quelli complessivi di Rossi.
Evitate contestazioni per l’assegnazione del punteggio perchè mi ritengo giudice monocratico di Cassazione…
Premiazione prevista a fine campionato per mega cena del blog a cui stavolta non solo parteciperò, ma che provvederò ad organizzare personalmente cercando di farvi risparmiare il più possibile.
Come direbbe un nostro opinionista, vi aspetto numerosi!

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