Questo è l’articolo che ho scritto oggi per il Corriere Fiorentino sulla versione web, un giornale che per fortuna ha un direttore, Paolo Ermini, super tifoso…

Milan, Fiorentina
e quel gioco di colori

Primavera 2013, interno degli spogliatoi di Pescara: un giovane uomo non alto e non italiano si aggira arrabbiatissimo, maledicendo tutto e tutti. Sarebbe abbastanza esperto per il calcio, ma si muove con furore giovanile: l’uscita domenicale di David Pizarro che ha provocato diversi mal di pancia dalle parti di Milanello nasce da lì e non c’era niente di nuovo nelle sue parole. Solo che nel frattempo la Fiorentina è molto cresciuta, mentre qualcuno fatica a cavalcare l’Honda. E allora può succedere che, caso piuttosto raro nel calcio, ad un giocatore risponda un allenatore, fra l’altro miracolato da un recente mancato esonero e forse per questo particolarmente su di giri.

Ne nasce ovviamente un caso mediatico e, come sempre quando la Fiorentina alza un po’ la voce, c’è chi ricorda il fair play e la classe dei Della Valle, perché se si predicano i valori dello sport secondo qualcuno bisognerebbe stare sempre zitti. C’ è pure chi invoca aperture di inchieste federali sulle parole del novello Masaniello viola. In punizione e in silenzio dunque, ma non se vieni dalle parti dell’Ardenza, dove, se si è unti dall’olio santo di Arcore, è concesso andare avanti per sei mesi, e anche oltre, urlando a ripetizione per un gol non dato contro la Juve. Il rigore netto non fischiato per la mano di De Rossi, le tre mancate espulsioni consecutive per seconda ammonizione contro Inter, Chievo e Bologna (record mondiale della categoria), il vaffa di Aquilani a Catania che vale il doppio dei vari strattonamenti rossoneri senza cartellini, i gol non validi dell’Udinese, quelli no, non contano niente. Oppure sì, dipende solo dalla maglia che indossi. È un gioco cromatico: con alcuni colori puoi parlare, con altri é meglio se stai zitto, speriamo che lo abbiano spiegato bene ad Ambrosini.