Luglio 2013


Ripetersi è ancora più difficile che affermarsi.
Sto parlando di Vincenzo Montella, il Guardiola italiano, se davvero dimostrerà anche in questo secondo anno in viola le stesse qualità della prima stagione.
Non sto esagerando, credetemi, perché non credo che il tecnico del Bayern avrebbe fatto molto meglio di Vincenzo dal luglio 2012 in poi, perché un conto è avere come riserva Sanchez e un altro Larrondo.
Ora però viene veramente il difficile, perché la Fiorentina non può più nascondersi, perché l’impegno europeo è destabilizzante in tutti i sensi, perché vanno trovati nuovi stimoli.
Se Montella ce la farà, entrerà nel ristretto giro dei grandi tecnici italiani (Conte, Mazzarri, Ancelotti, Capello, Prandelli, Spalletti), a quel punto non sarebbe male se avesse in tasca un prolungamento fino al 2015.

E’ impossibile entrare nella testa delle persone, già fatichiamo a capire i nostri figli e chi ci sta vicino, figuriamoci un ventitreenne ricchissimo che guadagna milioni di euro tirando calci ad un pallone.
Per questo ho rinunciato da tempo a capire i perché del comportamento assurdo di Jovetic, che oggi se ne dovrebbe andare e che lascia dietro alla sua partenza solo indifferenza.
Ho pensato che forse tutto si era spezzato col suo infortunio e la conseguente mancanza di fiducia nella Fiorentina, che pare avesse sottovalutato certi sintomi, ma poi lui ha firmato un contratto fino al 2016, però forse l’ha fatto perché in quei giorni aveva paura di non tornare più quello che avevamo ammirato contro il Liverpool e Bayern.
Effettivamente quello lì non è mai tornato in modo continuativo, ma non è questo il punto.
Il punto è che è stato lui a divorziare misteriosamente da noi, a farci capire che eravamo troppo poo per i suoi sogni.
Lo ha fatto in modo subdolo, con le faccine e i mal di pancia, fino ad arrivare a quel capolavoro di ingratitudine che è stata la famosa intervista alla Gazzetta.
Insomma, ci ha usurato e rotto le scatole e poiché da qui sono partiti Baggio (che vale 3 Jovetic) e Batistuta e abbiamo perfino visto smettere di giocare Antognoni, figuriamoci se oggi ci deprimiamo.

Comunque vada a finire con Mario Gomez, e ci sono tutti i preupposti per un gran rapporto, il 15 luglio 2013 è entrato nella storia della Fiorentina.
Ci vorranno davvero i fuochi di artificio per battere in futuro il record di partecipazione alla presentazione di un giocatore e mentre percepivo il grande entusiasmo del popolo viola, a tratti veramente incontenibile, pensavo con terrore a quello squallido pomeriggio del maggio 2012, quando portai per la prima volta Cosimo allo stadio per Fiorentina-Cagliari, ultima di campionato.
Io lo sentivo che non era morto tutto, ma un conto è avere una sensazione, un altro è vedere lo stadio quasi vuoto e con quelli presenti furibondi ed esausti dopo due anni di niente condito da veleni.
Il recupero è stato incredibilmente veloce, bastava che Andrea Della Valle si convincesse a mettersi in gioco, che si trovassero dei buoni dirigenti che non pensano di essere fenomeni, bastava (per modo di dire, perché questa è stata la scelta più difficile e azzeccata) un giovane allenatore bravissimo.
Adesso godiamocela questa Fiorentina che fa paura e miete consensi, ce la siamo meritata.

L’eurodeputato Borgezio che dà di bongo-bongo al ministro Kyerge.
Il fine giurista Calderoli, sua la paternità dell’attuale legge elettorale, che non contento fa paragaoni con la citata ministro e l’orango.
Il sessantaquattrenne medico di famiglia Valli che a Varese riceve i popri assistiti con il busto di Hitler e i testi nazional-socialisti antisemiti in bella vista nel proprio studio.
Quelli che minacciano via web Mara Carfagna e non farebbero mai la stessa cosa se a fare certe affermazioni fosse stato Mario Carfagna.
Il bastardo che ha ucciso la propria ex compagna a Palermo davanti al loro figlio di due anni rimasto per ore accanto al cadavere della madre straziato dalle coltellate (e nessun rappresentante pubblico siciliano è andato ai funerali di Rosalia).
Per fortuna ho ancora la forza di indignarmi e urlare, e voi?

Era giusto puntare su Andrea Della Valle.
Lo dicevo e scrivevo nelle fasi piu’ buie della recente storia viola, chiedendo che il potere all’interno della soceita’ venisse distribuito secondo logica e non lasciato in mano chi ne abusava.
Ma soprattutto bisognava che tornasse ad essere entusiasta Andrea, che seguisse cosa avveniva a Firenze e si sentisse il responsabile delle fortune di qualcosa che e’ molto di piu’ di una normale squadra di calcio.
Adesso tutto e’ cambiato, si ha come l’impressione che ogni cosa sia possibile, qualcuno va anche oltre immaginando De Rossi, ma questo conta relativamente.
L’importante e’ che dopo il riflusso e la quasi crisi di rigetto si sia ripartiti, forse ancora piu’ forti di prima.

Al terzo minuto di gioco Saverio Pestuggia mi ha guardato e sconsolatamente ha detto: “io adesso sto zitto, tanto è tutto inutile, nessuno mi sta a sentire”, poi ha continuato sempre meno convinto, ma solo per rispetto al grande Cesare Ugazzi a cui era intitolato il torneo.
Eccola lì la squadra di Radio Blu-Fancor, composta da giovanotti nel fiore degli anni che millantano meraviglie calcistiche prodotte in chissà quali tornei.
Divertenti da vedere dall’esterno, ingovernabili per chi abbia un minimo senso di disciplina di squadra.
Cominciamo da Sardelli, buon tocco, passo felpato e un’insospettabile tendenza all’incazzatura: prende un rigore nell’unica sua azione degna di nota della prima partita e si mette a polemizzare col portiere che alla fine esasperato gli urla: “ero un vostro ascoltatore, ma da adesso mi metto a sentire Lady Radio”.
Pronto intervento del sottoscritto per salvare l’audience..
Poi ciabatta il rigore in modo ignobile (centrale e a mezza altezza, come non si dovrebbe mai battere), va meglio nella seconda partita, fa un tunnel, si esalta e scoppia atleticamente.
Continuiamo con Loreto, a cui Rui Costa ha fatto davvero male: tocchi e tocchetti, idee buone che restano lì, rigore sbagliato anche per lui e solita rissa verbale con l’arbitro in cui stenti a riconoscere il pacato conduttore di molte trasmissioni, ma mi dicono che nell’80% delle partite finisce così.
Poi Vuturo: carismatico e pesante in porta, quando lui esce gli altri si scansano.
Va in attacco e tenta una rovesciata preoccupante per l’integrità fisica, rubacchia punizioni e viene rispettato, come da copione.
Il migliore sarebbe Magrini, ma ieri sera non aveva voglia di spingere e quindi vai con i tacchi, i veli, le finte che nessuno capiva.
Vinciguerra è un picchiatore quasi di professione, aggancia l’avversario e poi alza le braccia neanche fosse Baresi col fuorigioco: mica sono stato io.
Capretti ha segnato di chiappa, cioè di ginocchio, inciampando sul pallone, non sarebbe male in chiusura, ma si sentiva molto Gonzalo Rodriguez e avrà fatto almeno una decina di lanci cost-to-cost finiti regolarmente nel niente.
Infine Zoccolini, che avrebbe pure il fisico dell’attaccante, ma forse va bene per il calcio a 11, non quello a 7, forse…
Vabbeh, ora leggono e si incavolano, ma me lo posso permettere dopo il mio ritiro quasi ufficiale post gara per Mario: da fuori è tutto molto più facile…

Non pensate male, sto parlando della Fiorentina.
Mi auguro che in questa stagione sia consentito a giornalisti e tifosi di poterla osservare almeno una volta alla settimana.
Sarebbe bello, servirebbe per miscelare al meglio l’entusiasmo che si respira in questi giorni a pieni polmoni girando per la città e la voglia di capire qualcosa in più di questo allenatore che pare davvero avere conquistato tutti.
Non credo in tutta sincerità che esistano alchimie tattiche così segrete che richiedano tutti gli allenamenti a porte chiuse, senza contare che così crescerebbe una positiva tensione in vista della partita successiva.
Penso che quasi tutto dipenda da Montella e che giustamente i dirigenti viola si rimettano ai suoi desideri: speriamo in un’apertura rispetto alla “segregazione” delle ultime stagioni.

Gran serata a San Pancrazio, con Antognoni premiato e io a ricordare sul palco qualcosa dei tempi andati, che però, visto il successo dell’evento, sono sempre ben presenti per il popolo.
Passa il tempo, si accavallano i decenni, ma resta….Antognoni, e bisognava vedere lo scorrere dei quaranta/cinquantenni con ragazzini al seguito, tutti in fila per una foto o un autografo.
Intanto spiegavano al pupo chi fosse mai stato quell’elegante signore disponibile con tutti, cosa avesse rappresentato per una Fiorentina molto diversa da quella di oggi.
Sapete che abbiamo passato momenti di burrasca, ma nei suoi confronti ho sempre avuto una riverenza dovuta dal rispetto per il campione (il mio campione da ragazzo), anche se tra noi in fondo ci sono solo sei anni di differenza.
E mentre lo vedevo passare in rassegna i volontari della festa e benedirli con una stretta di mano o una firma mi sono fatto una domanda: ma se fosse arrivato insieme a Mario Gomez, siamo proprio sicuri che avrebbe perso la gara di popolarità con il futuro idolo del Franchi?

Interno di casa Guetta ore 21.50 di ieri: completamente crollato e ronfante sul divano, vengo dolcemente svegliato da Valentina che mi dice: “dai babbo, vai a letto”.
Esausto come dopo una trasferta impegnativa, soddisfatto come aver battuto la Juve a Torino.
Giornata pazzesca, con repentino ritorno all’adolescenza, con quegli entusiasmi calcistici che uno crede sopiti, ma che invece evidentemente non se ne vanno mai.
Ho rivoluzionato tutto, abbandonato impegni importanti e mi sono fiondato in radio, dopo aver annunciato che avrei fatto il filo diretto al telefono.
Non potevo, dovevo esserci in prima persona e poi avrei dato il tormento al terzetto Loreto-Sestini-Baragatti: e questo non va bene, chiama quest’altro, perché non abbiamo in diretta tizio?, e caio non si trova?, siete stati troppo lunghi, avete tagliato eccessivamente…
Ero talmente travolto dagli eventi che non avevo neanche pensato di poetr chiamare il sindaco, l’idea è stata di Saverio (altro tuffo nel passato: io e lui insieme, come abbiamo fatto dal 1982 al 1990) e credo sia venuta fuori una bella intervista.
Stamani ci svegliamo molto più forti di ieri, con un’unità di intenti che non potrà essere scalfita dalle inevitabili difficoltà che una stagione impegnativa certamente comporterà.
Oggi, come quando battiamo la Juve, è ancora più bello essere tifosi della Fiorentina.

Ho mollato tutto e mi sono fiondato in diretta, siamo in diretta da ore.
L’acquisto piu’ incredibile della recente storia della Fiorentina, ho sbagliato e ne sono felicissimo.
E ora vai con il ripasso del tedesco…
Torno in onda

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