Novembre 2007


Mica era facile ripartire, eppure ci sono riusciti e c’e’ la mano di Prandelli pure in questo.
Si e’ rivisto la Fiorentina di Villareal nel primo tempo, padrona del campo e forse qualcuno si scorda che siamo in Europa, con tutte le complicazioni del caso.
Poi siamo calati, o sono cresciuti loro, il che non cambia il risultato finale: qualche brivido di troppo, inaspettato a fine primo tempo.
Osvaldo ha segnato, ma penso che non sara’ troppo soddisfatto perche’ ne poteva fare altre due, comunque non e’ certo l’oggetto misterioso di cui si parlava (anzi, parlavano, perche’ in questo caso mi sono sempre astenuto) in estate.
Tanto di cappello a Liverani ed un bravo a Kroldrup, che pare il fratello bravo del giocatore legnoso visto negli ultimi due anni.
E domenica Cesare va in panchina, sono pronto a scommetterci (si’, lo so che le scommesse non sono il mio forte, ma stavolta l’azzecco, tranquilli).

IStanza 646 dell’albergo Titania di Atene: questa non è una trasferta come le altre.
Ci pensavo ieri nel lungo viaggio da Firenze e per passare il tempo mi sono messo a contare i viaggi europei fatti con la Fiorentina: sono 28, dal 1984 e in più c’è la trasferta a New York.
Tanti, tantissimi per un provinciale come me, che in ogni luogo cerca il giornale italiano e vuole bere in tutti i modi l’espresso.
Quello che abbiamo provato per la morte di Manuela ha superato ogni immaginazione, a me è venuto in mente Mario Cecchi Gori, ma è limitativo per la differenza di età, per la lotta della famiglia di Prandelli al male e al dolore.
Di uguale c’è la voglia di partecipare, in più l’enorme affetto che Firenze (ma non solo Firenze) è pronta a dare a Cesare, Niccolò e Carolina.
Stasera comunque si gioca e non so proprio come potrà essere.
HO VISTO ORA CHE ANCHE I DUE SITI PRINCIPALI, FIORENTINA.IT E VIOLANEWS.COM, SONO D’ACCORDO SUL MINUTO DI SILENZIO CON VERO SILENZIO E SENZA APPLAUSI
MI FA MOLTO PIACERE E, ANCHE SE E’ UNA PICCOLA COSA, SAREBBE BELLO DISTINGUERCI DAL RESTO D’ITALIA

Non ho mai partecipato ad un minuto di raccoglimento in cui sarò così coinvolto come quello di Atene giovedì sera (se ci sarà) e quello di domenica prossima al Franchi.
Ho però avvertito un fastidio sempre più crescente davanti agli applausi, che sembrano essere diventati quasi un obbligo in queste tristi circostanze o anche, per restare nel privato, alla conclusione di una cerimonia funebre.
Non capisco e non voglio adeguarmi.
Il minuto di silenzio deve essere raccoglimento puro, un viaggio dentro la propria anima per riflettere sulla persona scomparsa o, se non siamo coinvolti, su noi, sulla nostra fragilità di uomini di passaggio su questa terra.
L’applauso è fuori luogo, quasi un’ostentazione ed io vorrei che per Manuela Prandelli, per Cesare e per i suoi figli non ci fosse il battere le mani, almeno durante il minuto.
Vorrei che in quel silenzio irreale di 40mila persone ci fosse tutto l’affetto che sento, che sentiamo verso un uomo semplice, ma forte, spero forte abbastanza.
Poi, se qualcuno vuole, applauda pure, ma alla fine, quasi a scaricare la tensione.

Noi sapevamo tutto fin da sabato pomeriggio, così come sapevano i giocatori e anche Foti, che era pronto a non giocare.
Una volta tanto sono orgoglioso della categoria, perché nulla è filtrato, il rispetto per quello che Prandelli stava vivendo è stato totale.
Una cupezza diffusa ha accompagnato il nostro pomeriggio ieri, un senso di tristezza che che non si sarebbe certo dissolta con la vittoria della Fiorentina.
Io sono stato a Orzinovi, era il febbraio del 2005, Manuela non era in casa, ma ci voleva poco per capire l’armonia che regnava in quella famiglia, i valori che lei e Cesare avevano trasmesso ai due figli.
Una storia d’amore cominciata da ragazzi, una storia d’amore vera che ha resistito a tutte le tentazioni di una vita di successi, una storia d’amore da guardare ammirati per quelli della mia generazione (e siamo in tanti) che invece non ce l’hanno fatta a rimanere insieme.
Una storia d’amore che solo il male poteva spezzare.

Penso abbia ragione Lorenzo Amoruso, anche se Pin a fine partita non ha risposta alla mia domanda specifica: devono aver lavorato parecchio nella sosta, per questo erano poco brillanti.
Non esiste altra spiegazione, salvo quella delle assenze e di giocatori (vedi Montolivo) mandati in campo perché proprio non se ne può fare a meno.
Come direbbe il mio amico Barry, questo è “un passaggio importante” della stagione e quindi stiamo attenti a non farci del male da soli.
Per mantenere la linea di volo sono anche disposto a sentirmi raccontare un po’ di balle, tipo quelle dette ieri a fine partita da Gobbi (“ottima gara”) o dallo stesso Pin (“sono molto soddisfatto della prova”).
Sono dichiarazioni in puro “calcese” e d’altra parte mica si può fari un’analisi serena di cosa non ha funzionato a Reggio Calabria così a caldo, alla settima intervista e con una quindicina di giornalisti che si rubano le domande tra loro.

Il senso del mio post precedente lo ha colto perfettamente Innamoratipazzi, che ha scritto che volevo sfogarmi con degli amici.
Non che lo siate tutti, per carità, e poi io sono molto selettivo non avendo più di cinque/sei amici veri, ma insomma questo blog non è un giornale o una radio, non deve “vendere”, è una cosa tra noi anche se ha superato ogni più rosea previsione di frequentazione (pare che siate oltre tremila…).
Vorrei urlarvi il nome della persona, ma dovrei mettermi a studiare cosa è possibile dire e cosa no e mi viene il voltastomaco solo a pensare a quello che è successo.
Già mi arrabbio quando lo/la vedo circolare mediaticamente senza vergogna…
Torniamo al calcio con la scoperta dell’acqua calda: domani sarà durissima.
Ulivieri sta preparando benissimo la artita, me ne sono accorto da tanti piccoli particolari qui a Reggio Calabria, dove Renzaccio ha già conquistato tutti.
Si potranno tirare fuori tute le frasi fatte del calcio, ma senza Mutu è senz’altro più dura.
Il pareggio non lo firmerei in anticipo, ma non ci sputerei sopra alla fine.

Pessimo incontro ieri pomeriggio, e meno male che ero in motorino.
Mi è capitato infatti di incrociare la persona di cui parlammo qualche tempo fa a proposito delle accuse di esibizionismo/pedofilia e di veloci ritorni in video dopo momentanea epurazione.
Mi è andato il sangue alla testa anche perché la persona in questione invece di abbassare la testa e andarsene via di pedina ha cercato l’alterco a distanza, dimostrando di avercela con me.
Buon segno, vuol dire che si era perfettamente riconosciuta in quello che avevo scritto e che questo blog serve a qualcosa.
Ripeto: meno male che non ero a piedi e che pioveva, così l’ho mandato a quel paese, ho riaperto il gas e sono ripartito.
Poi, una volta sbollita la rabbia (e c’è voluto un po’), mi sono fatto un paio di domande a cui non ho trovato risposta.
La prima: ma perché della persona in questione all’epoca dei fatti furono pubblicate solo le iniziali mentre per molto meno si scrive tutto dell’incriminato? Se deve valere l’anonimato, che valga per tutti e a quel punto non scriviamo neanche più le iniziali.
E ancora: non sono assolutamente per la gogna e la nostra giurisdizione ci insegna che ognuno è innocente fino a quando la sentenza non è passata in giudicato, ma è proprio impossibile avere un codice etico che almeno sospenda dall’andare in voce e video chi ha dei procedimenti in corso così gravi?
E ora mi aspetto altre reazioni, ma vi terrò informati…
P.S. So bene che questo è un post politicamente scorretto, che vi sareste aspettati qualche segno di riconoscimento, ma una volta ogni cinquanta consentitemi di “usare” questo nostro spazio come valvola di sfogo.
Non me ne vogliate.
HO LETTO DELLE MOLTE CRITICHE CHE SAPEVO SAREBBERO ARRIVATE.
NON IMPORTA, CHI CONOSCE LA STORIA SA A COSA MI RIFERISCO E S ANCHE CHE HO RAGIONE, AL DI LA’ DEL DISCORSO CHE SI E’ INNOCENTI FINO A CHE ECC. ECC
CREDO CHE SI DEBBA FARE I CONTI CON LA PROPRIA COSCIENZA ED IO, DOPO AVER SCRITTO QUELLO CHE AVETE LETTO, MI SENTO PIU’ LEGGERO

Aspetto con curiosità di vedere quello che vale Osvaldo, che non potrà essere sempre lo scintillante attaccante di Livorno, ma neanche l’opaco giocatore visto questo pomeriggio in Under 21.
Poichè il tifoso è spesso portato ad non avere vie di mezzo, non vorrei che adesso si esagerasse nell’altro senso.
Non vorrei cioè che un altro paio di partite senza gol facessero storcere la bocca a qualcuno, magari dimenticando che Osvaldo è più giovane di Pazzini e se aspettiamo Giampaolo non vedo perché non si possa fare altrettanto con l’argentino.
E’ bravo tecnicamente, mi pare uno sveglio e ha Prandelli come allenatore: ce n’è abbastanza per essere ottimisti.

Cinque punti tra Reggina, Inter e Palermo?
Per come è messa la situazione, con questa serie quasi incredibile di infortunati, io credo che ci si potrebbe accontentare, anche se capisco che questo non sia un discorso entusiasmante.
Siamo una volta di più nelle mani di Prandelli e se ci fosse un altro tecnico (escluso forse Spalletti) sarei sinceramente molto più preoccupato.
E’ una questione di qualità che viene a mancare e comunque non rischierei recuperi affrettati, che poi potrebbero essere pagati a caro prezzo.
Sto parlando soprattutto di Mutu, che nonostante i 28 anni ha l’entusiasmo di un ragazzino e quindi pure certe ingenuità che lo porterebbero a dire sempre sì.
Meglio invece aspettare, rinunciare alla sua presenza contro l’Inter per riaverlo davvero al 100% a Palermo.

Al termine di una settimana fitta di dialoghi intrnettiani e radiofonici provo a tracciare dei punti di non ritorno, soprattutto alla luce di quanto emerso ieri nel corso dei 40 minuti di Pentasport con Sartoni, “Pippo” del Gruppo Storico e “Tino” del Gruppo Piagge.
Tre le norme fondamentali, per le quali sono disposto a spendere il peso mediatico di Radio Blu e, per quello che può contare, il mio personale:
1) nessuna concessione alla violenza, anche verbale, sperando che si smetta una buona volta con cori vergognosi come quello inneggiante alla tragedia dello stadio Hysel;
2) strada sbarrata alle contaminazioni politiche, da qualsiasi parte arrivino e di qualsiasi colore siano;
3) libero arbitrio per chi va in curva, si tifa e si canta se si ha voglia, si tifa e si canta anche se i capi del tifo sono di parere opposto.
Se riusciremo/riusciranno a far rispettare queste poche regole, avremo/avranno già fatto un bel passo in avanti.

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