La situazione è questa: Mentana introvabile, mentre per Pastorin (la 7) siamo un bel passo avanti, come forse avrete sentito nel Pentasport.
Ho fornito il numero di Ferrara a Luca Speciale, adesso aspettiamo che lo chiamino per una trasmissione che parli di Calciopoli.
Intanto vi segnalo che Sconcerti ha preso il posto di Tosatti, che pare non se la passi tropo bene sul piano fisico, come editorialista del Corriere della Sera e questa è certamente una buona notizia (quella di Sconcerti, non Tosatti).
Siamo ad oltre cinquemila firme raccolte, un’enormità, anche perché mi pare che ancora si sia lontani dalla centralità del problema, che sarebbe evitare in tutti i modi la retrocessione della Fiorentina in B.
Eppure la mobilitazione è imponente, peccato che manchi l’appoggio di altri organi di informazione, ma non si può avere tutto dalla vita.
L’aspetto mediatico è importante, però non fondamentale e vi devo confessare che pur non capendo in pieno questa vostra passione verso certi tipi di trasmissione (forse perché conosco bene diversi protagonisti…) ha fatto bene pure a me impegnarmi con Prizio e Pestuggia nella vicenda.
In fondo la cosa peggiore in questi casi è stare con le mani in mano ad aspettare che tutto succeda.

Prizio, Pestuggia, Guetta: basteranno a muovere le acque?
Non ci spero troppo, ma almeno non resterà il rimpianto di non averci provato.
Il successo dell’iniziativa per spedire qualcuno dei nostri nelle tv nazionali è clamoroso, ma vi invito a non mollare e a far sottoscrivere l’appello a più persone.
Già da domani potremmo metterci in contatto con le emittenti e vorremmo dare numeri importanti.
Abbiamo individuato il nostro candidato ideale per il ring televisivo: Benedetto Ferrara.
Non glielo abbiamo ancora detto, ma è un dettaglio: intanto che ci diano lo spazio e poi vediamo.
Comunque ribadisco il concetto di non dare troppo peso alle parole dei giornalisti, comprese le mie, perché non saranno certo quelle a determinare la sorte della Fiorentina.

P.S. Parlato con Benedetto (come vedete, qui si lavora in tempo reale…): è onorato della scelta e se lo invitano e non ci saranno impegni di lavoro ci andrà sicuramente
Però intanto firmate!

Ho fatto una cosa per me insopportabile: ho chiamato personalmente Enrico Mentana, che ammiro enormemente sul piano professionale, per chiedergli due cose.
1) come mai nessun giornalista fiorentino interviene a Matrix
2) se per caso voleva spiegare il suo punto di vista nel Pentasport.
E’ stata una cosa molto faticosa per me, perché, non sapendo lui chi fossi io, sembrava mi proponessi personalmente e temo di aver fatto la figura di quello che vuol farsi pubblicità.
E’ vero che ho suggerito colleghi della carta stampata, ma la sostanza del ragionamento dal suo punto di vista non cambia.
Non importa: lo dovevo fare, vista la vostra voglia di essere rappresentati a livello nazionale.
Risposta di Mentana numero 1: grazie, ma decide la redazione (cioè Mentana stesso) in base alle esigenze della trasmissione.
Risposta numero 2: grazie, ma preferisce non parlare con le radio private.
Gentile, ma irremovibile e questo è tanto.
Poi, appena chiusa la telefonata, apro il blog e leggo il post di quello che scrive che a noi giornalisti di Firenze non ce ne frega niente della Fiorentina…

P.S. Andate su fiorentina.it o su violanews.com e guardate un po’.
Qualcosa stiamo cercando di fare…

La battuta migliore è di Leonardo Petri ed io gliela ho rubata volentieri: “Se davvero la Fiorentina fosse colpevole, Diego Della Valle dovrebbe iscriversi al campionato mondiale di poker perché in quel caso sarebbe un bluffatore eccezionale”.
Ovviamente speriamo che la Fiorentina non sia colpevole.
Neanche per la giustizia sportiva, perché sul piano penale mi pare che ci siano molti meno problemi.
Con la fantasia io sto volando all’eventuale prossimo interrogatorio tra Della Valle e Borrelli: darei chissà cosa per essere in quella stanza ed assistere alle domande e alle risposte, per percepire il clima che si respira in quei momenti.
Comunque vada a finire, va dato atto ai Della Valle di non aver scaricato niente su altri (Mencucci, nella fattispecie), al contrario di quello che invece è accaduto con gli Agnelli a Torino e Galliani con Meani a Milano (guardatevi, se potete, ogni tanto Milan Channel…).
Si dirà: certo che fanno così, nelle telefonate e nell’incontro di Bagno a Ripoli loro ci sono.
Vero, ma le telefonate più lunghe e frequenti sono quelle di Mencucci e comunque è anche una questione di stile.
Diego Della Valle ieri ci ha mandato a cena un po’ più sereni, poi arriva questo Stagliano, ex ispettore federale che ha visionato le carte, a raccontarci che Juventus e Fiorentina sono quelle che rischiano di più.
Si torna farsi domande e non trovare risposte certe, ma ormai con questa angoscia calcistica abbiamo imparato a conviverci, o no?

…e gli spieghi con garbo cosa è successo nell’ultimo mese e ancora prima dal 2004 in poi.
Perché oggi il tecnico più decorato d’Italia se ne è uscito fuori con la curiosa affermazione che alla Juve al massimo toccheranno dei punti di penalizzazione per il prossimo campionato.
Perfetto.
Se così fosse, a noi daranno in differita il “Premio ingenuità” per la stagione 2004/05, visto che in pratica non è successo niente.
Tranne qualche fastidioso tentativo di intrallazzo ai danni della Fiorentina, a causa peraltro della cocciutaggine di quel Della Valle che proprio non voleva saperne di lasciar comandare Giraudo e Galliani.
E allora via con un allungamento della spalmatura dei debiti a Lotito e con un guardalinee ad personam per Galliani.
E’ incredibile l’arroganza e la mancanza di senso etico della Juve e allora mi viene il sospetto che forse noi siamo troppo onesti.
Sì, noi che stiamo qui a macerarci per quello che hanno fatto o non hanno fatto i Della Valle in risposta all’estorsione della passata stagione.
Noi che ci interroghiamo dentro per capire come avremmo agito al posto loro, mentre quelli lì hanno rubato per anni, ammazzato o quasi il calcio, ed ancora continuano a dire e fare come se nulla fosse.
Una sola parola: vergogna!

Avviso ai naviganti: leggete bene quello che scrivo e non cercate di interpretare a modo vostro le mie parole.
Io non ho mai detto che non voglio più lottare, anzi sono arrabbiato come e più di voi per quella che è una situazione paradossale.
Perché lo scorso anno ci hanno taglieggiato per mesi e se penso alle angosce vissute nella paura di andare in B per colpa della Cupola mi incazzo (scusate il francesismo…) ancora di più.
Forse se non avessimo cercato l’appoggio di Mazzini ci avrebbero spedito di sotto solo per farla pagare a Della Valle e questo è pazzesco.
Perciò io PRETENDO che la Fiorentina sia giudicata equamente, sulla base dell’estorsione subita per mesi e non accetto l’attuale giurisprudenza della giustizia sportiva, che non contempla le fortissime attenuanti per ciò che i dirigenti viola hanno fatto dal 21 aprile in poi.
Già, ma che hanno fatto?
E anche qui dobbiamo capire quanto i Della Valle e Mencucci si siano affidati a quel galantuomo di Mazzini solo perché “ci proteggesse” o quanto invece sapessero del marcio che stava uccidendo il calcio.
Molto della partita si gioca qui.
Il mio pessimismo di stamani è dettato da piccoli segnali e da un’autentica strizza che mi dovete concedere, perché qui con voi io dialogo senza barriere, senza avere un microfono, sullo stesso piano.
Quindi, da domani, torno metaforicamente in trincea con Prizio e Pestuggia a vedere cosa sia possibile fare a livello mediatico, cercando di continuare ad offrire il meglio possibile nel Pentasport e tentando (temo senza troppi risultati) di aprire una breccia a livello nazionale per vedere se qualcuno di noi fiorentini va in onda in tutta Italia.
Però non chiedetemi di fingere, di pensare che tutto finirà con la viola in Champions perchè io ho paura che non accadrà.
Ci spero moltissimo, sarei disposto a pagare di tasca mia, ma questo è un altro discorso che non incide sulla realtà della situazione.

“Quadro sconfortante”, lo ha definito Borrelli e ad essere sconfortato, lo confesso, sono io, anche se sarebbe bello sprizzare ottimismo da tutti i pori.
Ho fatto qualche telefonata, un giro di opinioni, e per quello che conta devo purtroppo dire che tira una brutta aria, un’aria da punizione esemplare per tutti gli attori di questa squallida vicenda.
Noi, cioè i legali di Della Valle, dobbiamo in tutti i modi far passare il concetto che siamo stati costretti a fare certe telefonate e certi incontri.
Ce lo imponevano le circostanze e ce lo aveva fatto capire il vice presidente federale, mica (con tutto il rispetto e l’affetto che ho per lui) il Ciuffi.
Noi ci salviamo parzialmente (cioè perdiamo la Champions e ci penalizzano) solo così, inutile mettersi a sognare di uscirne indenni, perché qui, lo ripeto, c’è un’atmosfera da Giudizio Universale calcistico.
Non avrei voluto rovinarvi la domenica col mio pessimismo della ragione, ma da sei mesi dialoghiamo insieme quasi ogni ogni giorno ripromettendoci di dire solo quello che pensiamo.

Credo di essere quanto di più lontano si possa immaginare in materia di spirito corporativo.
Fosse per me riformerei l’Ordine dei giornalisti, pagherei molto meglio i più bravi, direi a quelli scarsi o a rimorchio di cambiare mestiere, creerei un accesso alla professione degno di un Paese civile e non come quello italiano, che costringe per dieci/quindici anni giovani ed ex giovani a guadagnare quando va bene 500 Euro al mese.
Farei insomma del giornalismo una libera professione, come gli avvocati o gli architetti, e non un mestiere in cui hai tutte le protezione sindacali del lavoro subordinato (nei fortunatissimi casi di assunzione) però puoi rivendicare ad ogni pié sospinto la tua autonomia e la tua libertà di pensiero.
Questo lungo preambolo per spiegare che non è certo per appartenenza alla categoria che una volta tanto difendo i giornalisti.
Noto infatti crescere una certa insofferenza per come noi media presentiamo la vicenda viola, quasi che si debba avere tutti una visione unica della storia.
Chi pensa che la Fiorentina non vada in Champions è un traditore della peggiore specie.
Vi invito ad una pausa di riflessione: come la penso io lo sapete (dobbiamo restare in A, ma rischiamo parecchio sul resto), ma bisogna avere rispetto per chi ha altre idee, perfino per chi (siccome ce l’ha con i dirigenti viola) rilancia radiofonicamente Vittorio Cecchi Gori come salvatore della patria…
Un po’ meno fondamentalismo calcistico ci farà bene in momenti di grande confusione come quelli che stiamo vivendo.

C’è molto millantato credito nelle intercettazioni, basterebbe rivolgersi al signor Mazzini per averne conferma e scoprire che poi tutto questo potere lui non lo aveva.
E ci sono pure enormi sciocchezze, raccontate al telefonino con la sicuerzza di chi pensa di sapere tutto e non sa niente.
Nel mio piccolo oggi ne ho trovata una anch’io e riguarda il guardalinee Duccio Baglioni, che viene apostrofato da Meani (il dirigente milanista addetto all’arbitro) come uno juventino convinto.
Ora, è vero che dopo quello che è successo con Mazzini io la mano sul fuoco non la metto più per nessuno, ma siccome conosco Duccio da almeno vent’anni sarei sconvolto nel venire a sapere che sia in qualche modo coinvolto in tutta questa storiaccia.
Ma il fatto ancora più sorprendente sarebbe sapere che ha aiutato scientificamente la Juve e che è da 44 anni juventino.
Non lo dovrei dire, ma il suo cuore batte solo per la viola e ci sarebbe quasi da ridere se non sapessi che sta passando giornate molto amare e, credo, immeritate.
Bisogna quindi fare la tara in parecchie cose in questa vicenda che ci appassiona poco e angoscia molto.
Intanto oggi ho visto un Andrea Della Valle molto in forma, che da gran signore ha risposto a tutte le mie domande, e perfino un Sandro Mencucci un po’ più sollevato, forse perché i giorni dell’interrogatorio si stanno finalmente avvicinando.

In pratica me l’avete suggerito voi: ho aperto il Pentasport con un faccia a faccia con Paolo Liguori.
Ognuno è rimasto della propria idea, ma alla fine ha convenuto sull’iniqua situazione mediatica attuale.
Una situazione nella quale i giornalisti fiorentini sono completamente ignorati.
Poiché Liguori è uno dei direttori di Mediaset (Tgcom), chissà che non ci scappi un invito per uno di noi (andrebbe benissimo pure Pallavicino, oppure Manuela Righini o anche Calamai).
Però ritorno al concetto di stamani: capisco che in uno stato di angoscia com’è quello che stiamo vivendo siamo molto sensibili a tutto, però non credo che Borrelli e Rossi passino le loro serate a guardare i dibattiti televisivi.
A proposito di fenomeni mediatici, ho provato a sentire se Antonio Di Pietro aveva per caso voglia di intervenire sull’argomento, ma il Signor Ministro ha declinato l’invito.
Non parla adesso e neanche nei prossimi giorni, forse Radio Blu è troppo poco per lui.
Ma due anni fa, quando la sua visibilità era molto in calo, rispose al primo squillo e fu ben contento di dire la sua sull’iniziativa “Vogliamo la B con Della Valle”, il grido di protesta lanciato con fiorentina.it e violanews.com
D’altra parte lo cantava (bene) Fiorella Mannoia: “Come si cambia”…

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