Se faranno di tutto per recuperarlo, se gli chiederanno un sacrificio, allora vuol dire che di Jorgensen è proprio difficile fare a meno.
Mi è sempre piaciuta la gente del Nord, dalla Germania in su.
Certo, non si può pretendere che abbiano gli stessi entusiasmi e le stesse emozioni che noi latini dedichiamo a cose che a loro sembrano futili, ma sono seri, su di loro ci puoi contare.
Tra l’altro Jorgensen è dotato di un’ironia che ogni tanto affiora nelle banalità delle risposte alle nostre banalissime domande.
E, soprattutto, è affidabilissimo sul campo.
Una bella rivincita, la sua, in una stagione che in estate lo aveva messo tra le riserve e che resta comunque per lui difficile per il cambio di fascia.
Sono tre stagioni che è a Firenze, ma è talmente educato e tranquillo che quasi non ce ne siamo accorti.

Ogni tanto incontro qualcuno o mi arrivano lettere che mi invitano a farmi avanti per chiedere a Della Valle di creare Viola Channel.
Per carità no, rispondo sempre, ho già dato, e non poco, nella creazione e nell’affermazione di Canale Dieci (qualcuno da quelle parti, si è dimenticato a chi deve il suo ingresso e la sua permanenza nella “grande famiglia”, ma questo è un altro discorso).
Io non credo comunque che sia una grande idea quella di dar vita ad un canale satellitare tutto impostato sulla Fiorentina e provo a spiegare il perché.
Ogni tanto dò un’occhiata ai vari Roma, Juve, Inter e Milan Channel ed il migliore dal punto di vista tecnico è proprio quello rossonero, grazie anche ai filmati d’epoca, alla grafica e alla partecipazione di bellissime ragazze/giornaliste che dal mio maschilista punto di vista sono molto gradevoli.
Quello che è insopportabile è il contesto.
A cominciare da Mauro Suma, che mi dicono stia sulle scatole agli stessi tifosi del Milan per il modo mellifluo e sfacciatamente berlusconiano di affrontare qualsiasi argomento.
Tra l’altro quest’estate Suma si è lasciato andare ad una campagna anti Fiorentina senza capo ne’ coda, però il meglio il direttore, come ama farsi chiamare dalle “sue” fanciulle in fiore, lo dà quando deve spiegare le sconfitte della squadra di Ancelotti.
Ma il fatto è che un canale della società non può che essere schierato sempre e comunque da quella parte, e so bene io la fatica che ho fatto per mantenere Canale Dieci in linea di galleggiamento.
Non sempre ci sono riuscito, a volte sono scivolato su qualche buccia di banana, ma ci ho provato sempre, ve lo assicuro, col rischio di essere cacciato dalla proprietà almeno una volta l’anno.
A distanza di anni, diciamo che mi hanno salvato i giochi di potere tra le varie componenti del gruppo Cecchi Gori.
E comunque là, nonostante la strepitosa direzione di Sandrelli (e qui molti di voi storceranno la bocca, ma vi assicuro che i suoi sono stati quattro anni fantastici, in cui ha sempre difeso, come poi ho fatto io, l’autonomia dei giornalisti che là lavoravano), si pagava sempre pegno.
Si doveva cioè ogni volta dimostrare di essere obiettivi, per non cadere nell’accusa di essere la “tv della Fiorentina”.
Ora mi chiedo: quanti di voi si abbonerebbero davvero ad un canale che pensate sia legato indissolubilmente ai Della Valle?
Noi fiorentini, che abbiamo innato il gusto della polemica, lo faremmo davvero in pochi…

E dunque una Fiorentina che ha Toni e Mutu, che dispone di Pazzini e con spruzzate di Jorgensen e Santana non è strata capace di rimediare nemmeno un rigore a favore in dodici giornate.
Mentre una difesa, che i più considerano molto ballerina e che certamente non è il massimo della vita, non ne ha causati neanche uno contro.
Il bello è che a memoria non mi ricordo di episodi clamorosi da una parte o dall’altra, di contestazioni per un fallo evidente non visto o diregali arbitrali per noi.
Naturalmente qualcuno mi correggerà (e farà bene), ma resta il fatto che questo è davvero un campionato strano, con situazioni uniche e paradossali.
Per il fatto dei rigori a favore molto dipende dalla scarsa e giusta propensione di Toni e Mutu a “lasciarsi andare” a terra nell’area avversaria.
Forse Santana sarebbe più portato, però si è visto davvero troppo poco.
Ma se poi finalmente ci danno un rigore a favore, chi lo batte?

Tre considerazioni, a freddo: 1) la più brutta partita in assoluto vista qust’anno dal vivo;
2) la Fiorentina avrebbe meritato di vincere;
3) abbiamo lasciato ad Ascoli due punti, ma non è il caso di farne un dramma.
Siccome Prandelli è uomo e allenatore onesto, io credo completamente alle sue spiegazioni nel dopopartita, quando ha parlato di squadra che si è allenata poco e male.
Ufo, Liverani e Gamberini, a scartamento ridotto; Kroldrup, Santana e Jorgensen fuori; Toni che non può essere ancora quello che ci aspettiamo (ma ha segnato e questo basta e avanza).
Insomma, di ragioni tecniche ce ne sono, per spiegare una prova opaca.
Eppure avremmo meritato la vittoria e, guarda te le combinazioni sfortunate, Montolivo e Mutu, cioè due tra i più talentuosi del gruppo, sono andati ad infilarsi nella classica giornata storta da cui non sono quasi mai usciti.
Niente processi, quindi, la strada è sempre in salita, ma la macchina su cui viaggiamo offre le maggiori garanzie possibili.

Può anche essere che Pazzini ad Ascoli stia in panchina, ma ho come l’impressione che Prandelli sia un po’ più tranquillo sulla conquista della salvezza.
Da qui la sensazione che ragazzi come Pazzini, appunto, e Montolivo troveranno sempre più spazio in quello che potrebbe diventare (e qui tocco ferro, invitandovi a fare altrettanto) un campionato molto simile a quello 1967/68, quando trovarono posto in pianta stabile ragazzi come Merlo e Chiarugi, senza contare l’affacciarsi in prima squadra di Esposito e Superchi.
Insomma, la Fiorentina potrebbe diventare un eccellente laboratorio di gioco, in cui mettere in secondo piano il risultato (sto parlando di febbraio/marzo, non del presente), puntando invece alla crescita di un’idea di squadra che potrebbe darci grandi soddisfazioni.
Fra l’altro vi confesso che a me l’Uefa proprio non mi entusiasma: per come è diventato il calcio oggi, la considero un intralcio e basta, senza l’appeal degli anni settanta e ottanta.
Ci pensate ad un campionato senza impegni di Coppa, in cui si parte da zero e con una squadra pronta a decollare con un impianto di gioco super collaudato?
Vabbeh, ho volato troppo, pensiamo ad Ascoli e a non prendere schiaffi.
In tutti i sensi.

Stasera ho avuto un’ulteriore dimostrazione di come sia difficile giudicare un fatto o una situazione senza essersi completamente calati nel contesto.
Ero collegato con la radio corrispondente di Ascoli e ad un certo punto da studio si sono scatenati sul fatto che i Della Valle, nonostante i ripetuti inviti delle massime autorità locali, non abbiano comprato la società marchigiana, preferendo invece investire a Firenze.
Gliene saremo sempre grati, però bisogna sforzarsi di capire le loro ragioni.
Che avremmo detto noi se Fratini, dopo mille ammiccamenti e corteggiamenti, avesse deciso di acquistare che so l’Inter anziché la Fiorentina?
Lì ad Ascoli se la sono tutti legata al dito, un motivo in più per temere l’ambiente, che peraltro è sempre stato agitato (proprio in quello stadio mi sono beccato gli unici, per ora e per sempre spero, schiaffi, di venticinque anni di trasferte).
A noi comunque è andata meglio così, alla faccia di chi pontifica sul fatto che un marchigiano sia venuto ad occupare il sacro suolo fiorentino.

Dunque la Coppa Italia del 2001 l’avrebbe vinta Terim e non Mancini, secondo il parere dello stesso tecnico turco.
Una dichiarazione poco elegante, che ha pochi precedenti nel calcio.
Io non sono mai stato uno di quelli che impazziva per Terim, perché quando è andato via la Fiorentina si stava avvitando in classifica dopo tre sconfitte consecutive ed un brutto pareggio in casa.
la sua squadra giocò un calcio stellare per quaranta giorni, ma prima e dopo, con Rui Costa e Toldo, ebbe grandissime difficoltà.
Fu una vicenda grottesca, quella delle dimissioni dell’intero staff, in cui mi trovai coinvolto mia malgrado.
Una vicenda in cui venne fuori la mia inesperienza a gestire certe situazioni ed una forte ingenuità a credere nelle promesse di Cecchi Gori.
Ma tornando a Terim, fu lui a volersene andare perché aveva già un accordo con il Milan.
Manca la controprova della vittoria in finale con lui in panchina e nessuno sa come sarebbe andata a finire in campionato, dove a febbraio eravamo a metà classifica.
Terim era molto bravo con i giornalisti (come Trapattoni, del resto): ma in campo, come dimostra Prandelli, la faccenda è un po’ diversa…

Quando nel 1973 si capì che uno come Antognoni non poteva certo giocare a singhiozzo, Gigi Radice si trovò a dover scegliere tra lui, Merlo e De Sisti.
Ribadisco: Antognoni, Merlo e De Sisti, il massimo o quasi del calcio italiano dell’epoca.
Risolse l’equazione spostando Picchio venti metri più indietro e, a volte, cinquanta metri più a lato, cioè in panchina.
Racconto questo frammento del passato per spiegare come certi tormentoni siano alla fin fine il sale del calcio.
Montolivo che deve o non deve giocare con Liverani, Pazzini che nonostante i due gol non è affatto sicuro del posto, causa rientro di Toni.
E’ divertente e non fa male parlarne, speculare tatticamente e tecnicamente sulle varie possibilità: ma cosa credette che facesse l’Italia intera nel 1970 ai Mondiali messicani, se non dividersi tra Mazzola e Rivera (io ad esempio ero nettamente a favore del secondo)?
A meno che non si consideri il calcio una religione (oddio, i fanatici li avremmo già, basta pensare ai teppisti dello stadio…) per sottometterci infine tutti in silenzio al verbo di questo o quel tecnico.
Ma sai te che noia mortale diventrebbe questo meraviglioso sport.

Poi ci sono quelli che pensano che i duecento teppisti sedicenti ultras (saranno più o meno di duecento? Conta poco) difendano l’amor proprio della Fiorentina, intesa come squadra e come tifoseria.
Sono quelli più pericolosi: in buonafede, ma pericolosi.
Perché così ragalano un alibi a chi non cerca altro che un motivo per menare le mani, fomentare il caos, far passare la logica del tanto peggio tanto meglio.
Sinceramente non so come muovermi in concreto, perché non conosce certe logiche, non frequento la curva da oltre venticinque anni e oltretutto, quando ci andavo da ragazzo, preferivo la Ferrovia per il semplice fatto che potevo arrivare un po’ dopo allo stadio (per la legge del contrappasso, adesso costringo tutti ad arrivare almeno due ore prima…).
Tavole rotonde? Mah
Chiedere lumi ai capitifosi? Penso che la situazione sia loro sfuggita di mano e poiché mi risulta abbiano tutti più o meno un lavoro, non vedo perché debbano fare da poliziotti a gente che nemmeno la polizia vera riesce, come si è visto, a bloccare.
Denunciare il teppista, se lo conosci? Ottima idea, ma chi se la sente di fare l’eroe in un mondo dove l’egoismo regna sovrano.
Non mi rimane quindi che alzare mediaticamente la voce, com ho fatto ieri sera a Rtv38 , per evitare che della faccenda si torni a parlare solo alla prossima guerriglia urbana.

Una volta tanto avevo visto giusto, anche se non pensavo che Pazzini potesse giocare un secondo tempo così.
Due gol e tre grandi occasioni, è proprio vero che il calcio non ha logica: chi avrebbe mai detto che sarebbe andato meglio via via che la stanchezza aumentava?
Giusto che Prandelli abbia lasciato il palcoscenico del dopo partita ai protagonisti, lo aveva già fatto dopo il Parma ed era sembrato un vezzo polemico post dichiarazioni velenose sull’ambiente.
Non era evidentemente così e adesso ci siamo scrollati definitivamente di dosso i fantasmi dell’Olimpico (vista comunque la Roma? E’ tornata a giocare il più bel calcio del campionato).
La nota veramente stonata è quella dei deficienti che continuano a far esplodere i petardi allo stadio (tanto la multa mica la pagano loro) e dei delinquenti di professione che fingono di tifare Fiorentina ed attendono le partite ad alto rischio come quella con l’Atalanta per sfogare la loro immensa frustrazione.
Due agenti feriti, “attacco premeditato” hanno scritto nella nota ufficiale le forze dell’ordine, ma si può?
No che non si può e bisognerebbe smetterla di essere silenti complici di questi maledetti teppisti che non guardano neanche la partita, che non vogliono facri amare il calcio e che adesso, per quello che scrivo, continueranno subdolamente e anonimamente a minacciare.

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