Altra trasferta, stavolta stimolante anche dal punto di vista calcistico.
Bisogna passare il turno, soprattutto in un momento come questo di grande nervosismo dovuto alla stanchezza.
Sono molto curioso di conoscere la formazione che manderà in campo Prandelli e mi aspetto sorprese.
Sono stanchi i giocatori, i giornalisti e credo anche i tifosi, chiamati ad esprimersi ogni tre giorni nelle loro passione.
A me pare di essere salito su una giostra impazzita, in cui il gol di Osvaldo si accavalla a quello di Maccarone, alle prodezze di Mutu e ai precedenti quattro viaggi europei.
Il calcio un tempo era un rito e di questo rito faceva parte l’attesa.
Tiro fuori un ricordo personale, che è quello del sabato pomeriggio, quando da ragazzino andavo a giocare la schedina.
Po aspettavo i dieci minuti di calcio in televisione e la domenica vivevo nella totale pienezza dell’evento la “partita”.
Ok, sono considerazioni malinconiche, ma forse una via di mezzo si potrebbe pure trovare perché se si stanca il tifoso poi si ferma tutto il carrozzone.
A quel punto vorrei proprio vedere cosa farebbero decine di migliaia di persone che a quel pallone che gira devono il benessere nel quale vivono.

Pazzini con errore imperdonabile sotto porta e va bene, però il voto più basso è per Santana, che non ha proprio capito che clima c’era a Siena.
Ora cerchiamo di stare calmi, il Milan è sempre sotto, la qualificazione ai quarti dell’Uefa alla nostra portata e a Siena anche il pareggio sarebbe stato stretto.
Difesa quasi perfetta, centrocampo un po’ stanco alla fine, ma ha costruito molto e Montolivo ormai è un altro giocatore rispetto ad un mese fa, così come Pasqual.
Abbiamo vinto senza meritarlo ad Empoli, abbiamo perso ingiustamente a Siena: il calcio è questo, è dura ammetterlo in una serata in cui girano a mille.
Apprezzabile, molto apprezzabili, il gesto di pazzini che viene in sala stampa e si prende la colpa della sconfitta.
In trent’anni dietro la Fiorentina mi sarà capitato un altro paio di volte e a memoria non ricordo neanche di chi si trattava: ora per favore non facciamone un capro espiatorio.

Per fortuna riesco ancora ad arrabbiarmi per certe cose, altrimenti vorrebbe dire che svolgo il mio lavoro col pilota automatico e non con la passione che metto da almeno trent’anni.
Mi riferisco alla storia dell’errore di comunicazione commesso dopo la partita su Montolivo e la mancata intervista, quando della faccenda bastava parlare uno minuto invece di un quarto d’ora.
Mi sono scusato via blog e via radio ed ecco che arrivano almeno una ventina di messaggi in cui si vorrebbe la crocefissione del sottoscritto, si attaccano i giornalisti che sono il male della Fiorentina, si esalta Montolivo che avrebbe fatto bene a snobbare la stampa di questa città.
Prima riflessione: gli attacchi pieni risentimento e di livore sono arrivati tutti dal computer e nessuno nel filo diretto di ieri.
Questo spiega come molti provino godimento un po’ meschino nello scrivere “contro” nell’anonimato di un nick, ma non abbiano poi il coraggio di affrontare direttamente l’interlocutore.
Seconda riflessione: ma se ce l’avete così tanto con i giornalisti e con le trasmissioni, se ci considerate il male assoluto, perché non chiudete la radio, spegnete il computer, cambiate canale in tv, smettete di comprare il giornale?
Molti di noi si cercherebbero un’altra occupazione perché siti, radio, tv e giornali andrebbero ancora più in crisi di quanto non accada adesso.
Terza riflessione, che è poi un corollario della seconda: a me sta bene che si dica “Guetta ha sbagliato”, oppure “Radio Blu non è stata all’altezza”, ma non accetto essere messo nel mucchio, perché qui ognuno ha le proprie precise responsabilità ed il giornalismo è un mestiere in cui si sa chi scrive o parla. Quindi, per favore, smettete di dire o scrivere “voi giornalisti”.
Quarta ed ultima riflessione: 25 ore di produzione giornalistica alla settimana vogliono dire 1250 ore all’anno ed io so, come lo sanno coloro che hanno la fortuna/sventura di far parte della redazione di Radio Blu, quanto sia pignolo ed esigente nel preparare e nel far preparare ogni minuto di quelle 1250 ore.
Ho e abbiamo sbagliato per quattordici minuti: non è la prima volta e non sarà l’ultima.
Continueremo a sbagliare perché l’unica alternativa sarebbe rinunciare a metà di quelle 1250 ore e aprire i telefoni agli ascoltatori o leggere valanghe di sms (a proposito, scusatemi ancora, ma nei quaranta minuti di filo diretto ne leggiamo un quinto e mi dispiace moltissimo), cioè smettere di “fare” la trasmissione.
Sarebbe più facile, risparmieremmo tantissimi soldi, ma poi, alla fine, non so quanto vi piacerebbe.

P.S. Tornando a parlare di calcio: a volte sbaglio le previsioni, ma su Ufo è da luglio che sto dicendo che se ne andrà certamente e che forse sarebbe stato meglio monetizzare.
Avete letto oggi il filo diretto de La Nazione con Corvino?

Sarò noioso, ma per me il capolavoro non sono stati i bellissimi gol di Kuz e Montolivo.
No, la cosa straordinaria dell’indimenticabile notte Uefa è stato l’approccio alla gara, la preparazione dei giorni precedenti, come se Torino non fosse mai esistita come partita.
E’ qui che si vede la grandezza di un gruppo e soprattutto la mano di un allenatore fantastico, che ha idealmente pareggiato l’impresa di Spalletti al Bernabeu.
I migliori tecnici italiani abitano a Firenze e Roma, fatto abbastanza curioso e confortante visto che il potere ed i soldi sono altrove.
Molto bene Vieri, che ha ruggito d’orgoglio, in netto recupero Pasqual, Kuz e Gamberini da urlo e Montolivo scintillante.
Su Montolivo devo dire che viene fuori la stanchezza anche in noi giornalisti: lui ha sbagliato ad ignorare indispettito la stampa fiorentina (credo non sapesse che tra le telecamere che lo inquadravano per l’intervista ci fossero anche quelle di casa nostra), però noi, ed io soprattutto, che ho la responsabilità di tutto il lavoro, l’abbiamo fatta troppo lunga nel Pentasport di fine gara.
Mi spiace e mi scuso con tutti, soprattutto con chi era all’ascolto.
Comunque l’incidente diplomatico è chiuso e d’altra parte su questo blog ci sono i post in archivio che testimoniano come da qualche settimana invitassi tutti a non essere così critici verso il giocatore.
Fossero questi i problemi…godiamoci invece un marzo che è cominciato in maniera straordinaria.

TANTO PER LA CRONACA, QUESTO E’ QUELLO CHE AVEVO SCRITTO SU MONTOLIVO LO SCORSO 11 FEBBRAIO, DOPO IL PAREGGIO DI BERGAMO….
A me sarà pure presa la fissazione su Corvino, tanto da dedicargli fin troppi post, ma a qualcuno è presa la stessa cosa con Montolivo e non mi riferisco certo a Prandelli, con cui però una volta su cento non sono d’accordo, se attribuisce a lui gran parte delle responsabilità del secondo pareggio bergamasco.
Scusate, ma mi fido dell’impressione dal vivo e vi assicuro che guardando la partita dalla tribuna stampa Montolivo ha fatto una gran cosa nel rubare con uno scatto di venti metri al novantesimo quel pallone a Coppola.
Poi è andato tutto sulla destra e, secondo me, ha provato a metterla in mezzo, non a tirare, ma era a fine corsa ed è venuto fuori un crossettino piccolo piccolo.

Passata la sbornia, è ora di pensare all’Everton.
Vedremo se e quanto è matura questa squadra dopo l’ubriacante pomeriggio di domenica.
Non festeggiamo niente giovedì sera perchè basterà una distrazione, un gol preso in casa e poi ci sarà da pedalare molto in salita.
Giocherà Vieri?
Sono molto curioso, perché l’uscita di Prandelli è stata un po’ inaspettata ed è la dimostrazione di come quest’uomo possa dire verità brucianti pacatamente, con un carisma che la maggior parte degli allenatori manco si sogna.
“Ha al massimo mezz’ora nelle gambe”, ha sentenziato Cesare ed è un po’ quello che pensavamo tutti da gennaio ad oggi, solo che a dirlo si rischiava di passare per seminatori di zizzania (io comunque l’ho detto, perché mi piace sbagliare da solo…).
Più facile quindi Pazzini dall’inizio, senza escludere la sorpresa Cacia e Osvaldo al suo fianco.

Questa va raccontata, senza vergogna.
Ho un carattere un po’ difficile, perché penso sempre al dopo, a ciò che dovrò fare, a come organizzarmi e a cosa dovrò organizzare.
Per questo mi godo poco il momento, diciamo che in questo aspetto del mio carattere, di buono c’è il fatto che è difficile che dorma sugli allori.
E così è acacduto anche mezz’ora dopo la partita di ieri, mentre giostravo impegnatissimo tra radio, televisione e giornale pensavo “sì, va bene, è acacduto, e adesso?”.
La stessa sensazione che ho provato a Bergamo nel 1996, dopo la vittoria in Coppa Italia.
Poi per fortuna deve essermi venuto in soccorso il “fanciullino” del Pascoli, che tutti noi ci portiamo dentro e che ci sforziamo, chi più e chi meno, di tenere nascosto.
Beh, sono stato folgorato da un ricordo che avevo completamente rimosso nella baraonda degli impegni di ieri: ma questa, mi sono detto, è la MIA partita, quella che sognavo di vincere da bambino, proprio per 3 a 2 e proprio all’ultimo minuto.
Escludendo il fatto che potesse segnare il gol decisivo uno dei miei idoli Brugnera o Chiatugi, ormai ultra sessantenni, mi sono dovuto “accontentare” di Osvaldo…
E allora, credo tra il divertito stupore di chi ha visto la scena, ho lasciato il collegamento a Pestuggia e Loreto e me ne sono andato in campo, visto che la postazione era per fortuna fuori dallo spogliatoio.
Quaranta secondi sull’erba, a tornare bambino, fino a quando non sono stato portato via cortesemente, ma quasi di peso da un inserviente della Juve.
Ma quei quaranta secondi, credetemi, valgono una vita calcistica.

GRAZIE A TUTTI, SONO IMBARAZZATO, ANCHE PERCHE’ SONO QUESTI I MOMENTI IN CUI CAPISCO QUANTO SIA FORTUNATO A FARE UN LAVORO COME QUESTO.
FORTUNATO ED IMPEGNATISSIMO, TANTO DA NON RIUSCIRE A RISPONDERE.
LA “PARTITA” DI IERI, CIOE’ I 4 MINUTI PIU’ INTENSI DA MOLTI ANNI AD OGGI, LI POTETE SCARICARE DA VIOLANEWS. COM (GRAZIE SAVERIO, TRA L’ALTRO PROFETICO…)

Accompagno mia figlia a Ponte a Niccheri a vedere i compagni di scuola che giocano, classe 1995, Belmonte contro Scandicci.
Gol annullato allo Scandicci, a fine partita assalto vergognoso dei genitori della squadra all’arbitro di colore.
Gli urlano di tutto, da “cioccolatino” a “torna nella foresta”, piovono sputi, ci sono degli spintoni.
Era, lo ripeto, una partita dei bambini/ragazzini di 12/13 anni, al campo di Ponte a Niccheri.
Spero che qualcuno leggendo quello che scrivo e riconoscendosi tra i protagonisti si possa vergognare di appartenere alla razza umana.

SCUSATE, MA VORREI CHIARIRE IL MIO PENSIERO.
CI POTEVA ESSERE LO SCANDICCI O IL GRASSINA E NON CAMBIAVA NIENTE.
NON SO NEMMENO SE IL GOL ERA DA ANNULLARE OPPURE NO, QUI IL FATTO E’ CHE QUELLE PAROLE VERSO L’ARBITRO SONO VOLATE DAVVERO E CHE GLI SPUTI CI SONO STATI.
LE FONTI SONO INOPPUGNABILI, TANTO CHE E’ PERFINO ARRIVATA UNA MULTA.
AGLI AMICI DI SCANDICCI FACCIO UNA PROPOSTA: HO MILLE COSE DA FARE, MA MI METTO A DISPOSIZIONE PER UNA SERATA IN CUI SI PARLA DI CALCIO GIOVANILE E DI COME SI POSSA FARE PER EVITARE CHE CERTE SITUAZIONI DEGENERINO.
LA MIA ARRABBIATURA NON ERA CON LO SCANDICCI, MA CON QUELLE PERSONE (CHIAMAMOLE COSI’, MA FACCIO FATICA) CHE HANNO DATO VITA ALLA GAZZARRA.

Siamo centrifugati da questo calcio: ieri sera Valentina mi ha chiesto a presa di giro: “babbo, ma contro chi gioca la Fiorentina domenica?”.
Giuro che ci ho pensato un paio di secondi prima di risponderle, perché giocare ogni tre giorni stanca davvero tutti e così accade che questa vigilia di Juve-Fiorentina non sia stata per niente vissuta.
Almeno così è stato per me, tra il preparare una trasferta in Italia ed una in Inghilterra, trovare gli sponsor, chiedersi chi si è fatto male e quando rientrerà.
Calma, respiriamo e proviamo almeno nel giorno della vigilia a goderci il bello del calcio, che è anche l’attesa pr la partita più amata e più temuta.
Quella che giocavo da bambino col mio pallone di gomma “telestar”, facendo sempre vincere la Fiorentina a Torino con un gol all’ultimo minuto.

Non guardo quasi mai le trasmissione sulla Fiorentina, con la sola eccezione di un po’ di quel matto di Ciuffi e del Ring, prima che lo spostassero di un’ora e mezzo più avanti.
Ieri sera però ho vinto il sonno e non mi sono perso il ritorno di un emozionato Bardazzi sulla plancia di comando di quella che un tempo è stata la mia trasmissione.
Grande Leo, si capiva che in studio si respirava un’aria particolare o forse me ne sono accorto io che conosco benissimo quello studio e tutti gli ospiti così affezionati a Leonardo.
Ero emozionato anch’io sulla poltrona, specialmente quando ha cominciato a spiegare e ringraziare, ed erano emozionate pure Letizia e Valentina che in questi mesi hanno continuamente chiesto notizie di colui che da sempre chiamano il mio “coccolino”.
Ho anche pensato al grande feeling con l’altro Leonardo (Petri) e di come uno abbia sostituito impeccabilmente l’altro, senza mai una parola o un’ambizione di troppo.
Bentornato Leo, come sai qui, e non solo qui, ti vogliamo tutti bene.

Non è questo il momento per fare i difficili e quindi pendiamoci i tre punti archiviando una delle più brutte partite viola della stagione.
Peccato non sia venuto Prandelli a fine gara perché conoscendo la sua grande onestà intellettuale mi sarebbe piaciuto conoscere il suo parere sul gioco, che a lui interessa più del risultato.
E’ invece arrivato Corvino, aggressivo come spesso gli succede e senza una precisa ragione.
Tanto era stato zuccheroso con Sky e Sconcerti, tanto parte in quarta a qualsiasi domanda anche quando gli si fanno i complimenti.
Un esempio?
Gli dico che a noi due piacciono le cifre tonde (vedi scommessa sui dieci gol di Vieri) e che mancano solo nove punti ai ducento totali della sua gestione e che questo è un gran risultato, ma lui ribatte che di punti ne ha fatti 191, sottolinenado come a me piaccia sempre parlare di quello che non c’è, dimenticando i meriti.
Mi pare che ogni commento sia superfluo: ogni volta che si parla con Corvino bisogna stare in trincea, ma ormai ci ho fatto il callo e poi, come detto più volte, contano i suoi risultati sul campo.
Corvino ha anche (giustamente dal punto di vista aziendale) difeso la prova di Osvaldo, che a me è sembrato fuori partita e sono curioso di leggere i voti dei giornali, mentre coninua il “galleggiamento” nel quasi anonimato di Montolivo.
Intanto però siamo di nuovo quarti da soli, Papawaigo comincia a segnare, Kuz incanta a tratti e Dainelli è meno distratto.
Chiusura con il raptus di Pasquale: è possibile non espellere uno così dopo il fallo su Semioli, che tra l’altro era il migliore della Fiorentina?

28/2/2008 – ORE 19.08
DOMANI PROVO A RISPONDERE, MA INTANTO MI PORTO UN PO’ AVANTI COL LAVORO E PRECISO CHE:
SO BENISSIMO COS’E’ IL POWER PLAY, IL MIO ERA UN MODO DI SCHERZARE CON KUZMANOVIC,
NELLE MIE DOMANDE A CORVINO NON C’ERA IL MINIMO ACCENNO POLEMICO, ANZI MI VOLEVO COMPLIMENTARE PER I 191 PUNTI, MA SI VEDE CHE SIAMO COME IN UN FILM DI ANTONIONI (IL REGISTA, NON “IL CAPITANO”) E CHE ESISTE UNA CERTA INCOMUNICABILITA’ TRA NOI
QUANTO A QUELLI CHE SONO CONTENTI PERCHE’ CORVINO RISPONDE INDISPETTITO, BEH, IO CREDO CHE QUESTE BELLE PERSONE SARANNO LE PRIME A CONTESTARE IL CORVO SEMMAI LE COSE NON DOVESSERO ANDARE AL MEGLIO
CI VUOLE EQUILIBRIO E BISOGNA VALUTARE OGNI EPISODIO SENZA PRECONCETTI ED EVITANDO DI ANDARE A TESTA BASSA CONTRO QUESTO O QUELLO

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