Oggi è stato uno di quei giorni in cui sono stato veramente orgoglioso dei miei ragazzi a Radio Blu: abbiamo coperto tutto, fatto 7 ore di diretta, con inviati ovunque (eravamo i soli ad essere a Milano) e abbiamo raccontato con i gol degli ultimi trent’anni il compleanno della Fiorentina.
Che sensazione strana risentirmi: non lo faccio quasi mai se non sono proprio obbligato, anche perché sono spietato con me stesso e spesso scopro difetti su cui non posso logicamente più fare niente.
Sono arrivati decine e decine di messaggi alla radio, abbiamo ridestato sensazioni nascoste dagli anni che passano e diversi sms sottolineavano come prima del fallimento io urlassi di più.
E’ vero, hanno assolutamente ragione ed è la più autentica dimostrazione di come non si possa mai bleffare con i sentimenti e spero mi diate atto nel bene e nel male di non averlo mai fatto.
Per me la data del primo agosto 2002 è stata un punto di non ritorno, qualcosa che si è spezzato dentro e ciò che è accaduto dopo è stato sì importante, ma ci sono voluti quasi sei anni per fare pace con me stesso.
Per dire che era la stessa cosa, almeno in certi momenti.
Il collante è stato il gol di Osvaldo contro la Juve, poi quello sempre di Osvaldo della qualificazione Champions e ancora la rete di Gilardino a Liverpool.
Lì sì che ho ritrovato i sapori di quando bambino soffrivo terribilmente perché non segnavamo (quanto odiavo lo zero a zero a Firenze! Meglio perdere, per una sorta di inspiegabile masochismo), ma quella frattura del fallimento resta almeno per me una ferita che non si rimarginerà mai.

Me li ricordo i giorni di Groningen, Praga, Lisbona.
Le paure di Prandelli, la preparazione perfetta all’impegno più importante della stagione: o dentro o fuori.
E poi la soddisfazione per avercela fatta, Russo ai sorteggi, la nuova avventura del girone, le sfide impensabili solo qualche anno prima quando vagabondavamo tra Gubbio e Avellino.
Sembrava tutto dovuto, sembrava tutto facile: eravamo la Fiorentina.
Beh, non era tutto così semplice, come possono testimoniare Roma, Palermo, Udinese, ma anche la Sampdoria lo scorso anno, e almeno una mezza dozzina di altre squadre italiane cacciate fuori prima ancora di annusare l’aria europeadal 2000 ad oggi.
Ricordiamocele queste cose con orgoglio nel giorno in cui la nostra ragazza vestita di viola compie 85 anni ed è davvero come la canzone di Spadaro: “e l’ha tant’anni eppure un la invecchia mai…”.
Auguri Fiorentina.

…la sua musica è finita, quanto tempo che è passato e passerà.
Fantastica canzone di Guccini, che ora viene bene anche per il calciomercato viola.
Comincia infatti il conto alla rovescia e a me piacerebbe molto che fosse già oggi il 31 agosto, per chiudere le operazioni e ricominciare da qui.
Quasi non mi sembra vero: dopo un’attesa messianica di ben 32 mesi abbiamo perfino un vice Gilardino e rimarrebbe in sospeso il terzino sinistro, ma pare che De Silvestri non se ne vada e che Cassani all’occorrenza possa giocare pure lì.
Se davvero finisse così, diciamo la verità, sarebbe andata molto meglio di quanto abbiamo temuto per almeno tre mesi.

Sì, se ci fossi stato io a condurre il Pentasport, l’intervista a Corvino sarebbe venuta molto peggio.
Per due motivi: entrambi avremmo avute le piume ritte, pronti a non concedere all’altro il minimo vantaggio, io a fare domande insidiose e lui a renderle neutre con le sue argomentazioni ormai conosciute a memoria.
E poi non sarei riuscito ad essere così leggero e piacevole come lo sono stati Saverio e il Ciuffi.
Non avevo mai sentito un Corvino così, una volta quando venne negli studi di Radio Blu iniziammo abbastanza rilassati ma poi finimmo in un crescendo che faceva emergere le rispettive personalità.
Ha ragione: a livello di permalosità tra noi finirebbe alla pari, anche se a me sembra di essere meno reattivo di lui, ma forse Pantaleo pensa la stessa cosa di se stesso.
Però non è vero che ho definito fallimentari gli ultimi due anni della Fiorentina (e ridagli con la permalosità…), ho invece detto che dal marzo 2010 siamo stati insufficienti in termini di gioco e risultati, e dentro ci sono pure 3 mesi di Prandelli.
Però adesso è davvero venuto il momento di voltare pagina, di guardare avanti, ringraziando il professor Pestuggia, il dottor Ciuffi ed il sor Corvino per 45 minuti minuti di radio ad alto livello.

L’idea di Bovo era ottima e l’avevo detto e scritto in epoca non sospetta, cioè quando doveva arrivare.
Adesso siamo a fare i soliti discorsi e francamente è un po’ frustrante inseguire a lungo un calciatore e vederlo prendere da altri, quando tutto sembrava fatto.
Vediamo adesso cosa accade, anche nei rapporti con il Genoa e con Zavaglia, che è al secondo scherzetto con un suo assistito, dopo il tormentone Aquilani.
Non ho capito bene il perché della rottura, forse qualcosa legato alla durata del contratto.
Cercheremo di fare con quelli che abbiamo, sperando che Natali carburi il prima possibile e che Gamberini non si distragga troppo, però, ripeto, peccato: Bovo era davvero un’ottima idea e mi sembrava anche costasse il giusto.

Si è visto più calcio oggi, in quel caldo atroce, dove era davvero impossibile giocare, che in dieci partite dello scorso anno.
Poi si potrà dire tutto: era solo il Cittadella, hanno segnato quelli che devono essere venduti e Montolivo ha dimostrato di essere di caratura superiore, i due centrali sono stati imbarazzanti sul gol preso, ma io voglio vedere il bicchiere mezzo pieno.
Perché abbiamo superato il turno, perché Lazzari si è inserito subito bene, perché Cerci ha giocato molto bene per 90 minuti, perché questa squadra ha dimostrato di avere carattere, perché Jovetic mi è sembrato abbastanza cattivo e senza paura.
Ribadisco il concetto: se non vendiamo nessuno, meno che mai Gilardino (grandissimo gol), prendiamo Bovo, un attaccante di riserva e uno sulla fascia sinistra in difesa, ci possiamo divertire e mettere in soffitta tutti i veleni di un’estate tra le più brutte che mi sia toccato di vivere con la Fiorentina.

RISPIEGO IL MECCANISMO, PERCHE’ EFFETTIVAMENTE E’ STATO ELABORATO UN PO’ DI CORSA
NOI ANDIAMO A CENA E NON CI SONO CONTROLLI SULLE ISCRIZIONI, NEL SENSO CHE NON CONTA SI HA DATO LA SUA ADESIONE PRIMA O DOPO.
POI ARRIVA (INEVITABILMENTE…) IL CONTO E SI DIVIDE PER QUANTI SIAMO
SE LA FIORENTINA E’ ARRIVATA DAL QUARTO POSTO IN SU, IO PAGO PER 40 UNITA’ E IL RESTO VA DIVISO PER I PRESENTI.
ALTRIMENTI SI FA ALLA ROMANA, NON NEL SENSO CHE SI PAGA IN 23 ANNI STILE LOTITO…, MA PERCHE’ OGNUNO PAGHERA’ LA CIFRA INTERA PER CONTO PROPRIO
IN ENTRAMBI I CASI SI RACCOLGONO FONDI PER LA FONDAZIONE BORGONOVO, CHE NEL CASO DI QUARTO POSTO O MEGLIO SARANNO NETTAMENTE PIU’ SOSTANZIOSI…

Stavolta la sfida l’ha lanciata Umberto, convinto in un eccesso di ottimismo, che la Fiorentina arriverà quarta.
Magari fosse vero: io ho raccolto il guanto e ho detto che va benissimo, che se finisse così sono disposto a pagare pegno, stavolta in modo più sostanzioso di una colazione.
Quindi facciamo così: a fine campionato andiamo tutti a cena fuori, chi vuole si iscrive da adesso, e il conto fino a 40 invitati lo pago io (il totale rimasto si divide tra tutti), se si finisce oltre il quarto posto si fa alla romana.
Ma se non ce la facciamo il vostro pegno è sempre lo stesso: offerta alla Fondazione Borgonovo.
Le iscrizioni sono aperte, poi a maggio si sgrana insieme e conto sulla vostra parola d’onore per le offerte.

Il miglior Corvino degli ultimi due anni ci ha regalato una speranza: che la Fiorentina cominci (e finisca) il campionato con un’accoppiata di lusso per chi punta “solo” ad un piazzamento in Europa.
Non sono in molti infatti a permettersi Gilardino e Montolivo.
Non so se quella di Pantaleo sia stata una mossa tattica, resta il fatto che finalmente è stato detto qualcosa di chiaro sui tormentoni estivi.
Su Ramirez la strada mi pare che sia dura, mentre attendo con una certa impazienza l’arrivo di Bovo, superiore a tutti i centrali viola ad eccezione di Gamberini.
Se rimane anche Vargas, Gila non se ne va e Montolivo non lo prende nessuno, a me pare una squadra più che degna, che sinceramente meriterebbe di più di diecimila abbonati.

P.S. Per inciso: la Fiorentina sta facendo con Montolivo ciò che avevamo chiesto due mesi fa, ha avuto un’impennata d’orgoglio (avevamo lanciato un sondaggio, ricordate?) e non vuole farsi prendere per il collo. Bravi.

E’ solo una mia sensazione, nulla di più, ma se alla fine non arrivasse Maxi Lopez e invece vestisse la maglia viola al suo posto qualcuno di più affifdabile in termini di gol?
Mi viene in mente Borriello, anche se non so bene come potrebbero risolvere la storia del maxi ingaggio.
Io non credo che le perplessità sulla resa realizzativa dell’argentino non siano state fatte da Mihajlovic e Corvino e poi quante volte la trattativa principale del direttore sportivo si è dimostrata alla fine solo uno specchietto per le allodole?
Un’altra possibilità è che Preziosi non faccia l’ultimo sforzo e non porti a 13 milioni (che a me sembrano molto pochi)l’offerta per portare Gilardino a Genova.
E intanto è passato un altro giorno…

Nel marzo 2010, mi pare, stavo preparandomi a gustare uno dei piaceri della vita: la visione di tutte le partite sul divano davanti all’unico televisore di casa Guetta, una cosa di cui vado molto fiero: abbiamo moltiplicato i computer, ma non le tv.
Avevamo appena perso con il Parma e due minuti prima del fischio di inizio mi arriva sul cellulare una chiamata da un numero che non conoscevo: “Signor Guetta, buongiorno, sono Francesco Guidolin”.
Mio silenzio di tre secondi e ripresa dall’altra parte: “Sono l’allenatore del Parma”.
Per quanto ormai rincoglionito, la mia risposta fu che sapevo benissimo chi fosse e iniziammo una conversazione che mi fece perdere la prima mezz’ora delle partite (anche a lui, immagino).
La ragione della chiamata era un mio articolo sul Corriere Fiorentino in cui lo accusavo di ipocrisia a proposito della famosa querelle a Palermo con Prandelli, quando Mutu segnò con Guana a terra e lui se ne andò dal campo.
Lui contestava il mio aggettivo, io ribettei con le mie ragioni e cominciammo a parlare di calcio in generale.
Posso dirlo?
L’impressione fu che non fosse affatto antipatico e che certe sfumature, certi modi di intendere il pallone solo come uno sport e non come un’industria mi facessero ricordare (ebbi nettamente questa impressione) proprio Cesare Prandelli.
Ci demmo appuntamento per la gara di ritorno a Parma, per una chiacchierata a registratore acceso da realizzare in Emilia nei giorni precedenti alla partita, un’intervista che poi per motivi di tempo non ho mai richiesto.
Questo è il piccolo retroscena che volevo raccontare, il resto è la grande prova dell’Udinese di ieri, che arriva dopo un campionato in cui ad un certo punto io ho sperato che vincesse lo scudetto.
Davvero un ottimo allenatore Guidolin e chissà come sarebbe stato il suo matrimonio a Firenze, ma devo dire che Corvino non ebbe una cattiva intuizione quando nel 2005 sterzò in direzione Orzinovi…

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