Alla vigilia dell’intervista con Renzi mi sembrava di essere tornato ai tempi della scuola, al Duca d’Aosta, quando dovevo studiare chimica o tedesco e non ne avevo assolutamente voglia.
Sapevo di dovermi preparare sul project financing, appassionante come il curling, e alla fine “mi ci sono messo” per non fare brutta figura.
Spero che sia andata bene, che l’intervista sia risultata piacevole e non troppo tecnica, ma vi voglio raccontare un piccolo retroscena.
Quando Renzi è arrivato puntualissimo (grande merito, perché mica sono tutti così), mi ha spiazzato chiedendomi le prossime partite di Lecce e Bologna.
Io, che dopo le gare in notturna sono un po’ più rincoglionito del solito per un fatto di metabolismo, non me le ricordavo troppo bene e quelle del Bologna meno che mai.
Allora mi è venuto in soccorso il giovane Zoccolini, assistente-contemplativo all’intervista, che ha tirato fuori il calendario.
E così per dieci minuti Renzi si è messo a compilare la tabella salvezza della Fiorentina, scrivendo i punti che avremmo fatto noi e le altre due da qui al 13 maggio, chiedendo anche una mia valutazione.
Non male avere un sindaco tifoso…

La considerazione più amara è che sarebbe bastato giocare così, cioè da sei, per evitarci tutti i patimenti di questo finale di campionato.
E’ stata una partita di grande volontà, ma con le gambe un po’ molli e con un pubblico che ha fatto davvero il massimo, anche se sono venuti allo stadio in pochi (meno di ventimila, penso).
Con Jovetic in giornata-no e con Amauri che è partito bene, ma poi si è spento, era dura segnare, anche se la occasioni le abbiamo avute, pur concedendo qualcosa al Palermo.
Adesso ci vogliono i nervi saldi per non farsi prendere dalla paura e soprattutto non bisogna pensare a Masiello, alle scommesse e a tutto il resto.
Salviamoci sul campo e poi procediamo alle grandi pulizie di fine stagione.

Bisogna essere freddi e pensare a chi tra i cinque che sono rimasti fuori sabato, più Amauri, andrebbe messo domani sera.
Ogni idea è opinabile e poi per fortuna decide Rossi, ma proviamo a dire la nostra per divertimento.
Io toglierei Kharja, Pasqual e Ljajic e butterei Montolivo e Vargas (se ha recuperato), oltre naturalmente ad Amauri.
Giocherei con il 3-5-2 e cioè con Camporese, Natali, Nastasic dietro, De Silvestri, Behrami, Montolivo, Lazzari e Vargas a centrocampo, Amauri e Jovetic davanti.
Voi che ne pensate?

E’ chiaro che per non sciupare tutto adesso non devono tradire contro il Palermo, però davvero siamo tornati a sperare.
C’entra Diego, ovviamente, ma c’entra molto anche Andrea, che ha fatto come si dice in questi casi il lavoro sporco, da mediano.
Mentre il padre stava morendo si è sciroppato le bizze dei suo dipendenti, i vaffa della gente, ore e ore di allenamenti non proprio esaltanti, il faccia a faccia dei tifosi, il fallimento tecnico dell’uomo a cui aveva dato sbagliando una fiducia esagerata, il ripianamento dei debiti.
Insomma,lui ha preso il peggio e Diego la beatificazione e comunque va bene così, basta solo ricordarle alcune cose.
Mercoledì bisogna andare allo stadio, come veniva chiesto prima di Milano, anche se per motivi per fortuna diversi, fermo restando l’esigenza assoluta di fare i tre punti che ci metterebbero al sicuro.
Diciamo che se fanno un finale di stagione dignitoso, se per caso si avvicinassero ai 50 punti, passerebbero tutti da 4 al 5, perché certe cose non si dimenticano e non parlo solo della partita con la Juve.
Ma oggi a Firenze e tra il popolo viola si respira un’aria di resurrezione perfettamente in linea con la Pasqua (auguri tardivi, ma sinceri) ed è questa per me l’eredità più importante della gioia sfrenata di ieri pomeriggio.

Sì, la meritano soprattutto quelli che sono venuti a Milano, uomini e donne coraggiosi, dotati davvero di una fede incrollabile.
Un trionfo che considerate le premesse della vigilia rimarrà davvero uno dei momenti più belli della storia viola.
Avevo scritto che bisognava avere della dignità in questa trasferta a San Siro e finalmente l’hanno avuta.
Io me lo sentivo, giuro, che poteva finire così, infatti ho azzardato il rito Borgonovo (chissà Stefano come avrà goduto), qualcosa che invoco ogni sei, sette anni.
E’andata male sull’angolo (avevo ipotizzato un gol di Nastasic), ma davvero ci ho creduto fino in fondo.
Quanto è dolce ora fare la lista dei migliori: per me Jovetic e De Silvestri (mostruoso!) alla pari, e poi Behrami e quindi Amauri e Boruc.
Chiariamoci però su un punto: questo successo arrivato dopo la visita pastorale di Diego non toglie neanche un grammo della melma piovuta addosso nella gara contro la Juve.
Però, come ho detto al termine della radiocronaca: oggi è bello tifare per la Fiorentina.

Il ragionamento è molto semplice, direi banale: esisteva un momento migliore di questo per presentarsi davanti al popolo viola e dire “io voglio comprare la Fiorentina”?
Si è forse visto qualcuno?
Per questo, ma non solo per questo, io continuo a pensare che Andrea Della Valle sia la migliore soluzione possibile per il nostro futuro.
Un Andrea Della Valle discretamente incazzato come l’ho sentito ieri, un imprenditore che ha capito con enorme e colpevole ritardo i danni che si è fatto (e ci ha fatto) nel delegare tutto ad una sola persona, poi esplosa nel delirio di onnipotenza e nella mistificazione della realtà.
I danni li ha fatti Corvino, ma dietro c’era lui, Andrea, che per due anni non ha mosso foglia e che per questo ha pagato in termini di consenso e in termini economici (mica lo azzeriamo noi il debito della Fiorentina).
Ma poiché l’uomo mi sembra determinato a non mollare e a rilanciare, e poiché ha tutti i mezzi per farlo, sarà bene per i prossimi tre mesi sotterrare l’ascia di guerra e vedere cosa succede, fidandosi di Andrea.
Stavolta davvero non può sbagliare, ma lui lo sa meglio di chiunque altro.

E dai, confessiamolo: ogni volta che sul fronte scommesse si scopre qualcosa di buono abbiamo paura di leggere quella parola di dieci lettere a cui destiniamo molte energie: Fiorentina.
Perché non ci siamo mai ripresi completamente da Calciopoli e perché davvero spesso la “testa dei giocatori è buona per portare cappello”.
Per ora non esiste il minimo sospetto che dentro ci sia un solo giocatore viola, ma la strizza resta.
Io la esorcizzo pensando che la Fiorentina è una delle società tra le più corrette al mondo, che paga regolarmente gli stipendi (perché spesso questo tumore si alimenta là dove ci sono delle difficoltà economiche), che abbiamo già dato abbastanza per cose in cui siamo entrati da vittime e siamo stati trasformati in carnefici.
Tutto questo fino alla prossima rilevazione: fiato sospeso e… sollievo per vedere che non ci siamo.

Ragazzi, diamoci una regolata: siamo la Fiorentina, non una squadra di dilettanti che va in gita premio a giocare a san Siro.
Non ho mai visto in 33 anni di professione e in 46 di amore viola una cosa del genere, tutti danno così per scontata la sconfitta contro il Milan che è come se la partita non esistesse, come le avessimo già giocata e persa.
Qui si pensa solo alla gara con il Palermo, a come fare arrivare la gente allo stadio con i prezzi stracciati, a vedere chi recupera o no per mercoledì 11 aprile.
Io non ci sto e mi ribello, perché a San Siro ci siamo anche tolti delle soddisfazioni e perché non possiamo farci prendere così a ceffoni, essere umiliati in questo modo, mediaticamente parlando.
Sabato pretendo una prestazione degna di Firenze e dei tifosi viola e se poi perdiamo lo voglio fare non lasciando nulla di intentato.
Va bene la desertificazione del Franchi, ma a tutto c’è un limite e con questo atteggiamento da Scafatese, con tutto il rispetto per la Scafatese, noi quel limite lo abbiamo abbondantemente superato.

P.S. A ME SEMBRA DI SOGNARE: MA COSA SIAMO DIVENTATI?
IO NON HO SCRITTO CHE SPERO DI FARE RISULTATO A MILANO, NON SONO UN PAZZO E LO SO ANCH’IO CHE AL 90% PERDEREMO.
IL MIO RAGIONAMENTO E’ BEN DIVERSO: POSSIBILE CHE SI DEBBA ANDARE LA’ CON QUESTO SPIRITO?
MI RIBELLO AL RUOLO DI SPARRING-PARTNER, SE INVECE A QUALCUNO STA BENE, SONO CONTENTO PER VOI, MA NON MI LEGO A QUESTA SCHIERA…

La stagione di Jovetic sta diventando normale, cioè con gli alti e bassi inevitabili per uno che ha avuto il suo infortunio.
Sarebbe stato strano il contrario e noi siamo stati a galla fino a quando lui ha giocato..da Jovetic, ma sano, senza troppi problemi, direi divertendosi.
Ve lo ricordate il giocatore che a gennaio scivolava tra gli avversari e predicava quasi sempre nel deserto?
Adesso gli riesce un dribbling su tre e non segna più su azione da una vita: senza di lui la Fiorentina è persa.
Io non sono preoccupato per Jovetic, che l’anno prossimo salirà ancora tra i talenti europei, ma per la squadra, che non ha mai trovato un’alternativa al suo giocatore con più classe.
E adesso, ad un mese e mezzo dalla fine del campionato, e dopo scempio compiuto in attacco (ma non solo) nelle varie campagne acquisti e soprattutto cessioni, siamo disperatamente aggrappati a Jovetic perché ci porti dall’altra parte del fiume.

Gianfranco Teotino sta antipatico a molti di voi e su questo non posso discutere e neanche mi interessa farlo.
Quando però l’antipatia diventa un pregiudizio per analizzare quello che dice, allora non ci sto, soprattutto quando vengo tirato in mezzo ad una polemica che per me non esiste.
Ha detto Teotino ieri sera a Forza Viola che nella sempre più ipertrofica classe giornalistica fiorentina (ma presumo anche italiana) si sta verificando da qualche anno un fenomeno nuovo: la mancanza di controllo su ciò che appare in rete.
Proliferano siti e improvvisati giornalisti che senza alcuna gavetta (e quindi senza alcuna attenzione a ciò che fanno) sparano sul web di tutto.
Io credo che Teotino avesse perfettamente ragione e queste cose le sto scrivendo e dicendo da anni.
Questo non toglie nulla alla professionalità di chi lavora correttamente e potrei citare l’esperienza personale di Pestuggia, Loreto e Ceccarelli, rispettivamente a Violanews, Firenze Viola e Fiorentina.it
Loro controllano, filtrano, cazziano se uno sbaglia, correggono.
Poi, tornando a ieri sera, in trasmissione interviene Loreto, che difende il suo lavoro: scelta legittima, che avrei probabilmente fatto anch’io, perché lui sa quanto e come si spende per far funzionare al meglio il suo sito.
Secondo alcuni di voi io sarei dovuto intervenire quando parlava Teotino per difendere la categoria e magari, se lo avessi fatto, le stesse persone mi avrebbero accusato di spirito corporativo.
Non ho detto una parola perché, come ho scritto prima, anch’io credo che il fenomeno internet abbia moltiplicato insieme alla democrazia e la libertà di pensiero anche la cialtroneria nell’approccio a questa professione.
Se le stesse cose di Teotino le avesse dette, non so Ferrara o Rialti (parlo di due tra i più amati tra i giornalisti), nessuno avrebbe avuto niente da obiettare.
Fatevi un bell’esame di coscienza voi che urlate allo scandalo “perché non ho difeso Loreto” (peraltro mai nominato da Teotino e comnque da me tutelato in tutte le sedi, chiedete un po’ all’interessato…) e poi ne riparliamo.

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