E’ chiaro che per non sciupare tutto adesso non devono tradire contro il Palermo, però davvero siamo tornati a sperare.
C’entra Diego, ovviamente, ma c’entra molto anche Andrea, che ha fatto come si dice in questi casi il lavoro sporco, da mediano.
Mentre il padre stava morendo si è sciroppato le bizze dei suo dipendenti, i vaffa della gente, ore e ore di allenamenti non proprio esaltanti, il faccia a faccia dei tifosi, il fallimento tecnico dell’uomo a cui aveva dato sbagliando una fiducia esagerata, il ripianamento dei debiti.
Insomma,lui ha preso il peggio e Diego la beatificazione e comunque va bene così, basta solo ricordarle alcune cose.
Mercoledì bisogna andare allo stadio, come veniva chiesto prima di Milano, anche se per motivi per fortuna diversi, fermo restando l’esigenza assoluta di fare i tre punti che ci metterebbero al sicuro.
Diciamo che se fanno un finale di stagione dignitoso, se per caso si avvicinassero ai 50 punti, passerebbero tutti da 4 al 5, perché certe cose non si dimenticano e non parlo solo della partita con la Juve.
Ma oggi a Firenze e tra il popolo viola si respira un’aria di resurrezione perfettamente in linea con la Pasqua (auguri tardivi, ma sinceri) ed è questa per me l’eredità più importante della gioia sfrenata di ieri pomeriggio.