Pare proprio che dovrò mettere mano al portafoglio: diavolo di un Corvino, l’ha azzeccata anche con Vieri, non più vecchia scarpa finita, ma attaccante vero, spesso decisivo.
Ormai sono quasi certo di essermi sbagliato, chiedo scusa a Vieri e a Corvino, rivendicando però il fatto che quella fosse la mia (grossa) perplessità della campagna estiva.
Grande Fiorentina, che spettacolo vedere imporre il proprio gioco in Spagna, dove spesso ci hanno fatto a fette proprio sul piano della manovra.
Ricordo prove imbarazzanti con Barcellona (1999), Valencia (con furto, è vero, ma giocammo malissimo),Deportivo (amichevole 1998), Atletico (1989, tutti in difesa) ed invece ieri il Madrigal applaudiva la Fiorentina dopo il gol di Bobone.
TORNO STASERA DALLA SPAGNA E QUINDI NON POSSO RISPONDERE AI COMMENTI, MA SOLO MODERARLI, A DOMANI

Ad un certo punto è stato davvero imbarazzante, oltre che pericoloso.
E’ successo durante le due ore di volo da Pisa a Valencia: una decina di tifosi viola hanno sinceramente esagerato e si sono messi a “molestare verbalmente” tutto il gruppo, compresi ignari viaggiatori a cui del calcio non importava assolutamente niente.
Un po’ di cori vanno bene, ma il turpiloquio gratuito, l’ostentazione della volgarità, no.
Ne è uscito un quadro desolante che ad un certo momento ha rischiato di diventare incendiario, nel vero senso della parola.
Perché uno di questi ragazzi (che magari sono pure miei ascoltatori) si è messo ad appiccare il fuoco ad un giornale, così, tanto per fare una bischerata, dimenticandosi di essere dentro un aereo.
So benissimo che questo è un post politicamente scorretto, perché secondo una corrente di pensiero molto in voga “i nostri tifosi sono sempre i migliori, a prescindere”, ma bisognerebbe un po’ riflettere sul perché poi arriviamo alle esagerazioni di non far entrare allo stadio i ragazzi con le magliette anti-Juve.
Per la cronaca i dieci sono stati fermati dentro l’aereo dalla Guardia Civil, che qui non scherza.
E ora via con la partita: qui a Valencia non gliene importa niente a nessuno, ma a Villareal, mi racconta il giovane Russo (nettamente migliorato con l’inglese), sono tutti eccitatissimi.
Sull’assenza di Montolivo devo dire che mi ha un po’ sorpreso, ma un giorno scrissi che Prandelli avrebbe potuto allenare pure nudo, tale era il credito conquistato.
Figuriamoci quindi se non può lasciare a casa Gobbi, Semioli e, appunto, Montolivo.

Questa volta mi piace molto di più, anche se sono ancora in Italia.
Sarà la Spagna, sarà l’avversario, sarà che ci vado con mia figlia Valentina, sarà quel che sarà, ma sento nell’aria molta più elettricità rispetto a settembre e quasi mi spiace che non sia ad eliminazione diretta.
Lo so che avremmo rischiato, ma vuoi mettere il brivido?
Questa sì che è una prova di maturità: se usciamo imbattuti anche dal Madrigal, potremmo davvero cominciare a pensare in grande.
Lascio alle spalle tutta l’amarezza personale per la sconcertante serata di domenica in televisione, tendo metaforicamente la mano a Corvino e mi preparo a vivere un full immersion viola in una città che già conosco ai tempi di Bati e Rui.
Sembra un’era geologica fa ed invece era solo il duemila.

Premessa: se questo è il prezzo da pagare perché la Fiorentina vada come sta andando, io sono perfettamente d’accordo.
Se cioè Corvino o altri nel togliersi qualche sassolino dalla scarpa sparano nel mucchio e mi coinvolgono in ricostruzioni perlomeno parziali di come sono andate le cose, va benissimo: a me interessa soprattutto che la Fiorentina voli come sta facendo da oltre due anni.
E però un po’ di chiarezza bisogna che si faccia, almeno qui a casa mia e vostra (nel blog) e anche alla radio.
I fatti: ieri sera a Golden Gol Corvino si è lanciato contro il sottoscritto e Radio Blu dicendo che
1) ero ed eravamo contro Pazzini perché convinti che la coppia Pazzini-Mutu non fosse all’altezza di quella formata da Toni e Mutu;
2) per l’intera estate abbiamo attaccato la campagna acquisti della Fiorentina.
Diciamo subito che con Corvino non esiste difesa possibile per due insormontabili ragioni:
1) poiché per fortuna Corvino e altri dirigenti lavorano 12 ore al giorno per il bene della Fiorentina, è quasi certo che il 90% delle loro convinzioni si sia formato su cose riportate da altri (leggi a questo proposito il post precedente su Pazzini). E ne conosco diverse di persone che ascoltando il Pentasport si ingegnano a creare casino riportando mozziconi di concetti o frasi estrapolate dall’idea portante.
2) Radio Blu ha nella propria squadra una quindicina di opinionisti di livello nazionale in esclusiva ed è quasi certo che quanto riportato con tanto calore da Corvino sia stato in effetti detto da qualcuno dei suddetti opinionisti.
Il primo esempio che mi viene in mente è quando uno dei giornalisti che stimo di più, Alberto Polverosi, fece un paragone tra Lazio e Fiorentina, esaltando (secondo me a torto) la capacità della Lazio di arrivare in Champions con molte meno risorse dei viola. La linea editoriale di Radio Blu era un’altra, Pestuggia e Russo in studio tornarono sull’argomento per spiegare quale fosse la nostra posizione, ma poi rimane il discorso (soprattutto se riportato) che “a Radio Blu è stato detto che….”.
Dunque, almeno con Corvino non c’è difesa contro questo tipo di veleni, che certamente si ripeteranno in futuro, ma credo che sia giusto precisare cosa invece è stato detto e scritto a proposito di ciò di cui vengo e veniamo accusati da DS viola.
1) Pazzini è sempre stato difeso, secondo alcuni fin troppo, proprio per la grande fiducia nelle sue potenzialità e ho sempre detto e scritto che su di lui si gioca la scommessa più importante della Fiorentina di questa stagione.
Certo, se poi uno pensa che nell’immediato sia più forte di Toni, allora non ci siamo.
Se fosse così giocherebbe Giampaolo in Nazionale ed il Bayerm avrebbe offerto a lui e non a Toni 5 milioni e mezzo netti a stagione. Secondo Corvino avremmo dovuto affermare tout-court che senza Toni non era cambiato niente, il che mi pare un po’ eccessivo. Senza contare le innumerevoli volte in cui ho rintuzzato i rimpianti di Ciuffi e degli ascoltatori/lettori per la partenza del centravanti della Nazionale, perché trovo giustissima la politica degli ingaggi attuata dalla Fiorentina.
2) Nessuno della redzione di Radio Blu, a cominciare da me, si è mai sognato di attaccare in toto la campagna acquisti della Fiorentina, che invece, dopo l’arrivo di Semioli, fortemente voluto da Prandelli, è stata definita molto buona.
Come contraltare alle ingiustificate accuse di Corvino potrei raccontare dei tanti sms o delle email in cui mi e ci davano di filo-governativi, ma sarebbe tempo perso, perché poi alla fine dobbiamo rispondere solo alla nostra coscienza professionale.
Come detto più volte la mia unica perplessità era legata a Vieri.
Da lui sono pronto a sentirmi dire di tutto (ovvaimente nell’ambito del rispetto reciproco), perché avrebbe ragione: io ho dubitato e Bobone è andato bene, dunque ho sbagliato.
Ma il resto davvero no, e comunque abbiamo le spalle abbastanza larghe (e soprattutto un ascolto che non ha paragoni) per sopportare questo ed altro.

Strano titolo per una domenica da leccarsi i baffi, ma questa ve la voglio raccontare.
Capita che scambi due parole con Pazzini prima del a classica intervista del dopo partita e rivendichi il fatto di averci sempre creduto e lui mi risponde che non è vero, perché alcuni “amici” gli avevano riferito che avrei detto che era lui il problema della Fiorentina”.
Siccome l’ho sempre considerato un ragazzo intelligente, non mi arrabbio e gli psiego che forse è bene non fidarsi troppo del sentito dire e dei discorsi riportati.
E’ un po’ come la storia con Prandelli dopo Livorno dello scorso anno: io sono sempre pronto a prendermi le mie responsabilità quando esprimo giudizi negativi (ed infatti ho litigato con mezzo mondo, da Batistuta a Malesani, da Rui Costa ad Antognoni), ma santo cielo è possibile che uno inventi di sana pianta per il solo gusto di seminare zizzania.
Tra l’altro se la vicenda di Prandelli era ridicola (e ci ho messo un po’ di tempo per fargli capire che gli avevano riferito cose false), questa di Pazzini è paradossale perché proprio sulla difesa di Giampaolo mi sono preso le critiche più feroci dell’ultimo mese
La cosa è sbollita in tre minuti e se non fosse stato così non ci avrei potuto fare niente perché mica si può combattere contro i multini a vento del pettegolezzo.
Vabbeh, non pensiamoci più e godiamoci questi giorni perché forse non ci rendiamo del tutto conto di quanto siano formidabili e come sia eccezionale la normalità che stiamo vivendo con Prandelli, Corvino, i Della Valle e la squadra (compreso Vieri, che mi sta facendo passare dalla parte del torto, per fortuna).

Il titolo è un po’ provocatorio, lo ammetto, ma credo che sia venuta l’ora di aiutare Pazzini, soprattutto dal punto di vista tecnico.
Il pubblico dovrà fare la sua parte ed evitare di mugugnare al primo (eventuale) errore.
Il rientro di Jorgensen promette bene in questo senso: Giampaolo va infatti sfruttato con cross che arrivano dal fondo e comunque cercando la profondità col palleggio.
Che ci pensino quindi Martin e Semioli ad innescare il suo ottimo tempismo.
E’ inutile invece provarci con il “lancione” ed è forse venuta l’ora in cui Pazzini dovrà diventare meno altruista.
Insomma, che provi un po’ più spesso a tirare, anche a costo di fare brutta figura.
Mi aspetto molto dalla sua prestazione di domani e non vorrei, in caso di partita negativa, che ci fossero alibi tecnici.
Per questo proviamo a giocare un po’ diversamente dal solito.

Enzo Bucchioni è un opinionista del Pentasport del 1999 ed è attualmente vice direttore di QN (oltre 500mila copie giornaliere vendute).
A volte non sono stato d’accordo con lui, come ad esempio nella sua interpretazione di Calciopoli, ma accade anche con altri importanti colleghi che potete sentire in esclusiva solo su Radio Blu e la cosa non ha mai provocato particolari problemi, ne’ a me ne’ a loro.
Non ho mai saputo per quale squadra tifasse e neanche mi importa di saperlo: per me conta la sua buonafede e se ciò che dice è interessante e “funzionale” alla trasmissione, circostanze che si sono sempre verificate.
Negli scorsi giorni Bucchioni è stato cercato almeno da una decina di radio, di cui tre fiorentine, perché insieme a Mario D’Ascoli ha firmato un libro in cui Moggi racconta la SUA verità, che lui ha raccolto da giornalista.
Ha parlato in esclusiva solo a Radio Blu.
Per la proprietà transitiva dell’antipatia (e sfido qualcuno a dire che Radio Blu è mai stata tenera con Moggi e chi avesse dei dubbi può ascoltare questa sera l’intervista di Russo all’ex capo bianconero), secondo diversi ascoltatori avremmo dovuto rinuciare all’opportunità di sentire di cosa si parla nel libro: ma vogliamo scherzare?
No, dico, ma giornalisticamente e democraticamente ci saremmo dovuto tirare la zappa sui piedi “perché con certe persone e di certe cose noi non parliamo”?
Scusatemi tanto, ma il Pentasport è una trasmissione di informazione e di opinione e abbiamo dei precisi doveri verso chi ascolta, anche a costo di non far contenta l’ala più intransigente della tifoseria.
Quindi il problema Bucchioni è un falso problema, mentre Moggi continua ad essere il personaggio che è sempre stato, un uomo col quale personalmente non avrei mai voluto avere niente a che fare, ma questo è un altro discorso che non riguarda certamente la mia responsabilità di direttore del rotocalco radiofonico più seguito in Toscana.
Se qualcuno ha qualcosa da dire (in termini civili) a Bucchioni, lo potrà fare venerdì 2 novembre quando farà il filo diretto in radio.
E’ solo così che si cresce, confrontandoci democraticamente nel rispetto delle opinioni altrui.

Lo avevo già scritto prima di Groningen e lo ripeto adesso: ma cosa c’è di così clamoroso nel pagare Conto Tv invece della 7 per vedere la Fiorentina?
Tutto questo ovviamente a patto che non ci siano i problemi dello scorso 20 settembre, quando, secondo quanto riportato da diversi tifosi che hanno scritto alla radio, alcuni acquirenti dell’evento rimasero a spento chiuso dopo aver pagato i 10 euro della scheda.
Ma se tutto va bene, che ve ne importa se le immagini le irradia un canale che ha nel porno il proprio “core business”?
Uno guarda la Fiorentina, magari ascoltando Radio Blu, e poi basta.
Se invece uno ha voglia dei tempi supplementari, continua a rimanere sintonizzato su Conto Tv, sentendo l’audio delle nostre interviste e guardando in contemporanea le evoluzioni in onda in quel momento.

Io di fronte a cose del genere non trovo parole, e voi?
DA REPUBBLICA.IT
TORINO – Dopo ore di interrogatorio Giuseppina Griffo ha confessato: la figlia Melania, cinque anni, non è precipitata dal balcone per una tragica fatalità ma perché lei l’ha spinta.
Il dramma si è consumato ieri sera a Vinovo, in provincia di Torino, nell’appartamento al quinto piano in cui vive la famiglia Villani.
Inizialmente si era pensato a una disgrazia.
Ma con il passare delle ore gli inquirenti hanno cominciato a sospettare della madre, che soffre di crisi depressive.
Durante un lungo interrogatorio Giuseppina Griffo, 30 anni, da tempo sofferente di crisi depressive, è caduta più volte in contraddizione ed è stata sottoposta a fermo di polizia giudiziaria per omicidio.
E alla fine ha confessato: Melania si era arrampicata su una sedia per vedere il padre che tornava a casa dal lavoro, lei le aveva detto più volte di scendere ma la bambina non aveva obbedito e l’ha spinta giù.
La confessione corrisponde all’ipotesi tracciata dagli inquirenti.
Al momento della tragedia la madre lavava i piatti in cucina.
La bambina era abituata ad aspettare il padre prima di addormentarsi e così, per cercare di vederlo prima, ha preso una sedia, l’ha portata in balcone e vi è salita sopra.
Giuseppina Griffo le ha detto di scendere ma la bambina ha continuato a saltare sulla sedia.
La donna, esasperata, l’ha spinta e la piccola si è sbilanciata precipitando nel vuoto.
Una delle cose che hanno insospettito gli investigatori è che Giuseppina Griffo, una volta avvenuta la tragedia, non ha chiamato subito il 118 ma la madre che abita poco distante. Solo dopo è stata chiamata la centrale di soccorso. Sul posto sono intervenute due ambulanze, ma la situazione era compromessa: Melania è morta poco dopo il ricovero. In ospedale, a Moncalieri, è poi arrivato anche il padre, Angelo Villani, avvertito da alcuni amici alla Fiat Mirafiori dove lavora come operaio turnista.

Stavo e sto vivendo un periodo di profondo distacco dalle vicende politiche, ultimamente riesco a malapena ad arrivare alla fine delle interviste ai poltici o degli articoli che analizzano come vanno le cose nel nostro Paese.
In casa ho minacciato più volte ad alta voce che non ce l’avrei più fatta a votare a sinistra, disgustato dai casini della coalizione, e lo dicevo con un certo imbarazzo giacché di smettere di votare non se ne parla proprio, ma, insomma, spostarmi a destra…
Domenica mattina, però, forse perchè più riposato per l’assenza di impegni lavorativi, ad un certo punto mi è partita la bambola civica: basta, vado a votare per le primarie, quasi fosse un ultimo sussulto di vitalità prima di deporre le armi.
Ho caricato Valentina in macchina, le ho spiegato cosa stavamo facendo, cercando di darle un’infarinatura semplice ma efficace che la facesse uscire almeno per un’ora dal micidiale cocktail che caratterizza purtroppo quasi tutte le dodicenni italiane che per fortuna non hanno problemi economici ( tv/vestiti/zac efron) e ho dato il mio voto a Rosy Bindi, sapendo benissimo che avrebbe vinto Veltroni.
Ho pensato: forse ci potrebbero salvare le donne, con loro al potere, ne sono certo, ci sarebbe meno corruzione è molto più buonsenso, per questo in America tifo per Hilary.
Ora leggo e sento un entusiasmo per come sono andate le cose, un entusiasmo che mi sembra un po’ troppo autoreferenziale, ma d’altra parte siamo davvero all’ultima curva.
Se la situazione non si sblocca neanche stavolta, se non tagliamo le ali massimaliste da una parte e dall’altra, se abbiamo ancora una volta paura di dire verità scomode (tipo che l’Italia ha più o meno lo stesso debito pubblico che aveva nel 1992, solo che quindici anni fa i creditori eravamo tutti noi italiani e per questo non abbiamo dichiarato default come l’Argentina, mentre oggi il 55% del debito è in mano agli stranieri…), beh allora è la volta che mi arrendo veramente.

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