Febbraio 2012


Io trovo assolutamente fantastico che ieri un gruppo di persone abbia passato insieme una giornata solo perché uniti da questo blog: davvero grazie a tutti voi.
Mi pare la migliore risposta a me stesso, a quando mi chiedo chi me lo faccia fare di impegnarmi così tanto (non ho nessuno che legga e passi i post, com’è giusto che sia), di arrabbiarmi, di sentirmi dire che verrò querelato.
Senza contare le offese e le minacce (era questo ciò a cui mi riferivo quando parlavo del clima intimidatorio post presentazione di Olivera), le difficoltà di rapporti che questo blog mi ha creato e mi crea nel lavoro quotidiano.
Ultimamente sono stato costretto ad invitare alcune persone ad uscire dalla nostra piazza virtuale, l’ho fatto veramente di malavoglia, ma non vedevo e non vedo altre soluzioni perché su certe cose non posso fare compromessi.
Se davvero qualcuno dialoga con me e pensa che io sia in malafede (o prevenuto, non mi sembra molto differente), beh allora credo che non sia giusto per nessuno continuare la conversazione: è un atto di rispetto per me, ma anche per l’interlocutore, che non dovrebbe perdere così il proprio tempo.
Mi spiace che alcuni di voi non abbiano capito lo spirito che anima il blog, che è poi logicamente il mio spirito: io non ho mai considerato il calcio una specie di ultima frontiera, qualcosa su cui confrontarsi con stati d’animo da guerra civile.
Si può discutere, avere delle simpatie o delle antipatie, ma c’è un limite che non va sorpassato e se io ho fatto a volte questo errore con qualcuno di voi in alcune risposte piccate, vi chiedo scusa,: è che non tutti i giorni sono uguali e la pressione è tanta, specialmente in tempi non proprio felicissimi come quelli che stiamo vivendo.
Il mio sogno è un’apertura mentale a 360 gradi, una piazza virtuale in cui si sia in grado di commentare gli eventi partendo da zero a zero ed è per questo che continuerò a scrivere “quando posso e come posso, quando ne ho voglia, senza applausi o fischi”.

Scusate, ma io una domanda me la devo e ve la devo fare.
Vi giuro senza alcuna voglia di polemiche personali, che non mi interessano e fanno solo perdere energie e tempo.
Sul piano umano il giudizio sulle persone lo tengo per me, qui voglio parlare solo dell’oggetto del mio amore sportivo.
Le premesse al quesito che sto per provi sono le seguenti: negli ultimi due anni la Fiorentina ha pagato il quinto (e da sei mesi il settimo) monte ingaggi d’Italia, accumulando un deficit che secondo Nardella è stato di 30 milioni di euro (evidentemente erano 38, visto che 8 sono rientrati a gennaio), qualcosa che mi ha sorpreso, però evidentemente si vede che il vice-sindaco ne sa più di me.
E non è credetemi colpa dei giornalisti, che saranno pure brutti sporchi e cattivi, ma stavolta non c’entrano un fico secco perchè basta vedere i risultati e le cifre per capire come stanno le cose.
I piazzamenti della Fiorentina dalla stagione 2009/10 ad oggi sono stati undicesimo posto, nono posto (nono e non settimo, perché alla fine anch’io la smetto con l’ironia e certe cose dopo la ripassata di ieri non le tollero più), mentre adesso veleggiamo intorno al decimo posto.
Nelle ultime due stagioni le presenze allo stadio si sono quasi dimezzate e comunque ridotte di almeno un terzo, un segnale che io non avevo mai avvertito in decenni di militanza viola.
Ecco, fatte tutte queste premesse: qualcuno riesce a spiegarmi perché viene prolungato di tre anni il contratto al direttore sportivo, che sarebbe da sempre l’unico responsabile dell’area tecnica, un settore dove i vari Della Valle, Cognini e Mencucci non si sono mai sognati di entrare a parte alcune pesanti e sbagliate eccezioni (Toni all’Inter e Mutu alla Roma)?
Ora che l’ho detto e scritto mi sento in pace con la mia coscienza e, come ho sempre ripetuto, riparto da zero a zero, nel senso che non ho alcun pregiudizio ad analizzare la prossima Fiorentina.
Ma quella di questi ultimi due anni, e a marzo ricorre il secondo triste anniversario della zona grigia, non possiamo far finta di esserceli dimenticati.

E anche il gioco ce l’avevano loro, perché ci hanno surclassato, tatticamente (Mazzarri bravissimo) e tecnicamente.
Non si può neanche dire che siamo stati presuntuosi, perché nel primo tempo abbiamo anche lottato, solo che siamo maledettamente Jovetic-dipendenti: se si ferma lui, è notte fonda.
Amauri paga pegno, com’era nella logica delle cose, e non abbiamo alternative in avanti, ma questo è un discorso vecchio ed inspiegabile e solo a dirlo sembra che si commetta un reato di lesa maestà.
Una bruttissima sconfitta, che ci rispedisce, temo definitivamente, nel limbo del campionato proprio mentre stanno per ricorrere i due anni dall’ultimo momento vivo della Fiorentina.
Per me due anni sono un’eternità, calcisticamente parlando, anche perché solo con Rossi si assiste ogni tanto a dei palpiti tecnici.
Non buttiamoci troppo giù e riproviamo a tessere la tela, anche se capisco che sia difficile riprendersi da tre schiaffoni che, proprio per il calore avvertito al Franchi, fanno ancora più male.

Si respira una bella atmosfera intorno alla partita di questa sera, una voglia di vincere come non si avvertiva da tempo.
Mi auguro che siano sensazioni che filtrano nella squadra coinvolgendo i giocatori, specialmente uno, Vargas, che dovrebbe sentirsi enormemente in debito con Firenze e con chi gli passa il lauto stipendio.
Vorrei una prova di carattere, una grinta da Champions da mostrare fin dal calcio di inizio, anche perché il Napoli non può non pensare al Chelsea, e soprattutto perché quei tre davanti (o Pnadev, ma cambia poco) mi sembrano molto bravi, ma non certo dei cuor di leoni.
Se vinciamo, ci rimettiamo in corsa per il traguardo che dovevamo inseguire ad inizio stagione e quindi conviene sparare tutte le cartucce senza stare a fare troppi calcoli sulle tante partite in poche settimane.

Un’ora insieme a Stevan Jovetic, con la stessa impressione di un paio di anni fa, quando venne a Montemurlo a ritirare un premio: è, quello che si dice, un bravo ragazzo.
Non mi sembra affatto cambiato dal successo quasi planetario conquistato negli ultimi mesi e mi pare che nel suo carattere affiori di tanto in tanto una timidezza di fondo che lascia ben sperare per il futuro.
Non gli appartine la sfrontatezza spesso ingiustificata di alcuni suoi colleghi fuori dal campo, basterà a questo proposito ricordare come si scusò dopo la partita di Coppa Italia per essersi arrabbiato troppo a causa di un gol sbagliato.
Ribadisco il concetto espresso la scorsa settimana: godiamocelo!
Infine una chicca sul tormentone orario: il Napoli aveva tentato un ultimo blitz per giocare alle 20, la Lega e Sky ci sarebbero anche state, ma la Fiorentina ha detto di no.
E ha fatto benissimo.

E’ da ieri che convivo con una sensazione fastidiosa: sono d’accordo con Bossi.
Sto parlando delle Olimpiadi di Roma e la condivisione si limita ovviamente al plauso verso il presidente Monti che ha detto di no e non certamente alla solita trita sequela di insulti rovesciata dal decotto senatur sui romani.
Niente Olimpiadi dunque ed io aggiungerei anche niente stadi nuovi, se la costruzione dei nuovi impianti dovesse fare spendere anche un solo euro alla pubblica amministrazione, sia locale che nazionale.
Possiamo tranquillamente stare senza le Olimpiadi e con gli stadi vecchi: se vogliono investire, i presidenti se li costruiscano da soli.
Non possiamo invece continuare a convivere con molte sacche di povertà che o facciamo finta di non vedere o ci provocano un urticante senso di colpa che purtroppo poche volte sfocia nella volontà di essere solidali.

Ho appena sostenuto dieci minuti serrati a Radio Marte (la Radio Blu di Napoli) in cui ho spiegato perché non ha senso per il popolo viola anticipare la partita.
Erano perlessi, ma sono andato a diritto.
Lo dico anche per quelli che mi hanno chiesto di fare qualcosa, nei miei limiti cerco di muovere le acque.
Stasera dedicheremo al Pentasport buona parte della trasmissione, raccogliendo la rabbia dei tifosi.
Non ha alcun senso anticipare la partita, anche se capisco che possa risultare imbarazzante dire di no al Napoli e alla Lega.
Ma l’imbarazzo si può superare se si pensa ai disagi dei propri tifosi, già penalizzati dall’anticipo di due giorni.
Si faccia carico la Fiorentina del problema e dica di no, il signor Mazzarri, il vero regista dell’operazione, se ne farà una ragione.

AL 90% SI GIOCA ALLE 20.45! AL MASSIMO SI ANTICIPA DI UN QUARTO D’ORA

Bisognerebbe aver passato quello che ha passato Stevan Jovetic per comprendere l’angoscia che penso accompagni la sua visita medica domani in Germania.
Una volta mi raccontò Roberto Baggio del buio di quelle giornate infinite passate a fissare il soffitto temendo di non tornare più quello di prima, che sarebbe poi stato un ragazzo di diciassette anni ancora tutto da scoprire.
Jovetic quel buio dentro e quelle giornate inutili e stressanti le conosce bene, ecco perché un semplice gonfiore al ginocchio infortunato lo fa sobbalzare, e chi ama la Fiorentina sobbalza con lui.
Magari non è niente, anzi facciamo che non sia davvero niente e che questo falso allarme ci faccia capire una volta di più quanto lui sia importante per la Fiorentina.

P.S. IO QUESTA STORIA DI GIOCARE ALLE 18.30 PER FARE UN PIACERE AL NAPOLI (CHE NEL PASSATO CI HA PRESO PURE IN GIRO CON DIVERSE BATTUTE FUORI LUOGO DEL SUO PRESIDENTE, UNO CHE HA PESANTEMENTE IRONIZZATO SUL COLORE VIOLA, TANTO PER DIRE) NON L’HO PROPRIO CAPITA.
IL DISCORSO DEL FREDDO REGGE FINO AD UN CERTO PUNTO, PERCHE’ IN QUESTI GIORNI SI RAGGELA ALLE 18.30 COME ALLE 20.45, ALLORA AL LIMITE A QUEL PUNTO ERANO MEGLIO LE 15.
GIOCARE NEL TARDO POMERIGGIO VUOL DIRE PENALIZZARE I TIFOSI, SOPRATTUTTO QUELLI CHE VENGONO DA LONTANO, E RISCHIARE DI AVERE ANCORA MENO SPETTATORI.
SE E’ UNA FACCENDA DI FAIR-PLAY, LA TROVO ESAGERATA.
SE C’E’ QUALCOSA CHE INVECE MI SFUGGE, MI PIACEREBBE ESSERE AIUTATO A CAPIRE.

Siccome non intendo assolutamente farmi mettere il bavaglio dal clima di intimidazione che pare percorrere un po’ questo blog e molto altre stanze calcistiche, vorrei fare “pacatamente e serenamente” una riflessione.
Premessa: l’operazione Amauri è ottima, anche nella tempistica per quello che riguarda la durata del rapporto, anche se lo avrei fatto venire subito.
Giusto un contratto a sei mesi, eccellente la scelta di un giocatore che ha più motivazioni di quanto avessi pensato in estate.
Ma ieri sera mi sono messo a vedere e commentare per Radio Sportiva Cagliari-Palermo, cioè due formazioni che in tutto e per tutto dovrebbero starci sotto, e speriamo vivamente che lo siano a fine campionato.
La riflessione è la seguente: contate un po’ gli attaccanti che queste due squadre di medio livello hanno in rosa e metteteli a confronto con Amauri e… basta.
Al di là dell’ottimo Pinilla, che non si capisce perché sia stato quasi regalato al Cagliari mentre noi ci saremmo dovuti svenare per averlo, è mai possibile che tutte le formazioni di serie A si siano attrezzate con almeno tre/quattro punte importanti e noi no?
E non tirate fuori la storia di Jovetic, o peggio ancora Cerci, perché loro non sono attaccanti e l’ultimo arrivo va bene per ora per la Primavera.
O siamo nettamente più furbi degli altri, o qualcosa non torna.

Piccolo consiglio non richiesto, ma sincero, a Delio Rossi: abbandoni ogni tanto l’eremo dell’Antella e conosca un po’ più la città.
Non lo dico per invidia da abitante di Grassina, ma per lui.
Non sa cosa si perde a lasciare inesplorate le strade fiorentine così brulicanti di gente che farebbe a gara non ad omaggiarlo o incensarlo (non è proprio nel nostro stile), ma a scambiare con lui battute fulminanti.
E siccome l’uomo oltre che serio mi pare molto arguto e veloce di lingua, credo che verrebbero fuori dei siparietti molto interessanti.
Magari, se conoscesse un po’ Firenze, se ne innamorerebbe, come è accaduto con Prandelli, e sicuramente un po’ di vita sociale non andrebbe certo ad incidere sul suo lavoro, che tutti noi consideriamo eccellente.
Approfitti Delio di questa strana domenica di non calcio alle porte, con Firenze non troppo funestata dal brutto tempo, per farsi una bella girata partendo da quella che io, profondo provinciale, considero il posto più bello al mondo: Piazza Signoria.
Dai Delio, esci un po’ con noi, vedrai che ti diverti.

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