Febbraio 2012


In tutta onestà, e al netto delle valutazioni personali che tengo per me, perché oltre un certo livello non si può davvero scendere, non avevo mai sentito in oltre trent’anni un direttore sportivo di una squadra di serie A che all’improvviso tirasse fuori la storia di una proposta triennale fatta dalla società su cui lui deve meditare.
Normamente avviene il contrario: “la società comunica di avere proposto…”, oppure “la società annuncia si avere prolungato l’accordo…”, oppure “nel salutare ecc, la società ringrazia per il lavoro svolto…”.
Si vede che sono cambiati i tempi e che a Firenze l’identificazione tra direttore sportivo e società è assoluta e comunque questa è solo una questione di forma, anche se a parer mio non proprio irrilevante.
Il fatto sostanziale è che a dieci giorni dall’auto-incoronazione non c’è stata alcuna parola da parte della Fiorentina, magari anche solo per confermare e ribadire la proposta sbandierata ai quattro venti.
Che facciamo a tre mesi dalla conclusione del campionato?
Continuiamo così o cambiamo rotta?
Anche perché tutti i sondaggi imparziali (e non quindi valutazioni personali basate su non si sa quali criteri) danno l’apprezzamento dei tifosi e la voglia da parte loro di conferma al 50%, una percentuale che si presta a dire tutto e il contrario di tutto.
Personalmente a me va bene tutto e lo dico con la massima sincerità, perché per me partono tutti da zero a zero, non ho preconcetti con nessuno nell’analizzare giornalisticamente il lavoro svolto.
Solo che per il bene della Fiorentina sarebbe molto importante avere in tempi ristretti le parole risolutrici di Andrea Della Valle, che continuo a considerare la persona su cui puntare le nostre carte per un futuro importante.

Le pessime condizioni climatiche degli ultimi otto giorni, che forse diventeranno al massimo dodici, hanno portato nella mia vita un paio di conseguenze: una virata verso il basso dell’umore e la raccomandazione di Letizia di controllare sempre che ci sia l’acqua calda prima di intraprendere alle cinque del mattino il mio percorso di mantenimento per restare nella decenza fisica.
Direi che ci si può abbondantemente stare e al massimo vorrà dire che farò una doccia fredda, come ai tempi del militare.
Non mi pare insomma di avere avuto la vita sconvolta dal freddo, dalla neve e dal ghiaccio.
Poi leggo di quelli che il problema dell’acqua calda non ce l’hanno per il semplice fatto di non avere neanche l’acqua, di quelli che muoiono assiderati, di gente rovinata economicamente dagli ultimi eventi atmosferici e il finale del ragionamento è lo stesso di quando vengo a conoscenza di malattie che colpiscono gli altri (e quelle per me insopportabili sono le malattie dei bambini).
Ci renderemo mai conto davvero del culo che abbiamo a vivere la nostra vita che magari ci sembra piena di affanni e che invece è (spero per tutti voi che leggete) straordinariamente comoda se solo pensiamo a ciò che è veramente importante?

Il 20 settembre 1987 Roberto Baggio stendeva il Milan di Sacchi con uno dei gol più entusiasmanti che abbia mai commentato in diretta.
Nella settimana successiva Robertino venne dato per sicuro del settembre 1988 al Milan, all’Inter e alla Juve, dove purtroppo è davvero finito, ma solo due anni dopo.
Oggi il calcio è impazzito e così sono bastati due rigori tirati perfettamente per far partire la giostra Jovetic.
Era logico che iniziassero a farsi vedere i pretendenti, dopo un inizio di stagione così scoppiettante e con la penuria esistente nel campionato italiano.
E allora?
Cosa c’è di male a chiedere il prezzo?
Dovremmo al contrario essere orgogliosi di avere finalmente e dopo un bel po’ di tempo qualcuno che gli altri ci invidiano.
Con Cerci, per esempio, mi sembra che non succeda…
Jovetic ha da poco firmato liberamente un contratto di cinque anni e non pare assolutamente intenzionato ad andarsene, così come sembra che i Della Valle non lo vogliano vendere.
Io direi di godercelo e di stare tutti un po’ più tranquilli, evitando di prendersela con Calamai se scrive la verità (cioè gli emissari di club inglesi che vengono ad osservarlo) o con Radio Sportiva se intervista Savicevic che lo vuole lontano da Firenze.
Riusciremo mai a crescere un po’ su queste cose?

Contro l’Udinese, squadra che prometteva molto sul piano dello spettacolo, un abbonato su tre ha buttato via i soldi della tessera e non è venuto allo stadio.
Perché?
Io francamente non lo so, perché nella mia ormai lontana storia di frequentatore silenzioso della curva ferrovia dal 1972 al 1978 credo di aver saltato al massimo cinque partite e tutte per malattie (per nel maggio 1975 andai già mezzo e mezzo sotto il diluvio e mi beai del 4 a 1 alla Juve salvo poi beccarmi la broncopolmonite).
Chiaramente non c’era la televisione e può anche darsi che di partite ne avrei saltate di più, ma non ne sono poi cosi certo.
Una delle missioni di Delio Rossi, e anche della dirigenza viola, sarà quella di riportare la gente allo stadio, perché di quello abbiamo bisogno.
Magari noi giornalisti dovremmo sentenziare un po’ meno, di sicuro dal viale Fanti sarà bene che comincino un’operazione simpatia a lunghissima gittata.
Il mistero comunque per me resta, perché poco più di ottomila spettatori contro la terza in classifica non si possono vedere a Firenze.
Vorrei sapere le motivazioni di chi non è venuto, grazie.

In questo gioco puoi fare tutti gli arrosti che vuoi in sala stampa o via fax, ma alla fine conta solo il campo: ecco perché in settimana me ne ero uscito con quel post apparentemente senza logica sul sorpasso al Napoli di Mazzarri.
Il motivo di tanto ottimismo era l’ultima partita della Fiorentina contro il Siena, avevo visto una squadra che teneva bene le distanze, che aveva un’anima, che stava ritrovando il gusto di giocare.
Le stesse cose che ho notato questo pomeriggio nella ripresa, contro un avversario molto più forte, che però in pratica non abbiamo fatto giocare, sia pure dopo un primo tempo stentato.
Il fatto che nella ripresa si stia cominciando a scalare le marce e a salire di condizione è indicativo del lavoro di Rossi, che ha in pratica rifatto la preparazione dopo il niente di Mihajlovic.
Ci aspetta una bella settimana, speriamo che sia tranquilla perché a Parma possiamo pure decollare verso l’alto.

Ma è così difficile avere un’elasticità di pensiero?
Non ragionare cioè per stereotipi e non pensare che una cosa sia giusta o meno solo perché è stata detta da una determinata persona?
In questi ultimi giorni mi sono disintossicato dai veleni dell’ambiente viola: certe cose mi hanno fatto sorridere di commiserazione e mi sono guardato bene dal replicare, come avrete visto e sentito, per il bene della Fiorentina, che amo a livello sportivo da oltre 45 anni e senza percepire da lei alcun stipendio a sei zeri o anche a quattro.
A me poi fa impazzire la retorica del “stiamo lavorando per voi” e del “sto dando tutto quello che ho”.
E vorrei vedere che non fosse così.
Io ho sempre concepito in questo modo l’impegno quotidiano che ti fa alzare la mattina presto e correre per tante ore della giornata che potrebbero essere impiegate in modo certamente più divertente.
Invece qualcuno fa passare il tutto come una sorta di volontariato, tipo quello della Croce Rossa, e non invece una prestazione d’opera strapagata rispetto ai normali canoni lavorativi.
Ma torniamo alla mobilità di pensiero con cui ho titolato il post.
Proprio questa ricerca interiore di un po’ di pace mi induce ad invitarvi ad uscire dal blocco mentale che alcuni di voi, e non solo sul blog, sembrano avere.
Per esempio sulla versione dell’Ajax a proposito dell’affaraccio di fine mercato.
E’ mai possibile che si prenda per oro colato quello che arriva dall’Olanda solo per dire quanto siano stati stolti i dirigenti della Fiorentina?
Voglio dire: nessuno di noi sa esattamente come siano andate le cose e allora, nel dubbio, almeno stiamo per la nostra squadra, che mi pare sia la Fiorentina e non l’Ajax.
In generale cercate tutti per favore di non difendere posizioni precostituite, ricordandosi sempre che stiamo parlando solo di calcio.

Uno potrebbe discutere sull’opportunità, ma non certo sulla sostanza: dopo Morfeo, c’è mai stato negli ultimi dieci anni a Firenze un giocatore che ci abbia preso in giro più di Vargas?
Io trovo vergognoso il suo comportamento, il suo essere sovrappeso per mesi, il rimanere fuori squadra per scelta tecnica, che poi non è una scelta tecnica, perché tecnicamente non esiste paragone tra lui e Pasqual, solo che di Manuel ci fidiamo e di quell’altro proprio no.
Se va in panchina è perché a sei mesi dall’inizio della stagione, e senza avere mai avuto un infortunio, “è alla ricerca della condizione di forma”.
E’ normale tutto questo?
E come lo vorreste definire uno così, se non un lavativo, come ha fatto Sandro Mencucci a cui probabilmente sono saltati i freni inibitori?
E’ stato un grosso errore, conoscendo il giocatore come si spera e si presume accada in Fiorentina, non accontentarsi di quello che offriva il mercato e cercare di spuntare un di più che non è mai arrivato.
Chi ce lo compra oggi uno come Vargas, se non si dà una regolata e non si allena per almeno quattro mesi come un vero atleta?

Walter “non parlo mai degli arbitri” Mazzarri ha da almeno trent’anni un conflitto irrisolto con Firenze e la Fiorentina.
Sedotto e abbandonato in età giovanile, quando molto si atteggiava ad emulo di Antognoni, ha coltivato nel corso della carriera una rabbia che esplode ad ogni partita giocata dalla sua squadra contro i viola.
Come allenatore è bravissimo e lo è ancora di più quando si arrampica sugli specchi per giustificare una sconfitta o una mancata vittoria.
Poiché nella vita bisogna accontentarsi di piccole cose, a me non dispiacerebbe affatto che la Fiorentina arrivasse prima del tanto strombazzato Napoli (che peraltro mi resta pure simpatico), che la Champions l’ha raggiunta una volta sola.
Non è un traguardo impossibile, se solo riuscissimo a trovare un po’ di continuità e magari anche un po’ di serenità.

Mica male non giocare stasera, con l’Udinese che si ritrova contro un Lecce assatanato.
Speriamo che non la rimandino, io faccio il tifo perché vadano in campo.
Ottimo il rinvio soprattutto per Amauri, che difficilmente avrebbe digerito tre partite in una settimana, e anche per l’inserimento di Olivera, su cui sono pronto a ricredermi in tempi stretti e comunque, obiettivamente, non sarà certo peggio di Munari.
E poi a me pare che ogni settimana con Rossi sia una settimana guadagnata per la crescita tattica della squadra e sono curioso di vedere cosa succederà adesso con Cerci, il più allergico agli schemi che secondo me ha fatto venire l’orticaria al tecnica nel giro di un mese.

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