Agosto 2009


Sarà perché lo considero molto importante, sarà perché sono e siamo un po’ prevenuti, ma a me lo stop di Zanetti che rischia di non esserci domani a Bologna preoccupa molto.
Magari è davvero solo un affaticamento muscolare (scusate, è una botta alla caviglia, anzi un problema al dito del piede) e forse sarebbe stato lo stesso a riposo per turn-over, ma insomma l’inizio non è dei più promettenti.
Speriamo che Zanetti possa essere disponibile almeno per una quarantina delle partite della stagione (sono molto fiducioso per l’Europa…), perché le speranze viola della stagione appena iniziata dipendono molto dalla sua presenza.

Adesso, dopo aver atteso mesi e mesi diversi giocatori, da Montolivo a Pazzini, per Mutu non si possono neanche aspettare quattro, cinque partite?
Ragazzi, ma siamo impazziti?
Qui non è che c’è da stabilire se lui sia in grado o meno di offrire certe prestazioni, perché chi sia Mutu lo sappiamo e qualcuno mi pare che abbia la memoria corta o faccia finta di non averla affatto la memoria.
Contate voi le partite in cui ha veramente giocato male negli ultimi tre anni e quelle invece in cui è stato decisivo e poi vedrete se il bilancio non è ampiamente positivo.
Dice: ma gioca male perché pensa alla multa da pagare.
Semmai si allenerebbe male (e qui chi meglio di Prandelli può saperlo e quindi decidere se schierarlo oppure no?), perché poco concentrato, ma davvero credete che dopo aver saltato Rui Patricio sia andato troppo largo per via dei 17 milioni da dare al Chelsea?

Primo tempo da sette, secondo da cinque e mezzo, la media è comunque più alta della sufficienza e quindi ancora una volta Prandelli (auguri Cesare!) ci ha guidato con i giri giusti al primo appuntamento che davvero contava.
Certo, è stato decisivo Frey, perché se loro segnano subito diventa un inferno, ma Frey ormai non è più una novità, così come le difficoltà della difesa.
Dopo cinque minuti ci siamo dimenticati del precampionato triste e abbiamo cominciato a giocare, bene, a tratti benissimo.
La palla girava che era una bellezza, specialmente con Marchionni, Zanetti e Vargas, peccato che mi sia completamente sbagliato su Mutu, si vede che le mie sensazioni erano più da tifoso che da giornalista.
Potevamo chiuderla lì e non l’abbiamo fatto, così è venuta fuori una partita simile a Lione, con qualche differenza sostanziale: l’arbitro ci ha voluto piuttosto bene (mancaa espulsione diretta di Gamberini e niente secondo giallo a Dainelli), Vukcevic è un matto e Gilardino il fenomeno lo ha fatto alla fine invece che nel primo tempo.
Però abbiamo sofferto, un po’ troppo per avere un uomo in più, ma l’abbiamo sfangata e l’inizio della stagione è stato ancora una volta positivo, alla faccia di tutti i gufi e uccellacci del malaugurio che da due mesi volteggiano sopra la Fiorentina.
Conclusione in chiave personale perché ieri ho fatto per la prima volta le pagelle per il Corriere Fiorentino.
Prima considerazione intrisa di malcelato orgoglio: mi porto sempre dentro i sei anni (ah, la gavetta!) in cui ho scritto per Il Tirreno centinaia di piccoli articoli a cui sono molto affezionato e dedicati al basket, pallavolo, rugby e baseball (ancora però non ho capito come funzioni…), sognando invano sempre di poter almeno una volta bella vita pubblicare venti righe sulla Fiorentina.
Beh, trentadue anni dopo sono contento, molto contento di cosa ho combinato negli ultimi tre decenni senza avere uno straccio di raccomandazione e rifiutando qualsiasi accostamento alla politica intesa come aiuto e non diritto-dovere civico, e almeno qui tra di noi lo voglio dire.
La seconda considerazione è di carattere tecnico.
Le pagelle in notturna sono una bellissima corsa sfiancante contro il tempo, anche perché le mie di ieri sera erano vergini, cioè scritte in presa diretta al novantesimo e non preparate per ovvi motivi durante la gara, come succede sempre in questi casi.
Magari alla fine risultano, spero, più “fresche”, ma vi assicuro che prosciugano e che a mezzanotte, pur facendo il giornalista, si è orgogliosamente stanchi.

Come eravamo diversi nel 1997 e che tensioni (vincenti) aveva quella Fiorentina.
E’ cambiato proprio tutto, basta pensare che oggi Batistuta, che all’epoca si oppose alla fine del silenzio stampa, viene a Firenze e parla amabilmente con tutti, mentre Rui, che a Lisbona avrebbe pagato di tasca sua per aver diritto di parola dopo la vittoria col Benfica, ieri ha dribblato anche un po’ scortesemente Russo che voleva fargli una domanda sulla sfida di domani.
Ma che gli sarà successo a Rui negli ultimi tre, quattro anni?
Boh, non si sente e non si vede, non risponde al telefono…
Comunque sia, torno a Lisbona e credo che di quella spedizione del 1997 siano rimasti solo Rialti e Calamai, fra i pochi più vecchi di me.
E’ cambiata la Fiorentina, tutto è diventato molto più serio, ma pure un po’ noioso, con quelle conferenze stampa asettiche.
Non sono cambiati (per fortuna, sotto molti punti di vista) i tifosi: contestavano nel 1997 Ranieri, che stava portando la squadra in semifinale in Coppa delle Coppe, sono arrabbiati (una parte) oggi che tutto deve ancora cominciare e dopo quattro qualificazioni Champions consecutive.
Sono (siamo) molto esigenti e non è che gli ultimi ottanta giorni siano stati entusiasmanti.
Domani però si gioca, andiamo all’appuntamento un po’ al buio perché nessuno ha capito davvero chi è più forte sulla carta tra la Fiorentina e lo Sporting.
Io punto forte su Mutu, sarò banale, ma credo che possa essere decisivo.
P.S. Arrivato ora a Lisbona, mi segnalano che Rui ha rilasciato una gran bella intervista a Sara Meini, fondatrice del suo viola club 11 anni fa, per il sito firenze viola diretto da Tommaso Loreto.
Bene, perché è sempre piacevole sentire parlare Rui, resta il fatto che ieri a Lisbona aveva promesso una cosa e poi non l’ha mantenuta, cosa mai successa in tutti gli anni di permanenza a Firenze.
Tutto qui.

Sta un po’ succedendo quello che temevo sarebbe successo.
Passata l’onda emotiva di quell’evento bellissimo e terribile dell’otto ottobre scorso, da un po’ di tempo ci staimo tutti dimenticando di Stefano Borgonovo.
Io per primo a livello mediatico, perché se è vero che privatamente ho dei contatti, è altrettanto certo che non sto dando alla sua battaglia nel Pentasport quella visibilità che vorrei e che in qualche modo avevo promesso.
Ed invece Stefano ha bisogno che l’amore della “sua” gente ci sia sempre, ha bisogno di sentirsi vivo.
Mi piacerebbe che la Gazzetta dello Sport riprisitinasse la sua rubrica soppressa dopo pochi articoli e che noi tutti facessimo qualcosa per non stare con le mani in mano a vedere i danni che combina la “stronza”.
Intanto, in questa domenica di pieno agosto, nel pieno della nostra fortunata condizione di uomini e donne “normali” potremmo andare a dare un’occhiara al sito della Fondazione (www.fondazionestefanoborgonovo.it) e vedere come si fa per dare un contributo tangibile.

Apprezzabile l’onestà con cui Corvino ci ha raccontato definitivamente che è inutile illuderci, che la difesa resterà quella e che c’è pure un problema di ingaggi da ridurre.
Non ci sarà nessun happy end in questa campagna acquisti, non arriveranno soldi extra budget e ci si arrangerà con quello che c’è.
Detto questo, rimane il problema di fondo: ma è possibile che non ci sia stato modo di pensarci prima?
A meno che non si voglia credere davvero che la cessione di Melo sia stata decisa in quattro giorni (e io, sia chiaro, era uno che si sbagliava sull’argomento), si sapeva fin da giugno che un piccolo “tesoretto” da spendere c’era.
E ci si riduce ora a cercare affannosamente “qualcuno che sia più forte di quelli che abbiamo già”?
Dovevamo rinforzare la difesa, che, parole di Corvino era ed è da sei meno, e nella media ci mettiamo pure Frey, che da solo vale almeno sette e mezzo.
Invece di puntare decisamente in alto, prendiamo Natali, che non mi pare così straordinariamente superiore a Dainelli, e ci teniamo Kroldrup, di cui tutti ora si sono dimenticati, ma che sarebbe un altro difensore centrale viola.
Ci sono logiche che non capisco, ma forse è colpa mia.
Intanto però chiediamo a Gamberini, che non a caso ha perso la Nazionale, di tornare ad essere un po’ più del giocatore normale degli ultimi sei mesi.
Se invece di contribuire a far migliorare il suo compagno di reparto, abbassa lui il rendimento, beh allora siamo a posto…

Serata tranquilla: moglie e figli al mare, divano e Nazionale.
E invece no, ieri sera ho scoperto che qui a Grassina la Nazionale non ce la fanno vedere.
Il perché ho provato a ricorstruirlo: sull’analogico il primo canale del nostro servizio pubblico qui non si prende da almeno un paio di mesi; sul satellite si vedeva Rai1, anzi si vedrebbe anche stamani, ma evidentemente, quando ci sono certi avvenimenti, criptano il segnale per via del mancato accordo tra Sky e la televisione di Stato.
Ora, poiché pare che l’analogico sia destinato a sparire, io mi chiedo cosa dovremo fare per vedere programmi per cui paghiamo il canone (almeno io lo pago e l’ho sempre fatto, perché appartengo a quella fetta di italiani che vuola stare tranquilla con la coscienza e in generale con il fisco).
Dovremo comprare davvero un altro decoder, installare un’altra parabola, oppure avere, oltre al satellite, anche il digitale terrestre, che tra l’altro ha molte difficoltà di ricezione in diversi punti dell’Italia?
Comunque sia, io ieri la partita non l’ho vista.
Non che mi sia perso chissà quale spettacolo, ma un disservizio del genere lo trovo intollerabile.

Dieci euro per la curva, diciassette per il parterre e venti per la maratona, a seguire le riduzioni.
Stavolta non ci possiamo proprio lamentare dei prezzi per il preliminare di Champions, e alla fine è paradossale che si sia pagato di più per vedere la Primavera a San Piero a Sieve piuttosto che la gara decisiva della stagione.
Può darsi che qualcosa delle proteste dei tifosi degli ultimi tempi sia arrivato nelle stanze di viale Fanti e io mi auguro che sia l’inizio per una decisione sterzata verso una convergenza tra tifo e società.
E’ inevitabile che debba finire così, se vogliamo restare a lungo nel calcio che conta.

Cristiano Zanetti al massimo della forma io me lo gioco tranquillamente con Felipe Melo.
Il problema è quanto starà al massimo della forma un giocatore molto sfortunato e con diversi problemi fisici nel corso della carriera.
Ma se, tanto per essere chiari, arriva come pare domani e Prandelli valuta che è in condizione, a Lisbona gioca lui in coppia con Montolivo.
Garantito.
Ha 32 anni, che sono abbastanza, ma non troppi per almeno altre due, tre stagioni di alto livello.
E poi c’è il fattore Prandelli, una discriminante positiva per qualsiasi giocatore.
Ora magari qualcuno comincerà a dire e pensare che forse era meglio Edinho, di cui personalmente (ma è una mia colpa) non ricordo niente.
O Gargano, o Pulsen, oppure qualsiasi altro, basta essere in disaccordo con Corvino.
E invece Zanetti, se sta bene e al contrario di Castillo, è davvero un gran colpo.

Era proprio necessario ed indispensabile convocare Gilardino in Nazionale ad una settimana di distanza da una delle due partite più importanti della stagione?
Per un’amichevole e non per una gara di qualificazione ai Mondiali.
Davvero in Italia non ci sono altri attaccanti in grado di giocare contro la Svizzera?
Ci rendiamo conto che se per un colpo di sfortuna il Gila prende una botta e salta Lisbona noi con lo Sporting giochiamo con Jovetic centravanti?
Mi sembra strano che Prandelli e Lippi non si siano consultati e comunque anche avendo a disposizione Castillo, che non è proprio il massimo della vita, non ci avrebbe fatto comodo provare qualche giorno in più il 4-2-3-1 con l’uno, cioè il terminale offensivo, a disposizione?
Martedì prossimo chi fa il centravanti negli schemi a San Piero?
C’è Babacar, certo, ma può una squadra come la Fiorentina preparare il preliminare con un ragazzo di sedici anni al centro dell’attacco?

« Pagina precedentePagina successiva »