Fiorentina


Sì, si può fare di più di quello che ho visto oggi ad Udine.
Si può e temo anche che si debba fare di più, se non si vuole davvero essere raggiunti dalla Roma e finire in Uefa invece che in Champions.
Stanchezza mentale o poca brillantezza fisica?
Sinceramente non saprei, perché visti dal vivo se da un lato mi sembravano agonisticamente poco “cattivi”, dall’altro mi accorgevo che sul piano delle idee, in attacco, eravamo pericolosamente vicini allo zero.
Troppo vicini tra loro Toni e Pazzini, troppo timido nel prendere le iniziative Montolivo, troppo fuori dal gioco (e non era la prima volta) Fiore.
Comunque un punto l’abbiamo preso, un portiere bene o male lo abbiamo rimediato (ottimo esordio di Lobont e anche Berti se l’è cavata), Kroldrup non è affatto male, e, soprattutto, ci sono ancora cinque punti tra noi e la Roma.
Se poi invece siamo diventati improvvisamente la Juventus, ma nessuno me l’aveva detto, beh allora è giusto istruire processi per questo brutto pareggio.
E intanto, per Bojinov, è cominciata la terza settimana di castigo, guardiamo un po’ come andrà a finire.

Abbiamo discusso un po’ su tutto, da Bojinov a Lobont, passando per Corvino e Berti.
Adesso stop, ci fermiamo per ventiquattro ore e ci concentriamo solo sulla grande occasione di domani.
Se vogliamo dircela tutta, quest’anno non ci va poi tanto male.
Continuiamo infatti ad affrontare squadre in crisi con il mondo e con se’ stesse sempre nei loro momenti più delicati.
Era già successo col Lecce, l’Ascoli, la Roma, il Palermo, ci ripetiamo domani ad Udine.
Ci vorrà un pizzico di coraggio in più rispetto alle ultime tremolanti trasferte, però sulla carta il divario tecnico è evidente.
Confesso che non sono tra quelli che hanno in particolare antipatia Cosmi, forse per il fatto di conoscerlo un po’ meno superficialmente di tanti altri protagonisti del calcio: è un uomo sanguigno, a tratti spigoloso, ma sincero.
Uno che ha mangiato tanto pane nero prima di salire sulla grande giostra, ciò non toglie che sia particolarmente importante “regalargli” un altro pomeriggio da dimenticare.

Una corsa sfrenata di 50 metri per andare a mostrare il pugno sotto il settore occupato dai tifosi del Liverpool, condita da urla, con la maglia stretta convulsamente al corpo.
La gioia di Gary Neville per la rete dell’1-0 – segnata da Rio Ferdinand al 90′ – che domenica scorsa ha dato la vittoria al Manchester United nella sfida contro il detestato Liverpool era tanta che il difensore ha finito per esagerare nelle manifestazioni di esultanza.
La Football Association ha così deciso di avviare contro Neville una procedura disciplinare, anche su sollecitazione della polizia di Manchester che in una lettera ha chiesto che siano puniti eccessi del genere, potenzialmente pericolose per l’ordine pubblico.

Ma vi ricordate come esultavano Antognoni, Rivera, Mazzola, Riva?
Andate un po’ a rivedervi i recenti parti di Totti con relativo biberon, tutte le culle degli ultimi dodici anni da Romario in poi e anche (lo so, sono impopolare, ma bisogna pur avere un po’ di obiettività) le raffiche di mitra molto poco pacifiste di Batistuta (meglio, molto meglio la posa ieratica alla bandierina).
Senza contare le bandierine sradicate di Cassano, quelli che facevano la muta dei cani, gli sgozzamenti di Vucinic, Gobbi che si immedesima in Zorro e un sacco di altre pagliacciate con cui ci perseguitano ogni domenica.
Speriamo che il vento inglese arrivi pure in Italia, se non altro per una forma di rispetto verso chi il gol lo prende, tifosi avversari compresi.

Mi sto accorgendo di quanto sia difficile esprimere serenamente un’opinione, forse perché siete (siamo) talmente abituati a pensare male su tutto che cercate (cerchiamo) sempre il significato recondito ad ogni frase.
Ed invece chi mi conosce sa che professionalmente sono quello che scrivo e quello che dico, non ho niente da nascondere o a cui alludere.
Riepilogando: Corvino sta facendo ottime cose, a lui va il nostro plauso, ma non è l’Unto del Signore e se perfino Prandelli non conosceva Lobont e aveva qualche perplessità sull’operazione, tanto da dove essere rassicurato dallo stesso diesse, potrò esprimere anch’io qualche dubbio sulla sterminata fantasia mostrata sulla vicenda portieri?
Detto questo, andiamo tutti ad incitare Lobont ed il fiorentinissimo Berti affinché non ci facciamo rimpiangere Frey.
Sono preoccupato per Corvino, perché questa levata di scudi fondamentalista di alcuni di voi in sua difesa, al primo passo storto si trasformerà certamente in implacabili processi verso il suo operato.
Possibile che il passato non ci abbia insegnato niente?
Per i fondamentalisti ci si dovrebbe accodare pedissequamente sempre e comunque alle mosse della società, senza esprimere un dubbio, un’idea diversa.
Poi, se le cose non dovessero andare come vogliamo, vai con le accuse ed i regolamenti di conti.
Scusate se non mi lego a questa schiera, come avrebbe detto il sommo Guccini, e anche se non è nel mio DNA morire pecora nera (sempre parafrasando), almeno lasciatemi la possibilità di continuare a sbagliare con la mia testa.

Intanto sono preparato sull’argomento e così evito le bacchettate del buon Corvino.
Al contrario di Lobont (leggersi comunque “Spirito costruttivo”), conosco Gianluca Berti da almeno quindici anni e lo ritengo un ottimo professionista, oltre che un ragazzo simpatico e sempre disponibile.
Ciò nonostante, mi sfugge il senso di questa operazione di mercato, apparentemente si seconda fascia, ma che potrebbe avere ripercussioni straordinarie se appena appena Lobont dovesse faticare a trovare le coordinate giuste.
In questo deprecabile caso ci ritroveremmo in porta il trentanovenne tifoso viola Berti, che nel campionato in corso ha per ora fornito prestazioni, diciamo così, non proprio esaltanti.
Cejas e Berti sono a scadenza di contratto, l’argentino ha otto anni meno e forse si temeva che avrebbe potuto creare dualismi con Lobont.
Ora, non è che rimpianga Cejas (ci mancherebbe), solo che magari potevamo andare su un usato un po’ più sicuro, pur augurando a Berti tutte le fortune del mondo.
Capisco che, Toni a parte, l’infortunio di Frey è stata la disgrazia calcistica peggiore che ci poteva capitare, ma mi sembra che l’intera vicenda portieri sia stata gestita con tanta, ma tanta fantasia.
Speriamo solo di non aver esagerato con le dosi…

Per dieci giorni con Ceccarini ci siamo molto adoperati per far tornare Toldo a Firenze.
A giochi fatti è giusto dirlo, e anche ammettere che se per caso dovessimo smettere di fare i giornalisti tra le poche strade che potremmo intraprendere non ci sarebbe certo quella del procuratore.
Tanto per chiarire: nella vicenda non avevamo nessun interesse personale, ma solo quello della Fiorentina.
E’ andata male, speriamo ovviamente che sia andata benissimo ai viola con Lobont, però è stata una bella esperienza, perché a distanza di quasi cinque anni ho capito che Toldo non è proprio cambiato.
Un conto in banca stratosferico e la frequentazione del villaggio vacanze Inter non lo hanno minimamente intaccato: resta sempre uno di noi.
Non nel senso dell’appartenenza all’universo fiorentino, che comunque esiste, quanto piuttosto per la ferrea determinazione a voler vivere come una persona normale, cioè come uno di noi.
I suoi gesti, le sue paure, le sue gentilezze non hanno proprio nulla a che fare con il mondo del calcio, che spesso fuori dal campo è sconsigliabile a chi non abbia chili di pelo sullo stomaco.
Toldo si sarebbe inteso a meraviglia con i Della Valle e certamente si troverà bene con Firenze il giorno in cui smetterà di giocare.

Il giorno dopo una vittoria come quella di ieri sera ci si sveglia molto, ma molto soddisfatti, ancora di più di quando si è andati a letto.
Perché quest’anno ci divertiamo davvero e, lo ribadisco, il merito principale è di Prandelli.
Ha lavorato splendidamente da mercoledì a domenica, sia sul piano fisico che su quello psicologico, la squadra lo segue compatta, alla faccia dei corvi che già volteggiavano dalle parti del Franchi.
E poi, Toni.
Ora vale Batistuta e il solo scriverlo o pensarlo dà la misura della stagione mostruosa che sta vivendo.
Adesso recuperiamo Bojinov, se proprio non lo si vuole vendere, e guardiamo con interessata curiosità a Lobont.
Per i prossimi sei giorni possiamo godercela, senza troppe angosce.

E’ finalmente arrivato l’annuncio: Lobont è nostro, e a titolo definitivo.
Una Corvinata in piena regola.
Speriamo che vada bene e lo scrivo sempre nello spirito costruttivo di cui parlavamo nei giorni scorsi.
Ma il “Bravi” del titolo non è per i dirigenti viola (quello speriamo di darglielo compiutamente e definitivamente in primavera), ma per i capi tifosi, che, turandosi montanellianamente il naso, hanno promesso che non fischieranno la Nazionale, il prossimo primo marzo a Firenze.
Bravi.
Adesso guardiamo se qualche cane sciolto, magari contiguo ai vandali che hanno devastato i bagni di Empoli, si mette a far casino solo per il gusto di andare anonimamente in prima pagina.
Chi detesta la Nazionale gufi da casa contro o comunque si astenga dal passare dalle parti del Franchi.
Improvvida però la scelta di Lippi di far debuttare il fido scudiero Ferrara proprio in occasione di Italia-Germania e meno male che si tratta, ve l’assicuro per esperienza personale, di uno degli juventini più simpatici incontrati in oltre venticinque anni di frequentazioni calcistiche.
Ma era proprio impossibile posticipare?
Intanto stasera stiamo tutti appesi a Toni (mi piacerebbe che accanto a lui ci fosse Pazzini) e Cejas.
Se vinciamo andremo a sentire con grande soddisfazione cosa avranno da dire i mille profeti di sventura sbucati all’improvviso nell’ultima settimana.

I risultati non sono affatto male: in pratica c’è solo la Roma, il resto mi pare poca cosa e l’Udinese è in piena crisi.
Ottima la sconfitta della Samp, che però ci fa riflettere su mercoledì: allora non erano poi così forti…
Intanto vinciamo stasera e poi se ne parla.

Io non lo conosco assolutamente, o comunque non me lo ricordo.
Mio nipote Alessandro, (tredici anni e da grande ahimé vuole fare il giornalista) mi ha ricordato che era quello dei miracoli in Milan-Ajax di tre anni fa.
Sul piano caratteriale, la scuola olandese è una gran scuola e certamente non avrà le frequentazioni dell’unico rumeno passato da queste parti, Lacatus.
Per il resto, cerchiamo di essere propositivi e anche se un po’ delusi dal mancato arrivo di Toldo, pensiamo che Corvino ha la vista lunga e che ancora una volta ha spiazzato tutti i segugi.
E siccome è dimostrato che siete molto più bravi di me nella conoscenza del calcio internazionale, ecco qui un bel copia ed incolla sul nostro nuovo portiere, mandatomi da Andrea.
Ultima annotazione: come si sentirà domenica sera Cejas?

P.S. Ma che aspettano ad annunciarlo ufficialmente?
Sono già passate 17 ore da quando l’Ajax l’ha scritto sul proprio sito e non mi ricordo un ritardo di comunicazione così ampio tra una società e l’altra…

Ancora relativamente giovane, Bogdan Lobont è un portiere rumeno di grande esperienza che dà sicurezza alla difesa dell’AFC Ajax.

Nazionale
Dopo le presenze nelle nazionali Under 18 e Under 21, Lobont ha debuttato con la nazionale maggiore nel settembre 1998 contro il Liechtenstein. Ha fatto parte della nazionale rumena a UEFA EURO 2000™, pur non andando oltre la panchina. Ha poi guadagnato la maglia No. 1 e difeso la porta rumena nelle qualificazioni alla Coppa del Mondo FIFA 2002 e a UEFA EURO 2004™.

Squadre di club
Nato nel 1978, Lobont ha iniziato con la squadra locale dell’FC Corvinul Hunedoara. Nel 1997 si è poi trasferito al FC Rapid Bucuresti. Ottime le sue prestazioni negli anni passati a Bucarest, dove ha vinto la coppa nazionale nel 1998 e il campionato nel 1999.

2000: Arrivato all’Ajax dopo un trasferimento da 3 milioni di euro, Lobont è stato costretto prima a passare un lungo periodo in panchina e poi, nel gennaio 2001, a restare fuori dai campi da gioco per un serio infortunio a una spalla. Lobont ha passato la maggior parte della stagione 2001/02 ancora in Romania, in prestito all’FC Dinamo Bucuresti. L’allenatore dell’Ajax Ronald Koeman lo ha però richiamato in Olanda a fine stagione. Dopo il ritiro di Fred Grim, Lobont si è fatto trovare pronto a sfruttare al massimo la possibilità che gli veniva data di giocare da titolare all’Amsterdam ArenA. Purtroppo un serio infortunio ha compromesso i piani del giocatore. Ripresosi, Lobont ha disputato 17 incontri di campionato e contribuito al raggiungimento dei quarti di finale di UEFA Champions League. Ha iniziato bene la stagione 2003/04, difendendo la porta del club olandese nell’incontro con il Grazer AK che ha permesso agli olandesi di raggiungere la fase a gironi.

2003/04: 24 partite da titolare con l’Ajax che a fine stagione riconquista il titolo nazionale dal PSV Eindhoven con la seconda difesa meno battuta del torneo. Dopo essere stato messo da parte per un paio di mesi a metà stagione, ha riconquistato il posto in squadra con la ritrovata condizione fisica.

Tanto per cominciare, Cejas è uno dei ragazzi più simpatici della rosa della Fiorentina.
Si vede che ha faticato e che nessuno gli ha mai regalato niente: solo per questo ce l’ho nel cuore.
Lo scrivo per sottolineare che non provo alcun risentimento verso di lui, però può darsi che abbia davvero accentuato le sue responsabilità sulla sconfitta di ieri e se l’ho fatto è stato solo per il bene della Fiorentina.
Voglio dire che è palese la paura che proviamo tutti (noi che stiamo fuori e loro che sono dentro) quando il pallone si avvicina alla nostra area e allora do l’allarme
Magari non è colpa di Cejas, ma insomma, in due partite ha già preso due gol evitabili: la punizione di Zanchetta e soprattutto il tiro di Tonetto, senza contare un paio di uscite a Genova da brividi.
E se ogni volta che fa una parata un po’ difficile quasi gridiamo al miracolo, beh, un motivo ci dovrà pur essere…
Se entro i prossimi undici giorni non prendono nessuno, giuro che farò di tutto per tenere su di morale Cejas, però mi dispiacerebbe non andare in Champions per non aver sostituito adeguatamente un fuoriclasse come Frey.

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