Ragazzi, calma.
Questa guerra tra fiorentini e romanisti è più idiota che violenta.
Leggo e taglio commenti da delirio, ma lo sapete che tra l’altro rischiate penalmente a scrivere certe cose?
Quando usate determinate terminologie, non riesco a capire se ci siete o ci fate, perché davvero non arrivo ad immaginare che i fiorentini abbiano dei romani (e viceversa, naturalmente) le idee che manifestate sul blog.
Cerchiamo di alzarci un po’ dal livello vicino allo zero in cui siamo (siete) finiti.
Sono convinto che molti di voi che hanno spedito certi post da delirio non sappiano nemmeno la formazione della propria squadra e che insomma Fiorentina-Roma sia solo uno sfogatoio per rabbie represse.
Ma si può?
Io dico di no, o almeno chiedo che non venga fatto qui, sul mio blog.

Questa storia dell’arrivo in massa dei tifosi romanisti senza biglietto non ha proprio senso.
Parafrasando Massimo D’Alema, gran tifoso giallorosso, in un Paese normale tremila persone senza tagliando per entrare allo stadio se ne stanno tranquillamente a casa o comunque, siccome certamente non passano inosservate, ad Orte vengono fermate e rispedite al mittente.
Stavolta hanno completamente ragione i capi del tifo: se succederà confusione, se verrà accettata la logica che “tanto non ci si può fare niente”, allora vorrà dire che ci dobbiamo rassegnare alla logica della giungla e soccombere, abbandonando ogni forma del vivere civile.
Aspettiamo e, molto preoccupati, vediamo cosa succederà.

Ecco, ma se quello che ha combinato Lobont nei suoi primi due mesi in viola (Parma, Siena, Milan) lo avesse fatto Toldo, oppure Pagliuca o ancora Sereni, che cosa avremmo detto, letto o scritto?
Detto questo, che è uno sfogo, adesso siamo prigionieri della situazione e bisogna tenere bassa la temperatura.
Sperare che lui si riprenda, anche se per la verità a vederlo in faccia dopo la partita non mi pareva per niente contrito, e questo almeno è un bel segno.
Ci sono stati portieri viola (Landucci) dalle enormi potenzialità e dalla grande classe che la notte non dormivano per un errore commesso.
Alla fine andavano fuori voltaggio e perdevano il posto.
Lobont no, mi sembra tranquillo (semmai dormiamo poco noi pensando, a quanto è avvenuto a San Siro, ma questo è un altro discorso…).
A questo punto facciamo finta di niente almeno fino al termine del campionato, perchè sostituirlo ora vorrebbe dire riproporre lo stesso scellerato copione dell’anno scorso, quando fra Lupatelli e Cejas non sapevamo più a quale santo votarci.
Sì, facciamo finta di niente, ma poi ricordiamoci di tutto mentre imbocchiamo la Firenze-Parma per trattare di un certo portiere francese che ci manca come il pane.

Recuperata a fatica una postazione internet, è giusto raccontare la strana sensazione di una partita dei viola vista in televisione.
Intanto ho avuto la conferma che stare lí sul campo é proprio tutta un´altra cosa, il video anestetizza tutto, toglie pathos.
E´stata una Fiorentina bruttina, con Bojinov in discesa di condizione e con Jorgensen assolutamente impalpabile nel primo tempo.
E però se Toni l’avesse messa dentro, saremmo a raccontare di una Fiorentina ad un passo dalla Champions.
Adesso comunque va sempre bene, basta tenere il vantaggio fino al 2 aprile e (clamoroso, ma vero) tifare Juve sabato sera.
Il migliore in campo nei sessanta minuti di Cagliari? Leonardo Bardazzi, assolutamente perfetto nella radiocronaca (ebbene sì, l´ho ascoltata… potevo forse farne a meno?)

P.S.
Ragazzi, mi sono accorto solo ora dell’errore (l’àvesse), ma dov’ero la tastiera era in tedesco…
Sono ignorante, ma non fino a questo punto, cmq scusatemi

Scusatemi, ma da dove sono (profondo Nord) recuperare una postazione interner e´un´ impresa quasi impossibile e quindi sono costretto a sospendere per qualche giorno, diciamo fino a domenica mattina, quando spero avremo quattro punti in piu´ in classifica.
Solo una cosa sul gesto di De Rossi, perche´mi e´stato richiesto: assolutamente inaspettato e per questo ancora piu´bello.
Stavolta giu´il cappello e se i tifosi della Roma assomigliassero un po´di piu´ a lui, il 2 aprile staremmo tutti piu´tranquilli.
Voi comunque, se volete, continuate a scrivere.

Dopodomani è primavera, ovvio che rinasca Fiore…
E’ brutta, lo so, ma intanto godiamoci il nuovo corso di questo giocatore spesso contestato, ma dotato di una classe cristallina, a cui da un paio di partite si abbina anche una certa propensione al sacrificio.
Lui e Doandel i migliori di una Fiorentina sempre più stanca, ma anche sempre più in orbita Champions.
Stiamo continuando a vincere le partite che dovevamo vincere e questo è il segno di una grande maturità del gruppo.
Ancora grazie Prandelli, che sbaglierà pure la formazione all’inizio, ma poi rimedia e non si vergogna a togliere l’uomo più in forma delle ultime tre partite (Bojinov) e Jorgensen, che proprio male non era andato.
E stasera tutti a tifare Messina, ma guarda un po’ cosa si deve fare nella vita…

Finalmente uno duro e puro, uno che non ha paura a dire quello che pensa.
Uno così non poteva che provenire dal versante “uomini veri”, quelli tutti di un pezzo, i profeti del “mi piego, ma non mi spezzo”.
L’eroe in questione è Maurizio Gasparri, colonnello di Alleanza Nazionale, ex Ministro delle telecomunicazioni.
Ha detto il nostro, a margine di un comizio elettorale: “Della Valle può aspirare al massimo alla presidenza della Maceratese e non della Fiorentina, vedrete che farà la stessa fine di Cecchi Gori”.
Gasparri ha dimenticato di farci sapere se ci ributteranno un’altra volta in C2 oppure, grazie al lodo Petrucci, magari ci faranno ripartire dalla B.
Il concetto è comunque chiaro: Della Valle si è messo di traverso al premier (vedere la gazzarra di ieri alla Confindustria) e ne pagherà le spese.
Non solo lui, ma tutto ciò che lo circonda, Fiorentina compresa.
Un bell’esempio di democrazia, non c’è che dire, uno spaccato dell’Italia attuale.
Perché come Gasparri la pensano in tanti ormai in politica, compresi i proprietari di alcuni media toscani (giornali, radio…), che si sono apertamente schierati in favore del “questa volta non faremo prigionieri”.
Intanto oggi battiamo l’Ascoli, da domani penseremo a Gasparri.

Mi ha colpito la dignità e la tristezza con cui Picchio De Sisti sopporta il suo esilio molto poco dorato.
Non è stato più cercato da quando, nel 1992 ad Ascoli, litigò con Moggi.
Istruttivo.
Per la verità lo prese Cragnotti alla Lazio per il suo settore giovanile, però pochi mesi prima di “pelare” con la Cirio migliaia di risparmiatori e così pure De Sisti è finito nella lunga lista dei creditori chirografari di quel simpatico signore.
E’ incredibile come il calcio si sia dimenticato di lui e mi spiace moltissimo perché anche all’apice della carriera Picchio è stato uno di quelli che si è sempre ricordato da dove veniva e non se l’è mai tirata.
Un grande del pallone, senza mai dare l’idea di prendersi troppo sul serio.
Il calcio lo ha in pratica pensionato a soli 49 anni, senza che lui volesse, e mi sembra strano che nelle decine di quadri tecnici delle varie squadre azzurre non ci sia mai spazio per la sua saggezza.
E anche qui a Firenze siamo un po’ in debito con De Sisti, almeno quelli di noi che hanno più di quarant’anni.
Invochiamo la partita di addio di Batistuta, spingiamo per il ritorno di Toldo, sussultiamo ad ogni respiro di Rui Costa, ci arrabbiamo per una frase fuori posto di Di Livio, ma poi ci dimentichiamo completamente di chi per quindici anni è stato il condottiero viola, in campo ed in panchina.

Stiamo e stanno gestendo male Montolivo.
Io non so se possa diventare Pirlo o comunque un campione, hoda tempo non sospetto i miei dubbi sulla sua trasformazione da trequartista a uomo d’ordine, ma non è questo il punto.
Il punto è che Montolivo sta sprecando una stagione, tra uno stop in panchina ed una prova convincente “abbastanza, ma non troppo”.
E qui viene in mente quello che disse Prandelli, giusto un girone fa: “se vogliamo puntare all’alta classifica, scordiamoci la valorizzazione dei giovani”.
Purtroppo aveva ragione, perché a Montolivo, più che a Bojinove Pazzini (che vivono di istinto), devono essere concesse almeno cinque partite di fila per capire se è o non è da Fiorentina.
Il problema è che adesso non possiamo permetterci di sbagliarne neanche una di partita: a Montolivo può e deve essere permesso, alla squadra no.
E allora eccolo lì, ad annaspare in una parentesi nelle formazioni della vigilia ed abbastanza lontano dal progetto tattico viola.
Non vedo soluzioni rapide al problema, spero solo che non ci si debba pentire tra un paio di anni dell’occasione sprecata.

C’è una sola cosa più importante della passione e del lavoro, la famiglia.
Proprio per questo mercoledì sera a Cagliari in radiocronaca ci sarà Leonardo Bardazzi, una sicurezza, insieme ad Ernesto Poesio, che farà da seconda voce.
Una decisione difficile per me, non per i dubbi (che non esistono) sulla riuscita della trasmissione, ma per l’amore che metto nelle cose che faccio e quindi per il dispiacere di dover saltare anche solo due terzi di partita.
Sono ventisette anni che scadenzo la vita sulla base degli impegni della Fiorentina, e se ho in qualche modo rimediato all’anticipo di sabato a Milano, non potevo certo prevedere il vento di Cagliari.
Però alla fine questa è una vicenda che mi farà bene.
Perché ho vissuto una sensazione che è per tanti un gran bel modo di dire, buono per gli altri ma molto, molto difficile da applicare in prima persona: nessuno è indispensabile.
Non lo sono io per Radio Blu, così come non lo è il migliore nel proprio lavoro, siamo tutti sostituibili e chi crede il contrario andrà certamente incontro a brutte sorprese.
E poi, alla fine, è bello sapere di aver creato un gruppo, una redazione, che funziona.
Insomma, starò invecchiando, ma pensando a Leonardo che farà la radiocornaca e ricordandomelo entrare in radio poco più che ventenne, ascoltando i vari Selvi, Ceccarini, Speciale, che si sono affermati a livello nazionale, provo un senso di malcelato orgoglio che mi piace condividere con chi frequenta questo blog.

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