Ragazzi, armiamoci di pazienza perché sarà lunga.
Ragioniamo: prima devono chiudere l’indagine penale a Napoli e poi apriranno quella sportiva e quasi certamente ci deferiranno.
A quelo punto bisognerà fare davvero qualcosa: non ho idee precise sull’argomento, ma non possiamo certo stare fermi.
Sull’onda emotiva della rabbia per aver letto certe cose, a metà settimana avevo pensato ad una convocazione pacifica a Coverciano, tanto per ricordare che non siamo la Lazio ma neanche l’agnello da sacrificare sempre.
Ho fatto le mie verifiche con chi di dovere e ci ho ripensato, o meglio: mi hanno indotto a ripensarci, perché ancora non è il momento di cose eclatanti e pensandoci bene hanno ragione loro.
Questa è infatti una battaglia che si combatte pure sulla tenuta nervosa e noi non dobbiamo scivolare in gesti sbagliati, come ad esempio mi stava accadendo venerdì, quando volevo mandare al Pentasport la registrazione integrale della conversazione tra il tifoso e Mazzini scordandomi che era una telefonata diciamo così “carpita” e non una intercettazione.
Il concetto fondamentale è che in B non possono e non devono mandarci perché per per tre quarti di tutta questa storiaccia noi siamo parte lesa e dovranno tenerne conto.
Per il resto, forse è bene non esagerare con le speranze e rimanere vigili.