Sono tra i meno adatti a confrontarmi con la vicenda Toni e non solo per il burrascoso passato con Batistuta, che dal 1997 ad oggi mi ha procurato amarezze e contestazioni.
E’ proprio questione di indole, che proverò a spiegare con un paio di esempi personali.
Da una decina di anni varie radio (e una in particolare…) mi fanno offerte per passare ad altre frequenze, qualche volta proponendo ingaggi imbarazzanti per la povertà del settore.
Ebbene, non mi è mai passata nemmeno una volta per l’anticamera del cervello l’idea di andare a bussare a quattrini da Rinaldo Pieroni, il proprietario di Radio Blu, solo perché da altre parti mi promettevano mari e monti.
Quello era il budget e quello dovevo prendere e se ho chiesto qualche investimento in più è stato solo per ingaggiare un opinionista particolarmente prestigioso per il Pentasport.
Sciocco? Può darsi, ma siccome i cinquemila Euro in più o in meno in un anno per mia grande fortuna non mi cambiano la vita, ecco che ho sempre preferito privilegiare, rispetto ai soldi, aspetti diversi della vita professionale.
Il secondo esempio riguarda Raffaello Paloscia, che da tempo conduce una straordinaria e coraggiosa battaglia per magnificare l’ascolto e le virtù di un’altra emittente.
Spesso mi è stato suggerito di punzecchiarlo un po’, perché alcune sue affermazioni finiscono inevitabilmente per ledere il lavoro di Radio Blu, ma io proprio non ce la faccio ad attaccarlo ed il motivo è semplice.
Paloscia nel 1987, quando cioè in televisione non mi conosceva nessuno o quasi, credette in me e mi impose a Rete 37.
Per tre anni facemmo insieme “Calcio parlato” e questo non posso e non devo mai scordarlo.
Gli sono insomma riconoscente, anche se sono passati quasi vent’anni.
Tornando a Toni, credo che abbia sbagliato tempi e modi per andare a battere cassa.
Non è questo il momento, mediaticamente parlando: i tifosi, strangolati dalle vicende di Calciopoli, non capiscono ed infatti nella stragrande maggioranza mi pare non siano troppo afflitti da una sua eventuale partenza, a patto però che sia compensata da adeguata contropartita.
Comunque sia, è stata un’uscita a vuoto: te ne freghi del contratto firmato dieci mesi fa e vuoi guadagnare più del doppio? Provaci pure, ma fallo in silenzio.
Manda il tuo procuratore in avanscoperta a discutere con Corvino e tu (Toni) glissa sorridente alle domande sul futuro.
Così, in qualunque modo vada a finire, è stata sciupata un’immagine bella di una stagione unica.
Ma è mai possibile che tra tanti amici e amici degli amici non ci sia nessuno in grado di dare a questi milionari del pallone un consiglio giusto?