Ho aspettato un giorno per vedere se mi passava e non mi è passata.
Buon segno, vuol dire che ho ancora la capacità di indignarmi.
E’ vergognoso, veramente vergognoso che un pluri-assassino come Roberto Savi (il capo della banda di bastardi della Uno bianca) abbia avuto il coraggio di chiedere la grazia.
Ho pensato a cosa provava quando dal 1987 al 1994 riceveva lo stipendio da poliziotto, se era intimamente ancora più soddisfatto delle sue bravate in quei sette anni di pazzie e di morti.
Dodici anni di galera secondo lui bastano ad espiare le colpe commesse.
A volte viene davvero la voglia di iscriversi all’associazione “Nessuno tocchi Abele” e pazienza se questi sono pensieri di destra.
Qui si tratta di ragionare con la propria testa e non è proprio ammissibile che questo criminale pensi di continuare a prendersi gioco di noi che stiamo dall’altra parte, che poi è solo quella della legalità.
Se libereranno lui o uno dei suoi due fratelli prima dei prossimi quindici anni, andrò anch’io a Milano per insultarli all’uscita del carcere di Opera.

Meglio la verità di una pietosa bugia.
Toni ha rotto con Firenze e Firenze si è rotta di Toni, solo che non sarà facile la cessione.
La prova di forza di Toni e Tinti (presente alla conferenza, ma era proprio necessario?) mi fa pensare ad un tentativo di far abbassare le pretese con l’Inter.
Vogliono lo sconto i signori da Milano e hanno spedito in avanscoperta il loro oggetto del desiderio.
Bruttissima storia, comunque la si guardi.
Una società scorretta, scorrettissima, che da aprile va a proporre contratti da 4 milioni di Euro netti a stagione a chi è vincolato fino al 2009.
Un giocatore ingrato, che parla di campioni e Champions quando tutti sappiamo che cosa ha in mente.
In mezzo c’è la Fiorentina e soprattutto ci sono i Della Valle (negli ultimi tempi abbiamo un po’ sottovalutato la presenza di Andrea nelle vicende societarie viola).
Come in un tavolo da poker ora tocca a loro parlare e hanno gli occhi del mondo addosso.
Lasceranno, cioè lo venderanno, o rilanceranno?
P.S. Quando parlo di sincerità, mi riferisco ovviamente al fatto che ha detto che se ne vuole andare, non al reale motivo.
A meno che Toni non sia un veggente e frequenti assiduamente Guido Rossi: a maggio lui ha detto di avere un problemino, ma a maggio la Fiorentina era in Champions, non era stata condannata. E meno che mai ad aprile, quando sono andati a parlare ai dirigenti viola dell’offerta dell’Inter.
Che veggenti Toni e Tinti! Viene voglia di farsi predire il futuro da loro.

Firenze, 1° agosto 2006 – La ACF Fiorentina in riferimento alle continue voci di mercato riguardanti Luca Toni tiene a ribadire che il giocatore è incedibile. La posizione della proprietà della Fiorentina era, è e rimarrà ferma su questa decisione. Pertanto è da ritenersi destituita di ogni fondamento qualunque notizia che non risponda a questa chiara e precisa posizione della Società.
E adesso che facciamo?
Qualche piccola proposta:
1) Toni torna a Firenze, convoca una conferenza stampa urbi et orbi e comunica al mondo di aver passato un periodo di grande intensità, in cui ci può pure essere stata qualche difficoltà comunicativa, amplificata da chi voleva metterlo contro Firenze e i Della Valle.
2) Nella medesima conferenza stampa Toni dichiara di non vedere l’ora di ricominciare perché la sua Champions è la Coppa Italia,dice che vorrebbe addirittura giocare a Giarre (a proposito, bella trasfertina per inziare: agevole…), e afferma che salvarsi sarà come vincere lo scudetto. L’Inter? E chi ne ha mai parlato…
3) Noi giornalisti intontiti dal caldo debilitante dell’ultimo mese facciamo finta di non capire troppo bene le parole di Toni che ci coinvolgono, sorvoliamo sopra le più o meno velate accuse e la nostra aggressività si spinge fino al punto di domandargli se pensa di vincere ancora la classifica dei marcatori.
4) I tifosi ripassano mentalmente le 31 perle dell’anno passato, i più fortunati se le vanno a rivedere in video, dopo di che respirano profomdamente e pensano “in fondo assomiglia sempre di più in tutto e per tutto a Batistuta…”.
5) Diego Della Valle offre ai media il suo accattivante sorriso che uccide il nemico, Prandelli parla cinque-minuti-cinque con Toni di quanto successo in estate e lo piazza in camera con Mutu, Corvino stringe per Huntelar il prossimo anno.
6) Per qualche giorno evitiamo tutti di parlare di Toni e ci concentriamo sul Tar, calendari e difensore. Poi cominciamo ad elucubrare su quanti gol potrà fare l’attacco viola.

Succede che una volta tanto sia io ad intervistare l’ottimo Corvino in radio.
Provo ad andare oltre le banalità (in verità ci provo sempre, che poi ci riesca è un altro discorso…) e gli chiedo come pensa di ricucire dall’otto agosto il rapporto tra Toni ed i tifosi, sempre che il bomber si degni di tornare.
Lui parte in quarta e mi parla della bontà della squadra e del gruppo, mi rimprovera un po’ di parlare sempre di Toni e mi dice quello che probabilmente avete sentito: ci vuole rispetto per la Fiorentina in queste trattative, quel rispetto che i viola hanno avuto col Palermo.
Corvino ha perfettamente ragione, solo che io gli avevo chiesto un’altra cosa, ma lui ha inserito il pilota automatico e mi ha parlato solo dell’ipotetica trattativa.
Provo a tradurre: se arriva questa benedetta offerta di 25 milioni di Euro dall’Inter, Corvino sarebbe anche dell’idea di cederlo questo giocatore così poco riconoscente a Firenze e alla Fiorentina.
E Prandelli credo che sia d’accordo con lui, perché ha detto e ripetuto di volere solo uomini motivati.
Il problema, sempre che Moratti spenda così tanto, è chi lo va a spiegare a Diego Della Valle…

Ho il voltastomaco per quello che ho visto ieri sera in televisione, per quei bambini portati via senza vita.
Pur non sentendomi affatto ebreo in senso religioso (non rispetto niente delle oltre seicento regole della mia religione), avverto una specie di senso di colpa, un doloroso stupore per quello che è accaduto.
Siamo passati dalla parte del torto, non ci sono dubbi, anche se questa mia reazione è dettata dall’istinto e non dalla ragione.
Conosco cosa vuol dire convivere con la paura di morire ogni giorno per un attacco terrorista perché mio fratello abita lì, ma questo non basta a spiegare il perché di tutto questo.
Parlano di attacco sbagliato, ci sono le logiche politiche e militari, si muove la diplomazia: che belle frasi, parole perfino ricercate che servono solo a riempire i giornali e la televisione.
Intanto lì si muore, tra lo strazio di chi ci vive, mentre a noi, dall’altra parte della televisione, non resta che il bruciore allo stomaco mischiato ad un pizzico di vergogna.

Io continuo a stupirmi: in più di 25.000 il 29 luglio allo stadio per una partita amichevole senza arte né parte.
A volte mi domando se esista solo la Fiorentina capace di aggregare Firenze in questo modo.
Probabilmente sì, può darsi che sia un limite, ma intanto Prandelli ha il carburante giusto per tentare l’impresa di una stagione memorabile.
Un orgoglio viola che continua a manifestarsi contro tutti e tutto, a volte penso con un pizzico di dietrologia che il mondo del calcio invidi questo blocco granitico che non ha eguali in Italia, perché per anni anche il Napoli è stato dimenticato dai suoi tifosi.
La Fiorentina mai, nell’agosto del 2002 come in questo pomeriggio di caldo quasi africano, su un campo rovinato da non si sa che cosa.
Siamo già pronti ad innamorarci calcisticamente di Mutu, ad intonare cori per Blasi, a dividerci sui dribbling di Santana, perfino a perdonare Toni, se torna con l’idea di darci una mano a salvarci il prima possibile e poi si vedrà.
Insomma, la vita è ricominciata, finalmente sul campo e lì Palazzi e Rossi per fortuna non giocano.

Luca Toni sta proprio sbagliando tutto ed il suo in questo momento è un silenzio assordante.
Non rimane che mettersi alla finestra per vedere come andrà a finire, perché potrebbe anche succedere che ci sia finalmente una prima volta del calcio.
Cioè che Diego Della Valle se ne infischi dell’aspetto economico e consideri Toni un giocatore come tutti gli altri, con un contratto in scadenza nel 2009.
Sarebbe un successo di immagine clamoroso e a qual punto dovrebbe entrare in campo San Prandelli per disinnescare una situazione esplosiva.
E tutti sappiamo quanto poco abbiamo bisogno di casini ambientali in una stagione come questa.
Oppure Diego cede a Corvino, si fa pragmatico, vende l’uomo che non puà rinunciare a certe offerte (come se qui facesse la fame…) e va in scena, senza alcuna colpa dei dirigenti viola, la solita nauseante sceneggiata della scelta di vita eccetera eccetera.
Comunque sia, questo Toni è veramente una delusione: non una parola, mai una frase in questi giorni di dolorosa passione di tutti noi.
Come se fosse un estraneo, mai passato di qui.

Direttamente dai pensieri di un provinciale (cioè il sottoscritto), ecco qualche buon motivo per rendere interessante e forse aslla fine appassionante la prossima stagione:
1) salvarsi a cinque giornate dalla fine e spernacchiare tutti quelli che ci vedevano in B;
2) seguire con molta più passione il campionato cadetto, puntando alla permanenza della Juve nel suddetto torneo per la stagione 2007/08 (lo faremmo solo per dare interesse alla competizione, è ovvio…);
3) arrivare prima della Lazio e poi intervistare sull’argomento Lotito;
4) sperare che Inter, Milan e Roma non vincano lo scudetto (questa è un po’ difficile, lo so, ma mai dire mai nel calcio);
5) tifare in Champions solo per il Chievo;
6) cominciare a conteggiare le interviste-verità di “ho perso l’anima” Moggi e alla numero trenta esplodere nel salotto di casa in una standing ovation;
7) puntare sul fallimento del Real Madrid di Capello, Cassano, Emerson e (per chi non lo sopporta) Cannavaro in Spagna;
8) dare distrattamente un’occhiata al campionato del Bologna, accertandosi che stia sempre bello lì comodo a centro classifica;
9) attendere con impazienza la sfida con i Campioni d’Italia dell’Inter al Franchi e preparare una degna cornice a questi fenomeni: striscioni, cori ed applausi a scena aperta;
10) capire chi è da tenere e chi no per puntare decisamente al terzo scudetto nel 2007/08, nel frattempo vincere la Coppa Italia numero sette.

Il traguardo è triste, lo so, ma esaltante potrebbe diventare la strada per arrivarci: la salvezza.
Sì, la salvezza, magari con qualche giornata di anticipo, ma niente di più.
Pericolosissimo fare i calcoli sulla passata straordinaria stagione, qui non si parte dai 74 punti dello scorso maggio, ma da -19 e abbiamo un mese di tempo per ficcarcelo tutti in testa, io per primo.
Ci sarà pure un motivo se a distanza di vent’anni si ricorda ancora come epica la salvezza della Lazio che nel 1986 partì da -9 e se i giocatori che fecero parte di quella squadra sono ricordati quasi come i vincitori del loro ultimo scudetto.
Cambiamo frequenza mentale, sintonizziamoci sul Prandelli pensiero e cominciamo a pedalare.
Se poi in corso d’opera ci fanno qualche sconto meglio, ma non aspettiamoci niente per non rimanere ancora una volta delusi.

Sono stanchissimo e soddisfatto per lo scampato pericolo.
Ha ragione Della Valle ad infuriarsi perché vuole la Champions, ha ragione Ceccarini perché non è possibile essere così vicino alla Juve nelle sentenze, avete ragione voi che soffrite di mal di pancia per i 19 punti in meno (io comincerò a pensarci tecnicamente da domani), ma devo raccontarvi di questo mio stato mentale e morale da scampato pericolo.
Quando è arrivata l’anticipazione de La Stampa che ci dava in B con 6 punti di penalizzazione, mi sono passati davanti tutti i miei fantasmi calcistici: Cagliari e l’82, Baggio, Avellino, Carnevale e il ’93, i mezzi illimitati di Cecchi Gori, i bastardi che giocarono la stagione infame 2001/2002, la C2.
Erano tutti lì ad indicarmi l’unica strada possibile: la B.
Ecco perché ora vedo il bicchiere mezzo pieno, da domani, ve lo prometto, torno a scendere in trincea per affermare i nostri diritti.

P.S. Io rispetto le vostre idee ed i vostri legittimi dissensi per la sentenza, ma non accetto assolutamente mancanze di rispetto, come ho letto stamani.
Dire che “non ho capito niente” o che “faccio il gioco dei nemici della Fiorentina” se sono contento di essere ancora in serie A, sia pure a meno 19, è offensivo e non lo posso assolutamente accettare perché ho sofferto come voi gli ultimi 80 giorni di questa storia maledetta.
E in più avevo e ho la responsabilità di gestire la trasmissione più seguita della Toscana e quindi mi sono dovuto imporre un basso profilo che cozzava con la mia rabbia interiore.
E’ vero, hanno commesso una grossa ingiustizia, adesso racconteremo tutto al Pentasport e continueremo certamente la nostra battaglia, ma intanto siamo in serie A e per me questo è quello che per me conta di più.

« Pagina precedentePagina successiva »