Sarebbe stato più corretto scrivere che fanno?, ma siccome la Fiorentina è di tutti è giusto estendere il quesito.
Tecnicamente la situazione è la seguente: alla Lazio per una persona (Lotito) con l’art. 1 per una partita hanno dato complessivamente 33 punti di penalizzazione; alla Fiorentina per tre persone ( i Della Valle e Mencucci) con l’art 1 per due partite (Lecce-Parma e Chievo-Fiorentina) hanno dato 45 punti di penalizzazione.
Vista così ci potrebbe anche stare, ma non mi (ci) va giù lo stesso, perché ci abbiamo rimesso una Champions e compromesso una stagione per un illecito che non c’è mai stato.
Assurdo.
In queste ore stanno decidendo se ricorrere o meno al Tar: non lo farà certamente la Fiorentina come società (e così non ci sarnno i 3 punti di penalizzazione), potrebbero farlo, ma non è detto, i Della Valle o Mencucci.
Quel che è importande adesso è non dividerci.
Perché sta circolando un venticello pericoloso per le strade di Firenze: i Della Valle, una volta ottenuta la derubricazione dell’art. 6, se ne fregano della Fiorentina perchè a loro interessava solo salvare l’immagine.
Come se la Fiorentina non fosse di loro proprietà, come se la loro immagine non passasse anche attraverso quello che la squadra farà in campo e fuori dal campo.
La Fiorentina è cosa nostra, ma è anche cosa loro, che ci hanno investito qualche decina di milioni di Euro, che non riprenderebbero certamente se adesso per puro caso la mettessero in vendita.
Perché i nostri bravi e cari imprenditori fiorentini sono prontissimi a fare passarella in tribuna vip e altrettanto veloci nello scappare non appena c’è da aprire il portafoglio.

Stavolta ho lavorato per me, cioè per il blog, perché quanto avevo chiesto mi è arrivato giusto cinque minuti fa, in ritardo per il Pentasport.
Pare che la situazione sia la seguente: quando domani entreranno in una sorta di camera di consiglio, tre giudici su cinque proporanno una riduzione di 7 punti per Fiorentina e Juve, di 3/5 per la Lazio e di 2 per il Milan.
Si cercherà di arrivare all’unanimità di giudizio e proprio per questo pare che non sia così semplice avere presto il verdetto, che potrebbe slittare a sabato mattina, oppure a lunedì.
C’è al momento un’enorme incertezza sulla possibile derubricazione da art. 6 ad art 1 e sarà poi proprio su l’eventuale cambiamento che i Della Valle decideranno se ricorrere o no al Tar.
Dunque 7 punti in più in classifica, come minimo, 9/10 come massimo: questo è quello che ho saputo dalle mie gole profonde.
Adesso non ci resta che attendere, con molta più serenità che a luglio.

Tutto perfetto, sì, a cominciare dal ripristino del gemellaggio, a cui personalmente tengo tantissimo.
L’eroico Paolino Biagiotti ha rischiato l’incolumità fisica andando da bravo segugio a scoprire dove stava avvenendo il pranzo della totale riconciliazione.
I tifosi del Toro hanno pessimi rapporti con la stampa e non hanno proprio gradito l’intrusione, un grazie a nome della redazione a chi dei nostri ultra ha riconosciuto Biagiotti e ha certificato sulla sua totale buonafede (viola).
A vederla ora è andata benissimo anche l’assenza di Toni, che tanto ci aveva preoccupato dalle 18 in poi. Reginaldo ha fatto il suo dovere e a me è parso che si sia giocato tatticamente e mentalmente come l’anno scorso: meno possesso palla e tanta tecnica e cinismo nel rovesciare le situazione tattiche.
Poco da aggiungere su Prandelli e una volta tanto posso dire di averlo detto e scritto ad agosto: fidiamoci di lui, pensavo, perché é l’unico in Italia che può portarci fuori da una situazione del genere.
Lo sta facendo ed è sempre più grande.

Questo blog serve a qualcosa.
Per esempio a farmi ragionare sul livello di imbecillità che raggiungo quando (per fortuna molto raramente) mi scappa un’imprecazione/bestemmia allorché qualcosa vada per traverso o provi un dolore fisico improvviso.
Bestemmiare è da idioti, non ci sono altri commenti da fare: non aggiunge nulla a chi pronuncia quelle parole e offende la sensibilità delle persone che credono in Dio esattamente come è da idioti provocare il popolo islamico con vignette e magliette che sbeffeggiano Maometto.
Chi lo fa scientificamente mi fa venire in mente la fase fecale dei bambini, quando cioè i piccoli per darsi un tono cominciano a dire parolacce a volontà. Parole ascoltate dai grandi e di cui spesso non conoscono il significato.
Se poi a bestemmiare è una curva intera, una delle mie due curve, è doveroso prendere le distanze da questo atteggiamento offensivo, sperando vivamente che non si debba assistere a penosi bis.
Noi fiorentini sappiamo fare molto, ma molto di meglio che offendere la sensibilità di tante persone che vengono alla stadio solo per tifare viola.

P.S. Mentre rispondevo ai vostri post mi è venuto in mente un fatto paradossale: sbaglio o questa volta, nonostante il coro incivile con bestemmia, non abbiamo beccato la solita multa?
Cioè: se insulti Carraro o Matarrese con uno striscione paghi cinquemila Euro, se insulti Dio vai liscio?
Splendidio, non vi pare?

Siamo partiti/4 mi sembrava un po’ limitativo, meglio “Stiamo arrivando”, rende di più l’idea.
Sta andando come nello scorso campionato: sembrano tutte partite facili, poi leggi il tabellone di giornata e scopri che il Catania battuto bene tre settimane fa ha strapazzato la Lazio, magari la Reggina, dopo aver sconfitto la Roma, torna mercoledì al successo.
Ci stiamo innamorando di Mutu, a me piace anche per come rincorre l’avversario, non speculando mai sulla sua classe.
In questo è più Rui Costa che Edmundo.
Blasi ci conforta, Santana ci intriga, Ufo è in netta ripresa.
Saremmo terzi in classifica, senza Palazzi e Sandulli.
In settimana aspettiamo i gol di Montagna, Morbidelli e Bruni nell’arbitrato.

In nesuna altra città d’Italia avrebbero potuto pensare ad uno striscione del genere.
Se conoscessi l’inventore dello slogan, gli proporrei una collaborazione in radio perché quelle quattro parole impersonificano al meglio lo spiritaccio fiorentino, a volte insopportabile, spesso unico.
Restando nel tema, se intanto riprendiamo la Reggina sarà una straordinaria medicina per tempi più difficili contro squadre più forti.
Parlando con i giocatori, annusando l’aria che tira ho come l’impressione che ci sia in giro più leggerezza, meno esasperazione di toni e modi di approcciarsi alla partita.
Prandelli deve aver molto lavorato sulla testa dei giocatori, ma non dimentichiamo che anche per lui questa era un’esperienza completamente nuova.
Rispetto alla partita con il Catania io counque mi sento più tranquillo e non solo per i se punti nelle ultime due gare.

Ma quanto durano i governi in Italia?
La legge dice cinque anni, evidentemente si sbaglia: durano sei, a volte sette anni.
Nel 2001 Tremonti convocò un conferenza stampa a reti televisive unificate per annunciare un ammanco di non so quante migliaia di miliardi di lire (tantissime, comunque) lasciati in eredità nei conti pubblici dal suo predecessore Visco.
Era una mezza bufala, ma andammo avanti lo stesso mesi con questa storia.
Adesso, di fronte al declassamento del rating del nostro Paese da parte di Fitch, Prodi afferma serafico che è tutta colpa del precedente governo, dei conti pubblici disastrosi lasciati da Tremonti e Berlusconi.
Lui ed il suo governo sono estranei al declassamento.
Mai qualcuno che si prenda la responsabilità di quello che sta facendo e di quello che ha fatto.
In questo noi italiani non riusciremo proprio mai ad essere credibili.
Bisognerebbe spiegare a questi signori che i conti pubblici si provano a raddrizzare partendo anche dalle piccole cose.
Esattamente come in famiglia si tenta, per far quadrare il bilancio, di capire quali siano le spese superflue.
Due piccoli esempi, che poi tanto piccoli non sono: il costo vergognoso della classe politica e le sovvenzioni ai giornali.
Sul primo c’è poco da dire, basta leggere quanta gente in Italia campa con la politica.
E diversi di loro lo fanno benissimo, con stipendi che io che lavoro dodici ore al giorno per sei giorni alla settimana neanche mi sogno.
La storia dei giornali invece è un po’ più nascosta, perché dovrebbero essere per l’appunto i giornali ad informare la gente comune.
Ci fu una straordinaria puntata di Report sull’argomento che spiegava tutto nel dettaglio: in pratica non si salvava nessuno tra i giornali legati a partiti e movimenti politici.
Erano una miriade, alcuni che neanche arrivavano in edicola, tutti che perdevano a bocca di barile e che ricevevano milioni di Euro di contributi dallo Stato, cioè da noi, per pagare stipendi a giornalisti che immagino frustrati nel sapere nessuno o quasi li leggerà mai.
Sopravviveremmo senza l’Unità, il Secolo d’Italia, l’Umanità, Europa, la Padania e via a seguire? Penso proprio di sì.
E allora bisognerebbe spiegare a Prodi che sarà pure colpa di Tremonti, ma intanto cominci a fare pulizia dei rami secchi e mortiferi che si ritrova in casa.
P.S. Sono passati più di sei mesi dalle elezioni e ancora non c’è traccia di una legge sul conflitto di interessi. L’altra volta passarono invano cinque anni, adesso quanto dovremo attendere? Berlusconi aspetta e sorride…

Domanda vagamente retorica: ai soldi non rinuncia nessuno, figuriamoci in un mondo avido e di principi morali tendenti allo zero come quello del calcio.
E allora voglio proprio vedere come andrà a finire questa storia dei diritti collettivi televisivi.
Qui ci sono società che hanno firmato contratti straordinari fino al 2010, quando questi contratti era possibile firmarli e che adesso dovrebbero rinunciare (almeno a quanto si capisce dal guazzabuglio di dichiarazioni presidenziali e ministeriali) al 50% degli introiti, che poi sarebbero distribuiti tra tutti.
Come direbbero a San Frediano: sì, li hai belle visti!
Questi son capaci di andare alla corte europea o ad imitare Bondi nello sciopero della fame pro Mediaset.
Col contratto lungo ci sarebbe pure la Fiorentina, ma a cifre lontane anni luce da Juve, Milan, Inter e anche Roma e Lazio.
Sono convinto che Della Valle sarebbe uno dei pochi pronti ad accettare una vera equa distribuzione delle risorse, se non altro per coerenza, visto che poi è stata la “madre di tutte le battaglie”, con le conseguenza che tutti amaramente conosciamo.
Insomma, sono molto curioso di vedere cosa imbastiranno Tonino Matarrese e la bella ministra Melandri, diventata un po’ troppo loquace da quando l’Italia ha vinto i Mondiali.
A proposito, ma avete notato che da più di un mese non si sente più parlare di Guido Rossi? O come farà a resistere a questo periodo di oblio?
Mi aspetto da un momento all’altro una sua intervista bomba sui mali del calcio che lui avrebbe certamente risolto (magari assegnando preventivamente all’Inter lo scudetto 2006/07).

Scusate se rispondo solo ora ai messaggi, ma è stata una giornata molto “intensa”.
Come dicevano nei cartelli sull’autostrada: stiamo lavorando per voi, a gennaio ne saprete di più…

Ho pensato alle pressioni che deve sentirsi addosso Prandelli per questa storia di Montolivo e Liverani insieme.
E’ vero che c’è di peggio nella vita, ma proviamo ad immaginare al diametro crescente degli attributi del tecnico ogni volta che viene in sala stampa o va al bar sotto casa e uno di noi gli chiede: “scusa, ma perché non giocano in coppia?”.
Io sono dell’idea che Montolivo sia ancora un po’ troppo “ragazzo” (nel senso tattico del termine) per un azzardo del genere epperò non esiste gara più adatta di quella con la Reggina per toglierci lo sfizio.
Ho sentito e letto le tabelle più astruse sui punti fatti con l’uno o l’altro, con i due o senza i due, dimenticando un fatto fondamentale: il calcio non è il basket, i numeri contano e non contano e proprio per questo rimane incomparabilmente lo sport più bello del mondo.
Voglio dire che ci stanno tutte le teorie: magari Montolivo e Liverani insieme fanno bella figura perché spesso giocano quando c’è solo l’obbligo di attaccare e con la Fiorentina in svantaggio, a questo non ci ha pensato nessuno?
Comunque sia, proviamoli, perché anche a me piacerebbe vedere sempre in campo quelli che sanno giocare meglio degli altri.
Purtroppo però il calcio è anche un insieme di delicati equilibri, non si spiegherebbe altrimenti come mai alla fine dei conti per la vittoria del Mondiale Gattuso sia stato più importante di Totti.

Confesso di aver visto le prime quattro partite della Juve in B col gusto sadico di chi si prende una rivincita dopo trent’anni di sofferenze.
Ora mi sono stufato: vincono sempre, sono bravi e hanno persino dirigenti affabili e disponibili (Secco e Cobolli Gigli).
E hanno soprattutto a rappresentarli uno di loro, uno che ha sempre tifato Juve, uno che “il mio sogno è sempre stato quello di vestire questa maglia”.
Si chiama Valeri Bojinov, esattamente come quello che il primo maggio scorso mi telefonò per chiedermi come mai in televisione io avessi attaccato la sua vita privata e la sua storia con la cantante bulgara.
Era andata proprio all’opposto: io avevo difeso Bojinov dagli attacchi di Agroppi sulle frequentazioni dell’attaccante viola, dicendo che a noi doveva interessare solo il campo (dove faceva poco, veramente poco).
Ma si vede che qualcuno dei cortigiani che lo circondava deve avere un po’ confuso le voci, oppure gli ha riferito male apposta.
Questo nuovo profeta del verbo juventino, che fa il verso a Toni quando segna e che ha eletto Buffon, Nedved e Del Piero a propri modelli, ha pure una curiosa somiglianza fisica con quel ragazzo bulgaro strapagato dalla Fiorentina venti mesi fa che si fece tatuare il simbolo del Collettivo a simbolo del suo indistruttibile amore per Firenze.
Se è il fratello gemello tutto si spiega.
Se invece, per imperscrutabili ragioni delle umane vicende, si trattasse della stessa persona bisognerà smetterla di accusare il genere femminile di volubilità.
Nel calcio, specialmente dalle parti della Bulgaria, c’è chi fa molto, ma molto di più.

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