Troppa umoralità, amici miei.
Lo penso e lo scrivo a 24 ore di distanza dalla bruttissima prova di ieri, ma l’ho pensato e l’avrei voluto scrivere mentre rispondevo alle domande nel Pentasport del dopo partita.
E a proposito di domande e risposte, scusatemi, ma proprio non ce la faccio ad accontentarvi e quindi i vostri quesiti rimangono sospesi.
Spero non me ne vogliate, però sono giornate molto intense, a volte troppo.
Ma torniamo alla nostra amata viola.
Stiamo perdendo giri e ce ne eravamo già accorti con il Siena, adesso va mantenuta la linea di volo, adesso è il momento di dimostrare che siamo veramente cresciuti come ambiente.
Ho sentito e letto di tutto, qualcuno è arrivato perfino a disconoscere il lavoro di Prandelli, altri se la prendono con Toni perché segna la metà dell’anno scorso, sulla difesa piove che pare il giorno del castigo.
Però mi pare sia la minoranza, un po’ rumorosa, ma pur sempre una minoranza.
Se ce la facciamo a non uscire battuti da Roma, potremo affrontare serenamente la volata Uefa, ma non sarà affatto facile.
Cerchiamo di ricordarcene, invece di volere tutto e subito.

UN AUGURIO A CHIARA E NICOLA: ASPETTIAMO SOLO BUONE NOTIZIE!

E così comani sera ci ritroviamo Ranieri da avversario.
Dieci anni dopo che qualcuno gli chiese di fare l’ultima magia, sparire.
Un rapporto strano con lui, e non solo da parte mia.
Credo fosse arrivato a Firenze molto prevenuto per i casini successi nel 92/93 e per questo mostrò subito il ghigno a tutti, giornalisti e giocatori.
Forse solo Trapattoni ha saputo gestire così bene il rapporto con Cecchi Gori e certamente le squadre che ha avuto a disposizione hanno dato il massimo.
Quando andò via ci sentimmo in tanti sollevati perché il rapporto era ormai logoro e quattro anni a Firenze valgono per esempio otto a Milano, sponda rossonera, dove tutto viene ovattato da una stampa molto, ma molto amica.
Io credo che Ranieri abbia cominciato ad amare veramente Firenze solo quando è partito, quando cioè gli è mancato quel calore unico, un calore che a volte lo faceva bruciare un po’ trppo.
Come quella volta, stagione 95/96, in cui in un’intervista televisiva mai andata in onda dette a me la colpa per un tre a zero preso proprio a Parma…
Perché? Era esasperato dalle mie critiche e da quelle di Ciuffi al Ring dei Tifosi a Canale Dieci, il cui editore era pure il suo presidente.
Firenze e la Fiorentina hanno migliorato Ranieri, che oggi trovo molto più dolce di un tempo, ma anche lui ha fatto bene a noi.
Con qualche scudisciata di troppo (ricordate la nefasta profezia “vi ci vorrebbero dieci anni di B”…) ci ha insegnato ad essere un po’ meno narcisi.
Ci ci ha provato prima di lui, o ha fallito in pochi mesi o ha preferito rinunciare in gran velocità.

Quest’anno il Siena avrebbe qualche buon motivo ad avercela con noi e così è ancora più bello aver portato via quattro punti su sei.
Chiaro che giocando come oggi non si può pensare di vincere a Milano e Roma, ma io a questa squadra concedo tutte le attenuanti possibili perché sta disputando un campionato straordinario.
E poi, anche se ho sofferto maledettamente per 95 minuti, a me vincere lottando fino al termine piace da morire.
Mi ricorda gli anni settanta, quando non dominvamo quasi mai eppure si vinceva spesso col cuore.
Il migliore è stato Montolivo, ormai gli mancano solo quei benedetti cinque/sei gol a stagione per farlo diventare indispensabile e Reginaldo è oggi un titolare certo.
Toni a me è piaciuto, peccato però per Pazzini: nell’intervallo ero certo che avrebbe trovato posto, ma poi l’espulsione assurda di Gamberini ha fatto saltare i piani di Prandelli.

A distanza di sei mesi dai fatti, adesso si può dire: c’ero anch’io tra quelli con cui a settembre Prandelli era arrabbiato.
All’inizio non ci credevo, ma poi ho dovuto convincermi che era proprio così
Una cosa assurda, perché frutto di una balla assoluta che qualcuno si è preso la briga di fabbricare dopo la sconfitta di Livorno.
Secondo questo portatore insano di zizzania io avrei detto in radio che “il credito di Prandelli con i tifosi della Fiorentina ormai era esaurito”.
Non solo non l’ho mai detto, ma neanche l’ho mai pensato, tanto da affermare che ero sì preoccupato, ma che avremmo dovuto tenerci tutti legati a Prandelli, l’unico che ci avrebbe tirato fuori dai pasticci.
Ci sono le registrazioni e anche questo blog a dimostrarlo, ma non è questo il punto.
Il punto è che io sono entrato in rotta di collisione con tante persone, spesso gente che nel calcio a Firenze è contata moltissimo, basta pensare alle battaglie dialettiche con Poggi, Malesani, Batistuta, Antognoni.
Ma in tutte queste vicende, che avessi torto o ragione, ero ben conscio di quello a cui andavo incontro pronunciando certe frasi o dando certi giudizi.
Con Prandelli invece non esisteva alcun motivo di contrasto, essendo lui per me il miglior tecnico visto a Firenze dai tempi di Liedholm e per un po’ di tempo mi sono sentito a disagio.
E’ vero che ci siamo chiariti in un fortuito incontro notturno dopo Udine, ma ho come avuto l’impressione che avesse il dubbio che ci fosse del vero nel le frasi (false) riportate.
E in questi casi non sai mai come comportarti, perché se ritorni sull’argomento è come se ti volessi giustificare di qualcosa e allora ho preferito tenermi il disagio e tacere.
Ma mercoledì, nel corso dell’intervista che spero abbiate sentito nel Penta, ho percepito che quel grumo di incomprensione si è finalmente sciolto e credetemi per me è stato un sollievo, professionale e umano.

Ecco alcune delle parole di Bojinov a “La Gazzetta dello Sport”:

“Vedo solo questi due mesi durante i quali spero di essere più protagonista anche per mettermi un po’ in mostra…
Siamo chiari: la Fiorentina ha chiesto tanti soldi per me e io oggi non valgo quella cifra.
Quando mi prese dal Lecce mi pagò tanto perché venivo da un campionato in cui avevo giocato e segnato tantissimo.
Ma io negli ultimi due anni ho giocato poco e non ho potuto dimostrare il mio valore, quindi secondo me la Fiorentina deve pretendere di meno, abbassare il prezzo.
Altrimenti non troveremo mai una società disposta ad acquistarmi, ne questa nè un’altra…
Se resterei a Torino? Ogni anno è diverso da quello precedente e le cose nel calcio non si ripetono mai identiche:la Roma non prenderà un’altra volta 7 gol dal Manchester”

SCUSATE SE HO RISPOSTO A POCHI, MA PROPRIO NON CE L’HO FATTA,,,

Lo scrivo a pochi minuti dal fischio di inizio: se abbiamo anche e ancora una minima possibilità di andare in Champions (quindi di vincere il nostro scudetto), questa possibilità passa dal calo del Milan.
E un Milan che esce stasera non ci fa affatto comodo, perché a noi conviene molto di più una squadra distratta dal miraggio di vincere, messa male com’è, il più importante trofeo europeo.
Adottiamo quindi una massima del grandissimo Montanelli: turiamoci il naso.
Stavolta non per votare DC, come diceva lui negli anni settanta, ma per sperare che il “simpatico” Galliani passi una serata da ricordare.

Premesso che:
la Roma dal 6 giugno 1993 mi resta cordialmente sulle scatole;
che quando era a Firenze il prefetto Serra ha cercato di favorire i suoi fratelli di tifo giallorosso in modo spudorato;
che esiste da sempre un’impunità verso le loro malefatte, specialmente quando vanno in trasferta;
che con le loro fidejussioni false, nel 2002 ci saremmo iscritti anche noi al campionato di B e non saremmo falliti;
ecco, premesso tutto questo, io non sono mica tanto d’accordo con gli inglesi che hanno protestato per il trattamento ricevuto nella nostra Capitale durante Roma-Manchester.
Perché un po’ conosco la loro polizia e quelli mica stanno a guardare se appena si agitano un po’ le acque.
Ci sono stati diversi casi di italiani maltrattati nella loro civilissima Nazione e spesso nel calcio gli inglesi sono portatori sani di delinquenza.
Nel senso che stanno zitti e boni a casa loro, ma vengono inevitabilmente a fare casino da noi, quasi sempre molestamente ubriachi.
Altro pensiero politicamente scorretto: scusate, ma nella polemica tra lo scrivere bene e fare strafalcioni, io mi schiero dalla parte di Chiara e Innamoratipazzi.
Per carità, qualche volta sbaglio anch’io e anzi, più vado avanti con gli anni e più vengo colto da dubbi atroci che prima non avevo e che qualche volta risolvo chiedendo aiuto a Valentina, ma non mi sembra proprio un gran merito vantarsi di scrivere male grammaticalmente.
Qui tutti hanno la possibilità di esprimersi come meglio credono e tutti sono i benvenuti, ma, parafrasando il grande Moretti di “Palombella rossa”, “chi parla male, vive male”.
E vi confesso che anch’io faccio a volte il maestrino con i miei ragazzi quando sbattono contro gli “attimini” e i congiuntivi ormai moribondi.
Spero non me ne vogliate, ma è più forte di me.

Un anno fa il centrosinistra vinceva le elezioni, dopo aver pianto per un lustro intero sullo strapotere mediatico di Berlusconi.
Non che avesse torto, visto che l’Italia pare proprio essere una Repubblica fondata sulla televisione e sul calcio piuttosto che sul lavoro, solo che dal 1996 al 2001 c’erano stati loro al Governo e non avevano cavato il classico ragno dal buco.
Ad un quinto dell’attuale legislatura, sempre ammesso che non vi siano prima del 2011 elezioni anticipate, siamo allo stesso punto del 2001, cioè il niente.
Avevano detto che si erano sbagliati a non affrontare e risolvere il problema e che non sarebbero certo ricaduti nello stesso errore.
Eppure siamo di nuovo lì, e non credo che sia un problema di numeri al Senato, perché secondo me una giusta e definitiva legge sul conflitto di interessi raccoglierebbe pure i voti di coscienza di qualcuno della Casa delle Libertà.
E’ un problema di volontà e davvero non riesco a capire.
Spero solo che in caso di nuova chiamata alle urne non si riparli scandalizzati di quanto spazio ha sui media Berlusconi perché stavolta ci sarebbe davvero da ridere.

Io no, non ci credo più, ma forse un po’ lo dico per evitare di rimanerci male al termine di un’altra grande stagione di Prandelli e della Fiorentina.
Non ci credo, perchè sarebbe davvero come vincere lo scudetto ed io di di scudetti ne ho vinti solo uno in quaranta anni di coscienza calcistica.
E però stiamo vivendo momenti bellissimi, ci pensate che sono due anni che non abbiamo brutte sorprese, che vinciamo sempre o quasi quando sappiamo che dobbiamo vincere?
Reginaldo è la fotografia di questa Fiorentina: a settembre non valeva la sufficienza, adesso manda in panchina Jorgnesen e Santana.
Fordidabili questi anni, diremo nel 2010, e neanche Guido Rossi e Palazzi sono riusciti a rovinarceli.
Buona Pasqua, davvero di cuore, a tutti voi.

Sì, penso che sarà tutto abbastanza facile, che l’Ascoli prima o poi ci lascerà passare e che se non vinciamo questa partita potremmo pure rischiare l’Uefa.
Inutile stare troppo a raccontarcela, non siamo mica Prandelli o i giocatori, che devono per forza parlare in “calcese” e che comunque hanno già dato ampie garanzie sul come sanno affrontare le partite in cui si ha solo da perdere.
Nel dibattito a distanza avvenuto nel Penta tra Timossi e Pestuggia sul fatto se sia il caso o meno di provare in gare come questa dei giovani di belle speranze, sarei più dalla parte di Saverio, ma in questo mi rimetto davvero in tutto e per tutto a Prandelli.
Voglio dire: se Brivio è ritenuto all’altezza della serie A, Cesare lo manda in campo senza troppe preoccupazioni.
Se invece andrà in panchina, può darsi che il processo di maturazione ancora non sia completo.

P.S. Grazie per tutto quello che avete scritto nel post precedente.
I vostri messaggi hanno per me un valore inestimabile.

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