Quando aveva vent’anni Flachi, giocava a fare il grande ed in più di un’occasione entrammo, pure pesantemente, in rotta di collisione.
Avevo 35 anni e certi suoi comportamenti mi sembravano insopportabili.
Spesso, come accade oggi con altri golden boy viola, aveva intorno gente che sapeva dorgli solo di sì per convenienza.
Poi non l’ho più visto per intere stagioni e quando ci siamo incrociati di nuovo mi è sembrato diverso, più maturo e se era vero quello che ogni tanto si bisbigliava in giro, beh, lui sapeva fingere molto bene.
Io non dimentico le sue dichiarazioni d’amore assolutamente disinteressate verso la Fiorentina, le sue mancate esultanze per i gol ci segnava, insomma il profondo rispetto che ci ha sempre portato.
E non dimentico neanche quello che mi disse alla vigilia di una gara col Bologna di fine maggio 2005: che avrebbe giocato certamente per la Champions della Samp, ma un po’ pure per la nostra salvezza.
Oggi che la stessa Sampdoria ha compiuto il passo inevitabile della richiesta di recissione del contratto e che è quasi certo il suo stop fino al 2009, ecco oggi sarebbe bello che Francesco Flachi, che certamente ha molto sbagliato, ma soprattutto sulla propria pelle, sapesse che da queste parti c’è ancora gente che gli vuole bene.

Ormai sapete tutti della mia simpatia personale e del rapporto costruito negli ultimi tre anni con Giampaolo Pazzini, che intervistai la prima volta quando era ancora un ragazzo all’Atalanta.
Un ragazzo però con la testa da calciatore, molto più maturo dei suoi 20 anni, che intanto sono diventati 23.
E sapete anche delle stilettate che ho dato (con dispiacere) a Valeri Bojinov, che ama spesso circondarsi di persone che gli dicono (o gli dicevano, spero) che va tutto bene, che lui è il migliore e che sono gli altri a sbagliare e a non capirlo.
Detto questo, è bene essere chiari: nella storia del prolungamento del contratto, Pazzini e Bojinov sono esattamente sullo stesso piano e hanno perfettamente ragione Prandelli e Corvino: devono dimostrare di credere nel progetto viola firmando fino al 2011.
Non ci possiamo infatti più permettere un altro caso Toni, bisogna stare belli e tranquilli per costruire o provare a costruire qualcosa di importante.
E dirò di più: Pazzini farebbe bene, ancora più di Bojinov, ad affrettarsi a dire sì ed è strano che uno accorto come Tinti non abbia capito che in questo momento di tutto avrebbe bisogno Giampaolo tranne che di nuove pressioni extra campo.
Abbiamo puntato molto su di lui, gli vogliamo bene perché è uno dei nostri, ma ora ha un assist da sfruttare.
Ecco, guardi di non sciuparlo.

MI COMPLIMENTO PER LA SAGGEZZA DIMOSTRATA CON GLI UTENTI DEL BLOG (SPECIALMENTE CON ALICE…): EVIDENTEMENTE AVENDO VISSUTO SULLA MIA PELLE LO SCUDETTO RUBATO DEL 1982 E L’INFAMIA DELL’UEFA DEL 1990 SONO RIMASTO INDIETRO, COMUNQUE INVERTIAMO L’ORDINE DEI FATTORI (CIOE’ METTIAMO PRIMA LA LETTERA DI BALZARETTI AL TORO) PER VEDERE SE UNA VOLTA TANTO IL PRODOTTO CAMBIA..

ECCO COSA VUOL DIRE INTERAGIRE. HO RICEVUTO DALL’AMICA FONDAMENTALISTA ALICE IL SEGUENTE POST CHE RIMETTE UN PO’ DI ORDINE

Ho la fortuna di avere mio babbo che è un lettore assiduo de “La Stampaâ€? e quando ho chiesto a lui se Balzaretti avesse mai scritto una lettera di saluti ai tifosi del Torino quando decise di andare a parametro zero alla Juventus mi ha detto che nn solo fece pubblicare una lettera sul quotidiano torinese all’indomani della prima amichevole del nuovo torino di Cairo, in modo che ci fosse una ritrovate solidità sportiva per il club granata ma che partecipo’ lo stesso Balzaretti alla presentazione di un libro sul Torino di GianPaolo Ormezzano, con la presenza di alcuni esponenti della curva Maratona dove spiegò i motivi del perchè aveva deciso di accettare la Juventus, dopo il fallimento del vecchio Toro (mio padre, se nn lo si è ancora capito, è tifoso della squadra granata).

E QUESTO E’ QUELLO CHE AVEVO SCRITTO IO D’ISTINTO
Giuro che da domani sarò particolarmente indulgente con Balzaretti, ma mi chiedo se c’era proprio bisogno di questa lettera aperta ai tifosi della Juve.
“Ho vinto due campionati, che nessuna sentenza potra’ mai cancellare”. Lo ha scritto Federico Balzaretti in una lettera aperta inviata al sito della Juventus per salutare la sua ex squadra dopo il passaggio alla Fiorentina. “Sono stati due anni intensi e in cui sono successe molte cose. Ho conosciuto persone splendide e insieme ci siamo tolti tante soddisfazioni – ha detto il 25enne torinese, alla Juventus dal 2005-2006 -. Voglio ringraziare tutti: i miei compagni, i membri dello staff tecnico e medico, i magazzinieri, tutte le persone che lavorano a fianco della squadra e chi quotidianamente opera in sede”. Infine un saluto ai tifosi, che “in questo periodo mi sono sempre stati vicini e non hanno mai fatto mancare il loro sostegno”. (gazzetta.it)

E vorrei anche sapere, e giuro che non lo so, se la stessa lettera aperta sia stata mai indirizzata nel 2005 ai tifosi del Torino, nel loro momento più amaro (e noi ne sappiamo qualcosa di fallimenti…), quando la Juve lo prese a parametro zero.
Certo che è da provinciali criticare questo gesto, che è poi alla fine perfino nobile, ma, ecco, non mi pareva che Balzaretti fosse Bettega, cioè che avesse speso la sua intera vita calcistica con la maglia bianconera.
Però fermiamoci qui e pensiamo a come utlizzare tatticamente Balzaretti.

Bisogna essere sinceri: Pazzini e Montolivo hanno giocato un Europeo deludente, nettamente al di sotto delle attesse probabilmente eccessive e comunque supportate dal loro ottimo finale di campionato.
Non sono stati certo aiutati da Casiraghi e da una squadra senza anima e troppi solisti, però hanno fatto poco, veramente poco.
Eppure io dico che questa mezza botta alla fine sarà salutare per i due ragazzi, che essendo intelligenti si chiederanno in cosa hanno fallito e capiranno che dovranno osare di più.
Così li troveremo belli e affamati alla ripartenza di luglio.
Ed è stato per loro, sopratttutto per Pazzini, un bell’allenamento sulle critiche ricevute, che saranno più o meno le stesse che leggeranno o ascolteranno durante la stagione, se appena appena le cose non dovessero andare come i tifosi sperano.
Insomma, alla fine questo Europeo ci restituisce, credo, due giovanotti più maturi e che possiamo attendere con la stessa fiducia che avevamo in loro quando sono partiti per l’Olanda.

Ho fatto una ricerca lunga e comparata: rispetto ad un anno fa, nello stesso periodo di giugno (dal primo ad oggi 20) abbiamo dedicato alla Fiorentina il 20% in più del tempo,che vuol dire venti minuti in più al giorno.
Merito delle pillole, ovvio, mentre all’interno del Pentasport, dove il tempo è rimasto più o meno lo stesso.
Cosa significa questo?
Significa che le vostre (poche, per fortuna) proteste perché parliamo pure di altre squadre mi sembrano immotivate, ma mi sembrava giusto rispondere nell’ambito del dialogo che abbiamo costruito nel tempo.
Lo dico un po’ piccato perché stiamo producendo un grande sforzo economico, organizzativo e professionale per darvi sempre il meglio sulla Fiorentina, basta pensare a Russo oggi a Milano e domani da un’altra parte sempre in chiave viola.
Però, fino a quando guiderò io questa redazione, non avrete mai dal Penta (per fare un esempio) le telefonate degli ascoltatori alposto di dieci minuti di Inter sul caso del momento (l’iscrizione al campionato 2005/2006 con le voci, ribadisco le VOCI, di Uckmar e Zanetti).
E comunque altre squadre sono spesso viste ed analizzate in ottica viola e davvero non mi capacito come qualcuno (una minoranza, comunque) non capisca che sul Penta e sulle Pillole lavorano ogni giorno molte persone per costruire un prodotto GIORNALISTICO.
Le pillole poi hanno avuto bisogno del loro rodaggio, adesso viaggiano molto bene da sole, occupandosi sempre tanton di Fiorentina e di calcio toscano di A e B, perché Radio Blu è un’emittente regionale e non locale.
E nessuna altra radio dedica alla Fiorentina lo spazio che dedichiamo noi, giornalisticamente parlando, ma probabilmente pure in assoluto.

La sciocchezza di Pazzini (cioè le sue dichiarazioni sullo spareggio olimpico) sono la spia che Giampaolo deve davvero staccare la spina e riposarsi, più mentalmente che fisicamente.
Mi ha sempre sorpreso in Pazzini la sua “testa da calciatore”, il suo essere più maturo rispetto ai vent’anni, ma evidentemente l’uomo non è di ferro e qualcosa di tutto quello detto e scritto ha assimilato anche lui nel corso dei mesi.
In campo a dire il vero non mi era sembrato così nervoso e forse è stata più la delusione che il resto, ma comunque sia non è simpatico dover tornare precipitosamente in sala stampa e fare marcia indietro.
Abbiamo sentito e visto di peggio, di molto peggio, nel corso degli anni e figuriamoci tra un mese cosa sarà simasto di queste parole.
A noi interessa molto di più il futuro: cerchiamo tutti, a cominciare proprio da Giampaolo, di stare un po’ più tranquilli perché a calcio si gioca meglio senza troppe preoccupazioni o pensieri sulle spalle.

Per una volta voglio fare il misetrioso ed invitarvi tutti a seguire il Pentasport di domani sera, e non certo e non solo per l’esclusiva radiofonica con Buffon che parla di Fiorentina oppure per ascoltare il grande Marco Baldini (confesso: sono un fan incallito di Viva Radio2: sono eccezionali, sempre) che racconta la sua passione viola.
Ci sarà molto altro domani sera, diciamo un fatto di cuore ed un debito che non solo io credo di avere.
Non aggiungo altro, provate semmai ad indovinare e fatemi poi sapere dopo le 20 se vi è piaciuta oppure no.

Se non è riuscito a trovarlo nemmeno Ceccarini, ci sono poche speranze per tutti.
Pantaleo Corvino non si sa dove sia, in compenso lo avvistano in ogni luogo e lo infilano in tutte le trattative.
Dico la verità: mi rilassa sapere che tanto nessuno l’azzecca con lui, mi consente di estraniarmi ancora di più dalla lotta, perché, come già scritto, il mio entusiasmo di fronte al mercato e ai suoi faccendieri è vicino allo zero.
Continuo a pensare che la pista Barzagli sia la più percorribile e faccio il tifo perché Andrea arrivi alla Fiorentina (dovesse succedere, ho un piccolo aneddoto personale da raccontare).
Sono invece curiosissimo per il grande centrocampista, là davvero brancoliamo tutti nel buio, aspettando tutti che Pantaleo accenda la luce.

Diciamoci la verità: i nostri ragazzi in Olanda non stanno affatto entusiasmando e comunque questa sera Pazzini ha fatto il possibile per segnare ed è andato meglio rispetto alla prima partita.
Chi mi ha lasciato un po’ interdetto è stato Montolivo, che è stato la controfigura dello splendido giocatore a tutto campo di fine campionato.
Tra l’altro ha avuto anche sfortuna, perchè la regia televisiva lo ha ripreso non meno di quattro volte intento a sistemarsi vezzosamente il nastro tra i capelli dopo un passaggio o un tiro sbagliato, atteggiamento che non piace a tutti (a me, per esempio, non piace, ma non faccio testo perché in queste cose sono un po’ troppo all’antica e i numeri vorrei vederli di nuovo dall’1 all’11).
Comunque sia, per ora il palcoscenico europeo sta deludendo, anche se il secondo tempo azzurro è stato tutto cuore ed è proprio per questo che mi sarebbe piaciuto vedere il Montolivo lottatore trasformato da Prandelli.
Ultima annotazione: potremmo ancora per qualche giorno evitare di buttare la croce addosso a Pazzini perché ancora non ha segnato?
In fondo, ai Mondiali, sua Maestà Luca Toni si è sbloccato solo alla quinta partita, anche se qui sarà dura arrivarci alla quinta partita…

Ovvia, nel caso Pazzini siamo con la sindrome Tafazzi (quello che si tirava maganellate sui testicoli).
E’ bastata una partita senza reti con l’under 21, giocata con una squadra che ha fatto di tutto per non aiutarlo tatticamente, per far gridare a qualcuno (tanti, pochi? Non saprei) che Pazzini non è adatto a sostituire Toni, che dobbiamo andare sul mercato per prendere un grande attaccante e via dicendo.
Poi, in serata, spunta questa fantomatica offerta per Gilardino, che tra l’altro a me piace molto: 16 milioni di Euro, più Bojinov.
Peccato che Gilardino guadagni due volte e mezzo quello che guadagna Mutu e poi comunque in questo modo si vuole ancora di più picchiare su Pazzini.
Per carità, io sono il suo procuratore e contro la Serbia non ha certo entusiasmato mangiandosi pure un gol, ma è mai possibile che non si possa stare in pace per qualche mese?
Diamogli un girone a Giampaolo e poi vediamo.
Ma diamoglielo questo tempo, in assoluta tranquillità, senza farci prendere dall’angoscia che, se solo rimane tre partite senza segnare, non sia adatto al ruolo.
Perché, se deve continuare così, meglio lasciar perdere subito e venderlo per prendere “uno di nome”, che magari alla fine renderà meno di Pazzi, ma vuoi mettere l’effetto che fa.

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