Stamani stavo pensando di scrivere qualcosa su Pazzini e sulle difficoltà della manovra quando si pensa che invece di lui in mezzo ci sia Toni (ma Prandelli è perfettamente a conoscenza della cosa), quando sono andato come sempre a moderare i commenti.
Sono rimasto di stucco, sono rimasto cioè piacevolmente raggelato dal vedere come il blog sia una specie di messaggio in bottiglia che tu lanci in mare aperto e che poi in tanti raccolgono.
A distanza di qualche giorno qualcuno era infatti tornato a parlare di Ivan Rossi, il trentenne morto per salvare non so bene se tre o cinque ragazzi (mamma mia come siamo cialtroni noi giornalisti in questi racconti…), mentre pare che qualche demente (scusate, ma non saprei trovare altre parole per definirli) filmava il tutto con il suo bel telefonino.
Devo anche confessare di essere rimasto un po’ deluso dal fatto che il post sull’argomento ricevesse così pochi commenti, perché mi sembrava molto più importante della cessione di Liverani o dell’acquisto di Barzagli.
Ma non è tutto: tra i messaggi arrivati in nottata c’era pure quello della famiglia di Ivan, che ovviamente non conosco (ma lo vorrei fare, almeno telefonicamente) e che chissà come è venuta a conoscenza di quanto avevo e avevamo scritto.
Non credo sia necessario aggiungere nient’altro.

Sono iscritto al partito degli ottimisti perché a memoria non ricordo due stagioni consecutive della Fiorentina ottime come queste.
Per trovarle bisognerebbe partire dalla metà degli ammi cinquanta e sinceramente mi pare un viaggio un po’ lungo.
Personalmente non ho tutta questa fame di sapere i nuovi acquisti (e a dirla tutta non sogno la notte con Balzaretti e Semioli), ma capisco chi è meno saturo di me di calcio e che quindi vuole tutto e possibilmente subito.
Ma pur estraniandomi dal processo di santificazione di Corvino, che pare essere diventata la moda imperante a Firenze e dintorni, io penso che ci si possa tranquillamente fidare di Pantaleo.
Basta però sapere che la prossima stagione sarà la più complicata della coppia più bella d’Italia.

Non importerebbe fare tanti dibattiti sui mali del calcio italiano e/o sulla disaffezione del pubblico negli stadi.
Sarebbe bastato che i vari Abete, Galliani, Matarrese, Moratti e compagnia cantante si fossero messi stasera davanti al televisore, sintonizzati sul canale 205 di Sky.
Qualcuno, per esempio, mi e ci dovrà spiegare cosa avevano in più o in meno i giocatori del Maiorca, che hanno tolto un possibile scudetto al Siviglia, rispetto a quelli del Milan, Lazio e di tutte quelle squadre che all’ultima giornata di campionato hanno considerato normale far vincere chi doveva lottare per la salvezza.
Ma io penso che i vari Abete, Galliani, Matarrese, Moratti e compagnia cantante nemmeno sappiano quale fosse la classifica della Liga spagnola prima e dopo la penultima giornata di campionato.

Solo che lui, Ivan Rossi, nonostante il cognome0 che lo avrebbe condannato all’anonimato permanente, non era un uomo qualunque, ma una persona straordinaria.
Ma chi di noi farebbe una cosa del genere, al di là delle proprie capacità natatorie (le mie, ad esempio, sono scarsissime)?
Non ci sono più parole quando accadono fatti del genere, meglio lasciar parlare la cronaca.

Ha pagato a prezzo della vita la sua generosità.
Ivan Rossi, 30 anni, di Viterbo, animatore in un villaggio turistico a Noto marina, è morto dopo avere salvato cinque ragazzi che stavano annegando.
Avendoli visti in difficoltà, l’uomo ha raggiunto a nuoto i giovani, che avevano deciso di di fare il bagno nonostante il mare fosse agitato, e li ha portati a riva uno dopo l’altro.
Durante l’operazione di soccorso Ivan Rossi ha accusato un malore.
Caricato su un autoambulanza, è morto prima dell’arrivo in ospedale.
Secondo un primo accertamento l’animatore si sarebbe gettato in mare dopo aver pranzato e questo potrebbe avere provocato una congestione.
Non si esclude, però, che sia stato letale l’affaticamento dovuto alla concitazione durante le fasi del salvataggio dei bagnanti.
Ivan Rossi era arrivato nell’albergo Helyos di Noto marina un mese fa e aveva previsto di fermarsi nella struttura per lavoro per tutta l’estate.
Avrebbe fatto rientro a casa a settembre.

(repubblica.it)

Ragazzi e ragazze, io ci sto provando a non essere permaloso, a migliorare questo mio brutto difetto, ma ditemi voi come si fa a non perdere la pazienza quando c’è sempre qualcuno che ha da ridire su tutto.
Esempio numero 1: i due inviati a Monaco per Toni.
Ma scusate, li avete pagati voi Poesio e Sardelli?
Oppure abbiamo utilizzato denaro pubblico per fare ascoltare (unici in Toscana) la diretta del centravanati campione del mondo che aveva appena lasciato la Fiorentina e che non parlava da mesi?
E’ un arricchimento della trasmissione, andato in onda tra l’altro fuori dal Pentasport, con una sua grande valenza giornalistica..
E invece no, vai con le critiche: perché “a noi non ce ne frega più niente di Toni”, perché “è assurdo spendere soldi così” e mi fermo qui.
Esempio numero 2: la notizia di Corvino a Lione.
E’ vera, non è vera?
Non lo sapremo mai, ma santo cielo stiamo parlando di calcio, mica della formula per sconfiggere l’Aids.
Se Fagotto lo ha visto e ce lo ha voluto dire, cos’è?
Lesa maestà?
Disturbiamo i piani della Fiorentina?
Ma per favore…
Se fosse così, evitate allora di leggere i giornali e sentire la radio perché noi vi dobbiamo raccontare (o tentare di sapere) quello che Corvino sta pensando e facendo.
E’ il grande gioco del mercato, che a me non piace, ma alla stragrande maggioranza di voi sì.
Esempio n. 3: Moggi e Pier Matteo in radio.
Piacciono, non piacciono?
A qualcuno sì e a qualcuno no, ma sono 5 minuti alla settimana all’interno di due ore e quarantacinque minuti di trasmissione giornaliera.
E invece ecco che arrivano i giudizi trancianti, tra l’altro scritti con una protervia che a me proprio non piace.
Con gli esempi mi fermo qui, ma potrei continuare.
Vorrei invece che capiste che una trasmissione di successo come il Pentasport (la più ascoltata in assoluto in Toscana tra le emittenti regionali) è una torta fatta di molti ingredienti: opinionisti, interviste, inchieste (ne pacciamo troppo poche), linea guida della redazione, qualche volta il parere del pubblico (probabilmente aumenterò qualcosa) e pure un pizzico di goliardia, per non prendersi mai troppo sul serio.
Ecco, cerchiamo di non prenderci troppo sul serio e riportiamo tutto nei giusti binari, perché il calcio e la radio devono essere momenti di relax, che aiutano anche a pensare.
Però non è possibile da ascoltatori (e anche da conduttori) affrontare tutto questo con i toni fondamentalisti che ogni tanto leggo sul mio blog.

A volte bisogna anche sfruttare le amicizie e i frenquentatori del blog.
Finalmente una notizia di mercato, ma non l’ho trovata io e neanche Nick.
Grazie Fagotto…

Beh David, a questo punto mi sbilancio anche io. Mi trovo in Francia per lavoro, per l’appunto a Lione.
Oggi, in hotel , ho ascoltato in streaming il penta ( m’hanno fatto spendere una cifra assurda e ho persino discusso in francese col consierge che ritiene il Lens, di cui è tifoso, migliore della Fiorentina…Lasciamo perdere…).
Ad un certo punto è venuta fuori la storia che Corvino si trovasse a Lione .
Mi sono un po’esaltato e ripienato di sindrome da Sherlock Holmes.
Dato che stasera avevo ben poco da fare mi sono armato di speranza e ho girellato a piedi per la città, entrando in ogni locale che mi capitava a tiro.
Verso le 23 sono capitato in una specie di cafè bar fuori dal centro, piccolissimo, dopo aver bevuto già due o tre birre. Eccolo!
Il buon Pantaleo.
L’ho visto.
Stava parlando con due persone. Uno ricciolo, elegantissimo e l’altro, un tizio senza capelli, giovane, o comunque sotto la trentina.
Se non sbaglio Cris è senza capelli.
Sono da poco tornato in albergo.
Ho la faccia di quello che ha fatto lo scoop del secolo.
Magari poi domani prenderemo Barzagli.
In ogni caso stavo pensando una cosa: ma quanti tifosi, farebbero quello che fanno i tifosi viola?
Insomma, anche mentre siamo per lavoro all’estero, il primo pensiero va alla nostra squadra.
E’proprio vero, siamo degli eroi, per una squadra che ha vinto poco esiste una tifoseria da 1000 e una notte.
Adesso vado a letto felice, vedendo PantaLEO a 10 metri da me ad un tavolino, mi son sentito come a casa.
Siamo ovunque.
Oh David, domani alle 17 sono di nuovo a Firenze e alle 18,05 pronto a seguire il penta.
Mi raccomando, ti voglio in console. Un abbraccio.

Avendo avuto purtroppo, causa colica renale, un po’ più di tempo a disposizione, ho letto molte sciocchezze su Radio Blu, quando la cosa più semplice, se a qualcuno non piace più la nostra programmazione, sarebbe cambiare stazione.
Senza fare guerre sante o dando vita ad iniziative ridicole e passibili di querela.
Perderemo ascolti nella prossima rilevazione Audiradio?
Può darsi di sì, ma siccome nel passato abbiamo sempre ondeggiato tra i 75.000 e i 100.000 utenti non credo proprio che sia il caso di preoccuparsi, come non ci siamo mai esaltati per i successi.
Ogni cambiamento di rotta ha un suo prezzo da pagare, magari per alcuni ascoltatori è un prezzo salato.
Mi dispiace perché ho un rispetto sacrale per chi ci segue e ogni persona che se ne va dalle nostre modulazioni è una piccola fitta al cuore, ma spero che ne arrivino altri di ascoltatori, magari più di quelli che se ne sono andati.
Comunque sia, noi continuiamo a fare seriamente il nostro lavoro, investendo professionalmente sull’attualità.
Oggi per esempio rendiamo omaggio a Luca Toni, con cui, come saprete, non sono mai stato troppo tenero fuori dal campo.
Come faremo ad onorare i suoi due anni fiorentini?
Mandando due inviati a Monaco di Baviera per seguire in diretta, alle 17, la conferenza stampa di presentazione al Bayern.
Ecco, questo è il nostro modo di intendere la radio, sul posto, essendoci sempre.
Questa è Radio Blu.

Tuffo al cuore in televisione: canale 216, danno Italia-Inghilterra, Europei del 1980, ed io mi metto ad aspettare con impazienza i minuti finali perchè mi ricordo ancora benissimo dell’azione decisiva della partita.
Apertura al buio di Antognoni per Graziani, fuga di Ciccio sulla sinistra e zampata vincete di Tardelli in mezzo al portiere e due giocatori.
Quello che non ricordavo affatto è l’esultanza successiva, che è la stessa del gol di Rossi alla Germania due anni dopo, con Gentile col pugno alzato a cavalcioni sul compagno (che però stavolta è Tardelli, Rossi fra l’altro era squalificato per via delle scommesse).
Che estate quell’estate e che campionato europeo giocò Antognoni, il migliore dell’Italia.
Poi pareggiammo contro un Belgio ultra catenacciaro e perdemmo l’accesso alla finale.
Eppure quegli Europei hanno un sapore dolcissimo: avevo vent’anni e neanche una lira in tasca, ero già a Radio Blu, alla Fiorentina stavano per arrivare i Pontello con i soldi e una settimana dopo sarei partito con due amici per la Danimarca per una vacanza indimenticabile.
La Juve ci doveva ancora rubare scudetto e Uefa e quindi, per una sera, non era poi così scandaloso voler bene perfino a Tardelli.

E’ stato poi così importante il campionato di Liverani?
A me pare che sia stato un campionato da 6 e sinceramente speravo in qualcosa di più, pur essendo tra gli estimatori di questo ragazzo di trent’anni, che ha parecchio sale in zucca e gli angeli nei piedi.
Non ne farei quindi una questione di Stato se adesso Prandelli decidesse di cambiare modulo e tornare al tanto amato 4-2-3-1.
Costruire un’altra volta la squadra intorno a Liverani può essere un rischio, pensando all’anno in più del giocatore (oddio, grandi passi indietro sul piano dinamico non ne dovrebbe fare…) e soprattutto alle caratteristiche degli altri eventuali nuovi acquisti.
Con uno come Pazzini davanti devi essere per forza più veloce nella manovra, sfruttare la tempistica di Giampaolo, bravissimo a sfruttare gli spazi liberi.
Per questo, se davvero Liveran se ne andrà via, non sarà tutto questo dramma.

P.S. Ho una certezza in più nella vita: le coliche renali non sono come spesso si sente raccontare.
Sono molto peggio!

BENE, VEDO CHE SONO IN MINORANZA SULLA VALUTAZIONE DA 6 DI LIVERANI E NON DISCUTO.
VOLEVO SOLO RICORDARE CHE SONO SEMPRE MOLTO AVARO NEI GIUDIZI (LEGGI I POST SU MONTOLIVO DI QUALCHE MESE FA) E CHE TUTTO QUESTO ENTUSIASMO SU LIVERANI NON L’AVEVO NOTATO DURANTE IL CAMPIONATO.

Leggo su Repubblica l’intervista denuncia del mio amico Paolo Marcheschi (Forza Italia), lo chiamo al telefono e gli faccio la solita battuta-tormentone, ormai vecchia di anni: “ma uno come te che ci sta a fare in un partito a sovranità limitata?”.
Marcheschi, da cui comprerei certamente un’auto usata, aveva chiesto le primarie all’interno del suo partito, per contarsi e per vedere chi fosse il caso di candidare come sindaco.
In passato si era battuto contro l’abolizione del voto di preferenza, che ha di fatto reso i partiti padroni di decidere chi mandare o meno al Parlamento, spalleggiato in questo da Graziano Cioni (DS), un altro di cui mi fido per istinto, pur conoscendolo meno.
Ecco, questi due sono dei guastatori della politica e certamente non andranno lontano, non faranno carriera negli organismi nazionali dei rispettivi partiti perché davvero troppo attenti alla realtà che li circonda.
E poi D’Alema si dice preoccupato della crisi della politica, ormai avulsa dalla società civile.
Lo dice alzando severo il sopracciglio e tre giorni dopo vola a Valencia a vievere estasiato le imprese di una barca griffata con il nome di una borsa che partecipa alla regata sponsorizzata da una valigia.
Nel pomeriggio vado a sentire cosa ne pensano alla Casa del Popolo di Grassina…

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