Ho fatto una ricerca lunga e comparata: rispetto ad un anno fa, nello stesso periodo di giugno (dal primo ad oggi 20) abbiamo dedicato alla Fiorentina il 20% in più del tempo,che vuol dire venti minuti in più al giorno.
Merito delle pillole, ovvio, mentre all’interno del Pentasport, dove il tempo è rimasto più o meno lo stesso.
Cosa significa questo?
Significa che le vostre (poche, per fortuna) proteste perché parliamo pure di altre squadre mi sembrano immotivate, ma mi sembrava giusto rispondere nell’ambito del dialogo che abbiamo costruito nel tempo.
Lo dico un po’ piccato perché stiamo producendo un grande sforzo economico, organizzativo e professionale per darvi sempre il meglio sulla Fiorentina, basta pensare a Russo oggi a Milano e domani da un’altra parte sempre in chiave viola.
Però, fino a quando guiderò io questa redazione, non avrete mai dal Penta (per fare un esempio) le telefonate degli ascoltatori alposto di dieci minuti di Inter sul caso del momento (l’iscrizione al campionato 2005/2006 con le voci, ribadisco le VOCI, di Uckmar e Zanetti).
E comunque altre squadre sono spesso viste ed analizzate in ottica viola e davvero non mi capacito come qualcuno (una minoranza, comunque) non capisca che sul Penta e sulle Pillole lavorano ogni giorno molte persone per costruire un prodotto GIORNALISTICO.
Le pillole poi hanno avuto bisogno del loro rodaggio, adesso viaggiano molto bene da sole, occupandosi sempre tanton di Fiorentina e di calcio toscano di A e B, perché Radio Blu è un’emittente regionale e non locale.
E nessuna altra radio dedica alla Fiorentina lo spazio che dedichiamo noi, giornalisticamente parlando, ma probabilmente pure in assoluto.

La sciocchezza di Pazzini (cioè le sue dichiarazioni sullo spareggio olimpico) sono la spia che Giampaolo deve davvero staccare la spina e riposarsi, più mentalmente che fisicamente.
Mi ha sempre sorpreso in Pazzini la sua “testa da calciatore”, il suo essere più maturo rispetto ai vent’anni, ma evidentemente l’uomo non è di ferro e qualcosa di tutto quello detto e scritto ha assimilato anche lui nel corso dei mesi.
In campo a dire il vero non mi era sembrato così nervoso e forse è stata più la delusione che il resto, ma comunque sia non è simpatico dover tornare precipitosamente in sala stampa e fare marcia indietro.
Abbiamo sentito e visto di peggio, di molto peggio, nel corso degli anni e figuriamoci tra un mese cosa sarà simasto di queste parole.
A noi interessa molto di più il futuro: cerchiamo tutti, a cominciare proprio da Giampaolo, di stare un po’ più tranquilli perché a calcio si gioca meglio senza troppe preoccupazioni o pensieri sulle spalle.

Per una volta voglio fare il misetrioso ed invitarvi tutti a seguire il Pentasport di domani sera, e non certo e non solo per l’esclusiva radiofonica con Buffon che parla di Fiorentina oppure per ascoltare il grande Marco Baldini (confesso: sono un fan incallito di Viva Radio2: sono eccezionali, sempre) che racconta la sua passione viola.
Ci sarà molto altro domani sera, diciamo un fatto di cuore ed un debito che non solo io credo di avere.
Non aggiungo altro, provate semmai ad indovinare e fatemi poi sapere dopo le 20 se vi è piaciuta oppure no.

Se non è riuscito a trovarlo nemmeno Ceccarini, ci sono poche speranze per tutti.
Pantaleo Corvino non si sa dove sia, in compenso lo avvistano in ogni luogo e lo infilano in tutte le trattative.
Dico la verità: mi rilassa sapere che tanto nessuno l’azzecca con lui, mi consente di estraniarmi ancora di più dalla lotta, perché, come già scritto, il mio entusiasmo di fronte al mercato e ai suoi faccendieri è vicino allo zero.
Continuo a pensare che la pista Barzagli sia la più percorribile e faccio il tifo perché Andrea arrivi alla Fiorentina (dovesse succedere, ho un piccolo aneddoto personale da raccontare).
Sono invece curiosissimo per il grande centrocampista, là davvero brancoliamo tutti nel buio, aspettando tutti che Pantaleo accenda la luce.

Diciamoci la verità: i nostri ragazzi in Olanda non stanno affatto entusiasmando e comunque questa sera Pazzini ha fatto il possibile per segnare ed è andato meglio rispetto alla prima partita.
Chi mi ha lasciato un po’ interdetto è stato Montolivo, che è stato la controfigura dello splendido giocatore a tutto campo di fine campionato.
Tra l’altro ha avuto anche sfortuna, perchè la regia televisiva lo ha ripreso non meno di quattro volte intento a sistemarsi vezzosamente il nastro tra i capelli dopo un passaggio o un tiro sbagliato, atteggiamento che non piace a tutti (a me, per esempio, non piace, ma non faccio testo perché in queste cose sono un po’ troppo all’antica e i numeri vorrei vederli di nuovo dall’1 all’11).
Comunque sia, per ora il palcoscenico europeo sta deludendo, anche se il secondo tempo azzurro è stato tutto cuore ed è proprio per questo che mi sarebbe piaciuto vedere il Montolivo lottatore trasformato da Prandelli.
Ultima annotazione: potremmo ancora per qualche giorno evitare di buttare la croce addosso a Pazzini perché ancora non ha segnato?
In fondo, ai Mondiali, sua Maestà Luca Toni si è sbloccato solo alla quinta partita, anche se qui sarà dura arrivarci alla quinta partita…

Ovvia, nel caso Pazzini siamo con la sindrome Tafazzi (quello che si tirava maganellate sui testicoli).
E’ bastata una partita senza reti con l’under 21, giocata con una squadra che ha fatto di tutto per non aiutarlo tatticamente, per far gridare a qualcuno (tanti, pochi? Non saprei) che Pazzini non è adatto a sostituire Toni, che dobbiamo andare sul mercato per prendere un grande attaccante e via dicendo.
Poi, in serata, spunta questa fantomatica offerta per Gilardino, che tra l’altro a me piace molto: 16 milioni di Euro, più Bojinov.
Peccato che Gilardino guadagni due volte e mezzo quello che guadagna Mutu e poi comunque in questo modo si vuole ancora di più picchiare su Pazzini.
Per carità, io sono il suo procuratore e contro la Serbia non ha certo entusiasmato mangiandosi pure un gol, ma è mai possibile che non si possa stare in pace per qualche mese?
Diamogli un girone a Giampaolo e poi vediamo.
Ma diamoglielo questo tempo, in assoluta tranquillità, senza farci prendere dall’angoscia che, se solo rimane tre partite senza segnare, non sia adatto al ruolo.
Perché, se deve continuare così, meglio lasciar perdere subito e venderlo per prendere “uno di nome”, che magari alla fine renderà meno di Pazzi, ma vuoi mettere l’effetto che fa.

Stamani stavo pensando di scrivere qualcosa su Pazzini e sulle difficoltà della manovra quando si pensa che invece di lui in mezzo ci sia Toni (ma Prandelli è perfettamente a conoscenza della cosa), quando sono andato come sempre a moderare i commenti.
Sono rimasto di stucco, sono rimasto cioè piacevolmente raggelato dal vedere come il blog sia una specie di messaggio in bottiglia che tu lanci in mare aperto e che poi in tanti raccolgono.
A distanza di qualche giorno qualcuno era infatti tornato a parlare di Ivan Rossi, il trentenne morto per salvare non so bene se tre o cinque ragazzi (mamma mia come siamo cialtroni noi giornalisti in questi racconti…), mentre pare che qualche demente (scusate, ma non saprei trovare altre parole per definirli) filmava il tutto con il suo bel telefonino.
Devo anche confessare di essere rimasto un po’ deluso dal fatto che il post sull’argomento ricevesse così pochi commenti, perché mi sembrava molto più importante della cessione di Liverani o dell’acquisto di Barzagli.
Ma non è tutto: tra i messaggi arrivati in nottata c’era pure quello della famiglia di Ivan, che ovviamente non conosco (ma lo vorrei fare, almeno telefonicamente) e che chissà come è venuta a conoscenza di quanto avevo e avevamo scritto.
Non credo sia necessario aggiungere nient’altro.

Sono iscritto al partito degli ottimisti perché a memoria non ricordo due stagioni consecutive della Fiorentina ottime come queste.
Per trovarle bisognerebbe partire dalla metà degli ammi cinquanta e sinceramente mi pare un viaggio un po’ lungo.
Personalmente non ho tutta questa fame di sapere i nuovi acquisti (e a dirla tutta non sogno la notte con Balzaretti e Semioli), ma capisco chi è meno saturo di me di calcio e che quindi vuole tutto e possibilmente subito.
Ma pur estraniandomi dal processo di santificazione di Corvino, che pare essere diventata la moda imperante a Firenze e dintorni, io penso che ci si possa tranquillamente fidare di Pantaleo.
Basta però sapere che la prossima stagione sarà la più complicata della coppia più bella d’Italia.

Non importerebbe fare tanti dibattiti sui mali del calcio italiano e/o sulla disaffezione del pubblico negli stadi.
Sarebbe bastato che i vari Abete, Galliani, Matarrese, Moratti e compagnia cantante si fossero messi stasera davanti al televisore, sintonizzati sul canale 205 di Sky.
Qualcuno, per esempio, mi e ci dovrà spiegare cosa avevano in più o in meno i giocatori del Maiorca, che hanno tolto un possibile scudetto al Siviglia, rispetto a quelli del Milan, Lazio e di tutte quelle squadre che all’ultima giornata di campionato hanno considerato normale far vincere chi doveva lottare per la salvezza.
Ma io penso che i vari Abete, Galliani, Matarrese, Moratti e compagnia cantante nemmeno sappiano quale fosse la classifica della Liga spagnola prima e dopo la penultima giornata di campionato.

Solo che lui, Ivan Rossi, nonostante il cognome0 che lo avrebbe condannato all’anonimato permanente, non era un uomo qualunque, ma una persona straordinaria.
Ma chi di noi farebbe una cosa del genere, al di là delle proprie capacità natatorie (le mie, ad esempio, sono scarsissime)?
Non ci sono più parole quando accadono fatti del genere, meglio lasciar parlare la cronaca.

Ha pagato a prezzo della vita la sua generosità.
Ivan Rossi, 30 anni, di Viterbo, animatore in un villaggio turistico a Noto marina, è morto dopo avere salvato cinque ragazzi che stavano annegando.
Avendoli visti in difficoltà, l’uomo ha raggiunto a nuoto i giovani, che avevano deciso di di fare il bagno nonostante il mare fosse agitato, e li ha portati a riva uno dopo l’altro.
Durante l’operazione di soccorso Ivan Rossi ha accusato un malore.
Caricato su un autoambulanza, è morto prima dell’arrivo in ospedale.
Secondo un primo accertamento l’animatore si sarebbe gettato in mare dopo aver pranzato e questo potrebbe avere provocato una congestione.
Non si esclude, però, che sia stato letale l’affaticamento dovuto alla concitazione durante le fasi del salvataggio dei bagnanti.
Ivan Rossi era arrivato nell’albergo Helyos di Noto marina un mese fa e aveva previsto di fermarsi nella struttura per lavoro per tutta l’estate.
Avrebbe fatto rientro a casa a settembre.

(repubblica.it)

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