O si ha gli occhi foderati di prosciutto, magari viola, o non si può non restare ammirati davanti alla parabola calcistica del Milan.
Con un pizzico di perfidia politica si potrebbe dire che, se nei suoi cinque anni di governo Berlusconi fosse riuscito ad ottenere per l’Italia la metà di ciò che ha conquistato la sua squadra del cuore, oggi vivremmo tutti molto meglio.
Ragazzi, ma questi hanno l’età media più alta in Europa, si portano in tutti i campi del mondo Dida in porta e Kalac come sua riserva, hanno vinto e rivinto tutto, eppure giocano sempre o quasi da grande squadra.
Poi uno se la può pure prendere a ragione con gli inciuci di Galliani, ricordare i sempre più lontani riflettori di Marsiglia o rimembrare le plusvalenze fittizie con l’Inter, ma se si va a vedere il campo non esiste formazione italiana che negli ultimi vent’anni abbia davvero “onorato” il calcio più dei rossoneri.
Le altre grandi hanno cicli che durano un lustro, questi una generazione.
Per questo sarebbe ancora più bello batterli lunedì pomeriggio.