Il vero uomo per cui varrebbe la pena di sfondare il tetto degli ingaggi è Cesare Prandelli.
Che differenza, per esempio, con uno come Mancini, che ad ogni infortunio chiede un nuovo giocatore!
La stampa lo pressa sull’esigenza di infoltire la rosa e lui dice che invece va bene così, mai un lamento in trenta mesi, mai una richiesta specifica inviata alla società a mezzo stampa.
Eppure Prandelli è uno che da mesi ha la città in mano: basterebbe un suo sussurro per fare girare il vento ed invece è un aziendalista straordinario, che farebbe davvero la fortuna di qualsiasi società.
A volte rischiamo di non accorgerci di questa straordinarietà, di questa anomalia perché ormai ci è diventata familiare, ma pensarci ogni tanto non fa affatto male.

Ecco un pessimo esempio di come la nostra categoria abbia perso un’occasione per affermare la par condicio mediatica con coloro che giornalisti non sono.
Succede che in una scuola elementare accadano episodi di bullismo e che sui giornali vadano i nomi ed i cognomi delle maestre colpevoli di non aver vigilato abbastanza sul regolare andamento della disciplina durante gli orari delle lezione.
Un bel sputtanamento, di cui tra qualche giorno nessuno ricorderà niente, ma che certamente mette alla gogna tra parenti e conoscenti le tre signore, colpevoli o innocenti che siano.
E succede anche ad un giornalista televisivo locale, che davvero non conosco avendo appreso tutto dai giornali, arrivi una denuncia perché una giovane e avvenente aspirante cronista ha dovuto subire, sempre secondo l’accusa, di tutto.
Telefonate nel cuore della notte, avances pesanti via sms e a voce, chiacchericci tra colleghi in cui veniva definita “una che la dà facile” e, tanto per chiudere in bellezza, il cellulare della sventurata scritto a caratteri cubitali nei bagni di un autogrill dell’autostrada in cui si promettevano mirabolanti prestazioni erotiche.
Tutto questo, pare, per non aver accettato di sottostare all’insano corteggiamento.
Del collega però non c’è traccia, tranne che su un giornale, che si è limitato a pubblicare le iniziali.
Così come accadde qualche anno fa con quella simpatica persona tanto innamorato dei bambini di cui ci siamo già occupati un paio di volte su questo blog.
Le maestre in bella evidenza ed il collega no: la legge dello sputtanamento non è davvero uguale per tutti.

Se non era contento Prandelli della Fiorentina del primo tempo, figuriamoci noi.
E però: alla fine abbiamo avuto quattro nette occasioni da gol, oltre ai due rigori, mentre il Torino ha tirato una (1!) sola volta nello specchio della porta.
Qualcuno si è accorto che siamo alla quinta vittoria consecutiva tra campionato e Coppe?
Che Prandelli vince tutte, o quasi, le partite che deve vincere contro squadre sulla carta più deboli?
Che Mutu sta segnando più del Toni dell’anno scorso?
Che Kroldrup sta smentendo tutti, compreso il sottoscritto?
Che ce la giocheremo fino al termine del campionato per la Champions?
No, perché a leggere certi sms arrivati venerdì al Penta sembra che negli ultimi ven’anni la Fiorentina abbia vinto quattro scudetti e due Champions e che per questo qualcuno sia scandalizzato dell’attuale rosa di giocatori…

CI SONO LE RISPOSTE, A DOMANI

Non sono così convinto che domani sera giocherà Vieri e credo che lo stesso Prandelli non abbia ancora deciso.
Continuo a credere che Bobone sia più utile sulla breve distanza, magari quando gli altri sono un po’ più stanchi e lui può sfruttare il suo grande senso del gol, superiore a quello di tutti gli altri giocatori viola, Mutu compreso.
Ma ributtare Pazzini in panchina dopo aver vista che sta benissimo ed è pure arrabbiato al punto giusto, non mi sembra una mossa straordinaria.
Occhio quindi alle sorprese.

CI SONO (FINALMENTE) LE RISPOSTE

Non può essere questo, Semioli.
Si vede chiaramente che non è tranquillo, che si deprime strada facendo, magari, come è accaduto ieri, dopo un gol sbagliato.
“E’ un ragazzo sensibile”, ha detto Prandelli a Radio Blu, facendo capire come gran parte dei problemi non siano fisici o tecnici, ma psicologici.
Non è possibile che Semioli non azzecchi un cross, che non azzardi un dribbling vincente, che abbia fatto un solo gol in sei mesi.
Se fosse davvero questo, si sarebbero sbagliati nell’ordine: Donadoni, che lo ha voluto e rivoluto in Nazionale, Corvino, Prandelli e molti operatori di mercato che lo consideravano un gran colpo per la Fiorentina.
In tutta onestà mi sembra un po’ troppo e allora preferisco pensare che a sbagliare siano tutti quelli che attaccano la società per questo acquisto da 7,5 milioni di Euro che sta facendo così fatica.
Aiutiamo quindi Semioli, in attesa che prima o poi Semioli si aiuti da solo.

P.S. Nessun commento su Pazzini, solo una condivisione di gioia per i suoi due gol e nessuna risposta sul precedente post perché quello è un libero confronto di idee e non mi pare il caso di stare a ribattere se qualcuno non la pensa come me.
Grande soddisfazione invece per i tanto attesi dati annuali Audiradio nel giorno medio: nel 2007 Radio Blu ha fatto il 3% in più rispetto al 2006, in un anno di grandi cambiamenti che in qualche modo si pagano.
Abbiamo aumentato il distacco con la concorrenza (sto parlando di chi ogni giorno propone, come noi, trasmissioni sportive) e questo è uno stimolo per cercare di fare sempre meglio. Grazie a tutti voi.

DOVETE SCUSARMI, MA TORNO ORA (20.50) COMPLETAMENTE COTTO DA UNA GIORNATA RICCA DI SODDISFAZIONI ED ESTREMAMENTE IMPEGNATIVA.
CI RITROVIAMO DOMANI CON UN ALTRO ARGOMENTO, O PROSEGUENDO SU QUESTO, DECIDERO’ COME SEMPRE SENZA AVERE NULLA DI PRECOSTITUITO

Vergognosa la vicenda della Sapienza e del Papa, intollerabile vivere in un mondo di intolleranti.
Lo siamo diventati un po’ tutti e abbiamo finito col dimenticare quello strepitoso assioma illuminista che così recitava: “ho idee diverse dalle tue, ma mi batterò fino alla morte perché tu possa esporle liberamente”.
Viviamo nel nostro particolare, nella nostra casta, piccola o grande che sia.
Ci svegliamo già sospettosi verso il prossimo e il nostro grado di sopportazione verso gli altri sta ormai declinando verso lo zero assoluto.
Nel nostro povero microcosmo calcistico stiamo anche peggio, prendiamo Firenze, che pure è davvero molto meglio di tante altre piazze.
Ci sono tifosi intolleranti verso Della Valle perché non spende come Moratti, con Corvino perché non parla un italiano forbito e non compra Ronaldinho, e poi c’è Corvino intollerante verso i giornalisti che fanno domande scomode e che non lo apprezzano, secondo lui, quanto meriterebbe.
Per non parlare dei giornalisti, dove si vive di rancori quasi tribali e dove io sono forse uno dei peggiori, perché coltivo un’insana tolleranza verso tutti coloro che a mio insindacabile giudizio mi hanno fatto un torto in trent’anni di attività.
Tutti siamo convinti di essere in credito con gli altri e che le nostre ragioni siano le migliori, le più giuste.
E se ci dessimo tutti una regolata e ricominciassimo a dialogare?
Sempre che ci si ricordi appena appena di come si fa.

No, basta: mi arrendo.
Non intendo entrare in polemica con Pantaleo Corvino e non mi interessa se fossi o meno tra quelli che lui avrebbe desiderato vedere oggi, durante l’attacco alla categoria dei giornalisti.
In verità mi parrebbe di aver già dato, ma non si sa mai.
Ieri, dalle 17 in poi ho ripetuto almeno cinque volte tra radio e televisione che trovavo assurdo parlare dopo la partita di tetti ingaggi e non celebrare invece ed analizzare la bella vittoria di Parma, ma può darsi che abbia detto una mezza parola fuori posto, che abbia usato un aggettivo non funzionale al progetto della Fiorentina, che abbia sbagliato un congiuntivo (difficile, ma non si sa mai), insomma che abbia tradito la fiducia che il popolo viola ripone in me.
Non so più che dire sull’argomento, tranne che sarebbe giusto precisare chi, come e quando ha riportato scorrettamente le frasi della società (sempre seguendo la linea del Corvino-pensiero).
Basta sfogliare l’archivio di questo blog per leggere di più e di peggio contro la così poco stimata categoria, ma questo giochino di mettere i tifosi contro i giornalisti (o i giornalai, come veniamo chiamati da alcuni tifosi) è stucchevole e forse ci vorrebbe pure qualche idea migliore per passare il tempo.
E comunque ribadisco per l’ennesima volta: Corvino è quanto di meglio potessimo pretendere come direttore sportivo.
Ultimamente soffre di una certa incontinenza verbale, ma non si può avere tutto dalla vita.

RISPONDO A TUTTI IN SERATA!

Gli incontentabili sottolinereanno le occasioni del Parma, io dico invece che questa vittoria al Tardini è la più importante tra quelle ottenute fino ad oggi in campionato.
Bella partita e Fiorentina sorretta a centrocampo da Liverani e Donadel, più che da Montolivo, ma soprattutto trascinata da Mutu.
In sala stampa ho chiaramente percepito il feeling tra lui e Prandelli, che si sono dati il cambio nelle interviste.
Ho come la sensazione che nella “sua cameretta” (per dirla alla Ciuffi) questa presenza dell’unico allenatore che gli sa tirare fuori il meglio e anche bacchettarlo, quando è il caso, sia fondamentale per orientare le future scelte del campione romeno.
Un’altra buona prova di Kroldrup ed una partita di Vieri fatta apposta per capire come il calcio sia spesso indecifrabile.
L’avrei cambiato a metà del secondo tempo, e non credo che sarei stato il solo, ma poi quel satanasso ti inventa il rigore decisivo e finisce alla grande la gara.
Chiaro che manca la controprova e che magari Pazzini entrava e segnava, però in tanto questo è il quarto rigore che portiamo a casa.
Se sommiamo i sei gol segnati nella stagione, arriviamo a dieci, un numero che mi dice qualcosa…

A me Mutu piace soprattutto quando gioca male, quando non è ispirato, per dirla alla Brera, dalla dea Eupalla.
Lì mi ricorda Rui Costa, che non speculava sul suo grande talento, che non si tirava mai indietro ed infatti una volta Perugia andò in campo dopo un’ora di riscaldamento per un infortunio muscolare e ovviamente si strappò.
Mutu rincorre l’avversario, se occorre fa pure il mediano e se non passa il pallone lo possiamo pure perdonare, anche perché la Fiorentina è piena zeppa di onesti ragionieri calcistici.
Mi piacerebbe, questo sì, che tornasse sulle sue dichiarazioni contro la tribuna e le smorzasse, perché non è mai bello prendersela con i propri tifosi, che oltretutto pagano cento euro a partita per vederlo giocare.
E comunque l’ultimo mese di Mutu è stato piuttosto effervescente ed immagino che in casa qualcosa sulle famose foto in discoteca avrà pure dovuto dire, fosse soltanto riderci sopra (ma una signora al sesto mese di gravidanza ha veramente poca voglia di scherzare su certe cose).
Per questo vorrei che domani Adrian giocasse una gara da…Mutu, cioè una gara decisiva: farebbe benissimo a lui, ma pure a noi.

Siamo alle solite: incontro mediatico tra me e Corvino e molti che pensano che tra me e lui ci sia dell’astio, della prevenzione.
Da parte mia assolutamente no, da parte sua non credo, ma se così fosse sarebbe un suo problema.
Ero tranquillissimo all’inizio dei quaranta minuti di intervista e lo ero ancora di più alla fine.
Ho fatto delle domande e (all’inizio) non ho avuto delle risposte, per questo sottolineavo, ribadivo, tornavo sull’argomento.
L’ho spiegato a Pantaleo e poi in diretta: spesso a Corvino vengono riferite cose dette durante il Pentasport (che lui considera la trasmissione di maggiore impatto tra i tifosi e ha ragione, visti i dati di ascolto) e quindi accumula, salvo poi scaricare rabbiosamente il suo punto di vista alla prima ondata.
Non mi ha assolutamente “cazziato”, come ha scritto qualcuno e le nostre vite professionali vanno avanti con il reciproco rispetto.
Ribadisco che è il migliore direttore sportivo che abbiamo avuto negli ultimi vent’anni, che è un po’ troppo permaloso e che, come tutti, può sbagliare.
Meglio però lui, di uno bravo con i congiuntivi, che magari mi liscia in diretta, ma che poi non prende i giocatori giusti.

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