Vergognosa la vicenda della Sapienza e del Papa, intollerabile vivere in un mondo di intolleranti.
Lo siamo diventati un po’ tutti e abbiamo finito col dimenticare quello strepitoso assioma illuminista che così recitava: “ho idee diverse dalle tue, ma mi batterò fino alla morte perché tu possa esporle liberamente”.
Viviamo nel nostro particolare, nella nostra casta, piccola o grande che sia.
Ci svegliamo già sospettosi verso il prossimo e il nostro grado di sopportazione verso gli altri sta ormai declinando verso lo zero assoluto.
Nel nostro povero microcosmo calcistico stiamo anche peggio, prendiamo Firenze, che pure è davvero molto meglio di tante altre piazze.
Ci sono tifosi intolleranti verso Della Valle perché non spende come Moratti, con Corvino perché non parla un italiano forbito e non compra Ronaldinho, e poi c’è Corvino intollerante verso i giornalisti che fanno domande scomode e che non lo apprezzano, secondo lui, quanto meriterebbe.
Per non parlare dei giornalisti, dove si vive di rancori quasi tribali e dove io sono forse uno dei peggiori, perché coltivo un’insana tolleranza verso tutti coloro che a mio insindacabile giudizio mi hanno fatto un torto in trent’anni di attività.
Tutti siamo convinti di essere in credito con gli altri e che le nostre ragioni siano le migliori, le più giuste.
E se ci dessimo tutti una regolata e ricominciassimo a dialogare?
Sempre che ci si ricordi appena appena di come si fa.