Cominciamo dai deliri da onnipotenza.
Meno male che avevo dei testimoni ieri a Radio Blu, quando ho ricevuto un’allucinante telefonata da chi crede che il mondo giri intorno alla sua illustrissima persona, altrimenti, se lo racconto agli amici con tanto di nome e cognome, mi prendono per matto.
Roba da non credere, davvero.
E tutto perché l’illustrissima persona pensava (e non c’entrava niente…) di essere al centro dell’accenno fatto nel mio post precedente e addirittura, oltre a offese varie, c’è stata la minaccia di venire sotto casa mia con i carabinieri.
E lì, lo confesso, mi sono trattenuto a stento perché mi veniva da ridere.
Mi era infatti venuto in mente Pinocchio, quando lo vanno a prendere e già vedevo la faccia di Valentina e Camilla mentre mi portano in prigione… ho quindi pensato a chi potesse essere la fatina, ma proprio sul più bello l’immagine è svanita.
E veniamo ai signori: Bergomi e Zenga.
Il loro intervento per promuovere la partita di Stefano è stato qualcosa di unico e se di Bergomi è ormai riconosciuta la serietà ed il suo impegno (con Maldini) in un’associazione milanese a favore dei bambini, beh…Zenga si porta dietro quell’immagine del campione che è stato, un po’ guascone e un po’ sopra le righe.
Ed invece quello che ha detto, e come l’ha detto, su Borgonovo è stato bellissimo.
A trasmissione conclusa, ho poi ricevuto la telefonata di Riccardo Bianchi da Como, un vecchio amico che non sentivo da almeno quindici anni e con cui ho diviso diverse trasferte sul lago.
Ora scrive sulla Provincia e conosce Stefano da una vita, mi ha raccontato delle ore passate insieme a lui e di come mi abbiano preso in giro per la mia erre moscia e per l’urlo del gol.
E’ stato emozionante, e sarà bellissimo rivedere Stefano dopo tanti anni mercoledì e, davvero, non si può mancare ad un appuntamento così con lui e tutti i suoi amici.

In questo periodo non riesco a rispondere, come già altre volte mi è successo, anche a causa del gran numero di post e questo mi fa molto piacere.
Quello che mi fa meno piacere è rincorrere i messaggi che avevo approvato per andare a cancellare questo o quel gossip sulla vita privata delle persone.
Faccio riferimento a quanto mi accadde nel 2001, quando su un sito, per settimane, comparvero frasi ingiuriose e offensive sul sottoscritto.
Riassumo: non mi ero mai laureato, non ero neanche diplomato, ero stato il ruffiano del tale giornalista e solo per questo mi ero affermato, non pagavo i conti dal pizzicagnolo, ero il servo di Cecchi Gori, avevo leccato il fondo schiena di qualche potente.
Oggi leggo che il sindaco Domenici ha querelato per molto meno (e un paio di anni fa un/a simpatico/a collega che senza di me oggi farebbe un altro lavoro voleva denunciarmi all’ordine dei giornalisti solo perché su questo blog c’erano un paio di commenti negativi sulla sue capacità professionali che non gli/le piacevano…) e sinceramente, poiché non esiste scadenza al reato di diffamazione, quando in casa inciampo su quei fogli che ho conservato cado anch’io in tentazione, ma non è questo il punto.
Il punto è che non capisco questa voglia quasi sanguinaria di sapere i fatti degli altri e poi far circolare le voci.
Tutte cose che danneggiano la Fiorentina, ma a al tifoso pettegolo questo non importa.
Il tizio sa benissimo che il giocatore X si è accoppiato con al fidanzata del giocatore Y, che la moglie del centrocampista Z lo ha buttato fuori di casa e che i buttafuori delle discoteche fiorentine fanno gli straordinari per cacciare mezza rosa della Fiorentina dai loro locali alle tre del mattino.
Non saprei come definire queste persone, ma so come invece ci si sente quando soffia il venticello della calunnia: ci si sente malissimo e si ha voglia di spaccare il mondo.

Metabolizzata la sconfitta di Roma e facendo finta di aver perso anche con Genoa e Steaua (perché così sembra a fiutare l’ambiente), adesso mi aspetto una prova rabbiosa, di carattere.
Sarebbe inaccettabile a Verona una partita senza grinta, senza aiutare il compagno in difficoltà.
Insomma, vorrei che la Fiorentina mi desse ragione quando l’ho difesa martedì sera, cosa di cui non sono assolutamente pentito.
Alcuni hanno scritto cose veramente pesanti, che non condivido assolutamente, ma che ho ovviamente pubblicato.
Il simbolo di questa reazione, se giocherà, dovrebbe essere Montolivo, troppo “esangue” per essere vero.
Animo ragazzo: alla tua età Baggio e Antognoni erano titolari in Nazionale, tu, se continua così, perdi il posto anche nella Fiorentina.

Non è stato giusto fischiare la Fiorentina di ieri.
Stavo per scrivere che non si poteva, ma poi deve prevalere la massima libertà di ognuno e quindi , se uno vuole fischiare, lo faccia pure.
Però sono fischi ingenerosi, perché si vede che la squadra più di questo adesso non può dare, compresi Mutu e Montolivo, che continuano ad essere quelli che più ci mancano.
E poi alla prima di Champions a Firenze ci voleva un altro atteggiamento, molto più benevolente nei confronti di chi ci ha portato fino a qui.
Ero in netta minoranza in sala stampa a dire che il primo tempo non era stato male, si vede che mi ero fatto prendere dalla voglia di Champions.
Il secondo invece è andato veramente male e qualcuno dovrà spiegara ad Almiron che non può partire sempre sparato per poi calare in quel modo e un po’ vale pure per Santana, che però alla fine è stato fra i migliori.
Una domandina semplice, semplice: ma se fosse venuto Amelia al posto di Frey che diremmo adesso?

1985/86
Nell’estate venne fuori la mia anima irrimediabilmente provinciale. Per mettere una toppa ad una situazione sentimentale burrascosa mi ero impegnato economicamente in un’avventura al di sopra delle mie possibilità: un magnifico e romantico viaggio esotico di ben due settimane alle Seychelles. Tutto molto bello, come avrebbe detto Pizzul in telecronaca, ma con un piccolo particolare assolutamente sottovalutato alla vigilia: da quelle parti non arrivavano giornali italiani. Un incubo. Erano i giorni in cui sembrava che il grande Falcao, in rotta con la Roma, potesse vestire la maglia viola ed io ero all’oscuro di tutto. Feci cose da vergognarsi. Simulando interesse per alcune forme di architettura locale, andai ad una specie di mostra vicino all’aeroporto e mi misi ad aspettare i voli dall’Italia per elemosinare i resti dei quotidiani sgualciti da dieci ore di viaggio. Telefonai quattro volte in Italia ai quei pochi amici a cui potevo confidare che io, sì, stavo benissimo fra le palme, le noci di cocco ed il mare, ma avevo assolutamente bisogno di sapere cosa stava succedendo a Firenze e nella Fiorentina. Tutto questo fervore non servì a niente, perché Falcao, evidentemente non informato della mia angosciosa partecipazione all’avvenimento, alla fine non venne ed i viola furono l’unica squadra a presentarsi al via con un solo straniero, il grandissimo Passarella.

OSPITI
Intanto avevamo fatto un piccolo salto di qualità ed il Pentasport era diventato la prima trasmissione in Toscana ad andare in onda contemporaneamente in radio ed in televisione, su Telecentrotoscana. Diventava quindi fondamentale avere l’ospite in studio e decidemmo di puntare su una coppia che si alternava. Scegliemmo Galli e Massaro nove mesi prima che andassero da Berlusconi. In società però vigevano nuove regole ed ogni cosa doveva essere vagliata dai responsabili viola. Fu proprio in quei giorni che ricevetti una grande lezione da Claudio Nassi, che bocciò senza appello la mia proposta. «Vede Guetta – mi disse – i giocatori sono spesso come dei bambini. Voi date dei soldi a Galli e Massaro creando una disparità nello spogliatoio, poi gli altri si ingelosiscono e nascono problemi. Fateli girare nelle vostre trasmissioni e non ci saranno screzi. E’ vero che sono poche lire rispetto agli ingaggi che prendono, ma lei non conosce i calciatori».
Li avrei conosciuti benissimo negli anni successivi. Ho visto cose a cui gli umani, per dirla alla “Blade runnerâ€?, non avrebbero mai potuto credere. Ho visto un grande campione straniero che pretendeva, non si sa bene a quale titolo, che la televisione di proprietà del suo presidente gli procurasse gratis e subito un frullatore. E la cosa più triste è che glielo facemmo avere, il frullatore, nel giro di un’ora direttamente nello spogliatoio. Si tratta dello stesso gentiluomo che dopo aver partecipato ad una festa di viola club, ed aver preteso per il disturbo due orologi da sei milioni ciascuno, si presentò il giorno dopo dal negoziante per avere in cambio i soldi, perché lui quegli orologi ce li aveva già. Ho ricevuto la telefonata risentita di un centrocampista di quantità di metà anni novanta che aveva saputo di una cassetta video da Lire 29.900 regalata all’ospite della settimana successiva. La voleva anche lui e ci concesse, bontà sua, la possibilità di scegliere il genere. Ed è per questo che penso debbano essere consegnati alla memoria dei posteri gli unici tre giocatori che in diciassette anni di battaglie senza esclusioni di colpi hanno rifiutato di prendere soldi o regali per venire nelle trasmissioni. Si tratta di Roberto Baggio, Lele Oriali e Sergio Battistini: a loro va un commosso grazie a nome della scalcinata categoria di cacciatori di ospiti.

E LA FIORENTINA VA
Quadrata in casa, un po’ fragile in trasferta, la Fiorentina di Agroppi stava stabilmente nei piani alti della classifica giocando un calcio essenziale e senza avere in pratica attaccanti. La progressiva involuzione di Monelli era arrivata ormai a livelli di guardia ed il nuovo acquisto Iorio dopo poche settimane piaceva più alle ragazzine fuori dello stadio che al tecnico di Piombino. In compenso vennero lanciati senza troppi tentennamenti due giovani di talento: Carobbi e Berti, mentre Battistini, faticava un po’ a trovare i ritmi giusti. Ma su tutti giganteggiava l’enorme talento di Passarella, che dopo uno scontro iniziale con Agroppi durante il ritiro, aveva preso la squadra in mano e faceva di tutto: chiudeva dietro e segnava di testa o su punizione. Semplicemente eccezionale. Intanto nelle partitelle del giovedì faticavano tra le riserve due signori che si chiamavano Roberto Baggio e Giancarlo Antognoni.

Me lo chiedevo ieri sera mentre era in corso “Forza viola” su Rtv38: ma davvero abbiamo giocato così male?
Ma davvero siamo così in crisi ed in mezzo al guado?
A me sinceramente mi sembra di averne viste di peggio e poi comunque avevamo vinto contro il Genoa rivelazione post Roma.
Eppure è tutto un discutere di Mutu, della manovra che non funziona, di Vargas che non si inserisce e via a seguire,
Non sto parlando di noi giornalisti, ma di voi che scrivete gli sms, e già sabato sera mi ero accorto che in tanti erano scontenti.
E allora ad un certo punto ho chiesto ad Orrico, gran uomo di calcio: “scusa, ma contro il Genoa abbiamo meritato la vittoria?”
Lui ha risposto sì e a me è venuto in mente che questa botta di catstrofismo e tafazzismo è figlia del fatto che sia stato Prandelli a dire che esistono dei problemi.
Cesare ha un tale ascendente sulla città e sui tifosi che ogni sua parola penetra nel tessuto connettivo del popolo viola e diventa legge.
Lui però voleva scuotere lo spogliatoio, sfrondarlo dai malumori e vedrete che questo pomeriggio, alla conferenza stampa pre Steaua, i toni saranno certamente più distesi.

La stessa cosa del dopo Bologna, con la differenza che il Genoa è più forte e che Frey è davvero fortissimo.
Il gioco è arrivato quasi alla fine, per una decina di minuti, prendiamo come buon segno in attesa delle prossime partite.
C’era troppa esagerazione nei commenti dopo Roma ed è in questi casi che sono sempre più convinto della scelta di Radio Blu di far parlare i giornalisti, i protagonisti, gli addetti ai lavori, piuttosto che aprire le linee telefoniche o riempire le trasmissioni di sms.
Non ascolto mai o quasi, ma chi è deputato a farlo mi ha raccontato di scenari apocalittici, spesso assecondati per paura di contraddire da chi sta dall’altra parte del mirofono.
L’unica controindicazione sono i costi: in quel modo i programmi costano un quarto del Pentasport…
Tornando al calcio, non stiamo benissimo ora, ma non eravamo morti prima.
E su Gilardino meglio stare zitti, altrimenti rischieremmo la retorica, però un salto dalle parti di Milanesso mi piacerbbe farlo.
Ma ci pensate: pensavano di averci dato una fregatura ed invece ora hanno tre palloni d’oro che girano vorticosamente?

Sarò infamato da Prandelli, ma stasera il risultato conta più della prestazione.
Urge salire in classifica, non importa come.
Certo, vorremmo vedere più collaborazione in campo, magari pure qualche urlo tra compagni, se è il caso, perché fa parte della logica del calcio, mica siamo ad un torneo di bridge.
Per quanto riguarda gli esclusi dalle convocazioni, la scelta più sorprendente è quella di Pasqual, fuori pure in Champions.
E’ il segnale di un malessere profondo, che a questo punto potrà essere curato solo a gennaio con un’eventuale cessione.
E per la partita valutiamo con attenzione la prova di alcuni in particolare, per capire se hanno capito le parole di Prandelli e Corvino.

Stefano Borgonovo legge e sente tutto, per esempio ha letto il post di Fagotto.
E allora ha scritto a Carlo Pallavicino, che mi ha autorizzato a pubblicare qui le sue parole che sono dirette a tutti quelli che gli vogliono bene.

cavolo carlo sono eccezzionali,sono quasi imbarazzato,ma tu
sai perfettamente quanto io ami firenze,la sua gente,la loro
schiettezza,la loro fantasia,e coerenza… poi,al mondo non
c’è nulla che possa minimamente,eguagliare l’amore
che hanno verso la FIORE…GRANDI!!
ciao,STEFANO.

Due nomi su tutti: Mutu e Montolivo.
Perché sono tra i più gravi, perché non avevavno giocato o quasi contro il Bologna, perché dall’alto danno l’impressione di giocare con sufficienza, e su quello sbaglierò certamente io, però è così.
Ma non solo loro, naturalmente.
Le differenze tra l’ultimo impalpabile Pasqual e il costosissimo Vargas non si sono viste, Felipe continua a prendere un cartellino a partita, Kuz era un altro rispetto a domenica.
Solo Gilardino nel primo tempo e (per dignità, non altro) la coppia centrale nella difesa meritano complessivamente qualcosa più del 5.
Frey è un altro discorso, anche se ha sbagliato sul gol di Siviglia.
Un disastro, insomma, annusato peraltro da Prandelli sabato e ribadito con grande sincerità da Cesare ieri sera.
Ma era solo una partita ed è questo il bello del calcio, ora però svoltiamo davvero pagina.

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