Grande manifestazione in favore della Fondazione Borgonovo ieri a Coverciano, grazie al lavoro senza sosta di Walter Ducci, che ha martellato tutti per pubblicizzare l’evento.
Nel nostro piccolo (ma davvero molto piccolo) Radio Blu ha cercato di pubblicizzare l’evento e stamani con molta cortesia “Fiorentina Informa”, che era un po’ la padrona di casa dell’evento, ha diffuso questo comunicato stampa:

“Amicizia & solidarietà”
Stefano Borgonovo ringrazia

Sabato 5 giugno si è svolta al MUSEO DEL CALCIO la manifestazione “Com’è bello ritrovarsi: AMICIZIA & SOLIDARIETA'” organizzata da Fiorentina Informa, il giornale dei tifosi viola, a favore della Fondazione Stefano Borgonovo.
L’interessante iniziativa prevedeva un torneo di calcio tra CRALT Toscana e Liguria Telecom, amici di Colonnata, rappresentativa ex viola e comici fiorentini e rappresentativa di Vicenza.
Un vero successo grazie al grande contributo di Walter Ducci della ‘Fondazione Mondiale Piloti’ e di David Guetta di Radio Blu e alla partecipazione di personaggi come Alberto Malusci, compagno di Borgonovo, Claudio Desolati, Narciso Parigi, Manuela del Grande Fratello, Alessandro Capasso, Franco Ligas, Fini Fini e tanti altri che hanno voluto partecipare
Grazie al contributo dei presenti sono stati raccolti euro 1.532,50.=
Ecco il ringraziamento di Stefano e Chantal Borgonovo:
“Mille volte grazie per aver dedicato questa giornata di sport e amicizia alla lotta contro la Sla , la tremenda malattia che solamente in italia fa soffrire più di cinquemila persone e i loro familiari. Noi, Stefano e Chantal Borgonovo, siamo scesi in campo per cercare di sconfiggere la Sla , è una partita lunga e interminabile, probabilmente finirà dopo una serie infinita di calci di rigore. Ma i malati di Sla ogni giorno scoprono di avere un tifoso in più, è una grande motivazione per continuare a combattere. Numerosi sono gli obiettivi della nostra fondazione, tra i principali quello di sostenere le famiglie dei malati di Sla, purtroppo troppo spesso lasciate sole dall’assistenza sociale. Serve l’aiuto e la sensibilità di tutti, come l’avete voi, riuniti oggi a Coverciano.
Grazie ancora, e segnate un gol anche per Stefano, un giorno proprio su questi campi un giovane Borgonovo si allenava con la maglia della Nazionale…
Stefano e Chantal Borgonovo”

Ebbene, se vi fate un giro sui siti, leggerete su uno di questi lo stesso comunicato, ma opportunamente “purgato” del mio nome e di quello di Radio Blu.
Capito? Questi approfittano pure di Stefano e delle manifestazioni in suo nome pur di fare polemica, di dimostrare il loro livore.
Me ne sono accorto per caso e sinceramente non so se sono più penosi o più comici.
Nel dubbio, quasi quasi scrivo una lettera con pernacchia al direttore di quel sito che ha meno contatti di questo modesto blog fatto solo per divertimento.

Clamoroso in casa Guetta: una figlia (Camilla) ha seguito un avvenimento sportivo in tv dall’inizio alla fine, non sbuffando mai e appassionandosi pure.
Unica licenza presa e concessa, salto del telecomando su Disney Channel ai cambi di campo, ma per il resto siamo rimasti due ore incollati davanti alla televisione, sulla punta del divano al tie-break, con Camilla che gufava per il doppio fallo in alcuni momenti (e nel primo set è pure servito).
Grandissimo pomeriggio di sport, un’emozione unica per chi come ricordava perfettamente l’anno d’oro di Panatta, ma questo è stato ancora più bello perché inaspettato.
Eccezionale Francesca, ce l’avevo io da Grassina il braccino quando era lei alla battuta…
Non ha sbagliato niente e mi ha fatto sentire orgoglioso di essere italiano.

Ieri, ad un certo punto, mi sono posto il dubbio: ma è davvero tutto spontaneo o è una cosa preparata?
Comunque sia, complimenti a Mihajlovic, a Cognigni, Mencucci e Corvino perché la giornata è stata veramente di svolta rispetto alla depressione ambientale in cui eravamo precipitati un po’ tutti negli ultimi tre mesi.
Battuta pronta e un po’ di presunzione, esattamente come noi fiorentini, che ci sentiamo da sempre al centro del mondo e ci scoccia molto quando quando qualcuno mette in dubbio il nostro primato: in questo modo Mhajlovic è entrato diritto nel suo nuovo ambiente, dimostrando di aver capito benissimo dove è andato a finire.
Molto bene pure Cognigni con la “chiusura del supermercato” viola e ottima la discesa tra i tifosi di Mencucci, a cui in privato avevo rimproverato di dimenticarsi ogni tanto del ruolo molto particolare che riveste, essendo l’unico fiorentino nel gruppo dirigenziale e conoscendo quindi gli umori del popolo viola come nessun altro.
Affrontando la gente a viso aperto ha dimostrato che il tempo dell’arroccamento è finalmente finito e che si può ricominciare da capo un po’ più sereni.

Ma dobbiamo proprio pensare al calcio come mezzo per infliggerci ulteriori martellamenti sulle parti basse, come se non bastessaro le nefandezze e le ingiustizie quotidiane?
Oggi riparte idealmente una nuova stagione, siamo dispiaciuti per l’addio di Prandelli, ma è un po’ come il primo giorno di scuola: cerchiamo di viverla nel migliore dei modi, evitando polemiche e scontri al calor bianco.
Arriva Mihajlovic e arriva pure D’Agostino e io mi ricordo di certe stentate ripartenze dei mie anni adolescenziali, quando aspettavamo solo che non vendessero Antognoni.
Altri tempi? Certo, ma anche meno soldi e meno veleni in circolo.
Non sono ipocrita: io ho costruito il mio benessere economico sul calcio, cercando sempre di assecondare la passione di chi mi ha seguito in radio mettendoci le mie idee e lavorando 14 ore al giorno sei giorni alla settimana da almeno 30 anni a questa parte.
Eppure non ho mai perso il senso ludico di questa passione/professione, mentre mi pare che alcuni di voi si siano smarriti in polemiche spesso cattive e sicuramente inconcludenti.
Critichiamo sempre e comunque, ma senza quella violenza verbale che affiora ogni tanto.

Rischio, lo so, e non è un fatto normale per me che nonamo affatto il mercato, ma sono (quasi) sicuro: abbiamo preso D’Agostino dall’Udinese per 9 milioni di euro.
Gran colpo, mi pare, e straordinario colpo ancora una volta di Gianluca Di Marzio che stasera a Radio Blu ha anticipato la notizia al pentasport.
Lui e il Tom-Tom funzionano a meraviglia e sono una squadra vincente.
Mi pare che D’Agostino (che piaceva tanto pure a Prandelli…) sia la migliore risposta possibile a chi pensava che fossimo ormai pronti per la B.
Se poi non fosse vero, sono pronto a chiedere scusa a tutti, ma speriamo davvero di avere ragione.

Montolivo-Gilardino come Antognoni-Graziani 28 anni fa?
Non proprio come peso nella squadra, perché Gila è un po’ più importante di Ciccio e i Riccardo molto meno del “capitano”, però il paragone è suggestivo e mi riporta indietro di una vita, cioè a quando feci quello che è rimasto il più importante scoop della mia vita, che però sarà stato ascoltato veramente da pochi.
In pieno silenzio stampa mondiale, e grazie soprattutto all’intervento del mio compare Maurizio Passanti, riuscii infatti ad intervistare i due viola prima del Brasile e della finale con la Germania.
Roba che, se succedesse oggi, come minimo verrei portato dal mio amico Di Marzio in diretta a Sky e poi ripreso da tutti i i giornali sportivi e non, un po’ come successe nove anni dopo per l’intervista a Baggio, che mi raccontava di quanto stesse male alla Juve.
All’epoca però eravamo completamente isolati dal brulicante e autoreferenziale mondo dei media (oggi è molto più brulicante e un po’ meno autoreferenziale, non fosse altro che per l’arrivo in massa di un esercito di poveracci che fatica ad arrivare alla fine del mese) e così le due clamorose interviste andarono in onda in un Pentasport normalissimo, mi pare versoe le 14, e non le riprese nessuno.
Oggi, sei Mondiali e cinquemila interviste dopo, la mia voglia di vedere i viola in azzurro rimane la stessa ed è per questo che ieri mi informavo di continuo per sapere se per caso non ci fosse stata l’ingiustizia del taglio di Montolivo per il Sudafrica.
E’ andata bene, e adesso mi aspetto grandi cose da tutti e due, non fosse altro che per farci ritrovare un po’ di sano orgoglio fiorentino.

Vogliamo dire che non è ancora al massimo della forma e che quindi proprio per questo nell’intervista ha sbagliato i tempi di entrata?
Ma sì, sdrammatizziamo un po’ questa ultima uscita di Gilardino, che fa il bis con la precedente che tanto aveva fatto arrabbiare Andrea Della Valle.
Ha un contratto e resterà alla Fiorentina, inutile agitarsi tanto e se gli rode qualcosa è bene che vada a parlare con Corvino al più presto.
Qui non siamo al bomba libera tutti, e c’era pure quasi sempre anche lui quando la Fiorentina ha perso 21 partite nella stagione, senza considerare che il suo girone di ritorno non è stato certo all’altezza della fama del centravanti Campione del Mondo.
Non so chi l’abbia consigliato a dire quelle cose dal ritiro azzurro, ma non ci sta certo facendo una gran figura perché qui gli vogliamo tutti bene, ma non ci piace per niente che qualcuno indossi la maglia viola con l’idea di farci un piacere.
Invece di avere delucidazioni, pensi piuttosto al mondiale e poi, soprattutto, a tornare ad essere quel campione che abbiamo conosciuto per una stagione e mezzo.
Il resto davvero non conta.
P.S. Sulla storia del comunicato mi sembra di sognare: ma cosa vi ha fatto questa Fiorentina per meritare l’odio di alcuni commenti.
Ora va bene, anzi va meglio la FIGC della società?
Se la Fiorentina non h ancora annunciato Mihajlovic è perché ancora non ha “potuto” rescindere con Prandelli e la federazione (non Prandelli, attenzione) se ne esce con questo comunicato: non è una mancanza di rispetto?
Ma se qualcuno preferisce Abete ai Della Valle, beh allora siamo proprio alla frutta.

Adriano Sofri è una delle poche persone che mi ha veramente impressionato da intervistatore: parlando con lui hai l’impressione di essere inferiore come intelligenza e cultura.
Una sensazione personale, intendiamoci.
Non entro nella vicenda Calabresi, ovviamente, e mi riferisco ad un’ora di colloquio avuto nell’inverno del 2004 nel carcere di Pisa, quando Sofri disse di tifare Fiorentina (che lo ringraziò spedendogli una muta di maglie viola per la squadra dei carcerati) perché vedeva nella formazione di Della Valle una speranza: era morta nell’agosto del 2002 e dopo pochi mesi stava già lottando per tornare in serie A.
Fra ieri e oggi Sofri illustra le sue perplessità morali per l’ingaggio di Mihajlovic e invita i fiorentini a mobilitarsi sull’argomento.
Lo ha fatto sul Foglio e ha ribadito stamani i concetti sull’edizione fiorentina di Repubblica.
Idee più che condivisibili se però al tecnico serbo fosse stato affidato il compito di amministrare la città, ma Mihajlovic deve “solo” allenare la Fiorentina e si spera che segua in questo Prandelli, di cui nessuno conosce gli orientamenti politici.
Mi chiedo anche se nella civile e molto rossa Bologna l’arrivo un anno e mezzo e fa del nuovo tecnico abbia provocato gli stessi mal di pancia.
Pur avendo idee diametralmente opposte a Mihajlovic (e sperando che ognuno dei due abbia sempre la possibilità di esprimerle liberamente), mi chiedo se questa città a livello calcistico, e forse non solo calcistico, non sia ancora una volta caduta nella più deleteria sindrome tafazziana.

Stop, ripartiamo per favore, tutti insieme se possibile.
Basta con le divisioni, con la rabbia per l’addio di Prandelli e per come è avvenuto.
Siamo rinati dopo la C2, possiamo ricominciare adesso con una rosa competitiva per quella che è la nostra collocazione storica: dal quarto al sesto posto.
Se Cognigni dichiara al Corriere Fiorentino che un po’ di budget c’è per questa estate, beh forse conviene puntare ancora sull’abilità di corvino per allestire una squadra non numerosa ma di qualità.
Spero che questa mia stanchezza per gli ultimi due mesi davvero sfiancanti sia condivisa da molti di voi per ricominciare ad appassionarci come avvenne a Monaco cento giorni (non cento anni) fa.

Perché lasciarsi in questo modo, col silenzio un po’ rancoroso delle ultime settimane?
Qui è stata fatta salire la tensione e ha un bello spendersi Pantaleo Corvino in televisione e fuori dallo stadio, qui l’unica cosa sensata da afre era una conferenza stampa congiunta con Prandelli e Andrea Della Valle sorridenti e seduti uno accanto all’altro.
Solo loro due, neanche Corvino, un brindisi, un arrivederci e la sensazione che un giorno o l’altro la storia possa riprendere.
E invece no: non ci sarà il saluto festoso, non ci saranno i sorrisi, non ci sarà in fondo il giusto rispetto per questi ultimi cinque anni che calcisticamente sono stati davvero tra “i migliori anni della nostra vita”.
Spero solo di essere smentito clamorosamente, ma nel giro di un paio di giorni.
Dopo è troppo tardi.

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