A poco più di due settimane dalla fine del mercato credo che sia arrivato il momento di evidenziare le nostre lacune di organico.
Ci manca un esterno sinistro difensivo che sia un titolare o almeno un forte concorrente a Pasqual, a meno di non riportare Vargas dietro, un vice Gilardino e (forse) una soluzione tampone fino a novembre per il fantasista.
Non moltissimo, ma neanche poco, se si considera che siamo economicamente incartati, perché dopo D’Agostino e Boruc (che per me continua a venire dopo Frey) davvero Corvino non può permettersi altri “splafonamenti”.
Restano le perplessità sulla coppia centrale difensiva per via della fragilità di Gamberini e delle amnesie di Felipe, ma lì sul piano numerico siamo messi più che bene.
C’è chi sta peggio di noi e chi sulla carta sembra aver coperto con le migliori soluzioni tutti i ruoli, ma ad agosto è sempre stato così.
Tutto, appunto, molto sulla carta.

Da tre giorni sono dolorosamente prigioniero del mio corpo, nel senso che a causa della schiena faccio una gran fatica e impiego moltissimo tempo anche nelle cose più elementari, tipo vestirmi o montare in macchina.
Mi è venuto spesso in mente Stefano Borgonovo e tutti gli altri che non per tre giorni (speriamo ci si fermi qui, perché sinceramente ne avrei abbastanza), ma per tre mesi, per anni, sono prigionieri del dolore fisico, che provano a combattere in ogni modo possibile e con cui hanno per forza di cose imparato a convivere.
Sono davvero degli eroi perché anche a costo di essere banale, retorico e ripetitivo non mi stancherò mai di ricordare la fortuna che abbiamo noi che, come dico in radiocronaca, “godiamo della buona salute”.
Tutto il resto, soldi, successo, potere, passa davvero in secondo piano.

Mentre ascoltavo i pur bravi Civoli e Gentili entusiasmarsi per una giocata qualsiasi di Balotelli o di Cassano, ripensavo ai grandi del passato, da Rivera a Totti, passando per i nostri Antognoni e Baggio: ma chi erano quelli, degli extraterrestri?
La prima impressione è stata strana: vedere Prandelli su quella panchina, e tutto il nostro vecchio staff, mi ha fatto un certo effetto e ho sinceramente sperato che l’esordio andasse in altro modo.
Invece nel secondo tempo, nell’ultima mezz’ora, non siamo esistiti e ci hanno messo nel mezzo, umiliandoci a tratti.
Bisogna essere sinceri fino in fondo: ci fosse stato ancora Lippi in panchina, sarebbe stato massacrato, lui e la squadra, e forse è il caso di domandarci se non sia veramente a livelli infimi la qualità del nostro calcio.
Gente come Molinaro, Cassani, Marchisio, Pepe e diversi altri la Nazionale dieci, venti anni fa, avrebbero continuato a sognarla come facevano probabilmnete da bambini.
La cosa migliore è stata la classe di Cesare a fine gara, così diversa dalla frettolosa arroganza di Lippi quando perdeva, ma restano i dubbi di fondo: uno come lui, abituato ad insegnare calcio, a vivere la squadra sempre tutti i giorni, cosa potrà davvero fare nei pochi allenamenti che ha a disposizione?

So di rischiare, ma non importa: a me tutta questa grande squadra il Genoa non mi pare, e dare 4 milioni netti all’anno a Toni mi sembra una follia.
Per questo son pronto ad accettare scommesse (simboliche): chi ci sta, si mette in coda.
Se perdo pago un’abbondante colazione (tetto massimo 6 euro) a chi mi sfida sull’argomento del post, così magari è pure l’occasione per conoscerci da vicino.
E se invece vinco io, vi impegnate a versare i pochi soldi della contesa a chi ne ha bisogno (e voglio la testimonianza della donazione).
Chi vuole rischiare?

Almeno sul pareggio ci avevo fatto la bocca, e perdere fa sempre male.
Il problema è la difesa, che deve imparare a stare alte e soprattutto concentrata perché non si può prendere un gol come il terzo, con Felipe che fa passare una “pelletta” dalla loro metà campo.
La bischerata di Comotto è fuori concorso, talmente è stata grossa e mi auguro non ripetibile
Di buono ci prendiamo il gol di Gila, la prova di Papa-Waigo, i progressi di Gulan e l’aggressività di una squadra che sta mutando pelle.
Come prestazione è stata superiore a quella contro l’Aston Villa lo scorso anno, ma siamo appena all’inizio e in tanti, a cominciare da D’Agostino e Montolivo, devono crescere e magari, come ha detto Mihajilovic di Ljajic, diventare più coraggiosi.

Passeggiata serale nell’area pedonale di Tonfano.
Ad un certo punto Camilla si ferma incuriosita da vari gadget in vendita e poi mi chiama, chiedendomi come mai ce ne sia uno particolare, che la sorprende.
Si tratta di un adesivo nero che raffigura quella bella faccia di Benito Mussolini con l’elmetto, tanto per rendere ancora più evidente quale fosse lo spirito di questa brava persone.
Ho dato delle risposte “commerciali”, nel senso che se l’adesivo è in vendita ci sarà (purtroppo) qualcuno che lo compra e ho evitato per una volta spiegazioni che richiamassero alla nostra Costituzione, che pure provo a spiegarle ogni tanto.
A quattro giorni dall’anniversario della liberazione di Firenze, io mi chiedo con quel poco o tanto di indignazione che ancora mi è rimasta come mai sia completamente scomparso dal nostro comune sentire il reato di apologia del partito fascista.
Come sia possibile che ci siano (anche a Firenze, anche nel Comune di Bagno a Ripoli dove vivo) decine di ragazzini/e ignoranti, e con al testa orientata solo ai soldi da spendere e da prendere a genitori che così li hanno educati, che girano con in borsa o in tasca gli accendini di Mussolini.
Adolescenti rimbambiti dal dio-denaro e dalle canne che hanno come suoneria i discorsi del Duce (peraltro allegati acriticamente, così come la sua storia ad alcuni quotidiani), giovani che parlano di un criminale esaltandolo, senza sapere cosa ha distrutto, quante persone sono morte per colpa sua, e quanti disastri ha combinato.
E’ una vergogna veramente incredibile che tutti noi, sia di destra che di sinistra, dovremmo far cessare e che invece temo continuerà sempre di più via via che scompariranno le persone che hanno assistito da spettatori o vittime al più triste periodo della nostra storia.

Scusate, ma Rossi, Jovetic e Gilardino possono giocare insieme?
Se la risposta (di Mihajlovic, non la mia o la vostra) è sì, beh allora buttiamoci senza esitazioni sul talento (espresso a tratti) del Villareal, anche a costo di cedere Vargas per fare cassa.
Ma se esistono dei dubbi culla convivenza tattica dei tre, senza contare Mutu e il ragazzino, non capisco perché si debba fare l’investimento più importante della stagionare per tamponare un’assenza di sei mesi.
Cassano all’ultimo tuffo dopo la bischerata di Mutu aveva un senso, anche perché veniva in prestito.
Rossi, preso di pancia sull’onda emotiva del dispiacere dell’infortunio a Jo-Jo, sinceramente no.

Scusate il francesismo, ma peggio di così non poteva andare.
Come lui c’erano solo Gilardino e Montolivo come gravità, una cosa del genere è veramente una tegola che si abbatte senza colpa di nessuno sulla Fiorentina e adesso si aprono scenari molto difficili.
Comprare un surrogato?
Cambiare modulo?
Puntare tutto sul ragazzino, col rischio però di bruciarlo?
Forse la soluzione tattica è la migliore, ma si tratta di sensazioni personali, senza alcuna pretesa tecnica.
Intanto un augurio davvero speciale a Jo-Jo.

Io non ce la faccio a macerarmi l’animo se Insua non arriva, ma capisco che sul piano dell’immagine la Fiorentina ne esce piuttosto male.
Nessuno, si dirà, lo ha annunciato ufficialmente a Firenze, ma il Liverpool diramò un comunicato ufficiale sull’offerta viola e Corvino fece sapere che c’eravamo quasi.
E sul quasi siamo già cascati diverse volte, senza per questo che oggi si debbano avere chissà quali rimpianti, con l’eccezione di Vidic.
Poi c’è il solito gioco della parti degli incontentabili: prima si diceva che era uno scarto del Liverpool e lo mandavano via perché scarso, ora invece sembra che avessimo tra le mani il nuovo Maldini e che ce lo stiamo facendo scappare per 200mila euro netti di ingaggio.

Va bene, sono un bacchettone.
Ok, ho quasi cinquanta anni.
D’accordo, non c’entra niente col saper giocare bene a calcio, come certamente sa fare.
Ma non è un po’ azzardato avere a neanche 19 anni una Posche nera come ha detto oggi al Corriere Fiorentino il giovanissimo Ljajic?

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