Maledetti, ci hanno scoperto.
L’ho già scritto in una risposta a Immonda Bestia e allora tanto vale confessare tutto: esiste davvero una squadra di fiancheggiatori dei Della Valle, che ogni sera allo scoccare della mezzanotte riceve da Andrea ordini precisi su come comportarsi.
Ognuno ha il suo compito: radio, giornali, tv, siti, perfino facebook, che è poi il mezzo più subdolo.
Sì, perché lì agiscono infiltrati panciuti, dissociati mentali ed accigliati professionisti che fingono di essere duri e puri ed invece sono dentro fino al collo pure loro.
Strapagati.
Noi di Radio Blu siamo stati ribattezzati in codice Gruppo TNT perché Andrea Della Valle, che a Casette d’Ete ha l’intera collezione di Alan Ford, è stato folgorato durante una sua visita (naturalmente segreta) nei nostri studi.
Pestuggia è il Numero 1 (non quello di Castillo, da prendere al volo, ma il grande vecchio), Sardelli, che tra poco si schiarirà i capelli, il biondo Alan, Fabiani è stato nominato da ADV in persona Bob Rock, Zoccolini è Sgrunt, Sestini la Cariatide, Barry Geremia e Petri è il Conte Oliver, anche se gli è stato imposto di ridere un po’ meno.
Il povero Loreto, va da se’, è stato retrocesso al poco nobile ruolo di pappagallo e viene ogni tanto accarezzato sulla nuca da Pestuggia, mentre io faccio finta di essere il direttore, ma in realtà non conto niente.
Ora che siamo stati scoperti da un’intelligence più forte di noi bisognerà cambiare tutto e trasferirci senza dare troppo nell’occhio a Paperopoli.

La notizia è che ci sono fortissime possibilità che Mihajlovic resti l’allenatore della Fiorentina anche nella prossima stagione.
Non è frutto del mio lavoro, o di quello di Radio Blu, ma piuttosto della ricerca certosina operata da Andrea Di Caro del Corriere Fiorentino, che ne ha parlato diffusamente ieri nel Pentasport.
Io ho solo fatto qualche ricerca in più e pare che si stia andando davvero verso questa direzione: conferma dell’accoppiata Corvino-Mihajlovic, “perché questa è stata una stagione disgraziata ed irripetibile” e semmai rifondazione della squadra.
L’opinione, mia naturalmente, è che così facendo la Fiorentina si prende un enorme rischio di fronte al popolo viola e che, sempre che queste previsioni si rivelino esatte, non si era mai visto nel passato un tecnico fallire così nettamente un’annata e godere lo stesso della fiducia della proprietà.
Poichè a me di Mihajlovic e Corvino interessa molto poco, ma ho invece questa inestinguibile passione per la Fiorentina, e perciò penso al domani, credo che una decisione così pesante sotto tutti i punti di vista debba essere spiegata ai tifosi solo dai Della Valle, che poi alla fine sono quelli che rischiano in prima persona soldi e immagine.
Sarebbe meglio se si presentassero in coppia, per dare un segno, ma vista la scarsità attuale di presenze sarei già contento se ne arrivasse uno solo.

Questa non può essere una settimana come tutte le altre, a meno che non si voglia vedere domenica lo stadio ancora più vuoto e la gente ancora più arrabbiata.
Non possono scorrere i giorni con la consueta e stanca liturgia viola: conferenza stampa di qualcuno più o meno presentabile il mercoledì, intervento infarcito di speranze e qualche parolaccia di Mihajlovic il sabato.
Bisognerebbe che qualcuno informasse ADV dello stato dell’arte a Firenze, di come qualcuno (non pochi, ve lo assicuro) abbia addirittura tifato per il pareggio del Bari perché definitivamente spossato da quella strana accozzaglia di maglie viola vista in Puglia.
Mai sentita una cosa del genere nei miei 45 anni di cosciente passione viola ed è questo il risultato di una somma di errori di comunicazione enormi, oltre che delle scelte tecniche profondamente sbagliate da 18 mesi in qua.
C’è però una data che viene in soccorso, ed è quella del 4 marzo, il giorno di Antognoni.
Non è proprio il caso di forzare la mano per un suo ritorno in società, ma si può “sfruttare” quel giorno per rendere un doveroso omaggio al “capitano” e fare un chiaro discorso al popolo viola.
Poche cose, ma precise e, soprattutto, sincere: abbiamo sbagliato, abbiamo capito, prenderemo provvedimenti, ripartiamo tutti insieme.
Naturalmente l’unico legittimato a parlare è ADV (o Diego, ma dubito molto…), ogni altra persona farebbe solo ancora più danni.

Zero gioco, una prodezza, un punto e un quintale di fiele impossibile da buttare giù.
Non mi è mai piaciuta la retorica del tifoso “che fa sacrifici”, perché andare allo stadio non è qualcosa che viene prescritto dal medico, sia in casa che in trasferta, ma per la prima volta credo che sia giusto fare qualcosa per quei duecento disgraziati che si sono fatti sedici ore di pullman e hanno assistito all’indecoroso secondo tempo di Bari.
Non vuoi restituire i soldi del biglietto?
Va bene, allora regala quello della prossima trasferta a Verona, quasi certamente senza limitazioni, e affitta i mezzi per riportare allo stadio chi ieri era al San Nicola.
Insomma, cara Fiorentina, fai qualcosa, dai un segno che sei ancora viva, perché ieri quella non sembrava una squadra di calcio.
Non ci sono spiegazioni, non ci sono giustificazioni: ancora si continua a parlare di condizione fisica approssimativa, di calciatori “che non sono al 100%”, ma a marzo e e senza impegni infrasettimanali in Europa?
Se questo è il livello, Jovetic quando lo vediamo in forma? A gennaio 2012?
Mutu, Ljajic e Vargas (per la mezz’ora in cui è stato in campo) hanno sottratto invece di dare, Natali nel primo tempo è perfino riuscito a farsi fregare da Castillo, Montolivo sembrava un auto a tre cilindri, Behrami dopo venti minuti pareva Cristiano Zanetti.
Il Bari, che ha giocato contro i suoi tifosi, ha perfino cercato di vincere la partita, noi evidentemente eravamo troppo preoccupati per il prossimo impegno contro il Catania.
“Una partita tra le più difficili che possono capitare in questo momento”, dirà Mihajlovic sabato prossimo in conferenza stampa e ha ragione, lui è bravissimo ad analizzare le gare prima ed è estremante onesto dopo la gara.
Manca il mezzo, ma quello è un dettaglio, mentre aumentano a dismisura i sassolini che Corvino tirerà fuori a fine stagione: ce la farà a consegnarci la verità nel giro diciamo di un paio d’ore di rilassante incontro con i giornalisti, oppure i torti subiti sono così grandi che ci vorrà l’intero pomeriggio?
E’ solo per saperlo, così mi tengo libero.

Sono trentadue anni che la voto e ho quindi acquisito il diritto di parlarne male.
E anche se non lo avessi acquisito, lo farei lo stesso a casa mia, cioè qui sul blog, che è poi anche casa vostra.
Devo confessare che è ormai un po’ di tempo che mi viene l’orticaria quando penso alla presunta superiorità culturale e morale della sinistra, a quell’aria da primi della classe che è da sempre la cifra dialettica di questa area politica.
L’ultimo esempio è fornito da come viene presentata dalla sinistra la scelta della Rai di affidare a Giuliano Ferrara lo spazio di approfondimento dopo il TG 1.
Si può essere d’accordo o meno (ma basterebbe non guardarlo per essere contro), quello che invece mi infastidisce è il gridare allo scandalo.
“Lo spazio che è stato di Enzo Biagi”, tuona Repubblica, come dire che è stato commesso un sacrilegio.
Ma di cosa stiamo parlando?
Lo spazio di Enzo Biagi?
A parte il fatto che dopo di lui ne sono arrivati altri da diverse provenienze politiche, a me pare che Biagi fosse lautamente e regolarmente pagato, com’era giusto che fosse, per i suoi programmi e che fosse quindi un normale prestatore d’opera.
Ha lavorato fino a 86 anni da gran professionista e “con la schiena dritta”, come direbbe qualcuno che invece ce l’ha un po’ piegata, ma questo non induce noi che paghiamo regolarmente il canone a pensare che quello fosse il suo spazio, cioè “lo spazio di Biagi”.
Questo modo di “porgere le notizie” è fazioso e acuisce sempre più lo scontro in un Paese che invece avrebbe assolutamente bisogno di dialogare e non di dividersi sempre pro e contro Berlusconi (e comunque quando tutto questo finirà, sarà sempre troppo tardi).

Liberissimi di contestare il campione degli ascoltatori del Pentasport, che poteva essere tranquillamente il triplo se solo avessimo proseguito la trasmissione, ma di una cosa dovete convincervi: l’orientamento della tifoseria è al momento quello di confermare Corvino e cambiare il tecnico.
Lo dico e lo scrivo in modo del tutto neutrale, da notaio dell’operazione.
Perché non ho nulla contro Mihajlovic, che, tranne l’ultima uscita post Sampdoria, ha avuto un atteggiamento esemplare, e con Corvino ho assunto da almeno un anno un atteggiamento da monaco buddista, cioè lascio correre tutto quello che non compete alla stretta sfera calcistica.
Rileggetevi i post inviati nel blog, ritornate al sondaggio di violanews.com sul DS e vedrete che anche aggiungendo più elementi il risultato non cambia nella sua sostanza.
Ci potrà essere qualche punto in più o in meno di percentuale, ma conta poco.
Interessa semmai di più il contesto temporale ed è per questo che ho deciso di ripetere il sondaggio a fine campionato, magari estendendolo nella durata della trasmissione.
Una specie di referendum viola, sperando che i risultati aiutino ad uscire da questa lunga fase di stanchezza collettiva.

L’idea di fare un referendum su Corvino e Mihajlovic al Pentasport ha avuto un successo perfino inaspettato, con quasi cento chiamate in circa sessanta minuti “liberi” di trasmissione e più di cento sms.
Credo che avremmo potuto continuare almeno fino alle 21 con la stessa intensità e questo dimostra la grande passione del popolo viola, che avrebbe solo voglia di tornare a partecipare.
Mi sono molto divertito a condurlo e non è detto che in futuro non si ripeta questo genere di esperimento, con i tempi e gli argomenti giusti.
So di dire qualcosa di politicamente scorretto e da uomo del vecchio secolo, però io credo molto più a questo genere di interventi che ai sondaggi via internet, dove basta cliccare e dove i controlli sulla corretteza del voto sono veramente difficili.
Quello che mi ha sorpreso, e lo scrivo con grande sincerità, è il risultato del referendum: non credevo infatti che la maggioranza che non vuole più Mihajlovic fosse così schiacciante (77%) e, soprattutto, non pensavo che Corvino godesse ancora così tanto della fiducia dei tifosi (64%).
Nelle mie previsioni Pantaleo era infatti in bilico tra la bocciatura e la permanenza a Firenze ed invece i tifosi vogliono dargli ancora una prova d’appello, sperando di ritornare alle gioie vissute prima dell’estate 2009, cioè la campagna acquisti che coinciso con l’inizio del declino viola.
Poiché il popolo è sovrano, prendo atto senza commentare, sperando che la fiducia sia ben ripagata da giugno in poi.

P.S. Forse non ci siamo capiti: ieri, se avessimo voluto proseguire, saremmo arrivati a oltre 500 voti e, credo, non sarebbe cambiato molto nei risultati.
A me pare che l’intensità con cui sono arrivate le risposte, la voglia di partecipare dei tifosi renda assolutamente credibile il referendum/sondaggio.
E’ chiaro che non ho la pretesa di fare una proiezione certa sui circa 200mila ascoltatori medi del Pentasport, ma la sensazione è che le percentuali siano assolutamente attendibili.
Tra l’altro quelle su Mihajlovic ricalcano quanto già venuto fuori su violanews.com, che avevo colpevolmente scordato, anche se continuo ad avere, ma è una mia mancanza, qualche riserva sui sondaggi via internet.

L’ultima volta che la Fiorentina ha vinto il Viareggio avevo un’altra moglie (che si arrabbiò molto perché decisi di andare a fare la radiocronaca della finale), ero un borsista niente affatto giovane a La Nazione ed eravamo una minoranza ad avere un telefonino.
Il mio era enorme, pesava un paio di chili, ma aveva batterie sufficienti a farmi raccontare un gran successo, che però fece arrabbiare il potente dirigente Bartolelli che non gradì la sostituzione del figlio Mario, assolutamente inadatto a giocare a certi livelli, con un certo Banchelli.
Era dunque un’era calcistica fa ed io credo che sarebbe l’ora di tornare a conquistare quel trofeo che tutto sommato continua ad essere tra i più prestigiosi al mondo.
Ricordo anche le interminabili finali con la Juve, con Flachi più forte di Del Piero, e poi quasi il buio, attraversato da qualche lampo isolato.
Ieri i ragazzini di Buso sono partiti benissimo e devo confessare che anch’io vedendoli in televisione mi sono lasciato tentare dal domandone: ma davvero sono peggio di quelli che a volte si trascinano sul campo la domenica?
Il fatto è che si tratta di mondi completamente diversi, come dimostrano le apparizioni di diversi ragazzi, poi rientrati velocemente nei ranghi.
Intanto però speriamo che questo sia l’anno buono per andare a toglierci qualche soddisfazione in Versilia.

Forse mi sbaglierò, ma l’improvvida sortita di Mihajlovic sul non capire i fischi del Franchi rappresenta il punto di non ritorno tra i tifosi ed il tecnico serbo.
Niente da dire sull’uomo, perfino sorprendente in certe dichiarazioni autocritiche che certamente non appartengono a chi lo ha preso, ma le parole di domenica pomeriggio rappresentano lo spreco dell’ultimo bonus tra i tanti concessi ad un allenatore che a Firenze ha fatto vedere davvero pochissimo.
E rappresentano pure l’ennesimo giro di valzer della gestione mediatica di Mihajlovic: prima i calci nel culo ai giocatori, poi le carezze; prima la vicinanza quasi ostentata alle bravate di Mutu, poi il ripudio, salvo poi vederselo reintegrare in rosa; prima la richiesta di incoraggiamento alla squadra con la possibilità (e meno male…) di fischiare eventualmente alla fine, poi l’incomprensione per chi ha contestato una squadra che contro un avversario ridotto malissimo ha tirato solo due volte nello specchio della porta.
Se non fosse per il piglio diverso dei due protagonisti, a me questa stagione sta cominciando a farmi venire in mente quella molto triste di Bersellini, che infatti non fu confermato.
Il popolo viola è stanco e pretende un cambiamento radicale ed io spero che sia lo stesso sentimento di cui parlerà Andrea Della Valle una volta fatto questo benedetto quarantesimo punto.

Via, abbiamo buttato un’altra stagione, a questo punto non ci credo più neanch’io, che pure mi ero aggrappato al fanciullino tifoso che sempre vive in me anche dopo 34 anni di giornalismo.
Non andiamo, magari c’è il cuore, ma il gioco no, e se Mutu si eclissa siamo lì ad applaudire i recuperi di Behrami, che pare un mediano da mischia rugbistica ed è tra i pochissimi che non vuole adeguarsi al grigiore generale.
Va ripensato tutto, a cominciare da Mihajlovic, che ha fallito la prova del nove per dare la famosa svolta alla stagione, mentre su Corvino mi astengo, ma osservo sconsolato che i due acquisti più costosi di giugno stazionano malinconicamente da settimane in panchina e in tribuna.
Pareggiare contro una Sampdoria così malmessa ha il sapore della sconfitta, inutile girarci intorno, e senza la penalizzazione del Bologna oggi la Fiorentina sarebbe dodicesima.
Per favore poi evitiamo i paragoni con la passata stagione, che per quattro mesi ha fatto godere il popolo viola e con gli impegni infrasettimanali.
Perché adesso non vorrei che qualcuno dicesse che con un nono posto sono stati fatti passi avanti: lo scrivo ora a futura memoria, perché qui, con le rivendicazioni arbitrarie dei propri meriti, non si sa mai come possa andare a finire.
Ribadisco il concetto guida da qualche mese in qua: dall’ottavo posto in giù la stagione è sbagliata, la seconda per l’esattezza.

« Pagina precedentePagina successiva »