Sono trentadue anni che la voto e ho quindi acquisito il diritto di parlarne male.
E anche se non lo avessi acquisito, lo farei lo stesso a casa mia, cioè qui sul blog, che è poi anche casa vostra.
Devo confessare che è ormai un po’ di tempo che mi viene l’orticaria quando penso alla presunta superiorità culturale e morale della sinistra, a quell’aria da primi della classe che è da sempre la cifra dialettica di questa area politica.
L’ultimo esempio è fornito da come viene presentata dalla sinistra la scelta della Rai di affidare a Giuliano Ferrara lo spazio di approfondimento dopo il TG 1.
Si può essere d’accordo o meno (ma basterebbe non guardarlo per essere contro), quello che invece mi infastidisce è il gridare allo scandalo.
“Lo spazio che è stato di Enzo Biagi”, tuona Repubblica, come dire che è stato commesso un sacrilegio.
Ma di cosa stiamo parlando?
Lo spazio di Enzo Biagi?
A parte il fatto che dopo di lui ne sono arrivati altri da diverse provenienze politiche, a me pare che Biagi fosse lautamente e regolarmente pagato, com’era giusto che fosse, per i suoi programmi e che fosse quindi un normale prestatore d’opera.
Ha lavorato fino a 86 anni da gran professionista e “con la schiena dritta”, come direbbe qualcuno che invece ce l’ha un po’ piegata, ma questo non induce noi che paghiamo regolarmente il canone a pensare che quello fosse il suo spazio, cioè “lo spazio di Biagi”.
Questo modo di “porgere le notizie” è fazioso e acuisce sempre più lo scontro in un Paese che invece avrebbe assolutamente bisogno di dialogare e non di dividersi sempre pro e contro Berlusconi (e comunque quando tutto questo finirà, sarà sempre troppo tardi).