Via, abbiamo buttato un’altra stagione, a questo punto non ci credo più neanch’io, che pure mi ero aggrappato al fanciullino tifoso che sempre vive in me anche dopo 34 anni di giornalismo.
Non andiamo, magari c’è il cuore, ma il gioco no, e se Mutu si eclissa siamo lì ad applaudire i recuperi di Behrami, che pare un mediano da mischia rugbistica ed è tra i pochissimi che non vuole adeguarsi al grigiore generale.
Va ripensato tutto, a cominciare da Mihajlovic, che ha fallito la prova del nove per dare la famosa svolta alla stagione, mentre su Corvino mi astengo, ma osservo sconsolato che i due acquisti più costosi di giugno stazionano malinconicamente da settimane in panchina e in tribuna.
Pareggiare contro una Sampdoria così malmessa ha il sapore della sconfitta, inutile girarci intorno, e senza la penalizzazione del Bologna oggi la Fiorentina sarebbe dodicesima.
Per favore poi evitiamo i paragoni con la passata stagione, che per quattro mesi ha fatto godere il popolo viola e con gli impegni infrasettimanali.
Perché adesso non vorrei che qualcuno dicesse che con un nono posto sono stati fatti passi avanti: lo scrivo ora a futura memoria, perché qui, con le rivendicazioni arbitrarie dei propri meriti, non si sa mai come possa andare a finire.
Ribadisco il concetto guida da qualche mese in qua: dall’ottavo posto in giù la stagione è sbagliata, la seconda per l’esattezza.